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Geopolitica

576° giorno di guerra

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– Zelens’kyj: «la questione delle elezioni in Ucraina non è stata nemmeno sollevata, perché non è rilevante a causa della sicurezza e della guerra. In primo piano sono le armi. La società non è pronta a spendere soldi per le elezioni».

 

– L’attuale corso politico di Kiev è offensivo per Varsavia, l’Ucraina dovrà ripristinare la fiducia della società polacca, ha affermato il ministro degli Esteri polacco Zbigniew Rau. «L’attuale politica dell’Ucraina non è solo dannosa e dolorosa per noi, ma soprattutto offensiva. È difficile immaginare che questo verrà presto dimenticato. (…) Sarà necessario un lavoro titanico per ripristinare la fiducia della società polacca nella buona volontà delle autorità ucraine». Egli ha anche osservato che le dichiarazioni delle autorità ucraine «portano ad un profondo ripensamento della coscienza polacca riguardo all’Ucraina».

 

Bloomberg: Gli Stati Uniti hanno chiesto chiarimenti alla Polonia riguardo al suo sostegno all’Ucraina dopo le minacce di interrompere gli aiuti militari a Kiev.

 

– Biden ha dichiarato che il primo carro armato americano Abrams arriverà in Ucraina la prossima settimana. Ha aggiunto di aver approvato un nuovo pacchetto di aiuti militari a Kiev.

 

– Il nuovo pacchetto di aiuti USA a Kiev non comprende il missile ATACMS, un missile balistico tattico con una gittata fino a 300 km di cui aveva parlato il Financial Times il 10 settembre.

 

– L’Economist chiede un cambio di strategia in Ucraina e soprattutto un cambio di mentalità in Europa: meno discorsi di pace e più preparativi per una lunga guerra

 

– Il New York Times (riporta che il comando USA) critica Zelens’kyj per aver disperso le forze a Bakhmut invece che concentrare tutto verso il mare di Azov.

 

– Inciampo della TV Ucraina 1+1. Al discorso di Zelensky all’Assemblea generale c’era qualche buco in platea. Meglio fare taglia e cuci con altri momenti della riunione, a platea piena. Ma così Zelensky risulta seduto ad ascoltare se stesso.

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Bloomberg: «l’economia ucraina sta crescendo per la prima volta dall’inizio della guerra. Il prodotto interno lordo ha registrato un balzo del 19,5% su base annua nel secondo trimestre, dopo un forte calo nei mesi successivi all’inizio della guerra e un ulteriore calo nel 2023, secondo i dati diffusi dal Servizio Statale di Statistica. Il PIL è stato favorito dall’aumento dei consumi interni, in quanto gli ucraini si sono adattati a un senso di relativa stabilità dopo i primi mesi di guerra. Secondo le previsioni della banca centrale, l’economia ucraina potrebbe crescere del 2,9% quest’anno”.

 

– L’Unione Europea sta utilizzando articoli di Wikipedia e articoli sui media di «vario grado di credibilità» come giustificazione delle sanzioni contro i russi, comprese le testate che pubblicano ricette di cucina, riferisce Politico, citando i documenti di lavoro utilizzati dal Consiglio della UE per giustificare le sanzioni contro cinque uomini d’affari, funzionari governativi e loro familiari russi. I loro casi, oltre agli articoli di pubblicazioni come il Financial Times e la Reuters, si basano anche su traduzioni automatiche di materiali provenienti da fonti russe o ucraine. Spesso vengono citati articoli di Wikipedia sul presunto scopo delle sanzioni. Come giustificazione è stato citato anche un articolo di una rivista che «pubblica più spesso ricette di cucina che materiale giornalistico serio».

