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«Ippocrate non è più un riferimento per i medici»

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Cristiano Lugli intervista Roberta Doricchi, Segretaria dell’Ass.ne “Vita al Microscopio”,
“Vita al Microscopio” è in prima linea per la difesa della vita, e lo fa sostenendo le ricerche dei dottori Gatti e Montanari. Perché è così importante riuscire ad acquistare un microscopio? Lo abbiamo capito intervistando un fondatore dell’Associazione.

CL: Quando è nata la vostra Associazione e su quali presupposti?

RD: Nel Febbraio del 2011, con l’intento di restituire alla dottoressa Antonietta Gatti e al dott. Stefano Montanari il microscopio elettronico, quello acquistato mediante la raccolta fondi promossa da Beppe Grillo. Dopo la sottrazione dello strumento e il trasferimento presso l’Università di Urbino nel gennaio del 2010, ai dottori Gatti e Montanari fu impedito di utilizzarlo, nonostante ne fosse garantita la disponibilità per “almeno una volta alla settimana”. Fu veramente un duro colpo per tutti i donatori che sottoscrissero alla raccolta fondi “per acquistare un microscopio per i dottori Gatti e Montanari e nessun altro”. Decidemmo, quindi, con i sostenitori più inossidabili, di affiancarli in giudizio nel procedimento civile contro la Bortolani Onlus. Davanti ad un giudice, riuscimmo a far valere quel diritto. La Bortolani fu condannata alle spese e la ricerca riuscì ad andare di nuovo avanti . Questo è stato il nostro più grande successo.

 

CL: Avete molti membri all’interno di essa?

RD: Fare numeri non è la nostra specialità. Abbiamo puntato sempre alla qualità delle collaborazioni per realizzare il nostro scopo e sostenere la ricerca sulle nanopatologie.

 

CL: Possiamo dire che avete scelto di operare del volontariato su un campo piuttosto articolato a cui non sono risparmiati ostracismi…

RD: Chi ha scelto di affiancarci in questo compito, cioè quello di sostenere la ricerca dei dottori Gatti e Montanari, conosce esattamente tutti gli inconvenienti a cui va incontro, soprattutto sul piano dell’informazione. In Italia, ancora per molti, quello che non passa attraverso la televisione è totalmente sconosciuto. Se poi non hai degli sponsor tra gli attori, i cantanti, le soubrette, i campioni sportivi, non sei nessuno. E’ difficile essere credibili per chi naviga nell’ignoranza più totale, nel senso buono del termine. Ancora più difficile è combattere con l’ignoranza morale. Eppure Antonietta Gatti nel 2012 è stata nominata Fellow (riconoscimento importantissimo tra gli scienziati di tutto il mondo)dalla International Union  of Societies for Biomaterials Science e Engineering, per il suo contributo nel campo delle Scienze di Biomateriali e di Ingegneria, ma in Italia era una perfetta sconosciuta, fino a qualche tempo fa…

 

CL: Fiancheggiate i ricercatori Gatti e Montanari costantemente, cosa vi ha spinti a questo forte interesse nel sostenere le loro ricerche?

RD: Sono gli unici ricercatori che possono garantirci la verità, perché la loro è una ricerca indipendente, non viene finanziata da nessuno, se non dal frutto del loro lavoro e dai risparmi di una vita. Con le loro scoperte sappiamo come tutelare la nostra salute, quella dei nostri figli, quella delle generazioni future e salvaguardare l’ambiente in cui viviamo.  Chiunque abbia questo interesse dovrebbe sostenerli.

 

CL: Ora però rischiano di essere impossibilitati a continuare il lavoro…Potete spiegarci cosa sta per accadere con il microscopio e perché?

RD: Il contratto di comodato d’uso gratuito concesso all’ARPAM dall’Università di Urbino sta per scadere e non verrà rinnovato. Inoltre il microscopio attualmente in uso è in stato di rottamazione e non vi è alcuna possibilità che possa venir utilizzato in qualche altro posto.

 

CL: Beppe Grillo c’entra in tutto questo?

RD: Non lo so. Stefano Montanari e Antonietta Gatti hanno troppi nemici per identificarne uno solo.

 

CL: In ogni caso diversi genitori cosiddetti “No-Vax” o “Free-Vax” credono molto nella volontà dei 5 Stelle di contrastare la legge 119/2017…

RD: Personalmente ritengo che non ci sia nessun partito politico che abbia questo interesse. Mi ricrederò quando saranno i fatti a parlare.

