5G
La Cina dietro alla separazione tra Grillo e Conte?
La furiosa lite tra Giuseppe Conte, sedicente «leader in pectore» del Movimento 5 Stelle (pure, a quanto sappiamo, non essendone iscritto) e il cofondatore Beppe Grillo si sarebbe consumata a causa di questioni «estere».
Secondo un retroscena svelato da Repubblica, Conte non avrebbe accettato che il comico genovese si sia arrogato il diritto di essere «rappresentante internazionale del Movimento nel mondo». Come noto, il Grillo aveva incontrato – per la seconda volta dopo una visita nel novembre 2019, da cui uscì mostrano in pubblico una profetica mascherina facciale – l’ambasciatore cinese in Italia Lin Junhua, e l’incontro era avvenuto, molto simbolicamente, mentre in Cornovaglia Draghi vedeva Biden e gli altri leader del G7.
In modo goffo, girovagando disorientato o sterzando all’ultimo secondo, il Conte, nella speranza di divenire capo del partito grillino senza farne parte, sta cercando di riposizionare in senso atlantista la sua posizione
A Conte hanno subito rinfacciato come risulti che all’incontro con l’ambasciatore del Dragone dovesse esserci anche lui, che poi si è sfilato all’ultimo per «impegni concomitanti»: una scusa talmente maldestra che qualcuno ci ha scherzato su, dicendo che «c’aveva judo».
Qualcuno sussurra: in modo goffo, girovagando disorientato o sterzando all’ultimo secondo, il Conte, nella speranza di divenire capo del partito grillino (ma un po’ di decoro, questi proprio non ce l’hanno?) senza farne parte, sta cercando di riposizionare in senso atlantista la sua posizione. L’operazione dovrebbe riuscire, ostacoli non ve ne sono: Di Maio, che non ci capisce moltissimo di politica estera (memorabile quando, da ministro, incontrò pubblicamente i capi dei Gilet Gialli) ma sappiamo che tiene agli equilibri; Di Battista, che si è messo in un lustro sabbatico per nutrire il suo terzomondismo turistico, è (per fortuna!) oramai fuori dai giochi.
A noi, tuttavia, affiorano alcuni ricordi. Nel 2019, ai tempi del Conte uno, l’Italia è l’unico Paese europeo ad aderire alla Belt and Road Initiative, il progetto cinese da trilioni di dollari di infrastrutture intercontinentali chiamato anche «nuova Via della Seta». A dare una mano, lo ricordiamo, anche l’allora sottosegretario MISE in quota leghista Michele Geraci.
Nel 2019, ai tempi del Conte uno, l’Italia è l’unico Paese europeo ad aderire alla Belt and Road Initiative, il progetto cinese da trilioni di dollari di infrastrutture intercontinentali chiamato anche «nuova Via della Seta».
Soprattutto, i capolavori filocinesi il Conte lo fece nel suo governo bis, proprio durante la pandemia venuta dalla Cina. Ricorderete, nel marzo 2020, il decreto «Cura Italia», che Renovatio 21 ribattezzò «decreto Cina Italia».
Indiscrezioni captate dal Corriere parlarono di uno stallo del decreto quando alcuni parlamentari PD filo-atlantisti si accorsero che dentro la legge erano nascosti possibili scorciatoie per dare l’impianto nazionale del 5G al miglior offerente, il cui nome non veniva fatto tuttavia era identificabile con una grande azienda di telecomunicazioni legata, come tutte le grandi aziende cinesi, allo Stato profondo pechinese.
«Nel governo iniziava un estenuante braccio di ferro (…) nel Pd anche il titolare dell’Economia Gualtieri e il capodelegazione Franceschini prendevano posizione, con Conte e Di Maio sull’altro fronte». scrisse il quotidiano di via Solferino. «Per ben due volte le norme volute dal ministro Pisano (assai vicina a Casaleggio) sono state al centro di una trattativa di revisione: l’ultima versione prevede che a gestire la gara sia un comitato tecnico insediato a Palazzo Chigi».