 

– CNN: Le immagini satellitari mostrano una maggiore attività nei siti di test nucleari in Russia, Cina e Stati Uniti. Negli ultimi anni Russia, Stati Uniti e Cina hanno costruito nuove strutture e scavato nuovi tunnel nei loro siti di test nucleari, mostrano le immagini satellitari. È possibile che Russia, Cina e Stati Uniti possano riprendere i test nucleari, cosa che nessuno di questi paesi ha fatto da quando i test nucleari sotterranei sono stati vietati dal Trattato del 1996

 

– BBC: «Gli investigatori ucraini hanno parlato con Zaluzhny nell’ambito delle indagini sul caso della “resa dell’Ucraina meridionale” all’inizio della guerra. Secondo la BBC, il comandante in capo non risulta ancora indagato, così come non c’è stata una convocazione ufficiale per l’interrogatorio. Ma è possibile che lo sarà. Considerando questo possibile sviluppo degli eventi, negli ambienti politici ristretti il caso dell’occupazione del Sud è già chiamato il “caso Zaluzhny”. Il procedimento sull’inadeguata difesa della regione di Kherson, che ha portato alla sua rapida occupazione, è stato aperto dall’Ufficio investigativo statale (SBI) dell’Ucraina già nel secondo mese di guerra, l’11 aprile 2022. Le domande principali sono: perché non hanno fatto saltare i ponti sull’istmo, perché non hanno preparato adeguatamente la difesa e perché non hanno rafforzato quella direzione?»

 

– Le importazioni del greggio cinesi hanno raggiunto i valori record: nella prima metà del 2023 la Cina ha importato in media 11,4 milioni di barili al giorno, la cifra più alta nell’intera storia del paese. Gli Stati Uniti sono così diventati uno dei primi dieci fornitori di petrolio alla Cina, raddoppiando le loro forniture. Hanno raggiunto i 400 mila barili al giorno. A loro volta, gli Stati Uniti acquistano diesel e cherosene, che scarseggiano, sul mercato mondiale. La Russia è ridiventata principale esportatore di petrolio verso la Cina, aumentando le vendite del 23% e superando di gran lunga l’Arabia Saudita. Le consegne medie di petrolio dalla Russia alla Cina nel corso dei sei mesi hanno raggiunto i 2,1 milioni di barili al giorno, mentre il picco della domanda si è verificato a giugno, quando la Russia ha fornito 2,6 milioni di barili. Si tratta di un record storico assoluto di acquisti da un singolo paese da parte della Cina.

 

– Dal 1° ottobre la Russia inizierà ad applicare dazi all’esportazione su un’ampia gamma di beni legati al tasso di cambio del rublo.

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– Kim Jong-un in una foto ricordo con i membri della delegazione che lo ha accompagnato durante la sua visita in Russia

 

– Recentemente, nelle discussioni sugli eventi in Artsakh, la componente politica di solito viene in primo piano sotto forma di impreparazione e riluttanza delle autorità armene a lottare per la repubblica non riconosciuta. Tuttavia, è importante che anche da un punto di vista puramente militare gli approcci delle parti fossero diametralmente opposti:

  • Tutto è molto chiaro con l’Azerbaigian: il paese ha acquistato un’enorme quantità di armi moderne da Russia, Turchia e Israele. Era costoso, ma ha avuto l’effetto desiderato: gli UAV israeliani Harop hanno permesso di distruggere con precisione i sistemi di difesa aerea armeni e ottenere la supremazia aerea, che ha determinato in gran parte l’esito della seconda guerra del Karabakh.
  • Ma l’Armenia ha affrontato la questione in modo meno responsabile, al punto che ha venduto alcune delle sue armi, compreso il sistema di difesa aerea Osa-AK, e ha cercato urgentemente di riacquistare un lotto di 19 pezzi dopo l’inizio delle ostilità nel l’autunno del 2020. Allo stesso tempo, il paese ha partecipato a strani schemi, come l’acquisizione di sistemi di difesa aerea Osa-AKM di bassa qualità in Giordania.

