Geopolitica
566° giorno di guerra
– Intervenendo al Forum di Vladivostok Putin dice che non è vero che lo Stato è troppo presente in economia, dovendo pubblico e privato coesistere. Ha poi aggiunto che non ci sarà alcun progetto di revisione delle privatizzazioni.
– «La Polonia non si lascerà inondare dal grano ucraino. Indipendentemente dalle decisioni di Bruxelles, non apriremo le frontiere. Spetta ai polacchi decidere come sarà la loro casa comune», afferma il primo ministro polacco Morawiecki in uno spot elettorale del partito PiS.
– Kim Jong-un è arrivato in treno alla stazione ferroviaria del cosmodromo di Vostochny, nella regione dell’Amur dove stato accolto da Putin.
– Stanotte i droni Geran hanno colpito le infrastrutture portuali nella regione di Odessa. Le autorità locali hanno confermato gli attacchi.
– I Paesi UE non possono confiscare gli effetti personali dei cittadini russi che entrano nel territorio dell’Unione, anche se sono elencati come vietati nell’elenco delle sanzioni. Lo ha precisato il rappresentante della Commissione Daniel Sheridan Ferri.
– Il 77,6% degli ucraini considera il presidente Zelensky responsabile della corruzione nel paese e nelle amministrazioni militari. Questi sono i risultati di un sondaggio della Democratic Initiatives Foundation. Secondo il sondaggio, solo il 18% degli ucraini intervistati non è d’accordo con questa affermazione.
– L’Estremo Oriente per la Russia è una priorità strategica per l’intero 21° secolo, ha affermato Putin.
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– L’Armenia ha iniziato le esercitazioni congiunte Eagle Partner 2023 con le forze di pace statunitensi, riferisce l’AFP. La cerimonia di apertura si è svolta presso il centro di addestramento Zar, vicino a Yerevan. Alle esercitazioni prendono parte 85 militari americani e 175 armeni.
– NetBlocks: Un guasto su larga scala in Starlink si è verificato durante l’attacco ucraino alla Crimea nella notte tra il 12 e il 13 settembre
– Installazione della croce sulla chiesa di Santa Sofia della Chiesa Ortodossa di Antiochia. La città di Skalbiya, Siria, settembre 2023.
L’estate dell’anno scorso la chiesa è stata fatta saltare in aria da islamisti filo-turchi. La Chiesa ortodossa russa ha aiutato nel suo restauro.
– La Russia ha schierato 46 lanciatori del sistema missilistico Iskander lungo il confine con l’Ucraina, riferisce la Direzione generale dell’Intelligence militare ucraina.
– Kiev impugna davanti al WTO la decisione polacca di vietare le importazioni di grano ucraino.
– Financial Times: la prossima primavera la NATO terrà le sue più grandi esercitazioni militari dai tempi della Guerra Fredda. Le esercitazioni Steadfast Defender si svolgeranno tra febbraio e marzo in Germania, Polonia e nei paesi baltici. Saranno coinvolti circa 41mila militari, più di 50 navi. La NATO vuole testare la propria preparazione nel respingere una potenziale invasione russa. Si prevede di aumentare la frequenza di tali esercitazioni a due all’anno anziché a una.
– L’Europa supera gli Stati Uniti in assistenza all’Ucraina nel periodo dal 24.01.2022 al 31.07.2023.
– Nel 2023, la UE è diventata il secondo maggior acquirente di petrolio e gas russo. La Cina è il maggior importatore, l’India il terzo. E se si aggiunge il petrolio che transita attraverso l’India e altri Paesi, la UE sta effettivamente acquistando molto di più dalla Russia. L’Europa ha già speso circa 1.000 miliardi di dollari in sussidi energetici.
– Centinaia di emigranti russi in Israele, «fuggiti dalla guerra», sono stati arruolati nell’Esercito israeliano. «Alice, una fotografa di 17 anni, è fuggita dalla Russia in Israele poco dopo l’inizio della guerra in Ucraina. Pochi mesi dopo, è stata arruolata nell’esercito israeliano», scrive il quotidiano Moscow Times.
– Per aggirare la Russia o l’Iran via terra tra Asia ed Europa c’è una sola opzione: l’Azerbaigian. Ganja Gap è l’arteria principale dell’Azerbaigian e uno dei suoi punti vulnerabili. Attualmente, ci sono tre grandi oleodotti e gasdotti che aggirano la Russia e l’Iran e attraversano il Ganja Gap: l’oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan, l’oleodotto Baku-Supsa e il Corridoio Meridionale del Gas. Anche i cavi in fibra ottica che collegano l’Europa occidentale alla regione del Caspio passano attraverso il Ganja Gap, così come importanti collegamenti stradali e ferroviari. Ipoteticamente, chiunque ottenga il controllo su questo corridoio (in caso di ostilità nella regione) sarà in grado di bloccare gli odierni oleodotti e le linee ferroviarie chiave tra l’Asia e l’Europa.
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– Biden vicino alla decisione di fornire all’Ucraina ATACMS, un missile balistico tattico con una gittata fino a 300 km (Financial Times). Con il missile le forze ucraine potrebbero colpire il ponte di Crimea.
– Tatiana Stanovaya rende noto che vi sarebbero in corso negoziati per scambi di prigionieri tra la Russia e l’Occidente, cosa di cui scrive il Wall Street Journal (parte interessata per via di Evan Gershkovich, in galera a Mosca). Stanovaya ritiene che Navalny possa rientrare nello scambio se vi sarà Vadim Krasikov, condannato all’ergastolo in Germania per aver ucciso Zelimkhan Khangoshvili, ceceno georgiano attivo nella seconda guerra di inizio anni Duemila. Ma Navalny accetterà? Sappiamo che Yashin si era detto contrario a scambi nel suo caso.
