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Cina

Partito Comunista Cinese al 6° Plenum: risoluzione «storica» eleverà Xi Jinping al livello di Mao e Deng

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È il terzo documento del genere dalla fondazione del Partito comunista cinese. La plenaria preparerà il campo al 20° Congresso del prossimo anno. Le incertezze della transizione al potere. Xi si avvia al terzo mandato come leader supremo: lo attendono molte sfide.

 

 

 

Il Partito comunista cinese (PCC) si prepara al 20° Congresso, previsto nell’autunno del 2022, quando è atteso un rimpasto del potere al suo interno.

 

Il piatto forte del 6° Plenum del 19° Comitato centrale del PCC, che si terrà dall’8 all’11 novembre, è la pubblicazione della «Risoluzione sulla storia». È il terzo documento di questo tipo dalla fondazione del Partito: una narrazione storica sulle questioni chiave della leadership e dei principali eventi che riguardano il PCC.

 

La modifica della Costituzione nel 2018 ha cancellato il limite dei due mandati, permettendo a Xi Jinping di continuare a servire come presidente. Ci si aspetta che Xi rompa la prassi non scritta di due termini in carica come capo del Partito, e rimanga come leader supremo.

La modifica della Costituzione nel 2018 ha cancellato il limite dei due mandati, permettendo a Xi Jinping di continuare a servire come presidente. Ci si aspetta che Xi rompa la prassi non scritta di due termini in carica come capo del Partito, e rimanga come leader supremo

 

Le due precedenti risoluzioni sulla storia sono opera di Mao Zedong e Deng Xiaoping.

 

La prima, nel 1945, ha rappresentato il culmine delle epurazione che hanno unificato il PCC, con la conferma di Mao come unico leader.

 

La seconda, arrivata nel 1981 dopo la Rivoluzione culturale, ha riconosciuto la leadership di Deng ed espulso gli uomini della fazione più a sinistra. La risoluzione di Deng ammetteva le colpe di Mao per la Rivoluzione culturale, ma manteneva ancora il suo pensiero come linea guida del Partito.

 

Le due precedenti risoluzioni sulla storia sono opera di Mao Zedong e Deng Xiaoping

Le autorità del PCC non hanno ancora rivelato i dettagli della nuova risoluzione. Esse lasciano intendere che il documento sarà incentrato sul ruolo di Xi: sulla sua posizione centrale e sul suo «pensiero» come orientamento del Partito.

 

La risoluzione comprenderà il suo progetto secolare di trasformare la Cina in «un grande Paese socialista moderno» entro il 2049 – il 100° anniversario della Repubblica popolare cinese – per confermare la sua legittimità e posizione nella storia.

 

Con l’avvicinarsi del Plenum, che si terrà a porte chiuse, il governo ha inasprito i controlli su vari settori, tra cui la finanza, i media e l’istruzione.

 

Dopo l’adozione di severi regolamenti sull’istruzione post-scolastica privata, il pensiero di Xi è diventato materia di studio per tutti gli studenti cinesi

Le autorità hanno imposto maggiori restrizioni alle imprese quotate in Borse estere, soprattutto ai giganti della tecnofinanza, del trasporto privato (ride-hailing) e del web, e valutano un bando agli investimenti privati nei media. Dopo l’adozione di severi regolamenti sull’istruzione post-scolastica privata, il pensiero di Xi è diventato materia di studio per tutti gli studenti cinesi.

 

La serie di misure restrittive, come anche la «prosperità comune» invocata da Xi,  non aiutano un’economia che già dà segni di difficoltà.

 

La propaganda ufficiale sostiene che il tempo e lo slancio sono dalla parte della Cina. Però nel Paese affiora il rischio di stagflazione, con l’inflazione in aumento e la crescita economica che rallenta.

 

Nel terzo trimestre di quest’anno il Pil è cresciuto sotto le attese (+4,9%), mentre i debiti accumulati da grandi gruppi come Evergrande rappresentano un rischio sistemico.

 

In ottica esterna, il divieto di acquisto del carbone australiano ha indebolito l’approvvigionamento elettrico: ora il Paese deve aumentare la produzione interna di carbone per fermare le interruzioni energetiche, andando contro la promessa di ridurre le emissioni di carbonio. Secondo un’analisi del Wall Street Journal, la Cina non può raggiungere la «neutralità carbonica» (emissioni zero) senza ristrutturare la propria economia.

