Bizzarria
Parassita che altera la mente rende le persone più belle
Il Toxoplasma gondii è un parassita unicellulare che spesso ha fatto parlare di sé. Davvero una strana, inquietante creatura.
Il protozoo può riprodursi sono negli intestini dei gatti. Una volta escreto, raggiunge altri animali, dove si fa strada sino al cervello, formando cisti in attesa di tornare nella pancia dei felini.
È stato notato che il Toxoplasma gondii è in grado di alterare gravemente il comportamento degli animali: per esempio i topi infetti dal parassita divengoni improvvisamente impavidi nei confronti dei gatti, talvolta perfino attratti da essi: è stato dimostrato che l’odore di urina dei gatti, invece che farli scappare, li attira. In questo modo, il topo diviene più facilmente preda del gatto, che, divorandolo, fa tornare il T. gondii nel suo habitat desiderato, le budella feline.
Anche gli esseri umani possono essere affetti dal T. gondii. Secondo RealClear Science il 10% della popolazione americana lo è. Secondo alcune stime, il 50% degli esseri umani di tutto il pianeta potrebbero essere aver avuto contatto con il parassita, in ispecie coloro che lavorano nella macellazione, nella veterinaria, e ovviamente gli amanti dei gatti.
Anche nel caso della nostra specie, il parassita sembra avere effetto sulla psiche del suo ospite. Studi del passato hanno ipotizzato che gli esseri umani infestati dal T. gondii hanno capacità motorie sempre leggermente ridotte, corrono rischi aggiuntivi e subiscono più incidenti automobilistici. La presenza del parassita è anche legata ad un elevato rischio di schizofrenia.
Ora arriva una notizia piuttosto spiazzante: secondo un nuovo studio pubblicato su PeerJ, il T. gondii potrebbe anche cambiare l’aspetto fisico degli esseri umani – addirittura migliorandolo.
Un team internazionale ha scoperto un legame tra un’infezione latente e l’attrattività del volto delle persone infette.
I ricercatori hanno reclutato 213 studenti universitari sani presso l’Università Nazionale Autonoma del Messico, tutti precedentemente testati per T. gondii. 35 soggetti (22 uomini e 13 donne) avevano il parassita, mentre 178 (86 uomini e 92 donne) no. I ricercatori hanno quindi posto ai soggetti varie domande e fotografato i loro volti.
Successivamente, altri 205 partecipanti hanno visualizzato ciascuno una raccolta casuale di venti di queste immagini, dieci di soggetti positivi al Toxoplasma e dieci di soggetti negativi al Toxoplasma, valutando ogni partecipante nella foto per l’attrattività facciale e la salute percepita su una scala di 10 punti, senza dire ai valutatori non è stato detto dello stato del Toxoplasma dei partecipanti.
Nel complesso, i valutatori hanno giudicato i soggetti positivi al Toxoplasma significativamente più attraenti e dall’aspetto sano rispetto ai soggetti negativi al T. gondii.
«L’infezione da T. gondii può produrre cambiamenti nella simmetria facciale dei suoi ospiti attraverso cambiamenti nelle variabili endocrinologiche come i livelli di testosterone», scrivono i ricercatori. «Questi cambiamenti, sia nel sistema endocrinologico che nella simmetria facciale, alla fine gioverebbero alla diffusione del parassita aumentando l’attrattiva dei suoi ospiti».
In effetti, come misurato dai ricercatori, i partecipanti con T. gondii tendevano ad avere facce più simmetriche, e la simmetria del volto è comunemente associata alla bellezza.
È noto come altri parassiti influenzano le caratteristiche fisiche dei loro ospiti animali. Inoltre, studi precedenti hanno dimostrato che gli uomini infetti da T. gondii hanno livelli di testosterone più elevati.