Dopo la sconfitta nella seconda guerra del Karabakh, la situazione non è cambiata: ad esempio, l’Armenia non aveva fretta di ritirare dalla Russia i missili per i sistemi di difesa aerea Smerch già pronti alla consegna. Nelle sue dichiarazioni ufficiali, Pashinyan cerca di scaricare le colpe su terzi. Ma nessuno, eccetto le stesse autorità armene, è responsabile del fallimento nella costruzione delle forze armate e del completo disprezzo per gli insegnamenti della guerra precedente.

 

– Una delegazione del Congresso degli Stati Uniti guidata dal senatore Jerry Peters è arrivata in Armenia per incontrare la leadership del Paese, ha riferito l’ambasciata americana a Yerevan.

 

– L’esodo degli armeni dal Karabakh non è il piano principale di Yerevan, ha detto Pashinyan.

 

– Il figlio di George Soros, Alex, ha pubblicato una foto con il presidente moldavo Maia Sandu: «è sempre un piacere incontrare uno dei leader mondiali più coraggiosi».

 

 

– Un attacco missilistico ha colpito il quartier generale della flotta del Mar Nero a Sebastopoli.

 

– Secondo Bloomberg la bozza di bilancio russo nel 2024 assegna una priorità assoluta alle spese militari.

 

– Il presidente siriano Bashar al-Assad e sua moglie Asma sono arrivati in Cina per la prima visita ufficiale in quasi 20 anni.

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– Le sanzioni, scrive Kommersant, rendono difficoltoso l’approvvigionamento di farmaci per il diabete prodotti dalla Medtronic in Russia. Sono ancora disponibili farmaci Abbot, ma sarebbero pensati per i bambini sotto i 4 anni.

 

– Il quotidiano britannico Inews riferisce, citando fonti nell’amministrazione britannica, che esiste un canale informale di trattativa britannico – russo da un anno e mezzo.

 

– Aliyev chiede ai Paesi «dall’altra parte dell’oceano» (chiaro riferimento agli USA) di «lasciar perdere» la regione e di smetterla di «usare l’Armenia per poi tradirla nei momenti difficili».

 

– Il 19 settembre si è tenuto a New York il primo vertice «Asia centrale-USA» (C5+1) al quale hanno partecipato i presidenti degli Stati Uniti, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan, e il segretario di Stato Antony Blinken. I politici hanno discusso dei più svariati temi, prestando particolare attenzione alla cooperazione nel campo dell’energia verde e della sicurezza regionale, riferisce il servizio stampa della Casa Bianca. I capi di Stato hanno anche toccato il tema del partenariato commerciale, economico e di investimento, la necessità di rispettare la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i paesi e di portare avanti le riforme per rafforzare lo stato di diritto. Gli Stati Uniti hanno avanzato una serie di proposte per la futura cooperazione con le repubbliche dell’Asia centrale.

 

– La CNN riferisce che i servizi speciali ucraini hanno probabilmente organizzato un attacco con droni su due veicoli associati alla PMC Wagner in Sudan.

 

– Esportazioni russe in Africa: la maggior parte dei pagamenti a giugno è avvenuto in valute di «Paesi amici» (yuan e rupie in prevalenza) poi in rubli, la cui quota è altalenante. Solo l’8,5% in valute di Paesi «ostili».

 

– La profezia di Primakov (primo ministro e ministro degli esteri russo negli anni ’90) che si è avverata. Evgenij Maksimovich Primakov all’inizio degli anni ‘ 90 ebbe una conversazione con l’allora presidente armeno Levon Ter-Petrosyan. Era il momento delle grandi vittorie armene in Karabakh. Primakov disse più o meno quanto segue: «abbiamo raggiunto un accordo con l’Europa e gli Stati Uniti. Vi proponiamo di restituire all’Azerbaigian le aree occupate, in cambio l’Azerbaigian riconoscerà la parte “armena” del Karabakh». Dopo le consultazioni di Ter-Petrosyan con i «comandanti sul campo» armeni, la risposta a questa proposta fu: «non possiamo farlo, non saremo compresi e saremo rovesciati dalla piazza che crede che ciò che è stato conquistato dagli armeni non dovrebbe essere restituito al nemico».
Primakov gli rispose: «l’Azerbaigian sa lavorare e sa aspettare. Hanno le risorse necessarie. Passeranno 10, 20, 30 anni, si rafforzeranno e vi toglieranno tutto».

