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Alimentazione

SSRD, la dieta povera di amido e zucchero per la sindrome dell’intestino irritabile e la perdita di peso

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Uno studio recente dell’Università di Lund in Svezia ha svelato un percorso più diretto per domare la sindrome dell’intestino irritabile (SII). Lo riporta il giornale statunitense Epoch Times.

 

Mangiare meno amido e zucchero, che descrive un piano alimentare chiamato dieta a ridotto contenuto di amido e saccarosio (chiamata con l’acronimo inglese SSRD), non solo corrisponde alla popolare dieta a basso contenuto di FODMAP (carboidrati a catena corta che sono scarsamente assorbiti nell’intestino tenue) nel sollievo dei sintomi, ma si è anche dimostrato superiore nel promuovere la perdita di peso e frenare la voglia di zucchero.

 

La sindrome dell’intestino irritabile (SII) si riferisce a un gruppo di sintomi, principalmente dolore addominale, diarrea e stitichezza, che si verificano senza alcun segno visibile di danno al tratto digerente. Mentre la dieta a basso contenuto di FODMAP è stata il trattamento dietetico consolidato, uno studio pubblicato su Nutrients a settembre la confronta con un approccio alternativo. Una dieta a basso contenuto di FODMAP limita l’assunzione di determinati carboidrati, tra cui grano, lattosio, fruttosio, segale e orzo.

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In precedenti ricerche, la SSRD si è dimostrata promettente per la riduzione dei sintomi della SII. Tuttavia, lo studio Nutrients segna il primo confronto diretto tra la SSRD e la dieta low-FODMAP.

 

«Abbiamo lanciato questo studio nel 2022 per confrontare SSRD e Low FODMAP», ha affermato Bodil Ohlsson, professore all’Università di Lund e coautore dello studio, in un comunicato stampa. I partecipanti allo studio includevano 155 persone con SII, assegnate in modo casuale a seguire la dieta SSRD o low-FODMAP per quattro settimane. All’inizio della sperimentazione, non seguivano nessuna dieta particolare.

 

I risultati hanno mostrato che entrambe le diete hanno migliorato i sintomi della SII dal 75% all’80%. Inoltre, alla fine dell’esperimento, i partecipanti del gruppo SSRD hanno sperimentato una maggiore perdita di peso e meno voglie di zucchero rispetto a quelli del gruppo low-FODMAP.

 

L’acronimo FODMAP sta per oligo-, di-, monosaccaridi e polioli fermentabili, carboidrati a catena corta resistenti alla digestione. I medici raccomandano la dieta a basso contenuto di FODMAP per la sindrome dell’intestino irritabile perché gli alimenti ad alto contenuto di FODMAP tendono a produrre gas e ad alterare le abitudini intestinali.

 

Nonostante questo vantaggio, la dieta low-FODMAP presenta i seguenti svantaggi:

 

La dieta a basso contenuto di FODMAP esclude molti frutti e verdure nutrienti, quindi limitare questi alimenti nella dieta può portare a carenze di vitamine e minerali, come riportato da uno studio clinico pubblicato sul Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics.

 

La dieta limita i prebiotici, ovvero alimenti ricchi di fibre che aumentano i ceppi batterici benefici nell’intestino, danneggiando potenzialmente il microbioma intestinale.

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Alcune persone lamentano la complessità della dieta low-FODMAP, poiché prevede un lungo elenco di alimenti da evitare. Al contrario della dieta low-FODMAP, la SSRD si concentra sulla riduzione di saccarosio, amido e zuccheri aggiunti. Secondo Ohlsson, è sana e semplice.

 

«Non definiremmo la SSRD una dieta», ha detto nel comunicato stampa. «È il modo in cui tutti dovrebbero mangiare, non solo quelli con IBS», ha aggiunto Ohlsson. «E a differenza della dieta low FODMAP, la SSRD è facile da capire e da seguire. Puoi mangiare tutto quando sei invitato a cena, solo meno di certe cose. Se riposi lo stomaco per il resto della settimana, puoi concederti un piccolo strappo alla regola un giorno!»

 

Il dottor Ohlsson ha spiegato all’Epoch Times, alla base degli effetti positivi dell’SSRD potrebbero esserci diversi meccanismi.

