Vaccini
Danni da vaccino USA, 4 miliardi di dollari in risarcimenti. In crescita, come le morti
Renovatio 21 pubblica questa traduzione su gentile concessione di Children’s Health Defense.
L’Health Resources & Services Administration (Risorse sanitarie e amministrazione dei servizi americani) ha rilasciato a fine 2018 gli ultimi dati in dollari dei pagamenti del National Vaccine Injury Compensation Program (il programma nazionale di risarcimento danni da vaccino).
I rimborsi per i danni causati da vaccini ha appena superato i 4 miliardi di dollari.
Restando alle conclusioni del governo, i danni causati da vaccino riportati sono solo l’1% e i 4 miliardi di dollari, dunque, sono soltanto la punta di un iceberg. Nonostante le rassicurazioni del CMC e delle nostre agenzie federali che tutti i vaccini sono sicuri, i risarcimenti dicono tutt’altro. I danni causati da vaccino possono accadere e accadono – a bambini e adulti precedentemente sani.
I consumatori meritano di conoscere i fatti a proposito dei rischi completi possibili del vaccino.
Dalla parte della difesa dei bambini
Nella maggior parte delle comunicazioni sanitarie pubbliche sulla vaccinazione, gli esperti del settore sorvolano sui rischi del vaccino, liquidando come lieve ogni possibile «effetto collaterale». Tuttavia, i programmi vaccinali hanno sempre avuto conseguenze molto più gravi per alcuni. Negli anni Settanta e nei primi anni Ottanta, per esempio, il vaccino Difterite-Tetano-Pertosse (DPTa) e la sua intera cellula di pertosse che contiene ha registrato così tanti danni che un documentario televisivo ha paragonato ricevere una dose di DPTa al gioco di una «roulette di vaccini».
Negli anni Settanta e nei primi anni Ottanta, per esempio, il vaccino Difterite-Tetano-Pertosse (DPTa) e la sua intera cellula di pertosse che contiene ha registrato così tanti danni che un documentario televisivo ha paragonato ricevere una dose di DPTa al gioco di una «roulette di vaccini».
Dopo che la debacle del DPTa aveva iniziato ad attrarre l’attenzione di tutti, i produttori di vaccino hanno cominciato a esercitare pressioni al Congresso per la protezione da cause legali di danni da vaccino. Il congresso aveva le mani legate.
Nel 1986, il Presidente Reagan ha firmato alla luce del sole un articolo radicale della legislazione – il National Childhood Vaccine Injury Act (legge nazionale sui danni da vaccino nei bambini) – che ha lanciato quello che si definisce come un «rimedio alternativo all’azione giudiziaria per danni specificatamente correlati ai vaccini».
Un elemento chiave della legislazione ha coinvolto la creazione del Programma nazionale di risarcimento danni da vaccino (NVICP), a cui è stata attribuita la responsabilità di decidere (attraverso i lavori di un «tribunale dei vaccini» speciale) se i danni specifici e individuali dovrebbero essere soggetti a un risarcimento finanziario.
Mentre gli avvocati del Dipartimento di Giustizia fondato dal governo rappresentano e difendono fermamente gli interessi del sistema nazionale sanitario e i produttori di vaccini, il sistema, contro i consumatori, obbliga le persone che hanno subito danni da vaccino ad andare contro a un elevato onere della prova.
Nella trentennale storia del tribunale sui vaccini, gli individui e le famiglie hanno depositato più di 20 000 petizioni per risarcimento di danni da vaccino. Questo mese, anche se il 12% delle richieste rimane non giudicato, i pagamenti hanno superato la soglia dei 4 miliardi di dollari. Questa cifra è stata calcolata in seguito ad appena un terzo (31% o 6 276) delle petizioni depositate.
Non c’è modo di sapere quanti soldi il programma finanziato dalle tasse dovrà ancora pagare, dal momento che il tribunale non ha ancora scelto se respingere o meno le restanti petizioni (56%) – possibilmente facendolo in modo fraudolento, almeno in alcuni casi.
Passare sotto le forche caudine
Nei tre decenni passati, nonostante il dichiarato intento di fornire un «forum accessibile ed efficace per le persone che hanno scoperto di essere danneggiate da certi vaccini», il Programma nazionale di risarcimento danni da vaccino si è evoluto in una disputa protratta e avversa alla Davide e Golia.