 

CL: La ricerca da più fastidio della Medicina? Chiedo questo perché mi pare di capire che Gatti e Montanari siano più osteggiati di chiunque altro.

RD: Ippocrate 2500 anni fa diceva che “prevenire è meglio che curare”. Non credo che al giorno d’oggi Ippocrate sia più un riferimento per i medici. Dalle notizie di cronaca sulla malasanità  il malato risulta più essere un cliente che una persona da curare. Quindi, una ricerca in grado di prevenire gravi patologie quali la leucemia, l’infarto cardiaco, l’ictus, la tromboembolia polmonare, il diabete, il morbo di Parkinson, il morbo di Alzheimer e altre patologie neurologiche, le malformazioni fetali, la sensibilità chimica multipla… quanto può infastidire gli interessi delle multinazionali farmaceutiche e di tutto il sistema sanitario internazionale?

“Ippocrate 2500 anni fa diceva che “prevenire è meglio che curare”. Non credo che al giorno d’oggi Ippocrate sia più un riferimento per i medici. Dalle notizie di cronaca sulla malasanità  il malato risulta più essere un cliente che una persona da curare”

 

 

CL: Qualche giornalista di campagna è arrivato a sostenere che il dott. Stefano Montanari sia un infiltrato, addirittura una sorta di spia della NATO. Oltre alla sciocchezza in sé , possibili che certuni siano sempre pronti a gridare al complotto? Questo modus operandi non rischia di far passare la battaglia sul tema delle vaccinazioni come qualcosa di gestito da quattro invasati “dietrologisti” a tutti i costi?

RD: Purtroppo, per esperienza passata, non posso avere una buona opinione su chi cerca di screditare il dottor Montanari.  Questo tipo di atteggiamento non giova alla causa. E’ un autogol. Montanari con le sue analisi scientifiche ci fornisce le prove per vincere le nostre cause nei tribunali. Prove, non chiacchiere. A questo punto mi chiedo chi è l’infiltrato… .

 

CL: Un fenomenologismo molto in voga tra i complottisti è la costante paura verso l’America, come se da questo colosso non potesse mai uscire niente di buono. Potenzialmente la cosa è certamente vera e fonda, tuttavia ci risulta che in America la battaglia sulle vaccinazioni sia affrontata con grande coraggio, soprattutto da Robert F. Kennedy Jr., incaricato dallo stesso Presidente Donald Trump. Non è così?

RD: Questo è quanto è accaduto quando Donald Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti. Siamo rimasti positivamente colpiti dalla  scelta di mettere Robert Kennedy alla guida della commissione che vigila sulla sicurezza dei vaccini. Kennedy è un attivista anti vaccini e sostiene che questi farmaci siamo legati all’autismo. Non ha tardato a convocare i dottori Gatti e Montanari per relazionare su quanto scoperto sul loro contenuto. Ultimamente ha anche scritto un bell’articolo sui nostri due scienziati, mettendo in ridicolo chi tenta di screditarli. Credo, però, che sia presto per cantar vittoria.

 

CL: Siete in contatto con Kennedy?

RD: Sì, confidiamo in un suo aiuto per sostenere la ricerca.

 

CL: Veniamo al senso pratico: cosa proponete per fermare questa deriva?

RD: Nella soluzione politica non vedo alcuno spiraglio di luce, ma invito tutti a ricordare alle prossime elezioni i nomi di chi ci ha messo in questo inferno. L’altra strada che possiamo percorrere è quella giuridica. Bisogna avere coraggio ed esporsi per difendere la salute dei propri figli, il nostro diritto di scelta verso di loro. Abbiamo le prove, le abbiamo tutti, perché Gatti e Montanari le hanno messe a nostra disposizione scrivendo libri, articoli scientifici, rilasciando interviste. Però, per continuare a fornirci le prove scientifiche, indiscutibilmente esatte, dobbiamo sostenerli anche economicamente, perché loro hanno già dato tanto e non possono più permettersi di aiutarci.

 

CL: Molti genitori cadono però spesso nell’utilitarismo, una vera piaga moderna. Questo succede perché ognuno vorrebbe condurre la propria battaglia per sistemare la situazione personale, e una volta ottenuto il proprio contento – ovviamente solo apparente-, come si suol dire, chi si è visto si è visto! Rischia di diventare una mera battaglia legale, perdendo di vista, ipso facto, il cuore del problema. Quale messaggio vorreste lanciare ai genitori?