 

Un fattore potrebbe riguardare una rara carenza di saccarasi-isomaltasi, un enzima che scompone zucchero e amido. «La carenza congenita di saccarasi-isomaltasi è una malattia genetica che provoca sintomi gastrointestinali nei bambini», ha affermato. «È stata riscontrata una maggiore prevalenza di rare varianti dei geni della saccarasi-isomaltasi nei pazienti con IBS, il che coincide con il miglioramento dei sintomi gastrointestinali da parte della SSRD».

 

Un altro potenziale meccanismo è legato alla composizione del microbiota intestinale. Un eccesso di carboidrati non digeriti nell’intestino può portare a una maggiore secrezione di liquidi, ha detto Ohlsson. Il microbiota scompone il cibo, portando alla produzione di gas. Questi effetti portano a gonfiore, flatulenza, dolore e diarrea. Poiché l’SSRD riduce l’assunzione di carboidrati, diminuisce i sintomi che ne conseguono.

 

«Inoltre, la riduzione del peso può anche portare a un miglioramento dei sintomi», ha aggiunto. «Il tessuto adiposo produce sostanze infiammatorie e ormonali, quindi la perdita di peso porta a una ridotta secrezione di tali sostanze. Ciò può portare a meno sintomi riducendo un’infiammazione di basso grado».

 

I benefici dell’SSRD nel ridurre il peso e la voglia di zucchero possono derivare in parte dal basso effetto sazietà dello zucchero, ha osservato l’Ohlsson. L’ingestione di zucchero porta all’assunzione di calorie con meno sazietà, con conseguente consumo di più. Al contrario, l’ingestione di grassi promuove la sazietà, con conseguente consumo di meno. Quindi, un elevato consumo di zucchero comporta il consumo di molte più calorie.

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Uno studio del 2021 pubblicato sempre su Nutrients delinea le linee guida per seguire la SSRD.

 

La dieta raccomanda di aumentare l’assunzione di quanto segue:

 

  • Frutta e verdura non amidacee
  • Carne e pesce
  • Latticini senza zuccheri aggiunti
  • Burro e olio
  • Cereali ricchi di fibre come avena, riso integrale e pane integrale al 100%
  • Noci e semi

 

L’SSRD prevede inoltre di evitare quanto segue:

  • Frutta amidacea come le banane
  • Verdure amidacee come patate, mais e fagioli
  • Latte di avena e soia
  • Margarina
  • Cereali raffinati e cereali per la colazione lavorati
  • Snack e bevande zuccherate

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Alimentazione

L’attrice Eva Mendes annuncia il boicottaggio di Kellogg’s per gli ingredienti «vietati in altri Paesi»

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L’attrice Eva Mendes ha dichiarato che boicotterà il grande produttore di cereali Kellogg’s, sostenendo che i cereali con cui è cresciuta sono pieni di ingredienti chimici vietati in altri Paesi.   In un post su Instagram pubblicato martedì, la star di Hollywood ha attribuito al personaggio internet Vani Hari detta «Food Babe» il merito di aver contribuito a far conoscere la presenza di coloranti alimentari nocivi nelle scorte alimentari americane e, cosa allarmante, nei cereali per la colazione dei bambini.   «Sono cresciuta a cereali. Li adoro ancora, ma non mangerò più @kelloggsus dopo aver scoperto che molti degli ingredienti che usano qui negli Stati Uniti sono VIETATI in altri paesi. Perché? Perché sono dannosi per i bambini», ha scritto martedì l’attrice nota per essere anche la moglie e la madre dei figli del divo Ryan Gosling.  
 
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«Grazie a @thefoodbabe per aver contribuito a portare alla luce questo problema e per aver chiesto che [la Kellogg’s] rimuova per noi questi coloranti alimentari artificiali dannosi, proprio come fanno in altri Paesi», ha aggiunto la bellissima 50enne Eva.   La Mendes, il cui account vanta 6,6 milioni di follower, ha anche pubblicato un’immagine che illustra come una versione canadese di «Froot Loops» ometta i coloranti alimentari Rosso 40, Giallo 5, Blu 1 e Giallo 6, alcuni dei quali hanno dimostrato di causare il cancro nei topi da laboratorio.   La stella hollywoodiana ha inoltre pubblicato un volantino che pubblicizzava una manifestazione che si sarebbe tenuta all’esterno della sede centrale della Kellogg’s a Battle Creek, nel Michigan.   Il personaggio noto come «Food Babe» è apparsa la scorsa settimana a una tavola rotonda ospitata dal senatore repubblicano wisconsino Ron Johnso, dove ha criticato i regolatori statunitensi per aver permesso la vendita di questi alimenti negli Stati Uniti, nonostante contengano ingredienti nocivi che sono vietati in Europa.   «Il nostro governo sta permettendo alle aziende alimentari statunitensi di servire ai cittadini americani ingredienti nocivi che sono vietati o fortemente regolamentati in altri paesi», ha affermato «Food Babe» Hari.    

