Spirito
Papa Leone XIV progetta di visitare Nicea
Papa Francesco aveva programmato di visitare Nicea, oggi Iznik, per il 1700° anniversario del primo Concilio di Nicea (325). Il 30 novembre 2024 inviò una lettera al patriarca ortodosso Bartolomeo per confermare questo viaggio in Turchia, che sarebbe stato anche l’occasione per incontrare il presidente turco Recep Erdogan.
Dopo il discorso pronunciato ai media il 12 maggio 2025, papa Leone XIV ha parlato con un gruppo di giornalisti. Ne approfittarono per fargli qualche domanda. Un giornalista italiano gli ha chiesto in particolare se avesse programmi per l’anniversario del Concilio di Nicea e se stesse pensando di recarsi in Turchia. Il papa ha risposto: «Ci stiamo preparando».
Non era stata fissata una data per il viaggio di Francesco, ma era stata menzionata la fine di maggio. Ovviamente, per il nuovo pontefice ciò non potrebbe avvenire immediatamente, ma la sua risposta dimostra che il progetto è sul tavolo e il viaggio in Turchia potrebbe benissimo essere il primo viaggio internazionale di Leone XIV.
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Il viaggio ha un forte significato ecumenico: Francesco avrebbe dovuto incontrare il patriarca Bartolomeo e altri dignitari delle Chiese «ortodosse». Questi incontri saranno certamente mantenuti e l’organizzazione prevista promette di essere una grande celebrazione ecumenica, dietro la quale il Concilio di Nicea rischia di scomparire.
Francesco, inoltre, ha più volte ribadito il suo desiderio che la Pasqua venga celebrata nella stessa data da tutte le «comunioni» cristiane, come è avvenuto, per una coincidenza del calendario, in quest’anno 2025. Una delle decisioni del primo Concilio di Nicea aveva fissato proprio questa data alla domenica successiva alla Pasqua ebraica.
Sarà istruttivo vedere in che misura e in che modo queste intenzioni di Francesco saranno recepite dal suo successore.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Immagine di Dosseman via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Spirito
Due nuovi «santi» venezuelani riaccendono le tensioni tra Chiesa e Stato
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Spirito
Omelia relativista di Papa Leone XIII: «nessuno possiede tutta la verità»
Papa Leone XIV ha dichiarato che «nessuno possiede la verità assoluta» e che «nessuno è escluso» dalla Chiesa, durante la sua omelia domenicale del 26 ottobre, pronunciata in occasione della messa giubilare per i gruppi sinodali e gli organismi partecipativi.
Le sue parole, che potrebbero essere interpretate come relativistiche rispetto alla proclamazione della fede unica della Chiesa cattolica, hanno sconvolto moltissimi.
L’amore è la «regola suprema della Chiesa». «Nessuno è chiamato a comandare», ma «tutti sono chiamati a servire»; nessuno deve «imporre le proprie idee», tutti sono invitati all’ascolto reciproco; e «nessuno è escluso» poiché «tutti siamo chiamati a partecipare».
«Nessuno possiede la verità tutta intera, tutti dobbiamo umilmente cercarla, e cercarla insieme»: un’affermazione scioccante per chi è il vicario di colui che è la Via, la Verità e la Vita..
Essere Chiesa sinodale significa riconoscere che la verità non si possiede, ma si cerca insieme, lasciandosi guidare da un cuore inquieto e innamorato dell’Amore.
Leone ha enfatizzato il concetto di Chiesa «sinodale», termine spesso usato dal suo predecessore, Papa Francesco, pur rimanendo vago nel significato. «Le équipe sinodali e gli organi di partecipazione sono immagine di questa Chiesa che vive nella comunione», ha aggiunto oscuramente il romano pontefice.
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«Dobbiamo sognare e costruire una Chiesa umile. Una Chiesa che non sta dritta in piedi come il fariseo, trionfante e gonfia di sé stessa, ma si abbassa per lavare i piedi dell’umanità; una Chiesa che non giudica come fa il fariseo col pubblicano, ma si fa luogo ospitale per tutti e per ciascuno; una Chiesa che non si chiude in sé stessa, ma resta in ascolto di Dio per poter allo stesso modo ascoltare tutti».
«Impegniamoci a costruire una Chiesa tutta sinodale, tutta ministeriale, tutta attratta da Cristo e perciò protesa al servizio del mondo» ha esortato il sommo pontefice con linguaggio sempre più tecnico e cervellotico.
Sebbene nessun individuo possegga la pienezza della verità, la Chiesa cattolica, in quanto Corpo mistico di Cristo guidato dallo Spirito Santo, ha sempre sostenuto di essere la custode del deposito della fede, ossia la verità rivelata da Dio.
I commenti di papa Leone appaiono ambigui e potenzialmente relativistici, poiché non ha chiarito la distinzione tra i membri fallibili della Chiesa, che possono errare nella comprensione della verità, e la Chiesa stessa, che custodisce e proclama l’unica vera fede.
Le parole di Prevost sembrano andare contro il Catechismo della Chiesa Cattolica: «Il Magistero della Chiesa si avvale in pienezza dell’autorità che gli viene da Cristo quando definisce qualche dogma, cioè quando, in una forma che obbliga il popolo cristiano ad un’irrevocabile adesione di fede, propone verità contenute nella rivelazione divina, o anche quando propone in modo definitivo verità che hanno con quelle una necessaria connessione» (CCC, I dogmi della fede, 88).
La Sacra Scrittura parla della «casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e base della verità» (1Tim 3,15).
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Immagine di Edgar Beltrán via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Pensiero
Miseria dell’ora legale, contro Dio e la legge naturale
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