RD: E’ umano tirare l’acqua al proprio mulino. L’importante è che non si leda l’interesse di nessuno. Purtroppo molto spesso accade che  alcuni genitori affidino le loro speranze a chi non ha gli strumenti necessari per aiutarli. Quindi, il messaggio che vorremmo inviare a tutti coloro che non vogliono vaccinare i propri figli o che hanno figli danneggiati dai vaccini o semplicemente vogliono avere informazioni esatte sull’argomento di rivolgersi a veri esperti, sia sul campo legale che sul campo scientifico. Informatevi sulla loro professionalità e non fatevi incantare dalle belle parole. Sono sempre i fatti che contano.

 

CL: Come si può aiutare la raccolta fondi e qual è il materiale utile per diffondere questa urgente campagna?

RD: Principalmente donando quello che si può e pensando alla donazione come ad un investimento per la propria salute e quella dei nostri cari. Poi divulgando il più possibile questa richiesta d’aiuto, attraverso i social network o utilizzando il volantino scaricabile a questa pagina pagina. E’ vitale che la ricerca sulle nanopatologie non si fermi.

 

CL: Per concludere: possiamo parlare di una “vita al microscopio” per difendere la Vita?

RD: Assolutamente sì.

CL: Grazie, per il prezioso tempo dedicatoci e per tutta la grande opera che con coraggio state portando avanti.

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Vaccini

Bambini vaccinati, la protezione contro il COVID-19 crolla in pochi mesi: studio del CDC

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La protezione vaccinale contro il COVID-19 tra i bambini crolla in pochi mesi. Lo riporta EpochTimes, cha analizza uno studio istituzionale uscito nelle scorse settimane.

 

Secondo un nuovo studio dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (l’ente di controllo epidemico statunitense, chiamato solitamente CDC), i bambini che hanno ricevuto un vaccino originale contro il COVID-19 hanno scarsa protezione contro il ricovero ospedaliero pochi mesi dopo la vaccinazione.

 

Inizialmente i bambini avrebbero una protezione del 52% contro il ricovero in ospedale, ma l’efficacia stimata crollerebbe al 19% dopo quattro mesi, secondo lo studio.

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Anche la protezione contro le cosiddette malattie critiche è diminuita drasticamente, dal 57% al 25%, hanno scoperto i ricercatori.

 

I ricercatori includono dipendenti del CDC e il documento è stato pubblicato nel digest settimanale del CDC il 18 aprile.

 

Lo studio ha riguardato i bambini che hanno ricevuto due o più dosi dei vaccini originali Pfizer-BioNTech o Moderna COVID-19 dal 19 dicembre 2021 al 29 ottobre 2023.

 

Lo studio ha coinvolto bambini di età compresa tra 5 e 18 anni ricoverati in ospedale con COVID-19 acuto e risultati positivi alla malattia e li ha confrontati con un gruppo di controllo di bambini ricoverati in ospedale con sintomi simili a COVID-19 ma risultati negativi al COVID-19.

 

I ricercatori hanno estratto dati dalla rete Overcoming COVID-19, che comprende centri sanitari nella maggior parte degli Stati Uniti, e hanno ottenuto 1.551 casi di pazienti e 1.797 nel gruppo di controllo.

 

Lo studio ha rilevato che «la ricezione di ≥2 dosi originali di vaccino monovalente COVID-19 era associata a un minor numero di ricoveri correlati a COVID-19 nei bambini e negli adolescenti di età compresa tra 5 e 18 anni; tuttavia, la protezione dai vaccini originali non è stata mantenuta nel tempo», hanno scritto Laura Zambrano, epidemiologa del CDC, e i suoi coautori.

 

La ricerca ha anche registrato un calo simile nella protezione contro le malattie critiche, definite come sottoposte a ventilazione meccanica, infusioni vasoattive, ossigenazione della membrana extracorporea o morte.

 

I ricercatori affermano che i risultati evidenziano l’attuale guida del CDC secondo cui tutte le persone di età pari o superiore a 6 mesi ricevono uno dei più recenti vaccini COVID-19, introdotti nell’autunno del 2023 con dati clinici di soli 50 esseri umani e nessuna stima di efficacia. Il CDC pubblica documenti solo nel suo riassunto settimanale, il Morbidity and Mortality Weekly Report, dopo che sono stati modellati per «conformarsi alla politica del CDC». I documenti non sono sottoposti a peer review.