I capolavori filocinesi il Conte lo fece nel suo governo bis, proprio durante la pandemia venuta dalla Cina. Ricorderete, nel marzo 2020, il decreto «Cura Italia», che Renovatio 21 ribattezzò «decreto Cina Italia»
La scelta del fornitore della rete 5G non è cosa da poco: «Chi controlla il 5G, potrà controllare non solo la sicurezza nazionale, ma anche le informazioni private riguardo ai singoli cittadini» scriveva allora Renovatio 21.
Ma non si tratta solo di tecnologie di capitale importanza come il 5G. Da dove credete che vengano tutti quei monopattini elettrici (molti dei quali sono misteriosamente posseduti da orgogliosi immigrati teoricamente nullatenenti) pagati con i soldi del contribuente? Diremo di più: leggi e decreti riguardo la cosiddetta «micromobilità elettrica» fanno specifica menzione, tra i vari aggeggi infantili per i quali stanno bruciando le nostre tasse, di un veicolo particolare: il segway.
Ebbene, prima che un affare elettrico, il Segway è (o meglio, era) un brand: una marca. Creato nel 2009 in New Hampshire, nel 2015 Segway fu acquistato da Ninebot, megaditta pechinese specializzata in robotica di trasporto, attualmente fra i principali produttori dei dispositivi incentivati in circolazione.
Nel luglio del 2020 la Ninebot ha cessato la produzione del principale modello del Segway: no, grillini e compagni non riescono nemmeno ad essere aggiornati, del resto chi altro potevano trovarsi i cinesi, vista la propensione per i prodotti scadenti?
In pratica, l’Italia è riuscita a nominare in una legge un brand cinese. E poi dicono che lo scandalo fu quando Di Maio ricomprò dai cinesi le mascherine che aveva donato loro ad inizio pandemia… Con evidenza, in moltissimo non abbiamo capito quanto è radicato il problema
Ad ogni modo, nel luglio del 2020 la Ninebot ha cessato la produzione del principale modello del Segway: no, grillini e compagni non riescono nemmeno ad essere aggiornati, del resto chi altro potevano trovarsi i cinesi, vista la propensione per i prodotti scadenti?
Immagine di U.S. Department of State di pubblico dominio. Colori modificati
5G
Studio collega l’aumento dei problemi di memoria nei bambini all’esposizione alle radiazioni wireless
Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Bambini e adolescenti in Svezia e Norvegia stanno sperimentando un aumento «allarmante» dei problemi di memoria, secondo gli autori di un nuovo studio peer-reviewed che ha collegato il problema alla maggiore esposizione alle radiazioni wireless. «L’esposizione alle radiazioni deve essere ridotta e le persone devono essere informate sui rischi per la salute associati», ha affermato uno degli autori dello studio.
In Svezia e Norvegia, bambini e adolescenti stanno riscontrando un aumento «allarmante» dei problemi di memoria , che gli autori di un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria attribuiscono alla maggiore esposizione alle radiazioni wireless.
«Il forte aumento dei problemi di memoria non può essere spiegato solo da cambiamenti nei criteri diagnostici o dalla segnalazione ai registri», ha affermato in un comunicato stampa il dottor Lennart Hardell, Ph.D., uno degli autori dello studio.
«Invitiamo le autorità sanitarie pubbliche a prendere seriamente in considerazione i nostri risultati sull’aumento del numero di bambini con problemi di memoria e a considerare la crescente esposizione dei bambini alle radiazioni wireless come possibile causa» ha aggiunto.
«Pertanto, chiediamo misure volte a ridurre l’esposizione alle radiazioni RF [radiazioni a radiofrequenza] per proteggere il cervello e la salute generale dei bambini».
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Lo studio è stato pubblicato questo mese negli Archives of Clinical and Biomedical Research. Hardell, oncologo ed epidemiologo presso l’Environment and Cancer Research Foundation , è autore di oltre 350 articoli, quasi 60 dei quali riguardano le radiazioni RF. È anche uno dei primi ricercatori a pubblicare rapporti sulla tossicità dell’Agente Arancio.