– Il ministro della Difesa iraniano Mohammad Reza Ashtiani ha escluso la possibilità di una nuova guerra tra Azerbaigian e Armenia. «Crediamo che non scoppierà alcuna guerra nella regione».
– Zelensky all’Economist: sono pronto ad una lunga guerra. Questo è un brutto momento per i negoziati.
– I tagli di produzione russi e arabi possono innescare una crisi petrolifera nei prossimi mesi. Lo riferisce Bloomberg.
– Il capo del Mossad ha avvertito che la Russia potrebbe inviare all’Iran armi “che minaccerebbero l’esistenza di Israele”.
– L’ex ministro degli Esteri austriaco Karin Kneisl ha detto a RIA Novosti che si è trasferita a San Pietroburgo. La Kneisl è il presidente del Centro “Geopolitical Observatory for Russia’s Key Issues” presso l’Università di San Pietroburgo.
– L’Armenia ratificherà la Convenzione di Roma, che fornisce giurisdizione in territorio armeno alla Corte Penale Internazionale. Pashinyan ha precisato che la misura non è diretta contro la Russia, ma ad ottenere protezione nella contesa con l’Azerbaigian.
Rassegna tratta dal canale Telegram La mia Russia.
Immagine da Telegram
Geopolitica
Per gli USA ora la normalizzazione delle relazioni con la Russia è un «interesse fondamentale»
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Geopolitica
Israele potrebbe iniziare a deportare gli ucraini
Decine di migliaia di rifugiati ucraini in Israele rischiano la deportazione entro la fine del prossimo mese, a causa del protrarsi del ritardo governativo nel rinnovare il loro status legale. Lo riporta il quotidiano dello Stato Giudaico Haaretz.
La tutela collettiva offerta a circa 25.000 ucraini in seguito all’aggravarsi del conflitto in Ucraina nel 2022 necessita di un’estensione annuale, ma gli attuali permessi di soggiorno scadono a dicembre.
Tuttavia, Israele non si è dimostrato particolarmente ospitale verso molti di questi migranti, in particolare quelli non eleggibili alla «Legge del Ritorno», una legge fondamentale dello Stato di Israele implementata dal 1950che garantisce a ogni ebreo del mondo il diritto di immigrare in Israele e ottenere la cittadinanza, basandosi sul legame storico e religioso del popolo ebraico con la Terra Promessa. Secondo i resoconti dei media locali, gli ucraini non ebrei ottengono spesso solo una protezione provvisoria, devono fare i conti con norme d’ingresso stringenti e sono esclusi dalla residenza permanente o dagli aiuti sociali, finendo intrappolati in un limbo legale ed economico.
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In carenza di un ministro dell’Interno ad interim, la competenza su tale dossier è passata al premier Benjamino Netanyahu, ma una pronuncia non è ancora arrivata, ha precisato Haaretz.
L’Autorità israeliana per la Popolazione e l’Immigrazione ha indicato che la pratica è in esame e che una determinazione verrà comunicata a giorni, ha aggiunto il giornale.
Anche nell’Unione Europea, l’assistenza ai profughi ucraini è messa alla prova, con vari esecutivi che stanno tagliando i piani di supporto per via di vincoli di bilancio. Dati Eurostat mostrano un recente incremento degli arrivi di maschi ucraini in età da leva nell’UE, in scia alla scelta del presidente Volodymyr Zelens’kyj di allentare i divieti di espatrio per la fascia 18-22 anni. Tale emigrazione continua di uomini abili al reclutamento sta acutizzando le già critiche carenze di forza lavoro in Ucraina.
Germania e Polonia, i due Stati membri che accolgono il maggior numero di ucraini, hanno di recente varato restrizioni sui sussidi, malgrado un calo del consenso popolare.
Il presidente polacco Karol Nawrocki ha annunciato il mese scorso che non rinnoverà gli aiuti sociali per i rifugiati ucraini oltre il 2026. A quanto pare, l’opinione pubblica polacca sui profughi ucraini si è inasprita dal 2022, per via di frizioni sociali e del diffondersi dell’idea che rappresentino un peso o una minaccia criminale.
Quest’anno, i giovani ucraini hanno provocato quasi 1.000 interventi delle forze dell’ordine per scontri, intossicazione alcolica e possesso di armi non letali in un parco del centro di Varsavia, ha rivelato all’inizio della settimana Gazeta Wyborcza.
Una sorta di cecità selettiva, o di compiacenza, di Tel Aviv nei confronti del neonazismo ucraino pare emergere anche da dichiarazioni dell’ambasciatore dello Stato Ebraico a Kiev, che ha detto di non essere d’accordo con il fatto che Kiev onori autori dell’Olocausto della Seconda Guerra Mondiale come eroi nazionali, tuttavia rassicurando sul fatto che tale disputa non dovrebbe rappresentare una minaccia per il sostegno israeliano al governo ucraino.
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Secondo un articolo del Washington Post, circa la metà dei 300.000 ebrei ucraini sarebbero fuggiti dal Paese dall’inizio del conflitto con la Russia.
Come riportato da Renovatio 21, le pressioni dell’amministrazione Biden su Tel Aviv per la fornitura di armi a Kiev risale ad inizio conflitto.
Tre anni fa l’ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitrij Medvedev aveva messo in guardia Israele dal fornire armi all’Ucraina in risposta alle affermazioni secondo cui l’Iran sta vendendo missili balistici e droni da combattimento alla Russia.
Israele a inizio 2022 aveva rifiutato la vendita di armi cibernetiche all’Ucraina o a Stati, come l’Estonia, che potrebbero poi rivenderle al regime Zelens’kyj.
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Immagine di Spokesperson unit of the President of Israel via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Arte
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