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Bioetica

Pillola abortiva, il viaggio della RU486

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Un tweet del Ministro della Sanità Speranza ha aperto una volta per tutte l’era dell’aborto dai fa-da-te in Italia.

 

Per essere chiari il Ministro ha linkato anche un articolo di Repubblica: «Aborto, cade l’ultimo no. Il ministro Speranza cambia la direttiva: la pillola RU486 potrà essere utilizzata senza ricovero».

 

«Aborto, cade l’ultimo no. Il ministro Speranza cambia la direttiva: la pillola RU486 potrà essere utilizzata senza ricovero»

«Senza ricovero» significa semplicemente che la pillola feticida potrà essere comodamente assunta in casa. E pazienza se qualche volta muore, oltre al bambino, anche la madre: il mifepristone è uno steroide sintetico (sì, come quelli dei culturisti) davvero potente. La mente dell’umanità è ora la filosofia utilitarista, per cui tutto sommato il sacrificio di una minoranza è sempre accettabile a vantaggio del maggior godimento della maggioranza.

 

Ora si ritirerà il farmaco, e si eseguirà il feticidio tra le confortevoli mura domestiche.

 

L’aborto è de-ospedalizzato, l’aborto è privatizzato. Lascerà ancora meno tracce, sui documenti e sulle lenzuola nosocomiali – preme parlare soprattutto delle tracce materiali, i residui biologici, ma lo faremo fra un po’.

 

Ora si ritirerà il farmaco, e si eseguirà il feticidio tra le confortevoli mura domestiche.

Diciamo innanzitutto che il viaggio della RU486 è stato molto lungo, ma alla fine è arrivato esattamente dove si voleva arrivasse.

 

 

Il balletto per lo sterminio chimico

Già ai tempi delle femministe radicali (nel senso di «pannelliane», alcune delle quali finite poi nel Centrodestra paraberlusconiano in quota CEI, altre finite a chiamare sei milioni di immigrati a fronte di sei milioni di bambini uccisi con la legge da loro voluta), quando gli aborti si facevano clandestinamente con la pompa della bicicletta, si sognava la soluzione farmacologica.

 

Nei terribili Settanta si ipotizzava un mondo senza più l’onere di organizzare i rituali feticidi, all’epoca illegali, con tanto di colino dove si prendevano i resti del feto e li si mostravano alla donna che aveva abortito.  Del resto era arrivata la meraviglia del secolo, la pillola Pincus: lo steroide sterilizzante dei cui effetti collaterali sulla salute della donna e perfino sull’ambiente si comincia solo ora a parlare.

Già ai tempi delle femministe radicali, quando gli aborti si facevano clandestinamente con la pompa della bicicletta, si sognava la soluzione farmacologica

 

Nel 1980 il dottor Etienne-Emile Baulieu, lavorando sul derivato del progesterone – uno degli ormoni che permette la gravidanza – trovò la molecola che inibiva lo sviluppo embrionale e causava il distacco dalla prete uterina.

 

Vi furono ovvie polemiche – all’epoca una parvenza di cattolicesimo nella medicina e nell’opinine pubblica era rimasto – il mifepristone venne posto sul mercato in Francia nel 1988 per l’uso in combinazione con prostaglandine, sostanze che generano contrazioni permettendo l’espulsione del feto.

 

Per qualche motivo, ad ottobre di quell’anno Roussel Uclaf, per cui lavorava Baulieu, affermò che avrebbe fermato la distribuzione del farmaco, ma dietro pressanti richieste del governo francese – che cosa significativa – la distribuzione venne ripresa due giorni dopo.

 

Vi sono  anni di balletti di ministri e procure sulla conformità della pillola feticida alla legge 194.

Nel 2002 il Comitato Etico della Regione Piemonte ad un progetto di sperimentazione del mifepristone. Il Ministro della Salute del tempo, Gerolamo Sirchia (quello della legge sul fumo nei locali) blocca tutto.

 

Nel settembre 2005 il ginecologo Silvio Viale, esponente del Partito Radicale e dell’Associazione Luca Coscioni, avvia un progetto all’Ospedale Sant’Anna di Torino. Il ministro è Storace, ed ecco ancora polemiche e trasmissioni TV, ma due mesi dopo Liguria Toscana ed Emilia-Romagna avviano la sperimentazione con il paletto del ricovero di almeno tre giorni della donna incinta. La Toscana comincerà a comprarsi i farmaci direttamente in Francia.

