Spazio
La NASA utilizza il laser per trasmettere dati da quasi 10 milioni di miglia di distanza
La NASA ha condotto con successo un esperimento per trasmettere dati tramite un raggio laser nel vicino infrarosso dal suo Deep Space Optical Communications (DSOC).
Il DSOC sta volando a bordo della navicella spaziale Psyche e il raggio laser ha viaggiato da quasi 10 milioni di miglia di distanza (circa 40 volte più lontano della Luna dalla Terra), fino al telescopio Hale presso l’Osservatorio Palomar del Caltech nella contea di San Diego.
L’esperimento doveva garantire che tutti i collegamenti funzionassero correttamente e non trasportava dati dalla missione stessa, ma solo dati sperimentali. La navicella spaziale Psyche è in rotta verso la fascia degli asteroidi tra Marte e Giove ed è stata lanciata il 13 ottobre 2023.
Finora le comunicazioni tra i centri spaziali terrestri e le missioni spaziali sono state effettuate tramite onde radio; sebbene si muovano alla velocità della luce, tecnologicamente la loro larghezza di banda è limitata: i laser possono trasmettere molti più dati.
Questa riuscita creazione del collegamento di comunicazione è nota come «prima luce».
La NASA ha citato uno degli scienziati che ha valutato: «il raggiungimento della prima luce è uno dei tanti traguardi critici del DSOC nei prossimi mesi, aprendo la strada verso comunicazioni con una velocità di dati più elevata in grado di inviare informazioni scientifiche, immagini ad alta definizione e streaming video in supporto del prossimo passo da gigante dell’umanità: l’invio di esseri umani su Marte», ha affermato Trudy Kortes, direttrice delle dimostrazioni tecnologiche per la direzione della missione della tecnologia spaziale presso la sede della NASA a Washington.
Come riportato da Renovatio 21, anni fa, lanciarono in orbita un primo satellite in grado di comunicare attraverso laser a cifratura quantistica, un sistema di trasmissione di dati praticamente indecifrabile, che fornisce un vantaggio non indifferente rispetto agli avversari.
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Spazio
L’Europa militarizza la sua agenzia spaziale
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Bizzarria
Astronauta lesbica non violò i conti bancari della «moglie» mentre era in orbita: nessun crimine spaziale
Summer Worden, ex «moglie» di un’astronauta della NASA, si è dichiarata colpevole di aver fornito false informazioni alle autorità federali riguardo a quanto ritenuto il primo reato commesso nello spazio.
Secondo l’ufficio del procuratore statunitense per il distretto meridionale del Texas, la 50enne del Kansas rischia ora fino a cinque anni di carcere federale e una multa fino a 250.000 dollari per le bugie raccontate su Anne McClain.
«Nel luglio 2019, Summer Heather Worden ha accusato il suo ex coniuge di aver indovinato la password e di essere entrato illegalmente nel suo conto bancario mentre era in missione sulla Stazione Spaziale Internazionale», ha spiegato l’ufficio.
Tuttavia, la «Worden aveva aperto il conto nell’aprile 2018, e entrambe le parti vi avevano accesso fino a gennaio 2019, quando Worden ne aveva cambiato le credenziali». L’inchiesta ha appurato che Worden aveva concesso l’accesso al coniuge almeno dal 2015, condividendo regolarmente le credenziali bancarie.
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La denuncia iniziale della Worden – la prima accusa di un crimine spaziale – aveva innescato indagini da parte della Federal Trade Commission e dell’Ispettore generale della NASA, come riportato dal New York Times.
Il quotidiano descrive la Worden come un’ex ufficiale decorata dell’intelligence dell’Aeronautica USA, mentre McClain – diplomata a West Point, veterana della guerra in Iraq ed entrata alla NASA nel 2013 – è rientrata sulla Stazione Spaziale Internazionale a marzo come comandante della missione SpaceX Crew-10, atterrando in agosto.
La Worden e la McClain, lesbiche «sposate» dal 2014, hanno divorziato a gennaio 2020, dopo che McClain l’aveva accusata di aggressione (caso poi archiviato), secondo KSDK.
I procuratori hanno precisato che la sentenza per Worden sarà emessa il 12 febbraio 2026, e che le è concessa la libertà su cauzione in attesa dell’udienza.
La McClain non è la prima lesbica spaziale: Sally Ride è riconosciuta come la prima donna omofila orbitante. Il pubblico venne a conoscenza del suo orientamento sessuale dopo la sua morte nel 2012 attraverso il suo necrologio, che menzionava la sua relazione durata 27 anni con Tam O’Shaughnessy. La Ride fu anche la prima donna americana nello spazio, raggiungendo questo traguardo nel 1983: la prima femmina che gli USA hanno mandato in orbita era omosessuale.
La comunità LGBT, la cui egemonia culturale è oramai al capolinea, ritiene che la vita e la successiva rivelazione della sua sessualità della Ride mettono in luce la comunità queer nascosta nell’esplorazione spaziale, un’operazione che hanno tanto con altri settori, come con l’industria cinematografica hollywoodiana e i suoi omosessuali nascosti.
Ora, tuttavia, il lesbismo può esistere, venendo pure ovviamente promosso, alla luce del sole, anche al di fuori dell’atmosfera.
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Spazio
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