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La vittima dell’attacco alla sinagoga di Manchester è stata uccisa a colpi d’arma da fuoco dalla polizia
Una delle due vittime dell’attacco di giovedì fuori da una sinagoga in un sobborgo di Manchester è deceduta dopo essere stata colpita da un agente armato, ha confermato la polizia.
Il capo della polizia della Greater Manchester, Stephen Watson, ha dichiarato che le autorità ritengono che l’aggressore, identificato come Jihad al-Shamie, 35 anni, non fosse armato di pistola e che la ferita mortale sia stata causata da colpi d’arma da fuoco.
«Dalle ulteriori analisi forensi emerge che, purtroppo, questa lesione potrebbe essere stata una tragica e imprevista conseguenza dell’azione urgente compiuta dai miei agenti per fermare questo attacco violento», ha spiegato Watson, come riportato dal Guardian.
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Le vittime sono state identificate come Adrian Daulby, 53 anni, e Melvin Cravitz, 66 anni, uccisi fuori dalla sinagoga della Congregazione Ebraica di Heaton Park a Crumpsall, dopo che al-Shamie, cittadino britannico di origine siriana, avrebbe investito la folla con un’auto e accoltellato un uomo. La polizia ha neutralizzato al-Shamie entro sette minuti dalla segnalazione dell’incidente, giovedì mattina.
Secondo il Guardian, gli agenti armati che hanno aperto il fuoco durante l’attacco sono considerati testimoni, non sospettati, nell’inchiesta sulla sparatoria mortale. L’indagine è condotta dall’Ufficio indipendente per la condotta della polizia, incaricato di supervisionare i casi che coinvolgono l’uso della forza da parte delle autorità.
La polizia ha inoltre riferito che una delle tre vittime ricoverate in ospedale sembra essere stata colpita da proiettili.
Tre persone sono state arrestate con l’accusa di coinvolgimento nella pianificazione di un atto terroristico.
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Immagine screenshot da YouTube
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Le Suore Consolatrici di Narni crescono: una nuova chiesa in costruzione
Di fronte a questa crescita, la congregazione ha intrapreso la costruzione di una nuova chiesa durante l’estate. Il progetto, la cui durata stimata è di due anni e tre mesi, comprende anche l’ampliamento degli edifici: nuovi spazi per il lavoro apostolico, alloggi per i sacerdoti, dodici stanze aggiuntive per le suore – che attualmente condividono le stanze – un chiostro centrale e un parcheggio.
Presente anche in India e negli Stati Uniti, la comunità continua, in collaborazione con la Fraternità San Pio X, la sua missione di consolazione del Sacro Cuore e santificazione delle anime.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Scoperta l’ape «Lucifero»: quando l’Australia finirà di produrre creature disgustose e spaventose?
Nell’Australia Occidentale è stata identificata una nuova specie di ape, battezzata «Lucifer» per le corna diaboliche che contraddistinguono le femmine.
L’annuncio della specie, denominata scientificamente Megachile (Hackeriapis) lucifer, è giunto martedì dalla Curtin University. La ricercatrice principale, Kit Prendergast, ha spiegato che il nome deriva dall’aspetto dell’insetto e dalla serie Netflix Lucifer.
«Il nome calzava a pennello. Sono anche una grande ammiratrice del personaggio di Netflix Lucifero, perciò la decisione è stata immediata», ha dichiarato Prendergast in un comunicato. «La femmina presentava queste straordinarie piccole corna sul volto», ha precisato.
NEW – “Lucifer,” a new bee species with “devil horns” on its females, is discovered in Australia by Dr. Kit Prendergast. pic.twitter.com/cw9XzXbYh8
— Disclose.tv (@disclosetv) November 12, 2025
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Prendergast, docente presso la Facoltà di Scienze molecolari e della vita dell’ateneo, ha incontrato l’ape per la prima volta nel 2019 durante un’indagine su un fiore selvatico a rischio critico di estinzione; le sue peculiarità l’hanno subito colpita, come riportato nello studio apparso sul Journal of Hymenoptera.
L’analisi genetica ha dimostrato che si tratta della prima nuova specie del suo gruppo descritta in oltre vent’anni, ha sottolineato Prendergast, mentre il codice a barre del DNA ha certificato l’unicità del reperto, assente in tutti i principali database e collezioni museali.
La funzione delle corna femminili resta da chiarire, ma gli studiosi ipotizzano un legame con la raccolta di risorse o la protezione del nido. I maschi, invece, ne sono privi.
Il ritrovamento evidenzia l’urgenza di indagare le api native negli ecosistemi vulnerabili ai cambiamenti climatici e all’alterazione degli habitat, ha osservato la Prendergasta, aggiungendo che «dimostra davvero quanta biodiversità resti ancora da scoprire».
La ricercatrice auspica che la notizia sensibilizzi sull’enorme numero di specie ancora ignote alla scienza, soprattutto nelle aree esposte a mutamenti climatici e attività estrattive.
«Molte società minerarie non conducono ancora censimenti sulle api autoctone; così rischiamo di ignorare specie non catalogate, incluse quelle fondamentali per il sostegno di piante ed ecosistemi in pericolo», ha concluso.
La scoperta giunge mentre gli impollinatori, indispensabili per quasi tutte le piante fiorifere del pianeta, affrontano gravi minacce. La distruzione degli habitat e il riscaldamento globale stanno portando numerose specie di api vitali sull’orlo dell’estinzione.
Come riportato da Renovatio 21, gli antipodi sono stati teatro di un’altra spaventosa scoperta: l’identificazione, sulle frasche degli alberi nella regione montuosa tropicale della regione nordorientale del Queensland, di una nuova specie di Acrophylla alta. Si tratta di un ulteriore invertebrato non solo rivoltante di aspetto, ma pure enorme per mole.
A new species of stick insect, suspected to be the heavies insect in Australia, has been discovered in high altitudes of the Atherton Tablelands, North Queensland. 🔎🌿🍃🪰
Read more here 👉https://t.co/MH6uOTb1tz
📸 Professor Angus Emmott @jcu pic.twitter.com/ruzrbUO871— James Cook Uni (@jcu) July 30, 2025
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Immagine di Prendergast e Campbell via Twitter
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Vandalizzata la chiesa parrocchiale di Lourdes
🚨⛪ ALERTE | Voici les INSCRIPTIONS ANTICHRÉTIENNES qui ont été découvertes sur la porte centrale de l’église paroissiale du Sacré-Cœur à Lourdes : “À mort Jésus-Christ” et “Sale race de Jésus-Christ”. https://t.co/UjNvideW8F pic.twitter.com/5FoBTG6aQ8
— L’Écho Chrétien (@lechochretien) November 12, 2025
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