Geopolitica
Scontri tra gruppi armati a Tripoli
Lunedì sera sono scoppiati scontri armati nella capitale libica, Tripoli, in seguito alla notizia dell’assassinio di un alto comandante militare.
Secondo Al Jazeera, Abdul Ghani al-Kikli, capo dell’Apparato di Supporto alla Stabilità (SSA) del governo sostenuto dalle Nazioni Unite, è stato ucciso in uno scontro a fuoco nel sud di Tripoli. L’incidente sarebbe avvenuto all’interno del quartier generale della 444ª Brigata di Combattimento dopo «negoziati falliti».
I media locali hanno riferito di combattimenti e movimenti di truppe nei quartieri di Abu Salim e Mashrou. Al Jazeera ha citato testimoni che hanno riferito che soldati della 111ª e 444ª brigata hanno assaltato il quartier generale dell’SSA, con spari ed esplosioni udite in diverse parti della città.
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L’entità degli scontri e il numero delle vittime rimangono poco chiari. Immagini grafiche che circolano sui social media sembrano mostrare diversi corpi. Al Jazeera ha riferito che almeno sei persone sono rimaste ferite.
Secondo Al Arabiya, la scorsa settimana le milizie di Misurata e di altre città hanno iniziato a dirigersi verso Tripoli.
La SSA è stata istituita nel 2021 dal Governo di unità nazionale per garantire la sicurezza nella capitale e combattere la criminalità organizzata.
Fighting has erupted in the Libyan city of Tripoli following the assassination of the head of the Stability Support Apparatus. Multiple key installations appear to have been captured by different groups in the middle of the chaos. The airport has been closed.#Breaking #Libya pic.twitter.com/a6OeXNXS43
— גשש צבאי (@tzvai_tracker) May 12, 2025
Based on OSINT & preliminary assessment, Abu Salim & SSA HQs are now under the control of the MOD-affiliated 444 Brigade under Mahmoud Hamza & 111 Brigade under Abdelsalam al-Zubi.
Remnants of SSA have dispersed, and its leadership escaped or took refuge outside Tripoli/Libya. https://t.co/Zv2SBYsBee pic.twitter.com/PS0zvlYjTn
— Emadeddin Badi (@emad_badi) May 13, 2025
🇱🇾The Tripoli-based Government of National Unity, GNU, mobilized its military earlier today to #Tripoli, which is normally stationed in Misrata pic.twitter.com/dKeHigPyIu
— Uncensored News (@Uncensorednewsw) May 12, 2025
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La Missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) ha affermato di «monitorare attentamente le segnalazioni relative al rafforzamento militare e all’escalation delle tensioni a Tripoli e nella più ampia regione occidentale».
«Invitiamo urgentemente tutte le parti a ridurre immediatamente l’escalation della situazione, ad astenersi da qualsiasi azione provocatoria e a risolvere le controversie attraverso il dialogo», ha affermato la missione in una nota.
La Libia è sprofondata nella guerra civile nel 2011, dopo una rivolta sostenuta dalla NATO che ha portato alla morte di Muammar Gheddafi, il leader di lunga data. Gli scontri hanno portato a una situazione di stallo tra i governi rivali con sede a Tripoli, nella parte occidentale del paese, e Tobruk, a Est.
Gli ultimi scontri di rilievo tra gruppi di miliziani a Tripoli si sono verificati nell’agosto 2023, provocando 55 morti e quasi 150 feriti. Nel febbraio 2025, il Ministro di Stato per gli Affari di Gabinetto Adel Juma è sopravvissuto a un tentativo di assassinio.
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Geopolitica
Wargame USA sulla cacciata di Maduro: il risultato è un «caos a lungo termine»
Un’esercitazione ufficiale statunitense, condotta nel 2019, per rovesciare il presidente venezuelano Nicolás Maduro, ha concluso che, indipendentemente dal fatto che il rovesciamento fosse ottenuto tramite un colpo di stato militare, una rivolta popolare o un’azione militare statunitense, avrebbe prodotto «caos per un periodo di tempo prolungato senza possibilità di porvi fine». Lo riporta il New York Times.
L’esercitazione del 2019 ha coinvolto «funzionari di tutto il governo degli Stati Uniti, inclusi quelli del Pentagono e del Dipartimento di Stato». Il riassunto dell’esito dell’esercitazione citato è tratto dal rapporto non classificato sull’esercitazione del 2019, scritto per i funzionari del Pentagono dell’epoca dal consulente per la sicurezza nazionale ed ex reporter del Washington Post Douglas Farah, scrive il giornale neoeboraceno.
Il Farah, non considerabile come pro-Maduro, aveva partecipato all’esercitazione mentre era ricercatore presso la National Defense University. «Non si può avere un immediato cambiamento epocale» nel governo del Paese senza conseguenze, ha detto il giornalista, «non si avrebbe alcun comando e controllo sull’esercito e nessuna forza di polizia. Ci sarebbero saccheggi e caos. Qualsiasi dispiegamento militare statunitense volto a stabilizzare il Paese richiederebbe probabilmente decine di migliaia di soldati».
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Il New York Times ricorda che l’intervento militare statunitense ad Haiti nel 1994 per deporre la giunta militare richiese circa 25.000 uomini, e «il Venezuela è circa 33 volte più grande di Haiti, o circa il doppio della California». Allo stesso modo, George H.W. L’invasione di Panama da parte di Bush nel 1989 per rovesciare Manuel Noriega richiese 27.000 soldati statunitensi per «un Paese grande meno di un decimo del Venezuela».
Giorni fa il Segretario del dipartimento della Guerra Pete Hegseth ha elogiato la designazione, da parte del dipartimento di Stato, del cosiddetto «Cartel de los Soles» come “Organizzazione Terroristica Straniera» (FTO), una designazione che entrerà in vigore il prossimo 24 novembre. L’amministrazione Trump sostiene che il «cartello dei Soli», la cui esistenza non è mai stata provata, sia guidato da Nicolas Maduro e coinvolga i suoi massimi funzionari militari e di gabinetto.
La designazione FTO «apre un sacco di nuove opzioni» per le azioni contro i cartelli, sia via terra che via mare, che l’esercito statunitense può offrire al presidente, ha dichiarato Hegseth a One America News Network (OAN) in un’intervista andata in onda il 20 novembre. «Quindi nulla è escluso, ma nulla è automaticamente sul tavolo».
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Geopolitica
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