Tuttavia, una spiegazione più semplice per l’associazione è che le persone attraenti hanno maggiori probabilità di contrarre T. gondii poiché potrebbero impegnarsi in più attività sessuali, visto che il parassita può essere trasmesso sessualmente. Di fatto, i ricercatori hanno scoperto che i soggetti positivi al Toxoplasma riferivano di avere più partner sessuali.
Si tratterebbe, quindi, di una ulteriore strategia di diffusione del protozoo, in grado di alterare la psiche e perfino il corpo, nonché la percezione sociale, dell’ospite umano.
«Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare la scoperta intrigante dello studio, quindi non cercare ancora le feci di gatto nella speranza di rendere il tuo viso più attraente» conclude RealClear Science.
La toxoplasmosi è inoltre un enorme problema se contratta durante la gravidanza.
Non si tratterebbe, tuttavia, del primo organismo unicellulare passato da flagello a rimedio estetico: il Clostridium botulinum, generalmente noto come botulino, per anni è stato combattuto perché causa del botulismo: una gravissima intossicazione alimentare che causa pupille fisse, dilatate, mucose secche, paralisi muscolare progressiva ed alta possibilità di morire, in genere per paralisi respiratoria.
La tossina botulinica è a tal punto devastante da essere stata considerata un’arma chimica, sia pure di carattere minore a causa della rapida degradazione una volta esposta all’aria. Fu utilizzata per uccidere il gerarca nazista Reinhard Heydreich (detto «il macellaio di Praga») e in un tentativo della CIA di uccidere nel 1961 Fidel Castro tramite un sigaro contaminato (la cosiddetta «Operazione Mangusta»).
A inizio anni Settanta un oftalmologo americano, Alan B. Scott, cominciò a sperimentare il potere paralizzante del botulino per curare lo strabismo.
A inizio anni 2000 la tossina del botulino, ribattezzata Botox, venne approvato per usi di medicina estitca, in quanto in grado di distendere le rughe di espressione .
Bizzarria
Adolf Hitler vince ma cambia nome
Adolf Hitler Uunona, 59 anni, consigliere regionale namibiano da venti anni in carica, ha annunciato che rinuncerà ufficialmente al secondo nome «Hitler» dopo essere stato rieletto per il quinto mandato consecutivo nel distretto di Ompundja (regione di Oshana).
Membro del partito al potere Swapo, Uunona ha sempre goduto di un largo consenso locale nonostante il nome che, a livello internazionale, genera inevitabilmente sconcerto. Gli elettori della sua circoscrizione lo hanno costantemente premiato per il suo impegno nella lotta anti-apartheid e per i risultati concreti ottenuti sul territorio.
«Ho già provveduto a cancellare “Hitler” dai miei documenti ufficiali», ha dichiarato ai media namibiani. «D’ora in poi voglio essere chiamato semplicemente Adolf Uunona».
Il lettore di Renovatio 21 sa che la faccenda dell’Hitler negro è risalente.
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L’ex Hitler ha spiegato che ilpadre gli impose quel nome decenni fa senza conoscerne il peso storico né i crimini associati al dittatore nazista; per lui, all’epoca, era semplicemente un nome tedesco abbastanza diffuso nell’ex colonia dell’Africa sud-occidentale tedesca (1884-1915). Solo crescendo il consigliere prese coscienza del macabro retaggio e cominciò a dissociarsene pubblicamente.
«Ho sempre chiarito di non condividere in alcun modo l’ideologia nazista», ha ribadito il già Hitler. «Il mio impegno politico è radicato nella liberazione della Namibia e nello sviluppo delle nostre comunità rurali». In privato, familiari e collaboratori lo chiamano da tempo soltanto «Adolf», un’abitudine che ora desidera estendere a ogni contesto ufficiale.
Il caso richiama la complessa eredità coloniale tedesca in Namibia, dove nomi di origine teutonica restano relativamente comuni. Proprio in quel periodo (1904-1908) le truppe tedesche perpetrarono il genocidio degli Herero e dei Nama, un capitolo storico ancora poco noto a livello globale. Tuttavia, il fatto che esistano nel Paese africani bambini chiamati come il famigerato dittatore nazionalsocialista prova che forse la storia degli orrori coloniali non è esattamente conosciuta, o sentita, dalle popolazioni indigine.