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«Ancora peggio, le aziende alimentari americane vendono all’estero gli stessi identici prodotti senza queste sostanze chimiche, ma scelgono di continuare a servirci la versione più tossica qui», ha affermato, aggiungendo: «è antiamericano».   La sostenitrice convinta del cibo sano ha continuato spiegando come numerosi prodotti alimentari popolari negli Stati Uniti differiscano dalle loro controparti nel Regno Unito, tra cui le patatine fritte di McDonald’s, che, ha sottolineato, contengono 11 ingredienti, tra cui la formaldeide, negli Stati Uniti, rispetto ai tre ingredienti in Europa.     «Questi sono gli Skittles. Notate la lunga lista di differenze negli ingredienti», ha detto indicando un grafico. «10 coloranti artificiali nella versione statunitense e biossido di titanio. Questo ingrediente è vietato in Europa perché può causare danni al DNA. I coloranti artificiali sono ricavati dal petrolio e i prodotti che li contengono richiedono un’etichetta di avvertenza in Europa. E sono stati collegati al cancro e a disturbi del sistema immunitario».   La questione delle sostanze chimiche tossiche nella filiera alimentare americana è stata portata alla ribalta anche dall’ex candidato indipendente alla presidenza Robert F. Kennedy, Jr., che ha denunciato i pericoli degli alimenti ultra-processati e degli oli di semi e di recente si è alleato con l’ex presidente Donald Trump per proclamare un programma «Make America Healthy Again», «rendi l’America di nuovo in salute».   Come riportato da Renovatio 21, l’origine dei gustosi cereali che costituiscono la prima colazione per tante persone nel mondo è piuttosto particolare, e si intreccia con un grande flagello che ancora si abbatte sulla società americana e su alcune intoccabili minoranze anche in Italia: la circoncisione.   John Harvey Kellogg (1852-1943) era un dottore nutrizionista americano, oltre che un imprenditore di successo e un gran cultore dell’eugenetica, con un pensiero fisso: quello della riduzione della masturbazione presso la popolazione maschile, per la quale arrivò a raccomandare, come rimedio a lungo termine, il taglio del prepuzio ai bambini.   Tuttavia, secondo quanto ricordato, anche i cereali da lui commerciati avevano in teoria lo stesso scopo: erano sostanze che riteneva «anafrodisiache» e che quindi andavano impiegate in massa per scoraggiare l’onanismo.

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Il Kelloggo, che godeva di una certa influenza presso la società statunitense del tempo, era convinto sostenitore anche del vestirsi di bianco e dei clisteri, da praticare soprattutto se si erano assorbiti veleni come tè, caffè, cioccolato. L’inventore dei cereali inoltre scoraggiava il mescolarsi tra le razze: a fine carriera si dedicò alla creazione di una «Race Betterment Foundation, («Fondazione per il miglioramento della razza»), che propalava pure eugenetica razzista americana (registri genetici, sterilizzazioni delle «persone mentalmente difettose»), di quella che poi piacque assai a Hitler, che – cosa poco nota – prese alcune leggi degli Stati americani come suo modello per la Germania nazionalsocialista.   Insomma: gratta Big Pharma, e il lettore trova lui sai cosa. Ora abbiamo capito che gratta Big Food (o Big Ag), e ci trovi… forse le stesse cose.   La battaglia del Kennedy, e di tutte le Eve Mendes e Food Babes al seguito, è quindi davvero una crociata fondamentale per l’umanità.

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Immagine di Santana10515 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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La Corea del Sud risarcirà gli allevatori per la fine della carne di cane

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Il governo sudcoreano ha annunciato che risarcirà gli allevatori colpiti da un imminente divieto di allevamento o vendita di carne di cane per il consumo umano. Gli allevatori hanno tuttavia rifiutato l’offerta e hanno descritto il divieto come un «atto di barbarie».

 

Il Parlamento della Corea del Sud ha approvato una legge a gennaio che metterà al bando l’allevamento e la vendita di carne di cane entro il 2027, con la pratica punibile con multe fino a 30 milioni di won (20.550 euro) o tre anni di prigione. Il divieto ha incontrato una forte resistenza da parte degli allevatori di cani, che hanno definito la legislazione «un violento atto di barbarie per privare gli individui del loro diritto a mangiare» e si sono ribellati fuori dagli edifici governativi lo scorso dicembre prima del voto.

