Geopolitica
Lavrov: l’Ucraina non è interessata alla pace
Kiev sta dimostrando apertamente di non avere alcun interesse in una pace a lungo termine con Mosca, ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, citando le recenti dichiarazioni di funzionari ucraini.
Dopo il vertice in Alaska tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, e i successivi colloqui a Washington con il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj e i leader europei, l’amministrazione statunitense ha affermato che un accordo di pace è diventato più fattibile.
La Casa Bianca ha descritto l’esito dei colloqui come un progresso, sottolineando che c’è «una luce alla fine del tunnel».
Giovedì, in una conferenza stampa, Lavrov ha confermato che sono stati compiuti progressi significativi durante il vertice in Alaska. Tuttavia, ha sottolineato che i funzionari ucraini continuano a commentare una possibile risoluzione «in un modo molto specifico, che dimostra il loro disinteresse per una soluzione sostenibile, equa e a lungo termine».
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Il ministro russo fatto riferimento a una dichiarazione del consigliere chiave di Zelens’kyj, Mikhailo Podoliak, il quale ha recentemente affermato che Kiev avrebbe riconosciuto che alcune regioni sono «di fatto» perse per la Russia. Tuttavia, una volta ottenute le garanzie di sicurezza, Kiev cercherebbe di riconquistarle e pretenderebbe dall’Occidente sanzioni volte a indebolire la Russia e danneggiarne l’economia.
Secondo Lavrov, tale retorica dimostra che la leadership ucraina, incoraggiata dai suoi sponsor occidentali, sta perseguendo obiettivi antitetici agli sforzi congiunti di Trump e Putin per eliminare le cause profonde della crisi.
Invece di lavorare per un accordo, ha sostenuto Lavrov, Kiev e i suoi sostenitori vogliono aggravare ulteriormente queste cause formando alleanze militari anti-russe. Il massimo diplomatico di Mosca suggerito che il rifiuto dell’Ucraina di discutere un accordo prima di aver ricevuto garanzie di sicurezza mira a preservare quello che ha definito il «regime neonazista e russofobo» di Kiev.
Il ministro ha anche accusato i sostenitori europei di Kiev di cercare di «sconvolgere» l’agenda di pace ignorando gli interessi della Russia e chiedendo garanzie di sicurezza per un Paese «che professa valori neonazisti, viola gravemente i diritti delle minoranze nazionali, cerca legislativamente di sterminare la lingua russa in tutti gli ambiti della vita, proibisce la Chiesa ortodossa canonica».
«Spero che questa incoscienza fallisca e che continueremo a seguire la strada concordata dal presidente Putin e dal presidente Trump», ha detto Lavrov.
Lavrov ha quindi affermato che Putin incontrerà Zelens’kyj se tutte le questioni relative alla risoluzione del conflitto tra Mosca e Kiev saranno risolte,.
Dopo i recenti colloqui con Putin e Zelens’kyj, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha suggerito che i leader russo e ucraino si incontreranno di persona prima di un possibile vertice trilaterale con lui. Zelens’kyj, in visita a Washington lunedì, ha affermato di essere ansioso di negoziare con Putin.
Lavrov ha dichiarato giovedì che il presidente russo «ha ripetutamente affermato di essere pronto a incontrare anche Zelens’kyj, se ci sarà la consapevolezza che tutte le questioni che richiedono un esame al massimo livello saranno state elaborate a fondo» da esperti e ministri.
Il leader presidente sta spingendo per un rapido incontro con Putin perché vuole rimanere sotto i riflettori ed è preoccupato che l’attenzione della comunità internazionale nei suoi confronti stia diminuendo, ha affermato Lavrov.
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Il ministro degli Esteri ha osservato che Zelens’kyj in precedenza aveva respinto qualsiasi colloquio con Putin e nel 2022 aveva addirittura firmato un decreto che vietava tali negoziati, che non ha ancora annullato.