Nonostante l’attenzione mediatica internazionale, lo Hitler namibiano continua a dominare le urne: nelle recenti elezioni locali ha nuovamente stravinto a Ompundja con un margine schiacciante. Per i suoi elettori, il curriculum di vent’anni di servizio concreto – strade, acqua, scuole e sostegno alle famiglie – pesa infinitamente più di un nome che il consigliere ha deciso di lasciarsi definitivamente alle spalle.
Renovatio 21 ritiene che si tratti di un caso in cui qualcuno potrebbe gridare alla frode elettorale: uno vota Hitler, e poi si trova uno qualsiasi, anzi un Uunona. È giusto?
Il cittadino sincero-democratico deve porsi a questo punto la domanda: se la democrazia vuole Hitler, perché toglierlo? Cioè, non è che lo si toglie, semplicemente, gli si cambia nome…
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Immagine dell’Oshana Regional Country
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L’enigma dell’italofonia delle bici giapponesi
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Corrispondente di Renovatio 21 da Tokyo
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Arte
Bibita col DNA di Ozzy Osbourne disponibile con pagamento a rate
Una nuova partnership kitsch tra John «Ozzy» Osbourne e Liquid Death, il marchio di acqua in lattina, ha lanciato sul mercato una serie limitata di lattine di tè freddo infuso con il DNA del «reverendo rock».
Ovviamente il prodotto è andato subito a ruba ed è esaurito. Le lattine sono state tutte tracannate e schiacciate da Osbourne in persona, lasciando «tracce di DNA della sua saliva che ora potete possedere», secondo il sito web di Liquid Death.
Ma diciamoci la verità, non si compra lo scarto salivare di una rockstar per dissetarsi: lo si compra per fare necro-collezionismo probabilmente. Le leggende attorno al personaggio sono molteplici: si diceva che Ozzy fosse un mutante genetico, capace di resistere a secchiate di droga, alla rabbia per aver morso un pipistrello vivo e a un incidente quasi mortale in quad.
«Ozzy Osbourne è 1 su 1», recita il testo pubblicitario del sito, «ma stiamo vendendo il suo vero DNA così potrete riciclarlo per sempre».
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Ogni lattina viene consegnata in un «barattolo per campioni sigillato in laboratorio», etichettato con il nome del donatore, il numero del campione (su dieci) e la data del prelievo. Ozzy ha persino firmato il contenitore, apparentemente dando un assegno in bianco per qualsiasi futura clonazione.
«Ora, quando la tecnologia e la legge federale lo consentiranno, potrete replicare Ozzy Osbourne e godervi la sua musica per centinaia di anni nel futuro», si legge sul sito web. I pezzi disponibili sono solo 10 e sono stati venduti a 450 dollari ciascuno, anche in comode rate.
Vista la rarità del prodotto, il «bagarinaggio online» non poteva mancare: su eBay ce ne sono state due in vendita, ciascuna a migliaia di dollari.
Sui social media, i fan erano entusiasti della partnership di Ozzy con il suo brand, anche se il prezzo ha fatto storcere il naso a qualcuno. «Accidenti, avrei dovuto salvare il tuo DNA quando mi hai sputato addosso nell’84 durante un concerto alla LB Arena», ha scritto un fan su X.
Ozzy Osbourne, che da giovane sul palco aveva pure mangiato un pipistrello, è perito quattro mesi fa. Il fatto che fosse stato iniettato col vaccino COVID, che ci dicono venire da un chirottero di Wuhano, lo rende in qualche modo un personaggio simbolico della pandemica, e non solo di quella: alcuni hanno ipotizzato che la morte, avvenuta dopo una «lunga battaglia» (in genere dicono per qualche ragione così) contro il morbo di Parkinson, potrebbe costituire un caso di eutanasia.
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