 

Come riportato da Renovatio 21, dopo proteste massive, gli allevatori di cani edibili arrivarono a minacciare di liberare per le strade della capitale due milioni di quadrupedi, un atto estremo che tuttavia la protesta cinofaga non ha portato a compimento.

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Giovedì scorso, il ministero dell’Agricoltura sudcoreano ha annunciato che gli allevatori interessati dal divieto riceveranno pagamenti compresi tra 225.000 won (153 euro) e 600.000 won (405 euro) per cane se accetteranno di chiudere le loro attività in anticipo, ha riferito l’agenzia Associated Press.

 

Tuttavia, un’associazione di agricoltori ha rifiutato l’offerta, chiedendo 2 milioni di won (1.356 euro) per ogni miglior amico dell’uomo destinato ad essere impiattato.

 

Mentre mangiare carne canina è considerato barbaro in gran parte del mondo, in Corea è una pratica comune da secoli. Anche se la pratica è recentemente caduta in disgrazia tra le giovani generazioni, circa un milione di cani vengono ancora macellati ogni anno per la loro carne, secondo l’Associazione Coreana Cani Edibili.

 

L’associazione sostiene che il divieto riguarderà 3.000 ristoranti e circa 3.500 fattorie che allevano circa 1,5 milioni di cani. I dati di aprile 2022 del ministero dell’Agricoltura stimano che tali numeri siano 1.600 ristoranti, 1.100 fattorie e 570.000 cani.

 

I gruppi animalisti hanno fatto pressioni per un simile divieto per decenni, sebbene un portavoce della Humane Society International Korea abbia detto all’Associated Press che offrire dei pagamenti potrebbe portare gli allevatori ad «aumentare potenzialmente l’allevamento di cani per ottenere più soldi dal programma e far nascere più cuccioli nella sofferenza».

 

L’Associazione Coreana per il Benessere Animale ha chiesto ai governi locali di monitorare rigorosamente le fattorie per impedire loro di allevare più cani per ottenere un risarcimento.

 

Una volta che il divieto entrerà in vigore, il ministero dell’Agricoltura ha detto che incoraggerà le persone ad adottare cani da fattorie chiuse per limitare la quantità di eutanasie effettuate.

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Come riportato da Renovatio 21, anche il vicino Vietnam la scorsa estate ha limitato il consumo di carne di cani e gatti per ripulirsi l’immagine turistica.

 

Come già notato da Renovatio 21, al di là delle proteste e delle compensazioni, il bando anti-carne di cane entrerà in vigore nel 2027: quindi c’è da immaginarsi che per gli appassionati di piatti basati sul miglior amico dell’uomo si preparano tre anni di bagordi trimalcioneschi, con cinofagia gozzovigliante lasciata senza freni, e immaginiamo i luculliani party d’addio alla cucina canina, con guaiti udibili sino in Europa.

Mentre in Corea continua il dramma dei cani da mangiare, la questione sta in qualche modo tenendo banco anche in America, dove continua a spopolare viralmente la canzoncina tratta dal dibattito tra Trump e la Harris, in cui l’ex presidente dichiara che gli immigrati haitiani in Ohio stanno mangiando cani e gatti.

 

 

 

«They’re eating the dog / they’re eating the cats».

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Alimentazione

Azienda di carne sintetica riceve 1,48 milioni di dollari dal Pentagono

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Un’azienda che produce carne finta ha ottenuto quasi 1,5 milioni di dollari dal Dipartimento della Difesa dell’amministrazioneBiden-Harris.   «Alla Better Meat Company, con sede a West Sacramento, California, sono stati assegnati 1,48 milioni di dollari per progettare un impianto di bioproduzione per ingredienti micoproteici che siano stabili a temperatura ambiente, abbiano un alto contenuto di proteine ​​e fibre e possano essere disidratati», ha annunciato il Pentagono.   La sovvenzione di agosto arriva appena un mese dopo che il Pentagono ha annunciato che non avrebbe più esplorato modi per nutrire le truppe con «carne coltivata in laboratorio», a seguito delle reazioni negative sui media e nell’industria della carne bovina.