 

Rassegna tratta dal canale Telegram La mia Russia.

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Geopolitica

Orban: finanziare la «mafia di guerra» di Kiev è come la vodka per un alcolizzato

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Il primo ministro ungherese Vittorio Orban ha aspramente censurato la Commissione europea per aver invitato gli Stati membri dell’UE a incrementare gli apporti finanziari all’Ucraina, in piena luce del macroscopico scandalo corruttivo, sostenendo che la «mafia della guerra» di Kiev sta deviando i fondi dei contribuenti europei.   Lunedì, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha recapitato una missiva alle capitali europee, incalzando un’intesa celere per far fronte alle esigenze militari e monetarie di Kiev per il biennio venturo. Nella lettera, ripresa dalla stampa, il deficit di bilancio in espansione dell’Ucraina viene stimato in circa 135,7 miliardi di euro. Von der Leyen ha delineato tre opzioni di finanziamento: versamenti bilaterali opzionali da parte dei membri UE, mutui collettivi a livello europeo e un prestito risarcitorio ancorato ai beni russi congelati.   Orban ha postato su X di aver ricevuto la nota, in cui si descrive il gap finanziario ucraino come «considerevole» e si sollecita l’invio di ulteriori risorse da parte dei Paesi UE.  

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«È stupefacente. Proprio quando è emerso che una mafia della guerra sta svuotando le tasche dei contribuenti europei, anziché pretendere verifiche reali o bloccare i flussi, la presidente della Commissione propone di mandarne ancora di più», ha scritto, alludendo palesemente al recente scandalo corruttivo in Ucraina. Orban ha equiparato tale strategia al «tentativo di soccorrere un ubriaco spedendogli un’altra cassa di vodka», chiosando che «l’Ungheria non ha smarrito il buonsenso».   All’inizio del mese, le autorità anticorruzione ucraine hanno smascherato un presunto schema illecito capitanato da Timur Mindich, storico partner d’affari di Volodymyr Zelen’skyj, che ha distolto circa 100 milioni di dollari in mazzette dai contratti con l’operatore nucleare nazionale Energoatom, fortemente dipendente dagli aiuti esteri.   La vicenda corruttiva è esplosa mentre Kiev preme sui donatori per un finanziamento da 140 miliardi di euro, garantito dai beni della banca centrale russa bloccati dall’Occidente – un progetto ostacolato dal Belgio, custode della fetta maggiore di quei fondi. Mosca qualifica qualunque impiego di tali asset come «furto» e ha minacciato contromisure giudiziarie.   Il caso potrebbe armare i politici europei di argomenti solidi per invocare un ridimensionamento degli aiuti a Kiev, ha osservato Le Monde.   Come riportato da Renovatio 21, intanto con il megascandalo sulla corruzione Kiev sta incontrando ostacoli nel reperire un nuovo prestito dal FMI.  

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Mearsheimer: l’Occidente vuole distruggere la Russia come grande potenza

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I governi occidentali continuano a perseguire politiche mirate a indebolire la Russia fino a privarla definitivamente del suo status di grande potenza. Lo sostiene John Mearsheimer, professore di scienze politiche all’Università di Chicago, ritenuto decano mondiale nella scuola di pensiero realista nelle relazioni internazionali.

 

In un’intervista rilasciata venerdì al canale YouTube Daniel Davis Deep Dive, Mearsheimer ha dichiarato che l’obiettivo dei governi occidentali è sempre stato «sconfiggere Russia e Ucraina, distruggere l’economia russa con le sanzioni e mettere i russi in ginocchio».