 

In vista del Plenum, Xi non è andato al G20 di Roma e non parteciperà in questi giorni alla Conferenza sui cambiamenti climatici di Glasgow.

 

Grazie alla sua campagna anticorruzione, Xi ha epurato i potenziali oppositori all’interno del PCC; egli ha messo a tacere anche le voci dissenzienti

Secondo diversi commentatori, la preparazione della plenaria del Partito è più importante. Grazie alla sua campagna anticorruzione, Xi ha epurato i potenziali oppositori all’interno del PCC; egli ha messo a tacere anche le voci dissenzienti.

 

Nel frattempo il regime ha il problema della transizione al potere. Di recente Xi ha detto che se le persone «sono ascoltate solo durante la campagna elettorale e ignorate dopo le elezioni, questa non è vera democrazia».

 

Egli ha anche affermato che il sistema politico di un Paese è da giudicare democratico ed efficace se il cambio di leadership avviene «secondo la legge e in modo ordinato».

 

La rinuncia alla leadership a vita era l’eredità di Deng: ora può essere un’arma per le fazioni nel Partito che si oppongono a Xi.

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«Inarrestabile»: Xi svela la triade nucleare in una parata militare che sfida l’Occidente. A suo fianco Putin e Kim

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La grande parata militare del leader cinese Xi Jinping in piazza Tian’anmen, che ha segnato la fine della Seconda Guerra Mondiale e a cui hanno partecipato leader mondiali, in particolare i cosiddetti «paria» delle attuali relazioni internazionali, il presidente russo Vladimir Putin e il nordcoreano Kim Jong-un, non ha deluso le aspettative, anzi ha suscitato una rapida risposta da parte del presidente Trump.

 

Il leader cinese Xi Jinping ha dichiarato che l’ascesa della Cina è «inarrestabile» e ha mostrato oltre 10.000 soldati in marcia in perfetta sincronia insieme a centinaia di armi avanzate.

 

In particolare, Xi ha anche mostrato per la prima volta la forza nucleare terrestre, marittima e aerea dell’Esercito Popolare di Liberazione – una triade completa e letale.

 

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La parata è stata un’occasione per mostrare al mondo che la modernizzazione del più grande esercito permanente al mondo è in pieno svolgimento e per evidenziare i legami sempre più stretti – forse persino una «relazione speciale» – tra la Cina e le altre potenze nucleari, Russia e Corea del Nord.

 

Nel suo discorso inaugurale, Xi Jinping ha dichiarato: «L’umanità si trova nuovamente a un bivio, dovendo scegliere tra pace o guerra, dialogo o conflitto, cooperazione vantaggiosa per tutti o giochi a somma zero».

 

Riguardo alla triade nucleare completa, questa comprende il missile a lungo raggio lanciato da aerei JingLei-1, il missile intercontinentale lanciato da sottomarini JuLang-3, il missile balistico intercontinentale terrestre DongFeng-61 e una nuova variante del missile balistico intercontinentale terrestre DongFeng-31, come riportato da Xinhua News.

 

La Cina ha potenziato il suo arsenale nucleare, svelando nuove capacità, tra cui missili balistici intercontinentali di ultima generazione come il DF-5C, il DF-61 e il JL-3, quest’ultimo lanciato da sottomarini.

 

Questo completa la triade nucleare cinese, con missili nucleari dispiegabili da aria, terra e mare, rafforzando la capacità di un secondo attacco. In particolare, il JL-3 può colpire il territorio continentale degli Stati Uniti, consentendo a Pechino di minacciare obiettivi strategici in un eventuale conflitto.

 

 

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I media statali cinesi hanno definito queste armi come il «jolly» strategico della Cina, evidenziandone il ruolo cruciale nella protezione della sovranità, della sicurezza e dell’orgoglio nazionale, nonché come elemento centrale della strategia di deterrenza del Paese.

 

Durante la parata sono stati mostrati sistemi laser per la difesa aerea, tra cui un grande laser che, secondo la televisione di stato, sarà utilizzato su navi da guerra, insieme a una versione terrestre. Sono stati presentati inoltre per la prima volta due grandi droni sottomarini, le cui immagini hanno rivelato dimensioni impressionanti rispetto ai soldati nelle vicinanze.

 

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L’arrivo di Kim Jong Un a Pechino ha rivelato la presenza di due membri della sua famiglia: la sorella Kim Yo-jong, una delle sue più fidate consigliere, e una giovane ragazza, presumibilmente la figlia Kim Ju Ae, la cui partecipazione ha suscitato speculazioni su una possibile futura successione.