Il tribunale dei vaccini, in realtà, non «è un tribunale per niente ma.. un programma finanziato dai consumatori che usa… dipendenti del Servizio sanitario nazionale, invece che giudici per prendere decisioni sui risarcimenti».
Mentre gli avvocati del Dipartimento di Giustizia (DOJ) fondato dal governo rappresentano e difendono fermamente gli interessi del sistema nazionale sanitario e i produttori di vaccini, il sistema contro i consumatori obbliga le persone che hanno subito danni da vaccino ad andare contro a un elevato onere della prova. Per le richieste respinte, non c’è alcuna garanzia che il programma possa coprire nemmeno i diritti e le spese legali.
La difesa per la salute dei bambini ha recentemente richiamato l’attenzione ad un esempio lampante di errore a favore del settore e contro le persone danneggiate da vaccini.
Nel 2007 e 2008, i procuratori del Dipartimento di giustizia americano hanno dimostrato «una cattiva condotta ufficiale altamente disonesta e spaventosamente consequenziale» durante il procedimento Omnibus sull’autismo orchestrato a determinare il destino di 5400 famiglie che hanno presentato reclamo per casi di autismo causato da vaccino.
Il valore potenziale delle cause ha superato i 100 miliardi di dollari –cifra che «avrebbe portato in banca rotta il programma di risarcimento più volte»
Il valore potenziale delle cause ha superato i 100 miliardi di dollari –cifra che «avrebbe portato in banca rotta il programma di risarcimento più volte». Gli avvocati del dipartimento di giustizia del sistema sanitario, «sotto pressione» per togliere ai richiedenti il loro legittimo risarcimento, sono riusciti nel loro intento presumibilmente attraverso mezzi fraudolenti.
A settembre del 2018, il presidente della difesa sanitaria dei bambini Robert F. Kennedy, Jr e Rolf Hazlehurst (padre di uno dei bambini coinvolti nell‘ OAP, danneggiato da vaccino) hanno richiesto che l’ispettore generale del Dipartimento di Giustizia e il Congresso indagassero questa frode e ostruzione di giustizia da parte dei dipendenti del sistema sanitario nazionale e del Dipartimento di Giustizia.
Le persone che hanno richiesto petizione con l’NVICP devono soddisfare «criteri medici specifici» e di solito ci vuole molta fortuna, a meno che la loro malattia, disabilità o danno o condizione rientri nella tabella dei danni da vaccino NVICP e si manifesti entro un determinato lasso di tempo.
Come scenario possibile in cui i richiedenti dell’NVICP potrebbero incorrere, è per esempio una persona colpita da miocardite (infiammazione cardiaca) dopo la vaccinazione. Un articolo del 2018 presente nel BMJ Case Reports ha recentemente osservato che la miocardite è una delle «conseguenze più gravi correlate alla vaccinazione» ed «è stata riscontrata dopo diversi vaccini».
Un altro articolo recente su una rivista scientifica europea descrive i casi di miocardite post-vaccino (infiammazione sia del pericardio che del muscolo cardiaco) e altre malattie autoimmuni e spiega due meccanismi estremamente plausibili «per cui i vaccini possono causare reazioni autoimmuni».
Nella tabella sui danni da vaccino, tuttavia, l’unico punto in cui i sintomi cardiaci sono menzionati è in correlazione all’anafilassi – con le note della tabella che indicano che «non ci sono scoperte patologiche specifiche a conferma di una diagnosi di anafilassi» – e la maggior parte delle malattie autoimmuni sono visibilmente assenti.
La punta dell’iceberg
Comunque sia, i 4 miliardi di dollari pagati fino ad ora dall’NVICP sono una cifra che attira certo l’attenzione. Tuttavia, il totale non è nulla in confronto ai miliardi di dollari che i casi di autismo richiederebbero e che il tribunale ha ingiustamente archiviato.