 

Vi sono poi un paio di anni di balletti di ministri e procure sulla conformità della pillola feticida alla legge 194.

Il 30 luglio 2009 l’AIFA approvala RU-486  con 4 voti favorevoli su 5.

 

Il 30 luglio 2009 l’AIFA approvala RU-486  con 4 voti favorevoli su 5.

 

Nel dicembre 2009 la Gazzetta Ufficiale rende nota l’avvenuta autorizzazione all’immissione in commercio della RU-486, che entra così definitivamente a far parte dei farmaci utilizzabili in Italia.

 

In questi anni era rimasto il paletto, la foglia di fico, del ricovero, che a dire il vero non sappiamo quanto poi osservato.

Nel 2014 arrivò la morte: una donna morì in un ospedale di Torino dopo la somministrazione

 

Nel 2014 arrivò, incontrovertibilmente, la morte: una donna morì in un ospedale di Torino dopo la somministrazione. I parlamentari sedicenti cattolici, una pattuglia in teoria all’epoca nutrita in tutti gli schieramenti, non dissero una parola, forse mezza.

 

Ci fermiamo qua con la cronistoria del viaggio: avete visto che la pillola mortale è viaggiata, tranquilissima, sul pluriennale pendìo scivoloso creato dai radicali e portato avanti dalla sinistra grazie alla resistenza di cartapesta del cattolicesimo politico. Una Finestra di Overton, e un caso da manuale della politica del compromesso democristiano.

 

Quando il farmaco ha effetto rendendo impossibile la gravidanza, alla madre viene somministrata una prostaglandina che provoca contrazioni espellendo quindi il feto: di solito, nel water di casa

Ma non è del viaggio di un farmaco che, in realtà, vogliamo parlarvi. Vogliamo parlarvi del viaggio che ora faranno i feti abortiti nelle mura domestiche.

 

 

Il viaggio del feto verso le fauci di ratto

Lo abbiamo scritto in un articolo di anni fa, lo ripetiamo tutto.

 

Con la RU486, la madre che vuole sbarazzarsi di suo figlio non si sottopone più ad intervento: piglia la pillola e va a casa.

 

Quando il farmaco ha effetto rendendo impossibile la gravidanza, alla madre viene somministrata una prostaglandina che provoca contrazioni espellendo quindi il feto.

 

Il lettore può immaginare dove: di solito, nel water di casa.

 

Nelle fogne è molto probabile che il feto espulso venga divorato dalla fauna locale: ratti, nutrie, rane, pesci

Chiediamo lo sforzo di pensare a quanto stiamo scrivendo, perché, essendo questa la verità, nessuno ve lo dirà con facilità altrove: il feto espulso finisce nel sistema fognario.

 

Qui, mi fece riflettere una volta una signora esperta di queste cose, è molto probabile venga divorato dalla fauna locale: ratti, nutrie, rane, pesci, e poi forse anche «i funghi, le alghe, i vermi, i piccoli insetti, i rettili e l’innumerevole varietà di microorganismi» di cui parla l’enciclica antiumana di Bergoglio Laudato Sii. La vendetta delle creature sull’uomo, in pratica.

 

Ma sono soprattutto i ratti a sembrarci degni di interesse: essi posseggono un fiuto talmente fino da rifiutare l’accoppiamento con un loro simile se questi ha il cancro, che essi riescono a determinare olfattivamente.

Le fogne, con l’aborto chimico (cioè il metodo che soppianterà per sempre quello chirurgico, costoso ed invasivo), si innalzano a luogo di umiliazione massima dell’essere umano, in cui la Necrocultura pagana neppure sacrifica più i bambini a maestosi dèi della morte; li consegna a topi affamati

 

Davanti ad una porzione così succulenta di giovane carne umana – così ricca di cellule staminali! – la popolazione pantegana festeggia.

 

Altro che le polemiche sui «cimiteri» per i resti dei non-nati, altro che gli ospedali che usano i resti dell’aborto come materiale per la caldaia (succede).

