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Vaccino antinfluenzale nasale approvato per l’uso domiciliare in USA

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L’ente di regolazione americano del farmaco Food and Drug Administration (FDA) ha autorizzato l’uso domestico di FluMist, un vaccino antinfluenzale somministrato via spray nasale. Lo riporta il New York Times.

 

«L’approvazione consentirà, per la prima volta, un’alternativa al vaccino antinfluenzale annuale che genitori e tutori potranno somministrare ai bambini e che gli adulti potranno utilizzare da soli al di fuori dell’ambiente sanitario» scrive il NYT, specificando che richiederà comunque una prescrizione medica e dovrebbe essere disponibile presso una farmacia online già il prossimo autunno.

 

Il nuovo vaccino nasale è prodotto dalla controversa multinazionale farmaceutica AstraZeneca, ha dichiarato che avvierà un sito web FluMist Home, dove le persone potranno compilare un questionario che sarà esaminato da un farmacista prima che il trattamento venga spedito a casa di una persona.

 

Come riportato da Renovatio 21, AstraZeneca, investita da varie denunce di persone che si ritengono danneggiate, ha ora ritirato dal mercato di tutto il mondo il suo vaccino COVID.

 

Il vaccino nasale rimarrà pre scrivibile presso i medici come trattamento in studio. L’attuale costo vivo per una dose è di circa 35-45, dollar ma potrebbe essere inferiore a seconda della copertura assicurativa.

 

«L’approvazione odierna del primo vaccino antinfluenzale per l’autosomministrazione o l’assistente fornisce una nuova opzione per ricevere un vaccino contro l’influenza stagionale sicuro ed efficace, potenzialmente con maggiore comodità, flessibilità e accessibilità per individui e famiglie» ha affermato il dottor Peter Marks, direttore del centro vaccini della FDA, che ha autorizzato l’opzione a domicilio.

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L’agenzia ha chiesto all’azienda di verificare se le sue istruzioni fossero chiare e se la somministrazione a domicilio fosse fattibile. L’agenzia ha concluso che lo era, ma ha consigliato agli operatori sanitari di somministrare lo spray a coloro di età compresa tra 2 e 17 anni.

 

Secondo il giornale neoeboraceno, il FluMist è stato approvato per la prima volta dalla F.D.A. nel 2003 per le persone dai 5 ai 49 anni; dal 2007 è autorizzata per i soggetti a partire dai 2 anni di età. Lo spray contiene una forma indebolita di virus influenzale vivo che viene applicato all’interno del naso.

 

Secondo l’ente per il controllo epidemico CDC, lo spray nasale si è dimostrato in gran parte efficace quanto l’iniezione, ad eccezione dei bambini nel 2009, un anno di livelli particolarmente elevati di casi di influenza. Da allora, la formula dello spray è cambiata, secondo l’agenzia, che secondo studi effettuati al di fuori degli Stati Uniti ha riscontrato un’efficacia simile a quella dell’iniezione.

 

I vaccini nasali sono considerati generalmente in grado di rompere alcune barriere materiali, logistiche ed umane in parte della popolazione non vaccinata. Grazie alla somministrazione veloce, o addirittura domestica, non è necessario prendere appuntamento e spostarsi da casa e programmare l’inoculo in calendario. Al contempo, molte persone che soffrono di fobia degli aghi possono essere sierate senza

 

Come riportato da Renovatio 21, esiste una versione nasale anche del vaccino COVID sviluppato in Russia, lo Sputnik, testata in pubblico dal presidente russo Vladimiro Putin in persona.

 

Negli ultimi trent’anni quantità di teoria della cospirazione diffuse negli USA hanno parlato di un grande evento epidemico al quale sarebbe seguita la diffusione massiva di vaccini nasali.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

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Vaccini

Il vaccino antinfluenzale a mRNA di Pfizer associato a gravi effetti collaterali, soprattutto negli anziani

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I recenti titoli che decantano la superiore efficacia del vaccino antinfluenzale a mRNA della Pfizer ignorano le scoperte della stessa Pfizer secondo cui, per le persone con più di 65 anni, il loro prodotto a mRNA è più pericoloso dei vaccini antinfluenzali standard, che sono già inefficaci e dannosi. Lo riporta LifeSite.   Il motivo della falsa informazione da parte dei media tradizionali e del prestigioso New England Journal of Medicine (NEJM) è che Pfizer ha occultato i risultati dei test del suo prodotto sugli anziani, che hanno evidenziato effetti avversi più accentuati del farmaco.   «I risultati sono così pessimi che non è chiaro se la Food and Drug Administration potrebbe o vorrebbe approvare un vaccino a mRNA sulla base di questi dati», ha scritto il giornalista Alex Berenson, noto per le sue inchieste durante la pandemia. «Pfizer sembra sapere benissimo che questi risultati sono disastrosi».