 

Le autorità statunitensi hanno spostato i vaccini COVID-19 su un modello una volta all’anno, simile ai vaccini antinfluenzali. Il modello prevede l’aggiornamento della formulazione dei vaccini su base annuale, riconoscendo che qualsiasi protezione fornita dai vaccini svanisce rapidamente. La formulazione viene generalmente aggiornata in autunno.

 

Secondo le stime del CDC, solo il 14% dei bambini e il 23% degli adulti hanno ricevuto uno dei vaccini più recenti al 6 aprile. I vaccini disponibili sono vaccini a base di RNA messaggero (mRNA) di Pfizer e Moderna e un’alternativa di Novavax.

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I limiti dichiarati del documento includono la mancata valutazione dell’immunità post-infezione e la mancanza di dati di sequenziamento.

 

«La sezione sul conflitto di interessi è composta da 688 parole e include alcuni autori che segnalano finanziamenti da Pfizer e Moderna o proprietà di azioni Pfizer» scrive Epoch Times.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’ente per il controllo del farmaco statunitense FDA nelle scorse settimane ha rilevato che i vaccini anti-COVID mRNA possono causare convulsioni nei bambini piccoli.

 

Nel frattempo, per i bambini stanno per venire lanciati vaccini RNA monodose multivalenti per COVID e influenza, un’operazione che ha spinto alcuni critici a parlare di «livelli di follia senza precedenti».

 

Secondo alcuni, per giustificare l’autorizzazione ai vaccini COVID per bambini degli anni scorsi il CDC avrebbe utilizzato dati errati provenienti da uno studio preliminare che esagerava il rischio di morte nei piccoli.

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Vaccini

AstraZeneca ritira il vaccino COVID in tutto il mondo

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AstraZeneca ha annunciato il ritiro del suo vaccino contro il COVID-19 dai mercati globali, sostenendo che il farmaco è stato messo da parte dalle alternative.   Lo sviluppo arriva dopo che il produttore del farmaco ha recentemente ammesso che il vaccino può causare coaguli di sangue potenzialmente fatali in rari casi.   In una dichiarazione di mercoledì, citata da diversi media, un portavoce di AstraZeneca ha affermato che dall’inizio della pandemia sono state sviluppate molteplici varianti del vaccino, portando a un calo della domanda di Vaxzevria, che non viene più prodotto o sviluppato. Il portavoce ha anche citato stime indipendenti secondo cui «oltre 6,5 milioni di vite sono state salvate solo nel primo anno di utilizzo e oltre 3 miliardi di dosi sono state fornite a livello globale».

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Il vaccino AstraZeneca è stato lanciato all’inizio del 2021, poco dopo che l’epidemia di COVID-19 era stata dichiarata pandemia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. AstraZeneca ha ritirato volontariamente l’autorizzazione all’immissione in commercio del vaccino nell’UE lo scorso marzo, con la conferma dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA).   Poco dopo il lancio, AstraZeneca si è trovata al centro di polemiche dopo che numerosi Paesi occidentali hanno sospeso l’uso del suo vaccino per il timore che potesse aver causato lo sviluppo di coaguli di sangue in alcuni pazienti. Tuttavia, i funzionari sanitari dell’UE dell’epoca insistevano sul fatto che i benefici dell’inoculazione superavano ancora i rischi.   È possibile ricordare per l’Italia non solo il caso della 18enne Camilla Canepa, morta dopo l’iniezione, ma anche quello di altri casi partiti nel primo 2021.   Negli ultimi mesi, l’azienda farmaceutica ha combattuto una dura battaglia legale in Gran Bretagna, con una class action in cui si sostiene che il vaccino AstraZeneca è «difettoso» e meno sicuro del previsto. La società ha negato l’accusa.   I querelanti hanno insistito sul fatto che il vaccino ha causato la trombosi con sindrome trombocitopenica (TTS), una rara condizione in cui una persona ha coaguli di sangue, che possono ridurre il flusso sanguigno, combinato con un basso numero di piastrine, che può causare difficoltà nell’arrestare l’emorragia. Si ritiene che la TTS causata dal vaccino sia collegata a diverse dozzine di morti solo nel Regno Unito, con centinaia di altre persone che hanno riportato ferite gravi.   Sebbene inizialmente l’azienda avesse negato un legame tra la condizione e l’uso del prodotto, ha ammesso nei documenti giudiziari presentati all’Alta Corte del Regno Unito lo scorso febbraio che «il vaccino AZ può, in casi molto rari, causare TTS», aggiungendo che «il meccanismo causale non è noto». È stato inoltre affermato che il vaccino ha «un profilo di sicurezza accettabile».   Come riportato da Renovatio 21le cause in Gran Bretagna che sostengono che il siero abbia causato morti e lesioni gravi sono molteplici. Autopsie su cittadini morti erano giunti a conclusioni sulla coagulazione del sangue dei vaccinati ancora due anni fa. Ricerche supponevano una correlazione tra coaguli e vaccino ancora nel 2021.