 

Gli eventi di mercoledì hanno offerto l’inedita immagine di tre leader, definiti dalla stampa occidentale mainstream come «l’asse del rivolgimento», intenti a supervisionare l’esibizione di armamenti nucleari.

 

Il missile balistico intercontinentale DF-5C, composto da tre sezioni trasportate su tre veicoli, può portare fino a 12 testate nucleari e ha una portata di 13.000-20.000 km, sufficiente per colpire qualsiasi bersaglio globale.

 

Riguardo alle relazioni tra Stati Uniti e Cina, la tempistica di questi eventi è significativa, poiché la Casa Bianca ha recentemente annunciato che il presidente Trump potrebbe visitare la regione entro fine ottobre ed è disponibile a incontrare Xi Jinping. Tra i temi principali ci sono un possibile accordo sui dazi, la potenziale vendita di TikTok negli Stati Uniti e l’influenza di Pechino su Putin per quanto riguarda il futuro della guerra in Ucraina, in particolare la possibilità di un cessate il fuoco o di una risoluzione più ampia.

 

In un momento della parata cinese, Xi e Putin hanno discusso di come i trapianti di organi e altri progressi scientifici potrebbero permettere alle persone di vivere fino a 150 anni in questo secolo.

 

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«Pace attraverso la forza» sembra essere il messaggio di Xi in questa parata, per usare un’espressione che in realtà è usata da tempo dai leader americani. In piazza Tian’anmen, nel frattempo, sono sfilati missili ipersonici anti-nave, un chiaro messaggio in direzione di Taiwan, dove incrociano sempre, nelle cicliche provocazioni, portaerei e navi da guerra USA.

 


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Riguardo a Kim Jong Un, è evidente che si è fortemente allineato con la Russia nel conflitto in Ucraina, inviando oltre 10.000 soldati nordcoreani a sostegno dello sforzo bellico – con circa 2.000 di loro rimpatriati da cadaveri– evidenziando un’alleanza sempre più stretta tra Mosca e Pyongyang. Xi Jinping, invece, non si è impegnato a tal punto in questa alleanza e probabilmente non desidera farne parte.

Il presidente americano Donaldo J. Trump non ha potuto trattenersi dal commentare le immagini provocatorie.

 

«Vi prego di porgere i miei più cordiali saluti a Vladimir Putin e Kim Jong-un, mentre cospirate contro gli Stati Uniti d’America» ha scritto il presidente americano.

 

 

Trump ha anche sottolineato la sconfitta americana del Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale, che alla fine ha garantito una pace duratura alla Cina. No, Xi non ha elogiato gli Stati Uniti per questo, ma si è schierato orgogliosamente al fianco dei suoi alleati sanzionati dagli Stati Uniti…

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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

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Cina

La Cina presenta il primo chip 6G al mondo

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I ricercatori cinesi hanno presentato il primo chip 6G al mondo, in grado di aumentare la velocità di connessione nelle aree remote fino a 5.000 volte rispetto al livello attuale. Lo riporta il giornale di Hong Kong South China Morning Post (SCMP).   La tecnologia 6G si prevede possa ridurre il divario digitale tra aree rurali e urbane. Sviluppato da ricercatori dell’Università di Pechino e della City University di Hong Kong, il chip 6G «all-frequency» potrebbe offrire velocità internet mobile oltre i 100 gigabit al secondo su tutto lo spettro wireless, incluse le frequenze usate nelle zone remote, rendendo l’accesso a internet ad alta velocità più disponibile nelle regioni meno connesse e permettendo, ad esempio, di scaricare un film 8K da 50 GB in pochi secondi.   Tuttavia, le tecnologie 5G e 6G suscitano preoccupazioni. Critiche riguardano i possibili rischi per la salute dovuti alle radiazioni elettromagnetiche, soprattutto con le alte frequenze del 6G, oltre a vulnerabilità agli attacchi informatici a causa dell’aumento dei dispositivi connessi. L’espansione delle infrastrutture potrebbe inoltre avere un impatto ambientale e accentuare le disuguaglianze, lasciando indietro le aree rurali. Si temono anche un incremento della sorveglianza e problemi legati alla privacy dei dati con l’aumento della connettività.

