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Geopolitica

Trump: l’Ucraina può scordarsi la NATO

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Il presidente statunitense Donald Trump ha dichiarato che l’Ucraina dovrebbe abbandonare le sue aspirazioni di entrare nella NATO, riconoscendo questo come una possibile «ragione» dietro il conflitto in corso con la Russia. Mosca si è costantemente opposta all’espansione verso est del blocco guidato dagli Stati Uniti, vedendola come una minaccia alla sua sicurezza nazionale.

 

Nelle ultime settimane il presidente USA ha ripetutamente attribuito il conflitto in Ucraina al sostegno del suo predecessore Joe Biden alle ambizioni NATO di Kiev, sostenendo che le ostilità non sarebbero mai scoppiate sotto la sua guida, ribandendo questa posizione dopo una lunga conversazione telefonica con il presidente russo Vladimir Putin all’inizio di questo mese e di nuovo durante una conferenza stampa alla Casa Bianca mercoledì.

 

«NATO, possiamo scordarcela. È stato probabilmente il motivo per cui è iniziata tutta questa faccenda», ha detto Trump quando gli è stato chiesto quali «concessioni» ci si potesse aspettare in un potenziale accordo di pace tra Mosca e Kiev. Ha aggiunto che anche la Russia «dovrà» fare delle concessioni, ma non ha specificato cosa potrebbero comportare.

 

All’inizio di questo mese, Trump ha appoggiato le dichiarazioni del suo segretario alla Difesa, Pete Hegseth, il quale ha affermato che Kiev deve accettare la realtà: il ritorno ai confini precedenti al 2014 non è fattibile e che l’adesione alla NATO è fuori discussione.

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Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha accolto con favore i commenti di Trump sulla NATO, ritenendoli un segnale di comprensione della posizione di Mosca e del suo desiderio di una pace duratura.

 

«È stato il primo e finora, credo, l’unico leader occidentale ad aver ammesso, pubblicamente e ad alta voce, che una delle cause profonde della situazione in Ucraina era la politica ‘invadente’ della precedente amministrazione di trascinare l’Ucraina nella NATO», ha detto Lavrov la scorsa settimana.

 

La Russia ha ripetutamente sostenuto che il conflitto è stato provocato dall’espansione della NATO verso i suoi confini e ha escluso qualsiasi cessate il fuoco temporaneo, insistendo su una risoluzione permanente. Mosca sostiene che la pace potrebbe essere raggiunta se l’Ucraina si impegnasse a mantenere la neutralità, la smilitarizzazione e la denazificazione e riconoscesse le realtà territoriali sul campo.

 

Nel frattempo, gli Stati Uniti intendono «recuperare» i soldi spesi per l’assistenza militare e finanziaria a Kiev attraverso un imminente accordo minerario, ha aggiunto Trump mercoledì. Il presidento ucraino Volodymyr Zelens’kyj dovrebbe recarsi a Washington domani per firmare l’accordo.

 

Trump non ha rivelato i termini dell’accordo, ma secondo quanto riportato dai media, Washington non offrirà garanzie di sicurezza a Kiev in base all’accordo e si limiterà a «sostenere i suoi sforzi» per ottenere tali garanzie in futuro.

 

A l di là del caso ucraino, diviene sempre più chiaro lo scetticismo che Trump nutre nei confronti della NATO.

 

Un anno fa ad una folla di sostenitori durante un evento elettorale a Las Vegas, Nevada, Trump aveva detto che la NATO non verrà in soccorso se gli Stati Uniti verranno attaccati. «Stiamo pagando per la NATO, e non ne ricaviamo molto (…) E sapete – odio dirvi questo sulla NATO – se mai avessimo bisogno del loro aiuto, diciamo che venissimo attaccati, non credo che sarebbero lì».

 

Secondo la rivista statunitense Rolling Stone, il biondo ex presidente USA avrebbe discusso dell’uscita del Paese dalla NATO o della riduzione drastica dell’impegno dell’America nel blocco in caso di vittoria delle elezioni del 2024.

 

In precedenza l’ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton aveva dichiarato al Washington Post che «in un secondo mandato Trump, penso che potrebbe benissimo ritirarsi dalla NATO».

 

Come riportato da Renovatio 21, anche il politologo accademico Phillips Payson O’Brien aveva dichiarato che il ritorno di Trump alla Casa Bianca metterebbe fine all’Alleanza Atlantica.

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Trump, NATO-scettico della prima ora, da presidente è arrivato ad avere incontri anche rudi con il segretario dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg.

 

La posizione di Trump si inserisce in una corposa, ma sottaciuta, matrice di pensiero politico americano contraria alla NATO iniziata con George Kennan e proseguita durante tutta la seconda parte del XX secolo e l’inizio del XXI, una tendenza ovviamente contraria all’interventismo zelota e sanguinario della fazione neocon, che riesce a spingere Washington in guerra chiunque sia il presidente – con eccezione di Trump che, appunto, rifiutò di attaccare l’Iran e licenziò in tronco il neocon Bolton.

