Spirito
Negromanzia papale in mondovisione. Bergoglio partecipa ad un rito pagano che invoca «il sacro circolo degli spiriti»
Nel quarto giorno del suo «pellegrinaggio» apostolico in Canada, papa Francesco si è unito a un rituale pagano indiano di «smudging» («purificazione») durante la sua visita in Quebec, partecipando alla pratica indigena prima di pronunciare un lungo discorso in cui ha espresso «profonda vergogna e dolore» per il ruolo svolto dai membri della Chiesa cattolica nella storia del Canada.
Arrivato a Quebec City, dopo brevi presentazioni, Bergoglio, insieme a dignitari civili, è stato accolto nella sala dei ricevimenti mentre un uomo indigeno cantava e suonava un tamburo. Secondo il presentatore, una «tradizionale lampada Inuit è stata accesa».
Come parte della prevista cerimonia di benvenuto, un anziano della nazione Huron-Wendat ha aperto il procedimento avviando quella che è nota come una «purificazione rituale nelle quattro direzioni», usando erba e piume di animali per diffondere il fumo rituale nella stanza.
Come scrive il sito pro-life canadese LifeSiteNews, il rituale, che scimmiotta l’uso dei sacramenti e dei sacramentali cattolici, «è un chiaro atto di superstizione pagana», che ricorda la venerazione del Santo Padre dell’idolo pagano pdella Pachamama in Vaticano nel 2019.
Al pontefice quindi è stata presentata una piuma di tacchino e un’erba dolce, poi è stato chiesto a tutti di partecipare a un «cerchio in spirito», da cui «possiamo visualizzare un fuoco sacro». Ha aggiunto che «il fuoco sacro unisce tutto ciò che esiste nella creazione».
«Noi onoreremo la terra, il vento, l’acqua e il fuoco», ha dichiarato l’anziano indigeno con classiche parole esoteriche. «Noi onoreremo l’aspetto minerale, quello vegetale e quello umano».
Continuando il rituale, con schemi e contenuti tipici della magia, l’anziano ha detto che «chiederà all’Est di aprire la sua porta in modo che possiamo avere accesso in quella direzione. Come per il Sud, aprirò anche la sua porta per avere accesso a quella direzione», ha aggiunto mentre sventolava ritualmente l’erba fumante con la piuma di tacchino.
«Chiederò all’Ovest e di aprire quella porta», che ha chiamato oscuramente «la porta della nonna», aggiungendo infine che «onorerà la direzione settentrionale», che l’anziano sedicente autoctono ha chiamato «la direzione dei nonni».
A tutti i presenti è stato chiesto di mettere le mani sul cuore. Le riprese video mostrano che papa Francesco, così come i vescovi e i cardinali di alto rango in prima fila tra l’udienza, eseguono tutti l’ordine cerimoniale pagano impartito loro.
Per «aprire le quattro direzioni» l’anziano sciamano ha fischiato quattro volte attraverso uno strumento in osso prima di dire: «Chiedo alla nonna occidentale di darci accesso al sacro cerchio degli spiriti in modo che possano essere con noi, così possiamo essere uniti e più forti insieme».
C’è stato un tempo, nella chiesa, che tale «accesso al sacro cerchio degli spiriti» era chiamato con un nome preciso, negromanzia. E condannato e perseguito dall’autorità cattolica. Ma ora, nella neochiesa conciliare, anche quello diventa permesso – anzi, promosso in prima persona, in mondovisione, dallo stesso romano pontefice…
C’è da comprendere come questo rituale di accesso al mondo degli spiriti sia presente in tutto l’esoterismo – cioè nel contrario della religione cattolica. Lo si trova perfino nei riti di iniziazione della ‘Ndrangheta, dove, forse per influenza della setta massonica, si fanno invocazioni ad una «santa catena» di spiriti del triumvirato risorgimentale (cioè massonico) italiano: «Sotto la luce delle stelle e lo splendore della luna, formo la santa catena, nel nome di Garibaldi, Mazzini e La Marmora, con parole di uomo d’umiltà, formo la santa società».
Tornando allo scandalo in Canada, dopo il rituale pagano, Francesco ha pronunciato un discorso in cui condannava la «colonizzazione ideologica», lamentando una passata «mentalità colonialista» che, secondo lui, «trascurava la vita concreta delle persone e imponeva determinate modalità culturali predeterminate».