 

«Non ci siamo riusciti, ma questo non significa che non lo vogliamo; ovviamente lo vogliamo ancora», ha aggiunto.

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«Se domani si presentasse l’occasione di farlo, la coglieremmo immediatamente: ci piacerebbe eliminare la Russia come grande potenza», ha proseguito il politologo, sottolineando che Mosca percepisce perfettamente la natura esistenziale della minaccia occidentale.

 

Mearsheimer ha poi osservato che l presidente russo Vladimir «Putin, l’ultima volta che ho controllato, ha un QI a tre cifre, il che significa che ha capito perfettamente la situazione e sa esattamente contro cosa sta combattendo».

 

Il professore ha sostenuto che Putin ha tutte le ragioni per non fidarsi né del presidente degli Stati Uniti Donald Trump né dei leader europei, poiché «sta ipotizzando in modo molto realistico lo scenario peggiore».

 

Negli ultimi mesi numerosi esponenti occidentali hanno apertamente definito il conflitto ucraino una guerra per procura contro la Russia. All’inizio di quest’anno Keith Kellogg, inviato per la politica ucraina nell’amministrazione Trump, ha usato questa espressione mettendo in guardia contro la fornitura di missili da crociera a lungo raggio a Kiev.

 

Anche il segretario di Stato americano Marco Rubio ha impiegato lo stesso termine, e il Cremlino ha accolto con favore tale caratterizzazione.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Mearsheimer aveva preconizzato ancora nel 2015 lo sfascio dell’Ucraina, accusando, già all’ora, l’Occidente di portare Kiev verso la sua distruzione invece che verso un’era florida che sarebbe seguita alla neutralità dichiarata dagli ucraini.

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Il politologo appartiene alla schiera delle grandi figure politiche americane che hanno rifiutato la NATO, talvolta prima ancora che nascesse. Uno è George Frost Kennan (1904-2005), ex ambasciatore USA in URSS, lucido, geniale mente capofila della scuola «realista» delle Relazioni Estere (quella oggi portata avanti accademicamente proprio da Mearsheimer) e funzionario di governo considerato «il padre della guerra fredda».

 

Mearsheimer è noto altresì per il controverso libro La Israel lobby e la politica estera americana, tradotto in Italia da Mondadori. Il libro contiene una disamina dell’influenza di Tel Aviv sulla politica americana, e identifica vari gruppi di pressione tra cui i Cristiani sionisti e soprattutto i neocon.

 

Il cattedratico statunitense ha anche recentemente toccato la questione israeliana dichiarando che le intenzioni dello Stato Ebraico sarebbero quelle di allargare il più possibile il conflitto nell’area di modo da poter svuotare i territori dai palestinesi: «più grande è la guerra, maggiore è la possibilità di pulizia etnica».

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Geopolitica

I marines americani si scambiano colpi di arma da fuoco con le bande di Haiti

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La scorsa settimana, i marines USA di sentinella presso l’ambasciata nella capitale haitiana, Port-au-Prince, hanno ingaggiato uno scontro armato con presunti affiliati di una gang, ha riferito un portavoce delle forze armate.   La nazione caraibica, con quasi 12 milioni di abitanti, è funestata da violenza incessante a partire dall’omicidio del presidente Jovenel Moïse nel 2021, con bande criminali ben armate che approfittano del vuoto istituzionale per estendere il loro dominio su Port-au-Prince e altre zone del territorio. Haiti versa in stato di emergenza da oltre un anno.   I marines hanno replicato al fuoco nemico dopo essere stati bersagliati da sospetti membri di una gang giovedì sera, ha precisato domenica il capitano Steven J. Keenan, portavoce dei marines USA, in un comunicato ufficiale.   Keenan ha inoltre confermato che non si sono registrate vittime tra il personale statunitense in seguito all’episodio.

