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Terrorismo

La Turchia bombarda obiettivi «terroristici» in Siria e Iraq

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L’aeronautica militare turca ha colpito una serie di obiettivi legati a gruppi curdi nel nord della Siria e in Iraq, ha dichiarato domenica il ministro della Difesa del Paese, Hulusi Akar. I raid hanno fatto seguito all’attacco terroristico della scorsa settimana nel centro di Istanbul.

 

«I rifugi, i bunker, le grotte, i tunnel e i magazzini dei terroristi sono stati distrutti con successo», ha detto il ministro Akar, aggiungendo che «anche il cosiddetto quartier generale dell’organizzazione terroristica è stato colpito e distrutto».

 

Complessivamente, il ministero della Difesa ha affermato che gli attacchi hanno colpito quasi 90 obiettivi, che secondo lui erano collegati al Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) e alle Unità di difesa del popolo curdo (YPG).

 

«Il nostro obiettivo è garantire la sicurezza dei nostri 85 milioni di cittadini e dei nostri confini e rispondere a qualsiasi attacco infido al nostro Paese», ha affermato Akar.

 

I funzionari turchi hanno accusato il PKK dell’esplosione avvenuta domenica in una famosa strada turistica di Istanbul, che ha ucciso sei persone e ne ha ferite più di 80. La polizia ha successivamente arrestato diversi sospetti, tra cui una donna siriana accusata di aver piazzato la bomba.

 

Il PKK, elencato come organizzazione terroristica da Turchia, Stati Uniti e UE, ha negato qualsiasi coinvolgimento nell’attacco. Il PKK – noto in Italia per lo scandalo Abdullah Ocalan, leader dell’organizzazione portato nel nostro Paese da un parlamentare di Rifondazione Comunista, facendo infuriare i turchi – un anno fa ha accusato le forze turche di aver usato armi chimiche in almeno 300 attacchi contro la formazione curda.

 

Il ministro Akar ha affermato che gli attacchi transfrontalieri turchi, soprannominati «Operazione artiglio-spada», sono stati condotti in conformità con il diritto internazionale e il diritto del Paese a difendersi.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’attacco terroristico ha messo ulteriormente a rischio l’alleanza Turchia-USA, nel momento in cui è fondamentale l’assenso di Ankara per l’ingresso delle Nazioni baltiche Svezia e Finlandia nella NATO.

 

Molte tracce in questi ultimi mesi riportavano di attività ISIS su suolo turco, con jihadisti veterani mandati in Libia, in Nagorno-Karabakh (conflitto Armenia-Azerbaigian), in Afghanistan e in Ucraina – e, viste le produzioni di passaporti falsi per i terroristi individuate a Istanbul, chissà dove altro in Europa e America.

 

 

 

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Terrorismo

Jihadisti francesi attaccano le forze governative siriane

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Le nuove autorità siriane hanno lanciato un’ampia operazione militare contro le forze jihadiste straniere rimaste nella provincia nord-occidentale di Idlib, con particolare attenzione ai militanti di origine francese.

 

Il governo damasceno ha dichiarato che questi gruppi, che in passato hanno contribuito a rovesciare l’ex presidente Bashar Assad, costituiscono ora una minaccia alla sicurezza.

 

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR), con sede nel Regno Unito, gli scontri sono scoppiati durante un assalto notturno delle forze governative a un campo noto come «campo francese» nella città di Harem, a ovest di Idlib. Entrambe le parti avrebbero subito perdite, ma il numero esatto di vittime non è stato confermato. Almeno due jihadisti sono stati catturati. Secondo le autorità, il campo sarebbe gestito da combattenti stranieri guidati da Omar Omsen, un cittadino francese di origini senegalesi.

 

Il Servizio di Sicurezza Generale siriano ha specificato che l’obiettivo era arrestare Omsen e ripristinare la stabilità nella regione. Un canale Telegram legato ai jihadisti ha diffuso una dichiarazione del loro leader, che accusava il governo di collaborare con gli Stati Uniti e una «coalizione internazionale» per eliminare i militanti stranieri in Siria, minacciando Damasco di rappresaglie jihadiste e citando il supporto di altri gruppi militanti stranieri.

 

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Un articolo del Washington Post dello scorso maggio riferisce che il governo del presidente ad interim Ahmed al-Sharaa, precedentemente conosciuto come il terrorista jihadista al-Jolani, legato ad al-Qaeda e ISIS, sta affrontando minacce dalle stesse forze che lo hanno insediato al potere a novembre.