Al contrario, Bergoglio è sembrato sostenere con veemenza i riti pagani dei popoli indigeni, affermando che «la Santa Sede e le comunità cattoliche locali sono impegnate concretamente a promuovere le culture indigene attraverso forme specifiche e appropriate di accompagnamento spirituale, che prevedano l’attenzione alle loro tradizioni culturali, costumi , lingue e processi educativi, nello spirito della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni».
Proprio così: sì al paganesimo, e sotto l’egida ONU – due cose a cui il Vaticano odierno è sottomesso.
In precedenza, durante la sua visita in Canada, il papa, indossando il tradizionale copricapo indigeno, aveva assistito a una «danza di guarigione», piena di tamburi che apparentemente dovrebbero imitare «il battito del cuore di madre terra» – cioè, tradotto amazzonicamente, della Pachamama, la madre terra, l’idolo preferito di Bergoglio.
Ha detto il leader religioso indiano: «dall’Ovest abbiamo il vento, l’ossigeno che respiriamo, questo è il governo della madre terra. E sul lato nord abbiamo la madre terra, a madre terra è ciò che siamo. La madre terra è tutta la vita vegetale, la madre terra, nostra madre, è anche la madre di tutta la vita degli insetti, la madre terra è anche la madre di tutti gli animali sulla terra, nell’acqua, nell’aria».
«La madre terra, è ovviamente, la madre di tutta l’umanità», ha aggiunto il leader «spirituale».
Il processo di paganizzazione di cui il papa è tramite se non organizzatore è oramai innegabile. E imbarazzante. Disperante.
Cina
Il cardinale Parolin conferma che il Vaticano vuole rinnovare l’accordo segreto con la Cina
Il Segretario di Stato del Vaticano, cardinale Pietro Parolin, ha confermato che la Santa Sede intende rinnovare il suo accordo segreto con la Cina comunista entro la fine dell’anno. Lo riporta LifeSiteNews, che cita comunicazioni dirette col segretario di Stato vaticano.
In uno scambio di e-mail con il sito pro-life canadese, Parolin ha affermato che il controverso accordo sino-vaticano che la Santa Sede ha con le autorità comuniste di Pechino sarà rinnovato quest’autunno.
Rispondendo a una domanda di LifeSiteNews che chiedeva se il Vaticano intendesse rinnovare l’accordo, Parolin ha dichiarato che «con riferimento alla tua domanda sull’accordo della Santa Sede con la Cina… speriamo di rinnovarlo».
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«Su questo punto dialoghiamo anche con i nostri interlocutori cinesi», ha aggiunto il cardinale segretario di Stato.
Parolin è segretario di Stato e capo diplomatico del Vaticano dall’ottobre 2013 ed è nel servizio diplomatico della Santa Sede dal 1986. La sua conferma dell’intenzione del Vaticano arriva mentre l’accordo altamente segreto con la Cina è pronto per il suo terzo rinnovo biennale a settembre o ottobre.
Si ritiene che l’accordo ufficialmente segreto riconosca la Chiesa approvata dallo Stato in Cina e consenta al Partito comunista cinese (PCC) di nominare i vescovi. Apparentemente il Papa mantiene il potere di veto, anche se in pratica pare essere il solo PCC ad avere il controllo. Inoltre, presumibilmente, la rimozione dei vescovi legittimi può essere sostituita da vescovi approvati dal PCC.
Parlando nel luglio 2023, Parolin difese la natura segreta dell’accordo, affermando che «il testo è confidenziale perché non è stato ancora approvato definitivamente».
L’accordo, che «ruota attorno al principio fondamentale della consensualità delle decisioni che riguardano i vescovi», si realizza «confidando nella saggezza e nella buona volontà di tutti», ha detto il cardinale.
Nei commenti della scorsa estate, il porporato veneto aveva inoltre difeso l’accordo come mezzo necessario di «dialogo» con le autorità comuniste in Cina.
Papa Francesco e il cardinale Parolin si sono entrambi espressi in difesa dell’accordo, con il Papa che ha affermato prima del suo rinnovo nel 2022 che l’accordo «sta andando bene». In una lettera del 2018 ai cattolici cinesi, Francesco ha descritto l’accordo come la formazione di un «nuovo capitolo della Chiesa cattolica in Cina».