Hardell e l’autrice principale dello studio, Mona Nilsson, co-fondatrice e direttrice della Swedish Radiation Protection Foundation , hanno esaminato i dati sanitari nazionali in Svezia e Norvegia e hanno scoperto che il numero di visite mediche per disturbi della memoria nei bambini norvegesi di età compresa tra 5 e 19 anni è aumentato di circa 8,5 volte dal 2006 al 2024.
In Svezia, il numero di bambini di età compresa tra 5 e 19 anni a cui è stato diagnosticato un lieve deterioramento cognitivo (una diagnosi che include problemi di memoria) è aumentato di quasi 60 volte dal 2010 al 2024.
«I risultati devono essere presi sul serio e valutati», ha dichiarato Hardell a The Defender. «È necessario intervenire per ridurre l’esposizione complessiva dei bambini, soprattutto nelle scuole».
Nilsson concorda. «Queste tendenze allarmanti devono essere invertite: l’esposizione alle radiazioni deve essere ridotta e la gente deve essere informata sui rischi per la salute associati», ha affermato.
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Gli autori collegano i problemi di memoria alle radiazioni wireless
Nel loro rapporto gli autori sostengono che le radiazioni wireless sono una delle principali cause del declino della memoria nei bambini.
Hanno citato numerosi studi epidemiologici e sperimentali che dimostrano che livelli molto bassi di radiazioni RF possono avere effetti negativi sul cervello, in particolare sull’ippocampo , che svolge un ruolo centrale nella memoria e nell’apprendimento.
«Esistono numerose prove [risalenti a] diversi decenni fa, sia sugli animali che sugli esseri umani, che le radiazioni RF compromettono la memoria», ha affermato Nilsson. «Le tendenze che stiamo osservando coincidono strettamente con il forte aumento dell’esposizione di bambini e adolescenti alle radiazioni RF».
L’esposizione alla tecnologia wireless è aumentata negli ultimi dieci anni a causa del crescente utilizzo di cellulari, cuffie wireless, Wi-Fi e 5G, ha affermato Hardell.
«Naturalmente, non si possono escludere altri fattori contribuenti», ha affermato. «Tuttavia, devono essere definiti e non basati su discussioni ipotetiche».
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Una nuova indagine prende di mira il rapporto europeo «di parte» sulle radiazioni RF
Il nuovo studio coincide con l’indagine del Mediatore europeo sul modo in cui la Commissione Europea ha gestito un rapporto chiave che non ha trovato prove «moderate o forti» che collegassero gli effetti negativi sulla salute all’esposizione cronica o acuta alle radiazioni RF delle tecnologie wireless esistenti.
Il Mediatore europeo, che «indaga sui reclami relativi a cattiva amministrazione da parte delle istituzioni e degli organi dell’UE [Unione Europea]», interrogherà la Commissione europea su come ha scelto gli esperti per redigere il rapporto, ha affermato Sophie Pelletier, presidente di PRIARTEM/Electrosensibles de France , in un comunicato stampa del 22 ottobre.
Il rapporto, denominato Parere SCHEER , è stato adottato nell’aprile 2023 dal Comitato scientifico per la salute, l’ambiente e i rischi emergenti (SCHEER) della Commissione Europea.
Secondo una critica pubblicata nell’ottobre 2023 dal Consiglio per la sicurezza delle telecomunicazioni in Danimarca e dalla Fondazione svedese per la protezione dalle radiazioni, il parere dello SCHEER era «chiaramente di parte».
L’indagine nasce da una denuncia presentata da diverse organizzazioni non profit europee, tra cui la Swedish Radiation Protection Foundation, che sostengono che gli autori del parere SCHEER avessero conflitti di interesse dovuti a legami con l’industria o a ricerche finanziate dall’industria.
Le organizzazioni non profit hanno inoltre affermato che la Commissione europea ha escluso dal gruppo di lavoro del rapporto gli esperti critici sui possibili effetti sulla salute delle radiazioni wireless e che gli autori del rapporto hanno ignorato gli studi sottoposti a revisione paritaria che dimostrano gli effetti nocivi dell’esposizione al di sotto dei limiti attuali.
Negli Stati Uniti, la Federal Communications Commission (FCC) non ha aggiornato i limiti di esposizione alle radiazioni RF dal 1996 e li basa in gran parte su alcuni piccoli studi campione condotti negli anni Settanta e Ottanta.