 

Le fogne, con l’aborto chimico (cioè il metodo che soppianterà per sempre quello chirurgico, costoso ed invasivo), si innalzano a luogo di umiliazione massima dell’essere umano, in cui la Necrocultura pagana neppure sacrifica più i bambini a maestosi dèi della morte; li consegna a topi affamati. E pesci. E rospi. E insetti.

 

Il viaggio del bambino con un biglietto RU486 è attraverso il water e le tubature fognarie, verso le fauci di bestie schifose.

 

Il viaggio del bambino con un biglietto RU486 è attraverso il water e le tubature fognarie, verso le fauci di bestie schifose.

Chi vi parla della dignità umana, nell’era della RU, vi sta solo prendendo per il culo. Questa è la plastica immagine di quello che è divenuta la società: una macchina di morte massiva, di umiliazione dell’umanità, un processo che spinge al sacrificio umano sempre più bestiale – letteralmente.

 

«È un passo avanti importante nel pieno rispetto della 194 che è e resta una legge di civiltà del nostro Paese» ha scritto il ministro Speranza sui social. Sì, un passo avanti verso la Civiltà della Morte, cioè verso la fine della Civiltà.

 

Un passo avanti verso il dominio totale della Necrocultura.

Un passo avanti verso la Civiltà della Morte, cioè verso la fine della Civiltà. Un passo avanti verso il dominio totale della Necrocultura.

 

Se poi parlano di vaccinarvi con la forza, tenete a mente cosa sono capaci di rivendicare: bambini, come quelli che vedete in foto, gettati in pasto ai topi di fogna.

 

 

 

 

Immagine «Embryo week 9-10» di drsuparna via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)

 

 

 

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Ambiente

Studi sui metodi per testare le sostanze chimiche della pillola abortiva nelle riserve idriche

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I funzionari governativi USA stanno valutando se sia possibile sviluppare metodi per rilevare le sostanze chimiche contenute nella pillola abortiva nelle riserve idriche degli Stati Uniti, in seguito all’iniziativa del gruppo Students for Life. Lo riporta LifeSite.

 

Quest’estate, i funzionari dell’Agenzia per la Protezione Ambientale americana (EPA) hanno incaricato gli scienziati di determinare se fosse possibile sviluppare metodi per rilevare tracce di pillole abortive nelle acque reflue. Sebbene al momento non esistano metodi approvati dall’EPA, è possibile svilupparne di nuovi, hanno recentemente dichiarato al New York Times due fonti anonime.

 

La divulgazione fa seguito alla richiesta di 25 membri repubblicani del Congresso USA che hanno chiesto all’EPA di indagare sulla questione.

 

«Esistono metodi approvati dall’EPA per rilevare il mifepristone e i suoi metaboliti attivi nelle riserve idriche?», chiedevano i deputati in una lettera del 18 giugno. «In caso contrario, quali risorse sono necessarie per sviluppare questi metodi di analisi?»

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I legislatori hanno osservato che il mifepristone è un «potente bloccante del progesterone» che altera l’equilibrio ormonale e potrebbe «potenzialmente interferire con la fertilità di una persona, indipendentemente dal sesso».

 

Dopo l’annullamento della sentenza Roe v. Wade, Students for Life aveva rilanciato una campagna per indagare sulle tracce di pillole abortive e sui resti fetali nelle acque reflue. Il gruppo ha affermato che il mifepristone e i resti fetali potrebbero potenzialmente danneggiare gli esseri umani, gli animali e l’ambiente.

 

Nel novembre 2022, i dipendenti di Students for Life si sono lamentati del fatto che le agenzie governative non controllassero le acque reflue per individuare eventuali sostanze chimiche contenute nelle pillole abortive e hanno deciso di assumere i propri «studenti investigatori» per analizzare l’acqua.

 

La campagna era fallita sotto l’amministrazione Biden. Nella primavera del 2024, undici membri del Congresso, tra cui il senatore Marco Rubio della Florida, attuale Segretario di Stato, scrissero all’EPA chiedendo in che modo il crescente uso di pillole abortive potesse influire sull’approvvigionamento idrico.

 

Secondo due funzionari, l’EPA ha scoperto di non aver condotto alcuna ricerca precedente sull’argomento, ma non ha avviato alcuna nuova indagine correlata.