 

In un video pubblicato all’inizio del 2023, Trump ha attribuito il conflitto a «tutti i guerrafondai e i globalisti “America Last” nel Deep State, nel Pentagono, nel Dipartimento di Stato e nel complesso industriale della sicurezza nazionale», che secondo lui erano «ossessionati dallo spingere l’Ucraina verso la NATO». Nel filmato l’ex presidente attaccava frontalmente i neocon facendo pure esplicitamente il nome di Victoria Nuland, funzionaria del Dipartimento di Stato considerata pupara del conflitto ucraino.

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Geopolitica

Attacchi ucraini causano blackout nella Russia occidentale

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Secondo il governatore Vyacheslav Gladkov, gli attacchi ucraini hanno provocato un esteso blackout nella regione di Belgorod, nella Russia occidentale.   Circa 40.000 residenti dell’oblast’ sono rimasti senza elettricità domenica sera, mentre gli ospedali sono passati ai generatori, ha comunicato il governatore della regione su Telegram.   In precedenza aveva dichiarato che almeno tre persone, tra cui un bambino di 10 anni, erano state ferite negli attacchi dei droni ucraini nelle ultime 24 ore.  

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Domenica, funzionari ucraini hanno riportato blackout nella città di Leopoli, vicino al confine con la Polonia, e hanno dichiarato che quattro civili sono stati uccisi negli attacchi russi. Successivamente, il ministero della Difesa russo ha emesso un comunicato in cui affermava di aver colpito le fabbriche di armi e «l’infrastruttura energetica a supporto delle loro operazioni». Mosca sostiene che le sue forze non prendono di mira i civili.   Mosca ha iniziato a colpire regolarmente i siti energetici dell’Ucraina nell’autunno del 2022. Il presidente russo Vladimir Putin dichiarò all’epoca che l’esercito stava prendendo di mira le infrastrutture energetiche dopo che Kiev aveva bombardato il ponte di Crimea nell’ottobre di quell’anno, uccidendo quattro persone.   Come riportato da Renovatio 21, negli scorsi giorni leadership ucraina ha minacciato di condurre attacchi a lungo raggio su Mosca che potrebbero causare un blackout totale se la Russia tentasse di provocare massicce interruzioni di corrente a Kiev questo inverno.

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Geopolitica

Trump a Netanyahu: «sei sempre così fottutamente negativo»

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha criticato aspramente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per la sua reazione alla dichiarazione di Hamas sul piano di pace per Gaza- Lo riporta Axios, citando fonti informate.

 

Venerdì, il gruppo militante palestinese Hamas ha confermato di aver accettato la proposta statunitense di rilasciare i suoi ostaggi. Sebbene non abbia menzionato l’intenzione di disarmarsi, domenica fonti di Al Arabiya interne al movimento hanno indicato che il gruppo si stava preparando a farlo.

 

Trump avrebbe contattato Netanyahu venerdì per discutere della decisione di Hamas, considerandola una notizia positiva. Tuttavia, il leader israeliano ha espresso un’opinione diversa, affermando al presidente statunitense che «non c’è nulla da festeggiare e che non significa nulla», secondo quanto riferito ad Axios da un funzionario americano.

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«Non capisco perché sei sempre così fottutamente negativo. Questa è una vittoria. Accettala», avrebbe replicato Trump.

 

Sabato, i collaboratori di Netanyahu hanno sottolineato che il primo ministro e il presidente degli Stati Uniti erano «totalmente allineati». Tuttavia, il funzionario statunitense ha dichiarato ad Axios che la telefonata di venerdì è stata «controversa» e che Trump era «infastidito».

 

Il presidente degli Stati Uniti ha esortato Israele a cessare gli attacchi a Gaza, proponendo che Hamas rilasci tutti gli ostaggi rimanenti entro 72 ore dalla sospensione delle operazioni militari israeliane e dal ritiro delle truppe «secondo la linea concordata».

 

Sono partiti intanto i colloqui al Cairo tra le parti in conflitto.

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Come riportato da Renovatio 21, in passato Trump aveva attaccato Netanyahu arrivando a chiederne la sostituzione e ad ipotizzare tagli agli aiuti ad Israele.

 

Nel contesto di questi commenti aveva rivelato anche dettagli sull’assassinio del generale dei servizi iraniani Qassem Soleimani, suggerendo che fu indotto ad ordinarne la morte dagli israeliani, che poi però si tirarono indietro.

 

Come riportato da Renovatio 21, un livello grottesco del rapporto tra Netanyahu e Trump è stato raggiunto a febbraio quando il primo ha fatto dono a quest’ultimo di un cercapersone come quelli fatti esplodere in Libano. Più che un dono diplomatico, a qualcuno può essere sembrata una minaccia vera e propria.

 

Come riportato da Renovatio 21, a gennaio Netanyahu ha annullato il viaggio per la cerimonia di insediamento di Trump. Prima dell’insediamento l’inviato di Trump Steve Witkoff, in Israele per chiedere la tregua, aveva avuto con Netanyahu un incontro riportato come «molto teso».