La FCC non ha ancora ottemperato all’obbligo imposto dal tribunale nel 2021 di spiegare in che modo ha stabilito che le sue attuali linee guida proteggono adeguatamente gli esseri umani e l’ambiente dagli effetti nocivi dell’esposizione alle radiazioni RF.
Suzanne Burdick
Ph.D.
© 23 ottobre, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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5G
Gli scienziati affermano che le revisioni OMS minimizzano i rischi legati alle radiazioni dei cellulari
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L’OMS si prepara a pubblicare una «monografia» utilizzata per stabilire regolamenti e limiti di sicurezza
L’ICBE-EMF ha pubblicato il suo rapporto il 2 ottobre su Environmental Health in risposta a 12 revisioni sistematiche sostenute dall’OMS sui possibili effetti sulla salute delle radiazioni RF. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention, una revisione sistematica «tenta di raccogliere e analizzare tutte le prove che rispondono a una domanda specifica». L’OMS sta pubblicando le revisioni in preparazione di una monografia sui criteri di salute ambientale dell’OMS sui possibili rischi per la salute derivanti dalle radiofrequenze. I governi utilizzeranno probabilmente la monografia per stabilire standard di sicurezza e normativi. Ron Melnick, Ph.D., consulente senior dell’ICBE-EMF, ha affermato che l’ICBE-EMF ha esaminato le revisioni dell’OMS «per via del nostro coinvolgimento di lunga data in questa ricerca e della potenziale influenza che queste revisioni potrebbero avere sulle future decisioni politiche». Melnick è l’ex tossicologo senior presso il National Toxicology Program e il National Institute of Environmental Health Sciences. L’ICBE-EMF ha segnalato che gli autori delle revisioni dell’OMS hanno escluso studi rilevanti, si sono basati su studi deboli e hanno combinato in modo improprio studi con condizioni di esposizione molto diverse. Questi difetti metodologici hanno distorto le conclusioni delle revisioni. Ad esempio, la maggior parte degli autori ha cercato di riassumere matematicamente i risultati di studi molto diversi in un’unica revisione. Raggruppare diversi studi in un’unica revisione può nascondere differenze importanti, ha affermato durante la conferenza stampa Joel Moskowitz, Ph.D., direttore del Center for Family and Community Health presso l’Università della California, Berkeley.Sostieni Renovatio 21
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Linee guida scientifiche sulla sicurezza delle radiazioni RF «urgentemente necessarie»
Un’indagine condotta da The Defender ha scoperto che la Federal Communications Commission (FCC) basa il suo standard di sicurezza sulle radiazioni RF per gli esseri umani in gran parte su alcuni studi su piccoli campioni condotti negli anni Settanta e Ottanta. La FCC ha basato il suo standard, che non è stato aggiornato dal 1996, sul presupposto che le radiazioni RF possano causare danni solo a livelli sufficientemente elevati da riscaldare i tessuti corporei. Nel 2022, l’ICBE-EMF ha pubblicato un articolo sottoposto a revisione paritaria che confutava questa ipotesi, denominato «paradigma solo termico». L’ICBE-EMF ha affermato nel suo rapporto del 2 ottobre che «sono urgentemente necessarie linee guida riviste e basate sulla scienza, che proteggano la salute umana e l’ambiente». La FCC non ha ancora ottemperato all’obbligo imposto dal tribunale di spiegare in che modo ha stabilito che le sue attuali linee guida proteggono adeguatamente gli esseri umani e l’ambiente dagli effetti nocivi dell’esposizione alle radiazioni RF. Brenda Baletti Ph.D. © 16 ottobre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD. Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
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I bambini che vivono in case con alti livelli di radiazioni wireless hanno un rischio triplo di ritardi nello sviluppo
Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Uno studio condotto su 105 neonati in India ha dimostrato che coloro che vivevano in case con livelli elevati e medi di radiazioni wireless, tra cui router Wi-Fi, cellulari e torri cellulari nelle vicinanze, mostravano, in media, peggiori capacità motorie fini, di comunicazione e di risoluzione dei problemi rispetto ai neonati che vivevano in case con livelli più bassi di radiazioni wireless.