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«Pfizer non ha mai annunciato i risultati, tenendoli nascosti per anni», ha scritto Berenson sul suo Substack. «Dimostrano che gli anziani che hanno ricevuto l’mRNA hanno avuto PIÙ infezioni influenzali, decessi ed effetti collaterali rispetto a coloro che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale standard».   Pertanto, è improbabile che il vaccino antinfluenzale a mRNA della Pfizer venga approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) di Trump.   «Un vaccino antinfluenzale a mRNA non ha funzionato negli anziani», ha dichiarato il commissario della FDA, il dottor Marty Makary, a Fox News nel fine settimana. «La sperimentazione non ha mostrato alcun beneficio».   «Non ci limiteremo ad approvare automaticamente nuovi prodotti che non funzionano, che falliscono in una sperimentazione clinica. Sarebbe una presa in giro della scienza se approvassimo automaticamente prodotti senza dati», ha affermato Makary. «Questo era il modus operandi dell’amministrazione Biden», ha aggiunto.   I risultati nascosti sono oltremodo sconvolgenti per gli anziani. Secondo Berenson:   «Gli anziani sottoposti a vaccinazione con mRNA avevano circa il 6% di probabilità in più di contrarre l’influenza rispetto a quelli sottoposti a vaccinazione standard. E 49 anziani sottoposti a vaccinazione con mRNA sono deceduti, rispetto ai 46 sottoposti a vaccinazione antinfluenzale».   «Lo studio ha anche rivelato un significativo segnale di sicurezza per gli mRNA sul danno renale. A ventidue pazienti anziani che hanno ricevuto l’iniezione di mRNA è stata diagnosticata una lesione renale acuta, una malattia renale cronica o una malattia renale allo stadio terminale, rispetto ai nove che hanno ricevuto l’iniezione standard».   «Un altro dato preoccupante è che 17 anziani a cui è stato somministrato mRNA hanno sofferto di “insufficienza respiratoria acuta”, rispetto ai soli sei che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale standard».

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«Anche i pazienti trattati con mRNA avevano una probabilità molto maggiore di manifestare effetti collaterali meno gravi. Ad esempio, circa il 69% ha segnalato gonfiore nel sito di iniezione o altri effetti collaterali locali dopo la vaccinazione, rispetto al 26% di coloro che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale».   «Ritengo che questo rappresenti una grave mancanza di integrità nel processo di revisione paritaria. Il comitato editoriale del NEJM dovrebbe fornire una spiegazione chiara di come si sia verificato questo errore e… richiedere agli autori di correggere gli articoli attuali e di riferire sui risultati completi dello studio», ha dichiarato alla testata Epoch Times Retsef Levi, professore al Massachusetts Institute of Technology (MIT) .   «Ancora una volta, quando vengono condotti studi adeguati, si scopre che i vaccini a base di mRNA per persone sane non sono ancora pronti per il grande pubblico e probabilmente non lo saranno mai», conclude il Berensone.

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Vaccini

La FDA di Trump afferma che i vaccini COVID hanno ucciso almeno 10 bambini e promette nuove misure di sicurezza

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Almeno 10 minori sono deceduti in seguito e a causa delle somministrazioni del vaccino anti-COVID, stando a un’e-mail diffusa di recente dai vertici della Food and Drug Administration (FDA) dell’amministrazione Trump. Lo riporta la testata americana Daily Caller.

 

«Almeno 10 bambini sono morti dopo e in conseguenza della vaccinazione contro il COVID-19», ha scritto venerdì Vinay Prasad, direttore sanitario della FDA, in un messaggio indirizzato al personale, acquisito dal Daily Caller.

 

«Si tratta di una rivelazione sconvolgente. Per la prima volta, la FDA statunitense ammetterà che i vaccini anti-COVID hanno provocato la morte di infanti americani», ha proseguito Prasad nella comunicazione.

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Tale conclusione rafforza i dati emersi dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC), che di recente hanno correlato almeno 25 lutti pediatrici al siero COVID attraverso il Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS). Entrambe le stime, tuttavia, sottintendono verosimilmente una sottostima drastica del totale effettivo di decessi infantili legati alle inoculazioni, alla luce di indagini che attestano una grave sottorilevazione dei danni vaccinali nel VAERS.

 

Nel memorandum del venerdì, Prasad ha aspramente censurato l’esecutivo Biden per aver sollecitato l’iniezione di queste dosi sperimentali a mRNA sui minori.

 

«Bambini in piena salute, con un rischio di letalità da COVID pressoché nullo, sono stati obbligati – su impulso dell’amministrazione Biden, mediante vincoli scolastici e professionali – a sottoporsi a un vaccino potenzialmente letale», ha argomentato Prasad.

 

«In svariati episodi, tali imposizioni si sono rivelate rovinose. È penoso esaminare circostanze in cui fanciulli tra i 7 e i 16 anni potrebbero aver perso la vita per effetto dei vaccini anti-COVID».

 

L’amara confessione da parte dell’ente regolatorio dell’era Trump accentua il mutismo dell’amministrazione Biden su questi decessi e accende nuovi interrogativi sulla sua attendibilità.

