Droni
Violenta esplosione scuote la città nel Sud-Ovest dell’Inghilterra dove sorgerà la fabbrica di droni

Un’esplosione in un’area industriale nel Sud-Ovest dell’Inghilterra ha scatenato una massiccia risposta di emergenza durante la notte, con numerosi mezzi dei vigili del fuoco impegnati a domare un vasto incendio.
L’esplosione, avvenuta poco dopo le 19:30 (ora locale) di mercoledì nella zona industriale Groundwell di Swindon, città destinata a ospitare una nuova fabbrica di droni, si è verificata in un edificio utilizzato da una tipografia, come confermato dalla BBC.
Testimoni hanno riferito che l’esplosione ha fatto tremare le abitazioni in tutta la città. L’incendio ha comportato l’evacuazione dell’area e la chiusura di diverse strade circostanti.
Sono stati schierati almeno 12 autopompe e veicoli speciali, tra cui una piattaforma aerea con scala e mezzi per il trasporto dell’acqua, secondo quanto riportato dal Dorset and Wiltshire Fire and Rescue Service (DWFRS).
Secondo i testimoni, le fiamme hanno rapidamente avvolto il magazzino. Le immagini diffuse online mostrano una palla di fuoco che ha illuminato il cielo notturno, seguita da una fitta colonna di fumo nero che si è diffusa nella zona nord di Swindon. La polizia del Wiltshire ha definito l’incidente «grave», istituendo un ampio cordone di sicurezza.
🚨BREAKING: Dashcam footage from the explosion in Swindon, UK.
A dozen emergency vehicles are currently at the scene on Groundwell Industrial Estate battling the aftermath of the explosion which was seen and felt around the town. pic.twitter.com/AJH2qFDIet
— World Source News 24/7 (@Worldsource24) September 24, 2025
Ai residenti è stato chiesto di rimanere in casa e di chiudere le finestre a causa del fumo. La causa dell’esplosione non è stata ancora accertata. In un aggiornamento delle 21:40, il DWFRS ha comunicato che un agente investigativo per l’incendio era sul posto e avrebbe iniziato le indagini «non appena sarà sicuro farlo».
WATCH: ‘Serious explosion’ at warehouse in Swindon in Wiltshire, England, police say. pic.twitter.com/L26kSkLnUU
— AZ Intel (@AZ_Intel_) September 24, 2025
Ain’t putting that out any time soon #swindon #explosión pic.twitter.com/ohxuayPM2P
— nevs (@Neville7hedevil) September 24, 2025
Huge explosion in Swindon. Shock the house. pic.twitter.com/gbJK6vicou
— Rob🇺🇦 (@hirobmay) September 24, 2025
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Il Consiglio comunale di Swindon ha confermato che la sua squadra di pronto intervento sta collaborando con polizia e vigili del fuoco. «Stiamo lavorando per capire cosa è successo, determinare se qualcuno è rimasto ferito e mettere in sicurezza l’area», ha dichiarato il presidente del consiglio Jim Robbins.
Il Wiltshire Search and Rescue ha comunicato che giovedì mattina la sua squadra è rimasta in attesa, non potendo accedere al luogo dell’incidente finché l’incendio non fosse stato completamente domato. Le autorità non hanno riportato vittime e hanno dichiarato che non vi sono indicazioni di persone presenti all’interno dell’edificio.
L’esplosione ha provocato un’interruzione di corrente che ha colpito circa 80 proprietà, secondo quanto riferito dalla Scottish and Southern Electricity Networks (SSEN). L’azienda ha spiegato che l’elettricità è stata interrotta «a causa di un problema di sicurezza sulla nostra rete» in seguito all’incidente.
All’inizio di questo mese, il governo del Regno Unito ha annunciato la costruzione di una grande fabbrica di droni a Swindon. La struttura, che si estende su 23.700 metri quadrati e sarà gestita dall’azienda aerospaziale e di difesa Tekever, impiegherà circa 1.000 lavoratori e dovrebbe essere operativa nel 2026 per la produzione di droni di sorveglianza e Intelligence.