 

Kristan Hawkins, presidente di Students for Life, ha annunciato venerdì: «tre presidenti democratici hanno promosso in modo sconsiderato l’uso della pillola abortiva chimica. Ora l’EPA sta finalmente indagando sull’inquinamento causato dalla pillola abortiva».

 

«Ogni anno oltre 50 tonnellate di sangue e tessuti contaminati chimicamente finiscono nei nostri corsi d’acqua», ha continuato su X. «Spetta al presidente Trump e al suo team ripulire questo disastro».

 

A giugno un rapporto pubblicato da Liberty Counsel Action indicava che più di 40 tonnellate di resti di feti abortiti e sottoprodotti della pillola abortiva sono infiltrati nelle riserve idriche americane.

 

«Come altri farmaci noti per causare effetti avversi sul nostro ecosistema, il mifepristone forma metaboliti attivi», spiega il rapporto di 86 pagine. «Questi metaboliti possono mantenere gli effetti terapeutici del mifepristone anche dopo essere stati escreti dagli esseri umani e contaminati dagli impianti di trattamento delle acque reflue (WWTP), la maggior parte dei quali non è progettata per rimuoverli».

 

Non si tratta della prima volta che vengono lanciati gli allarmi sull’inquinamento dei fiumi da parte della pillola abortiva RU486, detta anche «pesticida umano».

Come riportato da Renovatio 21, le acque di tutto il mondo sono inquinate da fortemente dalla pillola anticoncenzionale, un potente steroide usato dalle donne per rendersi sterili, che viene escreto con l’orina con effetto devastante sui fiumi e sulla fauna ittica. In particolare, vi è l’idea che la pillola starebbe facendo diventare i pesci transessuali.

 

Danni non dissimili sono stati rilevati per gli psicofarmaci, con studi sui pesci di fiume resi «codardi e nervosi».

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Nonostante i ripetuti allarmi sul danno ambientale dalla pillola, le amministrazioni di tutto il mondo – votate, in teoria, all’ecologia e alla Dea Gaia – continuano con programmi devastatori, come quello approvato lo scorso anno a Nuova York di distribuire ai topi della metropoli sostanze anticoncezionali. A ben guardare, non si trova un solo ambientalista a parlare di questa sconvolgente forma di inquinamento, ben più tremenda di quello delle auto a combustibile fossile.

 

Ad ogni modo, come Renovatio 21 ripeterà sempre, l’inquinamento più spiritualmente e materialmente distruttore è quello dei feti che con l’aborto chimico vengono espulsi nel water e spediti via sciacquone direttamente nelle fogne, dove verranno divorati da topi, pesci, insetti, anfibi e altri animali del sottosuolo.

 

Su questo non solo non si trovano ambientalisti a protestare: mancano, completamente, anche i cattolici.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’OMS poche settimane fa ha aggiunto la pillola figlicida alla lista dei «medicinali essenziali». Il segretario della Salute USA Robert Kennedy jr. aveva promesso una «revisione completa» del farmaco di morte (gli sarebbe stato chiesto dallo stesso Trump) ma negli scorsi giorni esso è stato approvato dall’ente regolatore FDA.

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Bioetica

Aborto, il governo spagnuolo chiede la lista degli obiettori di coscienza

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La Spagna ha richiesto la creazione di registri per i medici che rifiutano di praticare aborti, suscitando proteste da parte dei professionisti pro-life, che considerano la misura un tentativo di stilare una «lista nera».   Il primo ministro Pedro Sánchez ha recentemente scritto ai presidenti delle regioni a guida conservatrice, invitandoli a «istituire un registro degli obiettori di coscienza all’aborto», come riportato da OSV News.   Questa iniziativa segue una legge che obbliga tutti gli ospedali pubblici spagnuoli a effettuare aborti, con l’obiettivo di migliorare l’accesso alla procedura nelle aree dove è difficile trovare medici disponibili a praticarla.   Ad esempio, nella regione di La Rioja, a lungo governata dai conservatori, la maggior parte dei medici degli ospedali pubblici si è rifiutata di eseguire aborti per obiezione di coscienza. «Il problema era che tutto il personale sanitario si opponeva agli aborti, anche nelle cliniche private», ha dichiarato a Euronews nel 2023 Izaskun Fernández Núñez, presidente del gruppo Donne Progressiste di La Rioja.