 

«Perché si è dovuto attendere il 2025 per condurre questa indagine e varare le contromisure indispensabili? Tali lutti sono stati denunciati dal 2021 al 2024 e trascurati per anni», ha interrogato Prasad. Ha ammesso che i vaccini potrebbero aver mietuto più vittime infantili complessive, tenuto conto del rischio COVID praticamente inesistente per quella fascia d’età.

 

«La realtà è che ignoriamo se, nel bilancio, abbiamo preservato vite umane», ha osservato. «È agghiacciante ipotizzare che la normativa vaccinale statunitense, incluse le nostre determinazioni, possa aver nociuto a più bambini di quanti ne abbia tutelati. Ciò impone modestia e autoesame».

 

Il Center for Biologics Evaluation and Research (CBER), a quanto trapela, irrigidirà i protocolli di sicurezza vaccinale: ad esempio, imponendo trial clinici più estesi anziché affidarsi a test di laboratorio sugli anticorpi, rivedendo il rilascio annuale del vaccino antinfluenzale e valutando gli effetti della somministrazione multipla di sieri in un’unica sessione.

 

Quest’anno, il CDC ha escluso i vaccini anti-COVID dalle raccomandazioni per i bambini in salute. Nel 2022, un panel del CDC aveva deliberato l’inserimento dei sieri anti-COVID nel calendario pediatrico, malgrado il loro carattere sperimentale e la produzione in un arco temporale frazionario rispetto agli standard consueti per l’immissione in commercio.

 

La promozione dei vaccini COVID per i minori è stata in parte trainata dal direttore del CBER Peter Marks, che ha caldeggiato l’approvazione piena per i giovani e i sani, gettando le basi per gli obblighi vaccinali.

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Un corpus crescente di evidenze dimostra che le iniezioni a mRNA si sono rivelate nocive per la salute umana in molteplici forme e hanno indotto decessi a un ritmo di gran lunga eccedente gli standard di sicurezza vaccinali ordinari. Come ha illustrato ad aprile alla dottoressa Mary Talley Bowden, otorinolaringoiatra di Houston, Texas, in un’intervista a Tucker Carlson.

 

«Solitamente, la FDA appone un alert di sicurezza su un farmaco dopo cinque decessi. Lo ritira dal commercio dopo cinquanta. Eppure, secondo il VAERS – il sistema di notifica degli eventi avversi da vaccino, i cui dati sono notoriamente sottostimati, come ho verificato di persona – si contano 38.000 lutti attribuibili a queste vaccinazioni anti-COVID».

 

Da allora, i dati VAERS hanno registrato un ulteriore incremento: al 29 agosto, 38.773 decessi, 221.257 ospedalizzazioni, 22.362 infarti e 29.012 episodi di miocardite e pericardite legati al vaccino anti-COVID, tra ulteriori complicanze.

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Fertilità

Un nuovo studio collega il vaccino contro il COVID al forte calo delle nascite

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Un nuovo studio pubblicato dal docente norvegese Jarle Aarstad dell’Institute of Economics and Business, Inland Norway University of Applied Sciences collega la somministrazione dei vaccini anti-COVID-19 a un calo significativo delle nascite negli Stati Uniti.   Secondo l’analisi, condotta su dati del CDC relativi a vaccinazioni e nati vivi in 566 contee (circa 260 milioni di abitanti), nel 2023 si sono registrati negli USA quasi 70.000 nati vivi in meno rispetto a quanto atteso in assenza di vaccinazione di massa. Estrapolando il risultato all’intera popolazione, il ricercatore attribuisce alla campagna vaccinale una riduzione di circa del 2% dei nati vivi e un corrispondente calo di 0,03 punti nel tasso di fertilità totale (TFR), passato da 1,65 nel 2022 a 1,62 nel 2023.

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Lo studio conclude che la flessione osservata tra il 2022 e il 2023 è imputabile in misura preponderante all’effetto dei vaccini, mentre fattori strutturali tradizionali (inflazione, costo degli alloggi, partecipazione femminile al lavoro, carenza di servizi per l’infanzia, età media al primo figlio) non mostrano variazioni sufficienti a giustificare da soli un anno all’altro un calo di tale entità.   Il meccanismo biologico responsabile non è ancora chiarito: l’autore lascia aperta l’ipotesi di un aumento di infertilità temporanea o permanente nelle donne vaccinate oppure di un incremento di aborti spontanei e nati morti. Durante il biennio 2021-2022 numerosi reparti ostetrici statunitensi avevano segnalato un anomalo incremento di feti morti in utero.   Nel 2024 il TFR americano è ulteriormente sceso al minimo storico di 1,60, alimentando il timore che parte dei danni alla fertilità femminile possa rivelarsi irreversibile.   Lo studio sottolinea che, a differenza di altri determinanti demografici (livello di istruzione, età al matrimonio, scelta di non avere figli) che rientrano nella sfera della libera decisione individuale, la vaccinazione anti-COVID è stata in molti casi imposta o fortemente incentivata da datori di lavoro, enti pubblici e misure governative, limitando di fatto la libertà di scelta di decine di milioni di cittadini.   I dati completi della ricerca sono stati resi pubblici e sono attualmente in fase di revisione paritaria.

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