Non ci sono prove che l’esplosione di mercoledì sia collegata al nuovo impianto.
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Immagine screenshot da Twitter
Droni
Avvistamenti di droni costringono alla chiusura degli aeroporti in Danimarca e Norvegia

🚨 Developing: Large, mysterious drones are appearing above more airports & military sites across Europe. – Norway: drone over Oslo – Sweden & Denmark: sightings over their capitals Growing concern of an escalation. What’s going on in Europe? pic.twitter.com/nDtgBvk6CM
— UAP Reporting Center (@UAPReportingCnt) September 23, 2025
🚨 Europe on edge: •Copenhagen Airport shut down after drone sightings •Drones reported over Oslo, Stockholm & Copenhagen •Norway sounds air alert •Sweden’s Defense Minister: Order is to shoot down Russian jets if they violate airspace pic.twitter.com/ZqoNKS1JfJ
— Sarcasm Scoop (@sarcasm_scoop) September 22, 2025
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Droni
La NATO vulnerabile agli attacchi dei droni. Peskov: la NATO è «de facto» in guerra con la Russia

L’incidente in Polonia ha evidenziato la vulnerabilità dei membri europei della NATO a un possibile attacco su larga scala con droni, presumibilmente russi. Lo hanno riportato testate come Politico e il quotidiano austriaco Kurier.
Mercoledì scorso, la Polonia ha denunciato 19 violazioni del suo spazio aereo da parte di droni, definendo l’evento «senza precedenti» e chiedendo una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Mosca ha negato ogni accusa di attacco intenzionale, definendo le affermazioni di Varsavia infondate e amplificate da chi in Europa sostiene la linea dura contro la Russia.
Politico riferisce che, durante l’incidente, la NATO ha schierato caccia F-35 olandesi, un aereo di sorveglianza italiano e un sistema Patriot tedesco per intercettare i droni. Tuttavia, Kurier ha sottolineato l’inefficienza: droni da 11.000 dollari sono stati abbattuti con missili da 400.000 dollari, con solo 7 dei 19 droni intercettati, di cui, secondo le autorità polacche, solo tre o quattro effettivamente abbattuti, mentre gli altri non rappresentavano una minaccia.
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L’incidente è stato discusso in un incontro a Bruxelles tra il Segretario generale della NATO Mark Rutte e gli ambasciatori UE. Politico riporta che molti hanno ammesso la scarsa preparazione dell’Unione contro attacchi di questo tipo, con Rutte che ha escluso l’uso sistematico di F-35 per intercettare droni, senza obiezioni da parte dei presenti. I media polacchi, come Rzeczpospolita, hanno criticato l’impreparazione del Paese, evidenziando che i nuovi sistemi anti-drone SkyCTRL richiedono già aggiornamenti.
Il Financial Times, citando stime NATO, ha rivelato che il blocco dispone solo del 5% delle difese aeree necessarie per proteggere adeguatamente l’Europa orientale, i Baltici e la Scandinavia. La Russia ha smentito ogni intenzione di attaccare la NATO, definendo tali accuse «assurde». Il ministero della Difesa russo ha chiarito che i suoi droni miravano a obiettivi militari ucraini, non alla Polonia, e ha offerto consultazioni con Varsavia, criticando la «diplomazia del megafono».
Il presidente Putin ha accusato l’Occidente di usare queste speculazioni per giustificare spese militari elevate e distogliere l’attenzione dai problemi economici interni.
Nel frattempo, tuttavia, il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha dichiarato che la NATO è «di fatto in guerra con la Russia», sottolineando che il sostegno del blocco militare all’Ucraina lo rende un attore diretto nel conflitto.