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Geopolitica

L’ex capo NATO afferma che Trump ha minacciato di ritirare gli Stati Uniti

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato di abbandonare l’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico, un’azione che avrebbe potuto portare l’alleanza al collasso, secondo quanto riferito dall’ex Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg.   In alcuni estratti del suo prossimo libro di memorie «On My Watch», Stoltenberg ricorda che, prima del vertice NATO del 2018 a Bruxelles, Trump, allora al suo primo mandato, si lamentò del fatto che gli Stati Uniti coprivano l’80-90% delle spese dell’alleanza e dichiarò che non avrebbero più continuato a farlo, minacciando di ritirarsi.   «Guardate, se ce ne andiamo, ce ne andiamo. Voi avete disperatamente bisogno della NATO. Noi no», ha detto Stoltenberg citando Trump, sottolineando che un’eventuale uscita degli Stati Uniti avrebbe significato che «l’alleanza sarebbe morta».

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Durante il vertice, Trump avrebbe ribadito posizioni simili, affermando che gli Stati Uniti «non hanno bisogno della NATO» e che avrebbero «agito per conto proprio» se i membri europei non avessero aumentato la spesa militare al 2% del PIL. Inoltre, avrebbe minacciato di andarsene, dichiarando: «Non c’è motivo per cui io debba più rimanere qui».   L’atteggiamento di Trump ha generato timori di una possibile disintegrazione del blocco. Stoltenberg riferisce che l’allora cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron hanno cercato di attenuare le tensioni, mentre l’ex primo ministro olandese Mark Rutte, attuale capo della NATO, ha contribuito a persuadere Trump a restare, evidenziando che i membri dell’alleanza avevano incrementato la spesa di 33 miliardi di dollari.   Stoltenberg scrive che Trump ha deciso di rimanere dopo che gli è stato pubblicamente riconosciuto il merito per quell’aumento di spesa.   L’ex Segretario Generale della NATO ha osservato che un’uscita di Trump avrebbe reso vani il trattato e le garanzie di sicurezza dell’alleanza, sottolineando quanto la NATO dipendesse dalla partecipazione degli Stati Uniti.   Trump a febbraio aveva dichiarato che l’Ucraina poteva «scordarsi» la NATO. Due anni fa aveva dichiarato pubblicamente i suoi dubbi sull’articolo 5, dicendo che in caso gli USA venissero attaccati, la NATO non sarebbe accorsa in difesa.   L’anno scorso ad una folla di sostenitori durante un evento elettorale a Las Vegas, Nevada, Trump aveva detto che la NATO non verrà in soccorso se gli Stati Uniti verranno attaccati. «Stiamo pagando per la NATO, e non ne ricaviamo molto (…) E sapete – odio dirvi questo sulla NATO – se mai avessimo bisogno del loro aiuto, diciamo che venissimo attaccati, non credo che sarebbero lì».   Secondo la rivista statunitense Rolling Stone, il biondo ex presidente USA avrebbe discusso dell’uscita del Paese dalla NATO o della riduzione drastica dell’impegno dell’America nel blocco in caso di vittoria delle elezioni del 2024.   In precedenza l’ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton aveva dichiarato al Washington Post che «in un secondo mandato Trump, penso che potrebbe benissimo ritirarsi dalla NATO».   Come riportato da Renovatio 21, anche il politologo accademico Phillips Payson O’Brien aveva dichiarato che il ritorno di Trump alla Casa Bianca metterebbe fine all’Alleanza Atlantica.   Trump, NATO-scettico della prima ora, da presidente è arrivato ad avere incontri anche rudi con il segretario dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg.

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La posizione di Trump si inserisce in una corposa, ma sottaciuta, matrice di pensiero politico americano contraria alla NATO iniziata con George Kennan e proseguita durante tutta la seconda parte del XX secolo e l’inizio del XXI, una tendenza ovviamente contraria all’interventismo zelota e sanguinario della fazione neocon, che riesce a spingere Washington in guerra chiunque sia il presidente – con eccezione di Trump che, appunto, rifiutò di attaccare l’Iran e licenziò in tronco il neocon Bolton.   In un video pubblicato all’inizio del 2023, Trump ha attribuito il conflitto a «tutti i guerrafondai e i globalisti “America Last” nel Deep State, nel Pentagono, nel Dipartimento di Stato e nel complesso industriale della sicurezza nazionale», che secondo lui erano «ossessionati dallo spingere l’Ucraina verso la NATO». Nel filmato l’ex presidente attaccava frontalmente i neocon facendo pure esplicitamente il nome di Victoria Nuland, funzionaria del Dipartimento di Stato considerata pupara del conflitto ucraino.   Le voci che chiedono l’uscita degli USA dalla NATO intanto si fanno più numerosa, inclusa quella dell’influente magnate tecnologico Elone Musk.   Come riportato da Renovatio 21, sei mesi fa il segretario di Stato Marco Rubio aveva rassicurato dicendo che Washington non sarebbe sortita dall’Alleanza Atlantica.

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Immagine di NATO North Atlantic Threaty via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic
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