Ma fuori dalle mura del Palazzo Apostolico del Vaticano, le critiche sono arrivate dal clero cattolico, dai sostenitori della libertà e dagli esperti cinesi, scrive LifeSite.
L’accordo altamente segreto sino-vaticano è stato definito dal cardinale emerito di Hong Kong Joseph Zen come un «tradimento incredibile», con l’amato cardinale che accusa ulteriormente il Vaticano di «svendere» i cattolici cinesi. Nel 2018, il presule chiese le dimissioni di Parolin, criticando la sua «resa completa» della Chiesa alle autorità comuniste.
«È un tradimento della vera Chiesa», ha poi detto Zen dell’accordo nel luglio 2020 prima di aggiungere: «non è un episodio isolato. Quella di non offendere il governo cinese è già una politica di lunga data del Vaticano».
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Come noto, il cardinale Zen è sotto processo nell’Hong Kong oramai interamente pechinizzata. In una conferenza stampa aerea, di ritorno da Budapest, Bergoglio aveva di fatto mollato il cardinale cinese, ex arcivescovo di Hong Kong che ha passato la vita a combattere le persecuzioni della Cina comunista e a difendere quei cattolici cinesi «sotterranei» che da quando è in corso l’accordo sino-vaticano, hanno il tremendo timore di essere stati abbandonati dal Vaticano. Zen è sotto processo nella nuova Hong Kong telecomandata da Pechino: l’assenza di mosse del Vaticano per difenderlo ha spinto persino il Parlamento Europeo (!) a chiedere alla Santa Sede di fare qualcosa.
L’inchiostro sull’accordo si era appena asciugato nel 2018 prima che AsiaNews riferisse che «i cattolici (sotterranei) sospettano amaramente che il Vaticano li abbia abbandonati».
Nei quasi sei anni trascorsi dall’attuazione dell’accordo, la persecuzione dei cattolici – in particolare dei cattolici «clandestini» che non accettano la Chiesa controllata dallo Stato – è aumentata in modo evidente.
L’accordo ha portato ad un aumento della persecuzione religiosa, che la Commissione esecutiva del Congresso degli Stati Uniti sulla Cina ha descritto come una conseguenza diretta dell’accordo. Nel suo rapporto del 2020, la Commissione ha scritto che la persecuzione testimoniata è «di un’intensità che non si vedeva dai tempi della Rivoluzione Culturale».
«Tutti i vescovi che rifiutano di aderire all’Associazione patriottica cattolica vengono messi agli arresti domiciliari, o scompaiono, dal PCC», ha detto a LifeSiteNews l’esperto cinese Steven Moser all’inizio di questo mese. «Sebbene il Vaticano abbia affermato diversi anni fa che l’accordo sino-vaticano non richiede che nessuno si unisca a questa organizzazione scismatica, il rifiuto di farlo comporta persecuzioni e punizioni. E il Vaticano resta a guardare e non fa nulla».
Il momento in cui la Santa Sede si è avvicinata di più al riconoscimento delle carenze dell’accordo è stato tramite il suo ministro degli Esteri, l’arcivescovo Paul Gallagher. L’arcivescovo, che funge da segretario vaticano per le relazioni con gli Stati e le organizzazioni internazionali, ha affermato l’anno scorso che l’accordo «non era il migliore accordo possibile» a causa della «controparte».
Proprio il mese scorso, il Gallagherro lo aveva descritto come ancora «un mezzo utile per la Santa Sede e le autorità cinesi per affrontare la questione della nomina dei vescovi», pur ammettendo con molta cautela dei limiti all’accordo. «Abbiamo sempre creduto che ciò sarebbe stato utile», non c’era alcuna «disponibilità o apertura» da parte delle autorità cinesi su questo punto, ha detto lo scorso mese il cardinale britannico.
Una serie di nomine episcopali – fatte mentre sacerdoti vengono torturati – dall’ultimo rinnovo dell’accordo nell’ottobre 2022 hanno evidenziato il primato del potere esercitato da Pechino nell’accordo. In tre occasioni note, tra cui la nomina del nuovo vescovo di Shanghai, il PCC ha nominato nuovi vescovi o li ha assegnati a nuove diocesi, lasciando che il Vaticano si mettesse al passo con gli eventi ed esprimesse la sua frustrazione espressa in termini diplomatici. «Appaiono quindi improbabili nuovi sviluppi nell’accordo a favore del Vaticano» scrive LSN.