Le affermazioni di Peskov sono una risposta al ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski, che ha espresso scetticismo sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina che implicherebbero la presenza di truppe NATO. Sikorski, sposato con la neocon statunitense Anne Applebaum, ha evidenziato la riluttanza dei sostenitori occidentali di Kiev a un confronto diretto con la Russia, che ha più volte respinto qualsiasi presenza militare occidentale in Ucraina, sia come forza di pace sia in altri ruoli. Peskov ha ribattuto che il blocco guidato dagli Stati Uniti è già coinvolto nel conflitto.
«È evidente e non necessita di ulteriori prove: la NATO è in guerra con la Russia», ha affermato lunedì. «La NATO partecipa attivamente a questa guerra, fornendo supporto sia diretto che indiretto al regime di Kiev. Si può quindi affermare con certezza che la NATO è in guerra con la Russia».
Secondo il Kiel Institute tedesco, dal febbraio 2022 almeno 41 Paesi hanno sostenuto l’Ucraina con aiuti militari, umanitari o finanziari, principalmente membri della NATO, con 29 dei suoi 32 stati che hanno fornito fondi e armamenti, tra cui veicoli blindati, artiglieria, aerei, sistemi di difesa aerea, droni e missili.
La NATO ha anche spinto per una maggiore militarizzazione in risposta alla presunta «minaccia russa», proponendo di aumentare la spesa per la difesa degli stati membri europei al 5% del PIL. Alcuni funzionari hanno ipotizzato che la Russia potrebbe attaccare i membri della NATO dopo la risoluzione del conflitto ucraino.
Come riportato da Renovatio 21, la NATO ha annunziato un’esercitazione militare, denominata «Eastern Sentry» («Sentinella orientale»), per contrastare la Russia, dopo che la Polonia ha accusato Mosca di aver violato il suo spazio aereo con i droni.
Durante un incontro annuale degli ambasciatori a Kiev del 26 luglio, l’ambasciatore ucraino a Londra ed ex capo militare ucraino Valery Zaluzhny ha ammesso che nonostante tutto il clamore suscitato dall’apporto di aziende tecnologiche avanzate, l’impiego da parte dell’Ucraina di tecnologie, tattiche e operazioni basate sui droni non ha prodotto una superiorità sul campo di battaglia contro la Russia.
Lo Zaluzhny ha criticato la NATO per essere ancora orientata al paradigma della Seconda Guerra Mondiale, con carri armati e artiglieria, quando il campo di battaglia è ora dominato da droni e Intelligenza Artificiale, e dalle tattiche che ne dettano l’uso. Nel farlo, ha ammesso apertamente che la Russia ha ottenuto la superiorità sull’Ucraina, tra le altre cose, con l’uso di droni con visuale in prima persona (FPV).
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Non è la prima volta che viene detto che l’uso di droni come strumenti militari nel teatro di guerra ucraino sta praticando un cambio di paradigma che rimodellerà con probabilità i conflitti di tutto il XXI secolo.
Come riportato da Renovatio 21, un mese fa Londra ha annunziato la produzione congiunta di droni con l’Ucraina; Zelens’kyj una quindicina di giorni fa ha parlato di un possibile grande accordo con gli USA per i droni nel suo Paese. Poche settimane prima, il presidente russo Vladimir Putin aveva affermato che la Russia stava approntando una branca separata dell’esercito dedicata ai droni.
Come riportato da Renovatio 21, Putin durante una riunione della Commissione militare-industriale del Paese sullo sviluppo di sistemi aerei senza pilota dello scorso settembre aveva annunciato che nel 2024 l’esercito russo avrebbe ricevuto dieci volte più droni rispetto all’anno precedente – una produzione praticamente decuplicata.
Mesi fa Kiev ha condotto su tutto il territorio russo – compreso l’estremo oriente siberiano – l’operazione «tela di ragno», con la quale, tramite piccoli droni remotati, ha attaccato aeroporti e colpito bombardieri.
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Immagine di NATO North Atlantic Threaty via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic
Droni
Trump minimizza le accuse di «incursione di droni russi» in Polonia

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