Secondo il sistema nazionale sanitario, «meno dell’1% degli eventi avversi da vaccino è stato segnalato» e studi confermano che molti operatori sanitari non sono avvezzi al sistema di segnalazione di danni da vaccino. Lo scioccante numero di danni da vaccino è così basso anche per il fatto che una persona su sei che ha esperienza di «un evento avverso dopo immunizzazione» (Adverse Event Following Immunization, AEFI) ha gli stessi effetti con le successive vaccinazioni, spesso valutati come «più gravi che gli iniziali AEFI».
Anche se solo una piccola percentuale di questi danni da vaccino non segnalati e ricorrenti fossero portarti avanti fino a ricevere un risarcimento, l’intera sede del consiglio dell’NVICP – e le pubblicità ingannevoli del CDC (Centro per il Controllo e la Prevenzione di Malattie USA) sulla sicurezza inattaccabile dei vaccini- crollerebbe.
La febbre dell’oro: la responsabilità civile incoraggia più vaccini
Al contrario, volutamente o non, i risultati finali dell’atto del 1986 e l’NVICP hanno alla fine portato alla creazione di un contesto «della febbre dell’oro» che incoraggia i produttori a sviluppare ancor più vaccini, mentre comodamente li esonera dalla loro responsabilità per i danni e i decessi che derivano dai loro potenti prodotti che alterano il sistema immunitario.
Con nessun incentivo a rendere i vaccini sicuri e un mercato ampio e lucrativo garantito dai Centri di controllo e prevenzione di malattie e dal programma di prevenzione dei vaccini dell’infanzia – così come un crescente sforzo a imporre vaccini non necessari e pericolosi agli adulti – i produttori di vaccini sembrano esserci riusciti.
I sostenitori della sicurezza pubblica e dei vaccini devono continuare a ricordare al governo che circa 6.300 richieste che sono state risarcite durante la storia trentennale dell’NVICP rappresentano davvero la punta estrema di un iceberg.
© 19 novembre 2018, Children’s Health Defense, Inc. Questo lavoro è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
Vaccini
Il vaccino antinfluenzale a mRNA di Pfizer associato a gravi effetti collaterali, soprattutto negli anziani
I recenti titoli che decantano la superiore efficacia del vaccino antinfluenzale a mRNA della Pfizer ignorano le scoperte della stessa Pfizer secondo cui, per le persone con più di 65 anni, il loro prodotto a mRNA è più pericoloso dei vaccini antinfluenzali standard, che sono già inefficaci e dannosi. Lo riporta LifeSite.
Il motivo della falsa informazione da parte dei media tradizionali e del prestigioso New England Journal of Medicine (NEJM) è che Pfizer ha occultato i risultati dei test del suo prodotto sugli anziani, che hanno evidenziato effetti avversi più accentuati del farmaco.
«I risultati sono così pessimi che non è chiaro se la Food and Drug Administration potrebbe o vorrebbe approvare un vaccino a mRNA sulla base di questi dati», ha scritto il giornalista Alex Berenson, noto per le sue inchieste durante la pandemia. «Pfizer sembra sapere benissimo che questi risultati sono disastrosi».
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«Pfizer non ha mai annunciato i risultati, tenendoli nascosti per anni», ha scritto Berenson sul suo Substack. «Dimostrano che gli anziani che hanno ricevuto l’mRNA hanno avuto PIÙ infezioni influenzali, decessi ed effetti collaterali rispetto a coloro che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale standard».
Pertanto, è improbabile che il vaccino antinfluenzale a mRNA della Pfizer venga approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) di Trump.
«Un vaccino antinfluenzale a mRNA non ha funzionato negli anziani», ha dichiarato il commissario della FDA, il dottor Marty Makary, a Fox News nel fine settimana. «La sperimentazione non ha mostrato alcun beneficio».
«Non ci limiteremo ad approvare automaticamente nuovi prodotti che non funzionano, che falliscono in una sperimentazione clinica. Sarebbe una presa in giro della scienza se approvassimo automaticamente prodotti senza dati», ha affermato Makary. «Questo era il modus operandi dell’amministrazione Biden», ha aggiunto.
I risultati nascosti sono oltremodo sconvolgenti per gli anziani. Secondo Berenson:
«Gli anziani sottoposti a vaccinazione con mRNA avevano circa il 6% di probabilità in più di contrarre l’influenza rispetto a quelli sottoposti a vaccinazione standard. E 49 anziani sottoposti a vaccinazione con mRNA sono deceduti, rispetto ai 46 sottoposti a vaccinazione antinfluenzale».