Secondo un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria, i neonati che vivono in case con alti livelli di radiazioni wireless avevano una probabilità più che tripla di sviluppare difficoltà nella risoluzione dei problemi e quasi tre volte maggiore di avere ritardi motori fini rispetto ai neonati che vivono in case con bassi livelli di radiazioni wireless.
«Avere dati che dimostrano che il normale sviluppo dei bambini è minacciato da un’antenna o da un router Wi-Fi nelle vicinanze dovrebbe allertare l’opinione pubblica su questa situazione disastrosa», ha affermato il dottor Robert Brown, vicepresidente della Ricerca Scientifica e degli Affari Clinici dell’Environmental Health Trust. «La gente deve svegliarsi».
Secondo il rapporto degli autori, i bambini sono più colpiti dalle radiazioni wireless rispetto agli adulti:
«Dato che i bambini hanno un sistema nervoso in via di sviluppo con un contenuto di acqua e una concentrazione di ioni più elevati, il loro tessuto cerebrale è più soggetto a deterioramento a causa dell’energia emessa dai cellulari tenuti vicino alla testa rispetto a quello degli adulti».
«Nei tessuti cerebrali periferici dei bambini viene assorbita circa il doppio dell’energia dei telefoni cellulari rispetto a quella degli adulti.
Lo studio è stato pubblicato il 10 luglio su Cureus, una rivista della Springer Nature.
Cosa hanno scoperto i ricercatori
Lo studio ha dimostrato che i bambini nei gruppi ad alta e media esposizione hanno ottenuto risultati peggiori, in media, rispetto ai bambini nel gruppo a bassa esposizione in abilità quali motricità grossolana, motricità fine, comunicazione, risoluzione dei problemi e abilità personali e sociali.
I bambini nei gruppi ad alta e media esposizione avevano una probabilità più di tre volte maggiore di mostrare ritardi nelle capacità di risoluzione dei problemi, come capire come raggiungere un giocattolo, rispetto a quelli nel gruppo a bassa esposizione (rispettivamente 3,67 e 3,12).
I bambini nel gruppo ad alta esposizione avevano quasi tre volte più probabilità (2,74) di mostrare ritardi nella coordinazione occhio-mano, come difficoltà ad impilare i blocchi, rispetto al gruppo a bassa esposizione.
I soggetti appartenenti al gruppo di esposizione media avevano un rischio di ritardi personali e sociali quasi triplo (2,67) rispetto al gruppo di esposizione bassa.
Il gruppo ad alta esposizione presentava anche la percentuale più alta (11,5%) di neonati con problemi emotivo-sociali, rispetto al gruppo a bassa esposizione (0%).
Come hanno condotto lo studio i ricercatori
Un ingegnere ha misurato il livello dei campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF-EMF) nelle case di 105 bambini a Mumbai, in India, per ottenere una valutazione reale delle radiazioni wireless emesse dai dispositivi wireless di ogni casa, tra cui router Wi-Fi, cellulari e gadget Bluetooth, e dalle torri cellulari vicine.
Sulla base delle misurazioni effettuate dall’ingegnere, gli autori hanno suddiviso i neonati in gruppi con esposizione alle radiazioni alta, media e bassa.
Durante il controllo di routine del benessere di ogni bambino, i genitori hanno completato gli strumenti di screening utilizzati dagli autori dello studio per valutare i ritardi dello sviluppo neurologico. Gli strumenti hanno misurato la capacità di problem solving, la comunicazione, le capacità motorie fini e grossolane e l’interazione sociale del bambino.
Quando i genitori hanno completato le valutazioni, i bambini avevano un’età compresa tra 2 e 12 mesi.
Utilizzando analisi statistiche, gli autori hanno confrontato le capacità neuroevolutive dei bambini nei tre gruppi.
Secondo lo studio, i neonati esposti a livelli più elevati di radiazioni hanno avuto esiti peggiori nello sviluppo neurologico, anche dopo aver tenuto conto delle differenze di peso alla nascita, stato socioeconomico e sesso.