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Durante un’intervista di inizio 2022 il professor Sir Andrew Pollard, direttore dell’Oxford Vaccine Group e presidente del Comitato Congiunto Britannico per la Vaccinazione e l’Immunizzazione (JCVI), aveva affermato che il lancio del vaccino contro il COVID dovrebbe essere frenato per «concentrarsi sui vulnerabili» piuttosto che iniettare infiniti booster all’intera popolazione.   «Non possiamo vaccinare il pianeta ogni quattro o sei mesi. Non è sostenibile o conveniente» aveva detto lo scienziato.   Come riportato da Renovatio 21, ancora tre anni fa per i periti della Procura, la morte della giovane Camilla per trombosi – una vicenda che sconvolse l’Italia allora in piena campagna di vaccinazione genica universale – «è ragionevolmente da riferirsi a un effetto avverso da somministrazione del vaccino anti COVID». La 18enne ligure si era vaccinata con un siero AstraZeneca.   «Non avevo mai visto un cervello ridotto in quelle condizioni da una trombosi così estesa e grave» dichiarò a La Stampa il direttore della clinica neurotraumatologica che aveva seguito il caso genovese.   I genitori di Camilla avevano ripetuto che la ragazza, morta dopo la prima dose, non aveva patologie pregresse, né assumeva farmaci di qualsiasi tipo. La famiglia aveva poi assentito all’espianto degli organi della ragazza.   Il padre di Camilla è morto per un malore improvviso nel marzo 2022, a neanche un anno dalla tragica scomparsa della figlia. Il nonno paterno di Camilla era morto a poche settimane di distanza dalla nipote ancora nell’estate 2021.   In Italia, ad ogni modo, sui giornali sono molti i casi finiti sui giornali, casi che riguardano anziani, adulti e pure i giovani. Effetti avversi gravi e mortali sono stati discussi anche in Canada, in Austria e in tantissimi altri Paesi.   Tre anni fa la somministrazione del vaccino AZ alle donne incinte fu sospesa in Brasile, mentre la Corea del Sud ha rifiutato il siero AZ per gli over 65. Degna di nota la mossa degli USA che nel 2021 inviarono dosi extra di AstraZeneca in Messico e in Canada.   AstraZeneca, la grande farmaceutica a cui l’allora ministro della saluta Speranza aveva detto nel 2020 di aver ordinato 400 milioni di dosi, era già nota anche in Italia per vicende controverse riprese anche in Parlamento. Nel 2013, il presidente della commissione antitrust italiana Giovanni Pitruzzella, nella relazione annuale presentata al Parlamento, stigmatizzò il comportamento dominante di alcune multinazionali farmaceutiche tra cui l’AstraZeneca.

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Immagine di Julieth Méndez/Presidencia de la República de Costa Rica via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International 
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Animali

Gorilla vaccinato muore improvvisamente per attacco cardiaco

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Un gorilla di pianura occidentale è morto di infarto durante il fine settimana allo zoo di Saint Louis, Stato americano del Missouri. Lo zoo aveva recentemente somministrato vaccini COVID-19 a molti dei suoi animali.

 

Secondo quanto riferito, il primate di nome «Little Joe» (cioè «Giuseppino») che aveva 26 anni, era in cura per una malattia cardiaca quando ha avuto un infarto ed è morto nel sonno domenica.

 

L’annuncio è stato dato dalla stessa struttura zoologica nel suo profilo Instagram.