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In Castiglia e León, cinque delle nove province «non avevano registrato un solo aborto dal 2010» fino al rapporto del 2023. «Le donne non potevano accedere all’aborto nella loro provincia, nemmeno pagando o rivolgendosi a cliniche private», ha spiegato Nina Infante Castrillo, vicepresidente del Forum femminista di Castiglia e León.   Questi dati hanno spinto il governo a imporre l’obbligo di registrazione degli obiettori di coscienza in tutte le comunità autonome, con una scadenza di tre mesi. Sánchez ha avvertito che, in caso di mancata compilazione dei registri, «saranno attivati i meccanismi legali per garantire il rispetto della norma». «Il rispetto della coscienza dei professionisti sanitari non deve mai ostacolare l’assistenza sanitaria delle donne» ha aggiunto.   I difensori dell’obiezione di coscienza hanno definito la misura incostituzionale e una «lista nera». «Qualunque cosa dica il primo ministro, l’obiezione di coscienza è un diritto costituzionale. Chi può obbligare i cittadini a registrarsi in un elenco non richiesto nemmeno dalla Corte Costituzionale? Si tratta solo di espedienti», ha dichiarato José Antonio Díez, coordinatore generale dell’Associazione Nazionale per la Difesa del Diritto all’Obiezione di Coscienza (ANDOC), alla testata cattolica Alpha y Omega.   «Perché non creare un elenco di medici disposti a praticare aborti ed eutanasia, che sarebbe più pratico? Questi registri di obiettori sono liste nere per escludere professionalmente i medici che esercitano il loro diritto», ha aggiunto Eva Martín, presidente di ANDOC, citata da Alpha y Omega.   Secondo i dati del ministero della Salute, in Ispagna i tassi di aborto sono in aumento, avvicinandosi al picco del 2011. Nel 2023 sono stati registrati 103.097 aborti, con un incremento del 4,8% rispetto al 2022 e dell’8,7% rispetto al 2014.   L’aborto è legale in Spagna, con alcune restrizioni, dal 1985, e il numero di procedure è più che raddoppiato, passando da 54.000 nel 1998 a 112.000 nel 2007. Nel 2010, il governo socialista di José Luis Rodríguez Zapatero ha ulteriormente liberalizzato la legge, consentendo l’aborto fino alla 14ª settimana di gravidanza, con estensioni fino alla 22ª settimana in caso di rischi per la salute della madre o di «gravi disabilità» del feto.   In Italia la situazione non è dissimile, con continui tentativi, compresi quelli dei sindacati lontani oramai anni luce dalla questione dei lavorativi, di limitare o cancellare l’obiezione di coscienza.   L’obiezione di coscienza, ritiene Renovatio 21, costituisce un compromesso non accettabile: chi «obietta» lascia tranquillamente che i bambini vengano trucidati dai colleghi nella stanza accanto, e quindi non si capisce esattamente in cosa credano gli «obiettori». Se pensano davvero che l’aborto sia omicidio, come possono vivere e lavorare tranquillamente in quegli spazi? Come possono magari pure andare fuori a pranzo con dei colleghi che hanno appena ammazzato degli esseri umani?   Si tratta della grottesca ipocrisia della legge 194/78, difesa oggi anche dai sedicenti «cattolici» perché appunto contiene la foglia di fico dell’obiezione, e più in generale dell’ipocrisia massimamente farisaica, e genocida, della Democrazia Cristiana e della sua opera.   Si aggiunga come, in Italia, l’obiezione agisce come una porta girevole carrieristica: il medico e l’infermiere diviene obiettore ad intermittenza, a secondo di chi sia il primario di turno.   La vera difesa della vita nascente non passa per la difesa dell’obiezione di coscienza – anzi, passa per la sua rimozione, di modo che quanti saranno costretti a praticare il diabolico feticidio di massa si sveglino e combattano per fermare il vero genocidio in atto.

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  Immagine di PES via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-SA 2.0
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Bioetica

Falso allarme bomba in una chiesa cattolica prima della Marcia antiabortista di Vienna

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Un ordigno finto è stato collocato in una chiesa prima della Marcia per la Vita a Vienna, con l’intento di intimorire i sostenitori del movimento antiabortista. Lo riporta LifeSite.