 

Secondo un rapporto di Le Monde del 2023, circa 200 cittadini francesi, tra combattenti e loro familiari, si sono stabiliti a Idlib dopo il collasso dello Stato Islamico nel 2019, descritti come «jihadisti francesi irriducibili».

 

Il WaPo a maggio riportava che «militanti sunniti estremisti» hanno compiuto stragi di alawiti sulla costa siriana a marzo, causando almeno 1.300 morti, con altre migliaia morti nei mesi successivi.

 

Come noto, anche i cristiani sono oggetto di continue violenze assassine e genocide da parte dei takfiri jihadisti che perseverano nella loro opera di cruenta persecuzione, tra esecuzioni di donne cristiane e bombe nelle chiese, mentre diviene sempre più chiaro che la sharia è l’unica legge del Paese un tempo laico.

 

Alcuni di questi gruppi jihadisti hanno poi rivolto la loro ostilità contro al-Jolani, specialmente dopo il suo incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha portato alla rimozione delle sanzioni contro la Siria, ma lo ha fatto apparire come un «infedele» agli occhi dei radicali.

 

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Terrorismo

Episodio di terrorismo a Belgrado

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Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha descritto la sparatoria di mercoledì vicino all’Assemblea nazionale di Belgrado come un «terribile attacco terroristico». Un uomo di 70 anni avrebbe aperto il fuoco nella capitale serba e dato fuoco a una tenda.   L’autore, identificato come Vladan Andelkovic, è stato arrestato. Secondo i resoconti, ha ferito un uomo di 57 anni, Milan Bogdanovic, sparandogli e ha poi incendiato una tenda dei sostenitori del presidente Vucić davanti all’Assemblea nazionale. Kurir ha riportato che il sospettato ha anche gettato munizioni tra le fiamme.   La vittima, colpita alla coscia, non ha subito ferite gravi. I vigili del fuoco hanno domato l’incendio, mentre la polizia ha isolato l’area e avviato un’indagine.  

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In un discorso televisivo, Vucic ha condannato l’episodio come un «attacco terroristico contro persone e proprietà», dichiarando che il sospettato aveva acquistato benzina per appiccare intenzionalmente il fuoco alla tenda, con l’obiettivo di seminare paura. Vučić ha mostrato un video in cui Andelkovic afferma di aver agito con intenti suicidi: «L’occupazione del centro città mi infastidisce. Ho dato fuoco alla tenda con la benzina», si sente nella registrazione.   «Volevo che mi uccideste perché non posso più vivere», ha aggiunto l’uomo.   Tuttavia, Vucic ha suggerito che l’uomo potrebbe aver «finto di essere pazzo», sottolineando che il suo passato nelle forze di sicurezza indica una piena consapevolezza delle sue azioni. «Questa persona e i suoi eventuali complici saranno puniti severamente», ha promesso.   Il presidente ha poi invitato a evitare reazioni impulsive: «Ho visto la rabbia causata da questo episodio, alcuni oppositori dei bloccanti vogliono radunarsi, ma chiedo loro di non farlo. La vendetta non porta a nulla di buono. Non deve esserci vendetta, e metto in guardia tutti dal cercarla».     SOSTIENI RENOVATIO 21
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Terrorismo

Preparavano un altro attentato a Trump?

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Il direttore dell’FBI Kash Patel ha dichiarato domenica 19 ottobre a Fox News che i Servizi Segreti (USSS) hanno individuato una «postazione di caccia» con vista diretta sull’uscita dell’Air Force One del presidente Donald Trump presso l’aeroporto internazionale di Palm Beach. L’FBI sta collaborando con l’USSS e le forze dell’ordine della contea di Palm Beach per le indagini.

 

Il Patel ha riferito che, fino a ieri, nessuna persona è stata vista o associata alla postazione sopraelevata. Secondo una fonte anonima delle forze dell’ordine citata da Fox, la postazione, situata su un ramo d’albero, sembra essere stata preparata «mesi fa».

 

 

Tuttavia, il capo delle comunicazioni dell’USSS, Anthony Guglielmi, ha precisato che gli agenti hanno scoperto la postazione giovedì 16 ottobre durante i «preparativi di sicurezza avanzati» per l’arrivo di Trump a Palm Beach. «Non ci sono state ripercussioni sui movimenti e nessuna persona era presente o coinvolta nel luogo», ha dichiarato Guglielmi a Fox News.

 

«Sebbene non possiamo fornire dettagli sugli oggetti specifici o sul loro scopo, questo incidente evidenzia l’importanza delle nostre misure di sicurezza a più livelli», ha aggiunto.

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