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Le tecnologie wireless come il 5G operano su gamme di frequenza limitate. Il nuovo chip 6G, invece, copre l’intero spettro (da 0,5 GHz a 115 GHz) in un design compatto di 11 mm x 1,7 mm, eliminando la necessità di più sistemi per gestire diverse frequenze. Questo permette al chip di funzionare in modo efficiente su bande sia basse che alte, supportando applicazioni ad alta intensità e migliorando la copertura in aree rurali o remote.   «Le bande ad alta frequenza come le onde millimetriche e i terahertz offrono una larghezza di banda estremamente ampia e una latenza estremamente bassa, rendendole adatte ad applicazioni come la realtà virtuale e le procedure chirurgiche», ha dichiarato al China Science Daily il professor Wang Xingjun dell’Università di Pechino.   I ricercatori stanno sviluppando moduli plug-and-play per diversi dispositivi, come smartphone e droni, che potrebbero facilitare l’integrazione del nuovo chip nelle tecnologie di uso quotidiano.   La Cina pare accelerare per una primazia tecnologica non solo nelle telecomunicazioni – con il caso di Huawei, e relativi incidenti diplomatici internazionali, e sospetti anche in Italia – ma in genere nel settore tecnologico, dove si assiste ai consistenti sforzi per l’IA, visibili nell’ascesa di DeepSeek, un’Intelligenza Artificiale realizzata nel Dragone che non abbisogna di chip particolarmente performanti.

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Cina

Xi agli Stati SCO: sfidiamo il predominio occidentale

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I membri dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO) dovrebbero continuare a resistere «all’egemonismo e alla politica di potenza» per contribuire a costruire un sistema internazionale più equo, ha affermato lunedì il presidente cinese Xi Jinping aprendo la riunione dei leader del gruppo a Tianjin.

 

Nel suo discorso programmatico ai leader e ai rappresentanti dei paesi membri e partner, Xi ha invocato quello che ha definito lo «spirito di Shanghai» di «fiducia reciproca, mutuo vantaggio, uguaglianza, consultazione, rispetto per le diverse civiltà e ricerca di uno sviluppo condiviso».

 

Xi ha elogiato i progressi compiuti dalla SCO dalla sua fondazione nel 2001 e ha delineato nuove priorità, affermando che i membri devono «opporsi alla mentalità da Guerra Fredda, al confronto tra blocchi e alle pratiche intimidatorie», termini spesso usati da Pechino per criticare le politiche statunitensi e occidentali.

 

«Dovremmo sostenere un mondo multipolare equo e ordinato e una globalizzazione economica universalmente vantaggiosa e inclusiva, e rendere il sistema di governance globale più giusto ed equo», ha aggiunto lo Xi.

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Il presidente cinese ha inoltre esortato i membri a perseguire una cooperazione vantaggiosa per tutti, nel rispetto delle differenze nazionali, rafforzando gli scambi tra i loro popoli e spingendo per una maggiore efficienza e un processo decisionale basato su prove concrete all’interno della SCO.

 

La produzione economica collettiva del gruppo regionale ha raggiunto i 30.000 miliardi di dollari, ha osservato Xi, aggiungendo che la sua influenza globale si sta espandendo di conseguenza. I membri stanno lavorando insieme per affrontare sfide come la sicurezza, le questioni ambientali e l’innovazione, ha aggiunto.

 

Il commercio cumulativo della Cina con i Paesi SCO ha superato i 2,3 trilioni di dollari, ha affermato Xi, evidenziando i progetti nell’ambito della Belt and Road Initiative di Pechino e di altri meccanismi. Ha promesso ulteriori investimenti, anche nell’istruzione e nella formazione di competenze scientifiche e ingegneristiche necessarie per sostenere la crescita futura.

 

All’incontro ospitato dalla Cina partecipano più di 20 nazioni provenienti da Asia, Europa e Medio Oriente, oltre a rappresentanti delle principali organizzazioni internazionali, tra cui l’ONU e l’ASEAN.

 

Ha destato interesse in rete l’immagine dove Xi parlava e scherzava con il presidente russo Vladimiro Putin e il premier indiano Narendra Modi.

 

 

Si tratta, oltre che di tre Paesi che sommano tra i due e i tre miliardi di persone. Tutte e tre le nazioni sono potenze atomiche, con Mosca ad essere, almeno ufficialmente, il Paese che dispone di più testate al mondo.

 

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Immagine di Kremlin.ru via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported

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