 

Il 4 ottobre, in preparazione della Marcia per la Vita nella capitale austriaca, il vescovo Klaus Küng ha officiato una messa per i nascituri nella Karlskirche, la chiesa dedicata a San Carlo Borromeo, una delle principali di Vienna.

 

I fedeli hanno scoperto due dispositivi che sembravano emettere segnali esplosivi: una sveglia che produceva un forte ticchettio all’interno di una borsa e un’altra borsa con una luce lampeggiante.

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Le forze speciali di polizia sono intervenute per mettere in sicurezza e analizzare gli oggetti sospetti, dando successivamente il via libera. È in corso un’indagine per identificare i responsabili. Secondo i funzionari della Direzione per la Sicurezza e l’Intelligence dello Stato (DSN), l’azione mirava a provocare panico di massa.

 

Gli organizzatori della Marcia per la Vita hanno suggerito che l’atto potrebbe essere attribuito a gruppi di estrema sinistra Antifa, che ogni anno organizzano contro-proteste alla marcia e hanno spesso inviato minacce di violenza ai pro-life.

 

«Il gruppo terrorista Antifa con le sue minacce di violenza e le sue finte bombe non ci spaventa, ma è un esempio lampante di una brutta escalation», ha dichiarato Felicitas Trachta, presidente della Marcia per la Vita Austria. «Mentre gli attivisti pro-life erano disposti al dialogo, amichevolmente e ad esprimere apertamente la loro posizione nelle strade, gli estremisti di sinistra stanno diventando sempre più sgradevoli ed estremisti. Stiamo contrastando tutto questo con ancora più determinazione, la nostra gioia di vivere e la nostra volontà di cambiare».

 

Un gruppo di estrema sinistra aveva pubblicato su Instagram, prima della marcia, un’immagine della Karlskirche in fiamme con la didascalia: «Fai soffrire i fondamentalisti!» Come riportato dal quotidiano austriaco Exxpress, estremisti di sinistra hanno scritto con il gesso una minaccia di morte vicino alla Karlskirche, che recitava: «1. Kirk 2. You».

 

Si tratta di un chiaro riferimento all’assassinio di Charlie Kirk, noto per le sue posizioni pro-life, e di una minaccia rivolta ai partecipanti alla marcia come prossimi bersagli.

 

Jan Ledóchowski, politico del Partito Popolare Austriaco (ÖVP) e presidente del Centro di informazione per la protezione dei cristiani, ha commentato la falsa minaccia di bomba: «Condanniamo fermamente questo tentativo di intimidire persone innocenti e violare il diritto alla libertà di riunione. La scoperta di questa falsa bomba segna una nuova, spaventosa escalation di ostilità verso i cristiani. Sono sinceramente preoccupato per ciò che potrebbe accadere in seguito».

 

Durante la marcia, membri di Antifa hanno seguito i pro-life con cori e slogan anticristiani e blasfemi. Molti dei contro-manifestanti di estrema sinistra indossavano maschere e abiti neri, alcuni con corna e costumi da diavolo. La Marcia per la Vita è stata protetta da una significativa presenza di polizia.

 

La portavoce federale del Partito della Libertà (FPÖ), Lisa Schuch-Gubik, ha dichiarato: «Gli incidenti avvenuti durante una funzione religiosa per la vita nascente, in vista della “Marcia per la vita”, rappresentano un attacco alla libertà religiosa e alle persone che si battono pacificamente per la vita».

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«Mentre numerose persone e famiglie pregavano per la protezione della vita nella chiesa di San Carlo, questa funzione è stata apparentemente deliberatamente minacciata e interrotta. Questo dimostra quanta ostilità anticristiana si stia già diffondendo nel nostro Paese», ha aggiunto.

 

«Non dobbiamo tollerare questo odio verso i cristiani in Austria!», ha denunciato.

 

Secondo gli organizzatori, circa 3.000 persone hanno partecipato alla Marcia per la Vita del 4 ottobre, tra cui diversi politici dell’ÖVP e dell’FPÖ, oltre ai vescovi cattolici Klaus Küng, Stephan Turnovsky e Franz Scharl.

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Immagine di Diego Delso via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

 

 

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