«Chiaramente, la sua attività in relazione all’organizzazione di un vertice con il leader russo ha anche l’obiettivo di mostrare la sua presunta attenzione costruttiva al processo di risoluzione, ma in realtà si tratta semplicemente di sostituire il lavoro serio, duro e difficile per concordare i principi di una risoluzione sostenibile della crisi… con effetti speciali e trucchi nello stile di KVN e Kvartal 95», ha detto, riferendosi agli spettacoli in cui Zelens’kyj è apparso durante il suo periodo come comico.
Secondo quanto affermato dal collaboratore del Cremlino Yury Ushakov, durante la telefonata di lunedì Putin e Trump hanno sostenuto l’idea di proseguire i colloqui diretti tra Russia e Ucraina, ripresi a Istanbul a maggio, e hanno discusso la possibilità di elevare il livello dei funzionari che vi prendono parte.
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Geopolitica
Attacco aereo pakistano uccide nove bambini afghani
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Geopolitica
Trump pronto a parlare con Maduro
Il presidente statunitense Donald Trump intende avviare un dialogo diretto con il presidente venezuelano Nicolás Maduro, nonostante la recente designazione di quest’ultimo come capo di un’organizzazione terroristica straniera da parte di Washington. Lo riporta Axios citando fonti dell’amministrazione.
Gli USA hanno ufficialmente etichettato il «Cartel de los Soles» – una presunta rete criminale operante all’interno dei servizi segreti venezuelani – come entità terroristica straniera, equiparandolo ad Al-Qaeda e all’ISIS. L’annuncio è arrivato lunedì dal Dipartimento del Tesoro, che ha ribadito le accuse di lunga data secondo cui Maduro – la cui legittimità è contestata da Washington – dirigerebbe il gruppo.
Sempre secondo Axios, questa mossa di Trump segna un’inversione di rotta nella sua «diplomazia delle cannoniere» verso il Venezuela e potrebbe segnalare che, nel breve termine, sono improbabili attacchi missilistici o operazioni terrestri americane.
«Nessuno ha intenzione di sparargli o rapirlo, a questo punto. Non lo escluderei mai, ma non è il piano attuale», ha confidato ad Axios un funzionario anonimo al corrente dei fatti. «Nel frattempo, faremo saltare in aria le imbarcazioni che trasportano droga. Fermeremo il traffico di stupefacenti», ha aggiunto.
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Non è ancora stata fissata una data per la possibile telefonata tra Trump e Maduro, che è «in fase di pianificazione», ha precisato un’altra fonte USA.
La decisione giunge dopo quasi due mesi di raid aerei americani su piccole navi al largo delle coste venezuelane, che il Pentagono descrive come operazioni contro il «narcoterrorismo» e che hanno causato circa 80 morti.
Il termine «Cartello dei Soli» è emerso negli anni Nonvanta per la presunta corruzione tra ufficiali venezuelani che ostentavano spalline a forma di sole. Nel 2020, durante il primo mandato di Trump, gli USA hanno incriminato Maduro e 14 alti funzionari (attuali o ex) per narcotraffico e criminalità organizzata, accusandoli di gestire collettivamente la rete. Maduro ha sempre smentito le imputazioni e ha avvertito Washington contro una «guerra folle».
Secondo indiscrezioni, Trump ha anche autorizzato una serie di misure per incalzare Caracas e prepararsi a un’eventuale campagna militare su scala più ampia, inclusi operazioni clandestine della CIA contro il regime di Maduro.
Caracas ha denunciato l’accrescimento della presenza militare USA come un’aggressione alla sovranità nazionale e un tentativo di golpe, ponendo le sue forze in allerta massima. Maduro, dal canto suo, ha dichiarato che il Venezuela è pronto a negoziati «faccia a faccia» con Washington.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Candace Owens afferma che il governo francese ha dato il «via libera» al suo assassinio
🚨 URGENT Two days ago I was contacted by a high-ranking employee of the French Government. After determining this person’s position and proximity to the French couple, I have deemed the information they gave me to be credible enough to share publicly in the event that something…
— Candace Owens (@RealCandaceO) November 22, 2025
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