«Lo studio ha anche rivelato un significativo segnale di sicurezza per gli mRNA sul danno renale. A ventidue pazienti anziani che hanno ricevuto l’iniezione di mRNA è stata diagnosticata una lesione renale acuta, una malattia renale cronica o una malattia renale allo stadio terminale, rispetto ai nove che hanno ricevuto l’iniezione standard».
«Un altro dato preoccupante è che 17 anziani a cui è stato somministrato mRNA hanno sofferto di “insufficienza respiratoria acuta”, rispetto ai soli sei che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale standard».
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«Anche i pazienti trattati con mRNA avevano una probabilità molto maggiore di manifestare effetti collaterali meno gravi. Ad esempio, circa il 69% ha segnalato gonfiore nel sito di iniezione o altri effetti collaterali locali dopo la vaccinazione, rispetto al 26% di coloro che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale».
«Ritengo che questo rappresenti una grave mancanza di integrità nel processo di revisione paritaria. Il comitato editoriale del NEJM dovrebbe fornire una spiegazione chiara di come si sia verificato questo errore e… richiedere agli autori di correggere gli articoli attuali e di riferire sui risultati completi dello studio», ha dichiarato alla testata Epoch Times Retsef Levi, professore al Massachusetts Institute of Technology (MIT) .
«Ancora una volta, quando vengono condotti studi adeguati, si scopre che i vaccini a base di mRNA per persone sane non sono ancora pronti per il grande pubblico e probabilmente non lo saranno mai», conclude il Berensone.
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Vaccini
La FDA di Trump afferma che i vaccini COVID hanno ucciso almeno 10 bambini e promette nuove misure di sicurezza
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Fertilità
Un nuovo studio collega il vaccino contro il COVID al forte calo delle nascite
Un nuovo studio pubblicato dal docente norvegese Jarle Aarstad dell’Institute of Economics and Business, Inland Norway University of Applied Sciences collega la somministrazione dei vaccini anti-COVID-19 a un calo significativo delle nascite negli Stati Uniti.
Secondo l’analisi, condotta su dati del CDC relativi a vaccinazioni e nati vivi in 566 contee (circa 260 milioni di abitanti), nel 2023 si sono registrati negli USA quasi 70.000 nati vivi in meno rispetto a quanto atteso in assenza di vaccinazione di massa. Estrapolando il risultato all’intera popolazione, il ricercatore attribuisce alla campagna vaccinale una riduzione di circa del 2% dei nati vivi e un corrispondente calo di 0,03 punti nel tasso di fertilità totale (TFR), passato da 1,65 nel 2022 a 1,62 nel 2023.
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Lo studio conclude che la flessione osservata tra il 2022 e il 2023 è imputabile in misura preponderante all’effetto dei vaccini, mentre fattori strutturali tradizionali (inflazione, costo degli alloggi, partecipazione femminile al lavoro, carenza di servizi per l’infanzia, età media al primo figlio) non mostrano variazioni sufficienti a giustificare da soli un anno all’altro un calo di tale entità.
Il meccanismo biologico responsabile non è ancora chiarito: l’autore lascia aperta l’ipotesi di un aumento di infertilità temporanea o permanente nelle donne vaccinate oppure di un incremento di aborti spontanei e nati morti. Durante il biennio 2021-2022 numerosi reparti ostetrici statunitensi avevano segnalato un anomalo incremento di feti morti in utero.
Nel 2024 il TFR americano è ulteriormente sceso al minimo storico di 1,60, alimentando il timore che parte dei danni alla fertilità femminile possa rivelarsi irreversibile.
Lo studio sottolinea che, a differenza di altri determinanti demografici (livello di istruzione, età al matrimonio, scelta di non avere figli) che rientrano nella sfera della libera decisione individuale, la vaccinazione anti-COVID è stata in molti casi imposta o fortemente incentivata da datori di lavoro, enti pubblici e misure governative, limitando di fatto la libertà di scelta di decine di milioni di cittadini.
I dati completi della ricerca sono stati resi pubblici e sono attualmente in fase di revisione paritaria.
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