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Un portavoce del Pentagono ha ribadito parte del comunicato stampa in una dichiarazione al Daily Wire e ha affermato che il prodotto non verrà utilizzato nei pasti pronti da mangiare (in gergo «meals ready to eat», o MRE), cioè le confezioni alimentari a lunga scadenza fornite alle truppe.   «Stiamo investendo in fonti di proteine ​​come ceci e tofu. Il Dipartimento non sta finanziando la ricerca su “carne coltivata in laboratorio” o “carne finta”, né ha in programma di includere tali sostituti proteici nelle razioni MRE dei militari», ha detto il portavoce al Daily Wire per un articolo all’inizio di questa settimana.   Tuttavia, esisterebbe una connessione tra la «micoproteina» e la carne finta. «La sovvenzione, tuttavia, finanzierà una “struttura per ingredienti micoproteici”, lo stesso identico ingrediente utilizzato per creare la carne finta. Il Daily Wire ha chiesto al Dipartimento della Difesa se queste strutture saranno utilizzate dalla Better Meat Company per creare carne finta durante o dopo il periodo di sovvenzione, ma non ha ricevuto risposta» scrive la testata statunitense.   La spinta verso le «proteine ​​alternative» è volta ad aiutare i paesi a raggiungere gli obiettivi ambientalisti radicali dell’Accordo di Parigi.   Anche i ricercatori dell’Università della California del Sud hanno pubblicato un articolo nell’agosto di quest’anno in cui illustrano i modi per incoraggiare le persone a mangiare meno carne rossa e testano l’efficacia di termini come «cambiamento climatico» e «giustizia climatica».   I ricercatori hanno affermato che i «portavoce conservatori» potrebbero essere reclutati per spingere i repubblicani ad abbracciare l’agenda del «cambiamento climatico».   Allo stesso tempo, alcuni stati hanno iniziato a contrastare l’intrusione della carne prodotta in laboratorio nei supermercati e sulle tavole delle cucine.   Il governatore della Florida Ron DeSantis ha firmato una legge a maggio di quest’anno che vieta la vendita di carne coltivata in laboratorio nello stato della Florida. È stata contestata in tribunale.   «Mentre il World Economic Forum dice al mondo di rinunciare al consumo di carne, la Florida sta aumentando la produzione di carne e incoraggia i residenti a continuare a consumare e gustare carne di manzo 100% vera della Florida», si leggeva in un comunicato stampa dell’epoca.   Il governatore DeSantis ha affermato che il suo Stato stava «combattendo contro il piano dell’élite globale di costringere il mondo a mangiare carne coltivata in una capsula di Petri o insetti per raggiungere i propri obiettivi autoritari».   «La nostra amministrazione continuerà a concentrarsi sugli investimenti nei nostri agricoltori e allevatori locali e salveremo la nostra carne bovina».

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Il WEF nella sua lotta alla carne è arrivato a fare – in pubblico! – proposte allucinanti come la modifica genetica degli esseri umani per renderli più bassi (e quindi bisognosi di meno alimenti) e persino intolleranti alla carne.   Come riportato da Renovatio 21, l’ascesa del consumo di carne sintetica è fortemente sostenuta da Bill Gates, che ha investito su aziende del settore.   È noto che i surrogati della carne, ricavati da vegetali o da colture di laboratorio, presentano questioni di natura medica e morale.   Come già riportato da Renovatio 21, la cosiddetta «carne vegetale» può produrre problemi non di poco conto. Un hamburger a base di soia s contiene 18 milioni di volte più estrogeni rispetto ad un normale hamburger di carne bovina, e calcoliamo che «solo sei bicchieri di latte di soia al giorno hanno abbastanza estrogeni per far crescere le tette su un maschio», ha scritto il professor James Stangle, un medico di medicina veterinaria del Sud Dakota.   La carne coltivata in laboratorio, invece, ha un altro segreto inquietante: il crudele uso nella sua produzione di siero fetale di vitellini non nati. Alcuni scienziati l’anno scorso hanno invece ventilato la possibilità, grazie alla biotecnologia, di iniziare a produrre polpette di mammut: ecco la carne de-estinta, per la gioia dei Frankenstein genetici che il contribuente sovvenziona nei laboratori del mondo.   Aggiungiamo, infine, il curioso fatterello di cronaca di due anni fa: un dirigente di Beyond Meat, azienda leader che produce l’«hamburger vegano», morse il naso ad un automobilista durante una diatriba.   Come riportato da Renovatio 21, con ogni evidenza, i cripto-poteri mondialisti dei Klaus Schwab e dei Bill Gates stanno preparando un Grande Reset alimentare.

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