I risultati non dimostrano che l’esposizione alle radiazioni wireless abbia causato ritardi, hanno affermato gli autori, ma «è necessario monitorare lo sviluppo neurologico dei bambini nei quali si prevede che le radiazioni RF-EMF siano più elevate».
Ciò include le case molto vicine alle torri della telefonia mobile o dotate di numerosi dispositivi wireless.
Le abitazioni del gruppo ad alta esposizione presentavano un livello di radiazione mediano di 32,36 milliwatt per metro quadrato (mW/m²). I livelli di radiazione mediano nei gruppi a media e bassa esposizione erano rispettivamente di 8,66 e 0,62 mW/m².
L’Institute of Building Biology & Sustainability classifica tutto ciò che supera 1 milliwatt per metro quadrato nella fascia di «estrema preoccupazione», ha affermato Fariha Husain, responsabile del programma sulle radiazioni elettromagnetiche (EMR) e wireless del Children’s Health Defense (CHD).
I limiti della Federal Communications Commission per le radiazioni wireless per la popolazione generale sono di 10.000 milliwatt per metro quadrato, ma tali limiti sono «ridicolmente alti per progettazione», ha affermato Husain.
Eric Windheim, specialista certificato in EMR di Building Biology che misura regolarmente le radiazioni wireless nelle case degli Stati Uniti, ha affermato di osservare raramente livelli pari o superiori a 32,36 mW/m². Quando ciò accade, si verifica in case molto vicine a un ripetitore cellulare o quando si trova a meno di un metro da un cellulare o da un router Wi-Fi.
Gli autori dello studio non hanno specificato in quale punto esatto delle case dei bambini siano state effettuate le misurazioni delle radiazioni.
Lo studio è in corso e gli autori intendono pubblicare i risultati futuri man mano che i bambini si svilupperanno.
The Defender ha contattato l’autore corrispondente dello studio per chiedere un commento, ma non ha ricevuto risposta entro la scadenza.
L’industria wireless deve «iniziare a competere sulla sicurezza»
Un numero crescente di studi collega gli effetti negativi sulla salute all’esposizione alle radiazioni wireless, ha affermato Miriam Eckenfels, direttrice del programma EMR & Wireless del CHD.
«Persino l’Organizzazione Mondiale della Sanità, accusata di aver coinvolto ricercatori di parte, ha recentemente pubblicato una revisione sistematica che dimostra come esistano solide prove che collegano le radiazioni dei cellulari al cancro negli animali», ha affermato Eckenfels.
Brown, un radiologo diagnostico con oltre 30 anni di esperienza, ha pubblicato all’inizio di quest’anno una ricerca che dimostrava che le cellule del sangue di una donna adulta sana si aggregavano in modo anomalo dopo appena cinque minuti in cui teneva un cellulare inattivo appoggiato sulla gamba.
Ha affermato che il nuovo studio condotto sui bambini potrebbe suscitare nelle giovani generazioni una maggiore urgenza di affrontare i pericoli delle radiazioni wireless rispetto agli studi condotti sugli adulti.
«Come padre, riconosco che i genitori sono disposti a fare sacrifici significativi al proprio stile di vita per proteggere i loro figli piccoli», ha affermato Brown.
Joe Sandri, presidente e consulente generale dell’Environmental Health Trust, ha affermato che il nuovo studio, «insieme ai troppi studi precedenti che mostrano effetti negativi sulla salute derivanti dalle radiazioni wireless», rafforza la necessità per l’industria delle telecomunicazioni e i suoi enti regolatori di dare priorità alla salute umana.
Ad esempio, secondo gli scienziati della Commissione internazionale sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici, i produttori di cellulari potrebbero apportare delle «semplici soluzioni ingegneristiche» che ridurrebbero drasticamente la quantità di radiazioni emesse dai telefoni.
«È giunto il momento che l’industria inizi a competere sulla sicurezza», ha affermato Sandri. «I consumatori la richiedono e gli azionisti dell’industria dovrebbero aspettarselo».
Suzanne Burdick
Ph.D.
© 20 agosto 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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