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Il dipartimento di Stato americano ha imposto l’evacuazione del personale governativo non essenziale e dei loro familiari da Haiti nel luglio 2023. Attualmente, vigono un avviso di «Livello 4: Non Viaggiare» per l’intero Paese, motivato da pericoli di sequestri, criminalità diffusa, atti terroristici e instabilità civile.   A giugno, Ghada Fathi Waly, capo dell’Ufficio ONU contro droga e crimine, ha denunciato che le gang detengono «circa il 90% di Port-au-Prince sotto il loro giogo», con estese offensive in aree prima tranquille. Il monopolio sulle arterie commerciali da parte di questi gruppi ha azzerato il flusso legale di merci, gonfiando i prezzi di beni vitali come il carburante da cottura e il riso, ha aggiunto Waly.   Dati ONU indicano che nel 2024 in Haiti almeno 5.600 individui sono periti in fatti legati alle gang, mentre 1,3 milioni di persone su tutto il territorio sono state costrette allo spostamento forzato dalla crisi.   Una missione a guida keniota, sostenuta dalle Nazioni Unite e arrivata ad Haiti nel 2024 per arginare l’escalation violenta, ha riconquistato il palazzo presidenziale nella capitale e liberato alcune vie strategiche, ma non ha conseguito ulteriori avanzate per presunta carenza di effettivi e mezzi. Secondo l’Associated Press, è stato dispiegato solo il 40% circa dei 2.500 militari programmati.   Il mese scorso, il Consiglio di sicurezza ONU ha deliberato la ristrutturazione della missione, convertendola nella Gang Suppression Force, con un organico di 5.500 tra soldati e poliziotti.   Come riportato da Renovatio 21, mesi fa l’ONU aveva dichiarato che le gang hanno portato la capitale di Haiti Port au Prince sull’orlo del collasso.   Come riportato da Renovatio 21, settimane fa è emerso che il governo ad interim di Haiti, la cosiddetta Commissione Presidenziale di Transizione (TPC), avrebbe assunto Erik Prince, noto per aver fondato (e poi venduto) la multinazionale di contractor militare Blackwater, per combattere le violente ghenghe che hanno di fatto preso il controllo di gran parte della capitale Port-au-Prince e di porzioni sempre più estese della regione di Artibonite.

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Come riportato da Renovatio 21, l’isola è oramai considerata come interamente in mano alle ghenghe.   La discesa di Haiti in un paesaggio infernale si è accelerata nel 2021, quando il presidente Jovenel Moise è stato assassinato. Da allora, le gang hanno governato quasi tutta la capitale, perpetrando estorsioni, rapimenti, stupri, omicidi e decapitazioni su larga scala. Come riportato da Renovatio 21, tre anni fa l’Alto Commissarrio ONU per i diritti umani Bachelet aveva parlato di livelli «inimmaginabili ed intollerabili» di violenza armata.   Due anni fa gli USA avevano chiuso l’ambasciata tra le mitragliate delle bande.   Come riportato da Renovatio 21, tra rapimenti e violenze, anche i religiosi e le religiose cattoliche ad Haiti non se la passano bene. Lo scorso novembre era emerso che era stato bruciato il convento e l’ospedale delle Suore della Carità. In altre occasioni si erano rivisti rapimenti di missionari e aggressioni contro suore.Lo scorso autunno vescovi di Haiti avevano dichiarato di essere «disperati».   Tre anni fa l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet ha parlato di livelli «inimmaginabili e intollerabili» di violenza armata.   Haiti negli anni è più volte emersa come base per il supposto malaffare umanitario della Fondazione Clinton. Lo ha sostenuto Breitbart e tutto il giro di Steve Bannon nel film e nel libro Clinton Cash, di cui hanno pure fatto una versione a fumetti.   Nel panorama allucinante haitiano dell’ora presente, arrivano notizie come quella delle 184 persone (in maggior parte anziani) fatte uccidere da un capobanda perché avrebbero praticato contro di lui la stregoneria per far ammalare il figlio.

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