Geopolitica
La Svizzera sta valutando «accordi segreti» con la NATO

Il governo svizzero potrebbe rivedere la sua politica di sicurezza intensificando la cooperazione militare con la NATO, il che rappresenterebbe un significativo adeguamento alla sua consolidata politica di neutralità, ha riferito domenica il quotidiano elvetico Blick, citando una bozza di un documento da esso esaminato.
Secondo quanto riportato dal Blick, il Dipartimento federale della difesa, guidato dalla presidente svizzera Viola Amherd, presenterà il 29 agosto un rapporto di una commissione di studio che dovrebbe fornire «impulsi per la politica di sicurezza nei prossimi anni».
Una delle raccomandazioni è quella di rafforzare la cooperazione con la NATO, il che, sostiene la commissione, «rafforzerebbe le capacità di difesa della Svizzera».
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«La NATO rimarrà il garante della sicurezza per l’Europa nel prossimo futuro. È il punto di riferimento per gli eserciti occidentali moderni e definisce gli standard per la tecnologia militare occidentale», ha affermato il rapporto.
La Svizzera mantiene una «neutralità permanente» in conformità con la sua costituzione. I suoi obblighi includono l’astensione «dall’impegnarsi in guerre», il divieto di spedizioni di armi in zone di guerra da o attraverso il suo territorio e la fornitura di truppe mercenarie a paesi coinvolti in conflitti armati, nonché la garanzia della propria difesa.
Sebbene la commissione non abbia raccomandato l’adesione al blocco, ha suggerito di firmare «accordi segreti» per coprire «le minacce provenienti da missili a lungo raggio, la guerra informatica su vasta scala contro gli stati europei o le violazioni dello spazio aereo».
Il rapporto afferma inoltre che la Svizzera dovrebbe prepararsi «seriamente» alla difesa collettiva, inclusa la partecipazione alle esercitazioni NATO. Il quotidiano ha osservato che ciò contraddice la neutralità svizzera.
Gli esperti hanno anche chiesto alla Svizzera di rivedere la legge federale sul materiale bellico, che proibisce la consegna diretta di carri armati svizzeri all’Ucraina. Il documento ha osservato che questa politica «crea confusione e frustrazione tra l’UE e la NATO».
In conclusione, gli esperti hanno raccomandato di rivedere la politica di neutralità per consentire al Paese di «formulare tempestivamente la propria posizione su possibili conflitti (Cina-Taiwan, Russia-NATO) e anticipare possibili richieste».
Il Blick ha osservato che sia la Sinistra che il Partito Democratico Svizzero probabilmente si opporranno alla strategia appena elaborata e faranno di tutto per impedire «più NATO, più UE e meno neutralità».
La neutralità svizzera è stata messa in discussione dalla Russia: il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha accusato Berna di essere diventata «apertamente ostile» a Mosca, poiché ha sostenuto le sanzioni occidentali contro la Russia e ha congelato miliardi di beni russi.
Secondo un sondaggio pubblicato a marzo, circa il 91% della popolazione svizzera ritiene che il Paese dovrebbe rimanere neutrale.
L’Unione Democratica di Centro (UDC – conosciuta anche con l’acronimo tedesco SVP) è emersa come il principale vincitore delle elezioni generali svizzere dell’ottobre 2023, ottenendo il 28,6% dei voti. Il partito aveva condotto una campagna a favore della neutralità e contro l’immigrazione.
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Come riportato da Renovatio 21, novembre 2022 la Confederazione Elvetica aveva ripetuto che non intendeva fornire armi a Kiev per il conflitto con la Federazione Russa. Berna era intervenuta già nel maggio precedente per fermare la riesportazione in Ucraina di munizioni prodotte nella Confederazione.
Ad aprile 2023 il presidente svizzero Alain Berset in un incontro a Berlino ha rifiutato di cedere alla richiesta del cancelliere Scholz di riesportazione di armi svizzere in Ucraina.
A inizio conflitto gli affari tra Berna e Mosca sembrano tuttavia aumentati. Tuttavia, visto l’allineamento di Berna con l’Occidente, fa il ministero degli Esteri russo aveva fatto sapere di non considerare più la Svizzera come neutrale.
La Svizzera aveva inoltre inizialmente rifiutato la rivendicazione di Zelens’kyj sui beni russi confiscati. Lo scorso dicembre, tuttavia, il ministero dell’Economia svizzero ha annunciato di aver congelato beni russi per un valore di 7,94 miliardi di dollari (7,5 miliardi di franchi svizzeri).
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Immagine di NATO North Atlantic Threaty via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic
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Geopolitica
Charlie Kirk una volta si era chiesto se se l’Ucraina avrebbe cercato di ucciderlo

L’attivista conservatore Charlie Kirk, ucciso in un attentato, aveva dichiarato di essere minacciato di morte ogni giorno per le sue posizioni critiche, in particolare contro il sostegno finanziario degli Stati Uniti al conflitto ucraino. Si dice che almeno una minaccia di omicidio, attribuita a un portavoce ucraino, potrebbe essere stata diretta personalmente a lui.
Nel 2023, il Centro per il contrasto alla disinformazione di Kiev ha accusato Kirk di promuovere la «propaganda russa». Nel 2024, un sito ucraino aveva incluso Kirk e la sua organizzazione, Turning Point USA, in una lista nera comprendente 386 individui e 76 gruppi americani contrari al finanziamento dell’Ucraina.
Il transessuale americano Sarah Ashton-Cirillo, già responsabile della comunicazione in lingua inglese per le Forze di Difesa Territoriali ucraine, aveva dichiarato di voler «dare la caccia» a quelli che aveva definito «propagandisti del Cremlino», annunciando un imminente attacco contro una figura vicina al presidente russo Vladimir Putin.
Aveva in seguito minacciato anche giornalisti americani, e dichiarato che «i russi non sono esseri umani».
.@charliekirk11 on Volodymyr Zelenskyy: “The gangster is coming back to extort more American politicians to try to get us further into a no-win war.” pic.twitter.com/AF53AP67rB
— Human Events (@HumanEvents) September 15, 2023
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«Proveranno a uccidere Steve Bannon, Tucker Carlson o forse me?» si era chiesto Kirk, citando altre note figure conservatrici dei media americani.
«Noi non siamo burattini di Putin né propagandisti russi, eppure il New York Times ci etichetta così, Twitter ci etichetta così», aveva affermato Kirk nel suo programma. «E quella persona, finanziata dal Tesoro degli Stati Uniti, dichiara: vi troveremo e vi uccideremo».
La questione se il governo degli Stati Uniti stesse finanziando Ashton-Cirillo è diventata oggetto di dibattito pubblico dopo che la sua dichiarazione è diventata virale, interessando anche l’allora senatore dell’Ohio JD Vance, oggi vicepresidente USA. Il transessuale statunitense fu quindi prontamente rimosso dalle forze armate ucraine.
Kirk è stato un critico costante dello Zelens’kyj, descrivendolo come «un bambino ingrato e capriccioso», un «go-go dancer» che non merita nemmeno un dollaro delle tasse americane e «un burattino della CIA che ha guidato il suo popolo verso un massacro inutile».
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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