Tutto dimostra che il papato del gesuita si è di fatto sottomesso al volere del Dragone.
Nel luglio 2023, il cardinale Parolino aveva dichiarato che la Santa Sede auspica «l’apertura di un ufficio di collegamento stabilito della Santa Sede in Cina» che «non solo favorirebbe il dialogo con le autorità civili ma contribuirebbe anche alla piena riconciliazione all’interno della Chiesa cinese e dei suoi viaggio verso una normalità desiderabile».
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I segni dell’infeudamento della gerarchia cattolica al potere cinese sono visibili da tempo, e appaiono in forme sempre più rivoltanti: un articolo in lingua inglese nel portale internet della Santa Sede sembrava lasciar intendere che le persecuzioni dei cristiani in Cina ad opera del Partito Comunista Cinese sono «presunte».
Come ipotizzato da Renovatio 21, dietro all’accordo sino-vaticano potrebbero esserci ricatti a vari membri del clero: la Cina per un periodo ha disposto dei dati di Grindr, l’app degli incontri omosessuali, dove si dice vi siano immense quantità di consacrati. Da considerare, inoltre, che per lungo tempo il messo per l’accordo con Pechino fu il cardinale Theodore McCarrick, forse la più potente figura cattolica degli USA, noto per lo scandalo relativo non solo ai suoi appetiti omofili (anche con ragazzini) ma alla struttura che vi aveva costruito intorno. McCarrick quando andava in Cina a trattare per la normalizzazione dei rapporti tra Repubblica Popolare e Santa Sede, dormiva in un seminario della Chiesa Patriottica Cinese…
Mentre continuano i cattolici desaparecidos, le delazioni sono incoraggiate e pagate apertamente, il lavaggio del cervello investe quantità di sacerdoti, le suore sono perseguitate e le demolizioni di chiese ed istituti religiosi continua senza requie, il Vaticano invita due vescovi patriottici al Sinodo, e Pechino, come ringraziamento, «ordina» nuovi vescovi senza l’approvazione di Roma – mentre i veri sacerdoti vengono torturati dal governo del Dragone.
Il controverso miliardario cinese Guo Wengui, ora rifugiato negli USA, sostiene che il Vaticano sarebbe corrotto con «1,6 miliardi di dollari l’anno per fermare le critiche alla politica religiosa di Pechino».
Il disastro del gesuita sul trono di Pietro va così. Come abbiamo già detto varie volte: prepariamoci ad ondate di sangue di martiri, che il pontefice attuale non riconosce come semen christianorum.
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Pensiero
«Preghiera» pagana a Zeus ed Apollo recitata durante cerimonia di accensione della torcia olimpica. Quanti sacrifici umani verranno fatti, poi, con l’aborto-doping?
🗣️ “Apollo, God of sun, and the idea of light, send your rays and light the sacred torch for the hospitable city of Paris. And you, Zeus, give peace to all peoples on earth and wreath the winners of the Sacred Race.”#Paris2024 | @Paris2024 pic.twitter.com/FHMEmJ134U
— The Olympic Games (@Olympics) April 16, 2024
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Spirito
I funerali di mons. Huonder
Secondo il suo desiderio, espresso più volte, mons. Vitus Huonder è stato sepolto nel seminario di Ecône, «vicino al vescovo che ha tanto sofferto per la Chiesa», ha detto. La messa funebre pontificia è stata celebrata nella chiesa del seminario da mons. Bernard Fellay. Successivamente nella cripta del seminario furono deposte le spoglie del vescovo emerito di Coira.
Un lungo corteo ha accompagnato il feretro del vescovo Huonder dalla cripta alla chiesa dove è stato celebrato il pontificale, dove è stata vegliata tutta la notte dopo il canto dell’Ufficio dei Morti. Il corteo lo accompagnerà poi alla tomba dove furono resi gli ultimi onori al vescovo Huonder e dove troverà la sua ultima dimora.
Erano presenti, infatti, 150 sacerdoti e seminaristi, una trentina di suore e circa 900 fedeli tra cui i 150 studenti della scuola Wangs, dove mons. Huonder ha concluso santamente e felicemente i suoi giorni.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
Immagini da FSSPX.news
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