 

 

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Un post condiviso da Saint Louis Zoo (@stlzoo)


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«È con incredibile tristezza che condividiamo la notizia che il gorilla di pianura occidentale Little Joe, che era in cura per una malattia cardiaca, è morto di infarto durante la notte del 4 maggio», ha scritto, offrendo un ritratto della bestia, il giardino zoologico missouriano sul popolare social media basato sulle fotografie.

 

«Sulla base del monitoraggio video, sembra che sia morto nel sonno». Un malore, non diverso da quello di tante persone secondo le cronache recenti, ha colpito lo scimmione nottetempo, cagionandone il triste decesso.

 

La morte del gorilla Little Joe arriva quando lo zoo di St. Louis nel settembre 2021 ha lanciato un ambizioso sforzo di «cura preventiva» somministrando vaccini COVID-19 alla sua popolazione di grandi scimmie e ad altre specie di primati.

 

La campagna anti-COVID per le bestie in gabbia era stata spiegata dallo stesso direttore della struttura in un video ancora visibile su YouTubo.

 

 

«Il 29 settembre 2021, lo scimpanzé maschio adulto “Jimiyu” è stato il primo animale del nostro zoo ad essere vaccinato contro il COVID-19», spiegava all’epoca lo zoo sul proprio sito web. «Nei prossimi mesi, prevediamo di somministrare il vaccino COVID-19 a due dosi in un lancio graduale a quasi 100 primati, grandi felini, lontre di fiume, cani dipinti e volpi dalle orecchie di pipistrello, che portano tutti un potenziale rischio di essere infettati da SARS-CoV-2, il virus che causa la malattia COVID-19» assicurava il direttore del giardino zoologico.

 

Lo zoo di San Luigi aveva inoltre spiegato che il produttore del vaccino veterinario Zoetis aveva «donato 11.000 dosi di vaccino COVID-19 a dozzine di zoo, incluso lo zoo di Saint Louis, e organizzazioni animaliste in tutta la nazione».

 

«L’uso sperimentale di questo vaccino COVID-19 di Zoetis è autorizzato dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti e dal veterinario dello stato del Missouri», aveva aggiunto lo zoo.

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Come riportato da Renovatio 21, a fine 2020 diversi gorilla dello zoo safari di San Diego erano risultati positivi al coronavirus, manifestando – riferivano le cronache – perfino alcuni sintomi della malattia.

 

Non si tratta solo dei gorillazzi: il tampone COVID non lasciava scampo nemmeno ai grandi felini. Ad aprile 2020 una tigre malese di quattro anni di nome Nadia era risultata positiva allo zoo del Bronx a New York e, poco dopo, anche altre tre tigri e tre leoni allo zoo erano risultate positive. Bashir, una tigre malese di 11 anni allo zoo di Knoxville nel Tennessee, era risultata positiva al coronavirus in ottobre ed era entrata in quarantena con le tigri malesi Arya, 6 anni, e Tanvir, 11 anni, che mostravano anche tosse lieve, letargia e una diminuzione dell’appetito. Il mese prima, NeeCee, un leopardo delle nevi di cinque anni allo zoo di Louisville nel Kentucky, era risultato positivo.

 

Il dramma si fece totale quando, sempre a cavallo tra fine 2020 e inizio 2021, una tigre e due leoni avrebbero preso il COVID in giardino zoologico in Svezia. La sfortunata tigre scandinava positiva al tampone, una femmina di età avanzata (a 17 anni un felino giovane non è) fu quindi vittima di una specialità di certi Paesi del Nord, cioè l’eutanasia. Gli svedesi ci tennero a far sapere che la povera bestia aveva gravi sintomi respiratori e pure neurologici, senza spiegare quali – soprattutto i resoconti dicono che la tigre era di «età avanzata» e aveva «scarse possibilità di guarigione».

 

Il paradosso è che ci siamo a lungo lamentati dell’eutanasia che rende gli uomini degli animali da abbattere a piacimento, purtuttavia assistemmo allora al fatto che era ben avviato anche il contrario: l’umanizzazione dell’animale, «anziano» e «malato incurabile» pur di procedere con la puntura della morte, sotto l’imperativo terrorista COVID.

 

SCB. Sono cose belle.

 

Ad ogni modo, qualche lettore ci ricordi di aggiungere il gorilla Peppino nella lista dei malori della 19ª settimana 2024. Grazie.

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Immagine di Rachel via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic

 

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