Terrorismo
Indonesia, attentato suicida contro una stazione di polizia: un morto e 10 feriti

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Il responsabile è Agus Sujatno, un membro dell’organizzazione terroristica Jamaah Ansharut Daulah (JAD). Alcuni messaggi ritrovati dagli agenti inneggiavano contro il nuovo codice penale indonesiano approvato nei giorni scorsi.
Un attentatore suicida si è fatto esplodere questa mattina all’interno della stazione di polizia di Astanaanyar, a Bandung, nella provincia di Giava occidentale, causando la morte di un poliziotto e il ferimento di altre 10 persone.
L’autore è stato identificato come Agus Sujatno, alias Agus Muslim, arrestato nel 2017 dopo aver fatto esplodere una bomba a pressione nel cortile di un ufficio governativo a Bandung senza aver causato vittime. Al tempo era stato condannato a 4 anni di detenzione nel carcere di massima sicurezza sull’isola di Nusakambangan. È stato rilasciato a ottobre dello scorso anno.
Agus «è affiliato alla frangia JAD di Bandung o di Giava occidentale» ha detto il capo della polizia nazionale, Listyo Sigit Prabowo, in conferenza stampa, riferendosi al principale gruppo terroristico del Paese, la Jamaah Ansharut Daulah, organizzazione che dal 2015 raccoglie decine di sottogruppi che hanno giurato fedeltà allo Stato islamico (ISIS). Il capo della polizia ha aggiunto che l’aggressore aveva portato due bombe sulla scena, ma solo una è stata fatta esplodere.
Questa mattina la polizia ha anche confiscato una motocicletta su cui era attaccato un adesivo con la bandiera dell’ISIS. Sulla carrozzeria era inoltre presente un messaggio di protesta contro il nuovo codice penale dell’Indonesia approvato nei giorni scorsi, definito come un prodotto degli infedeli. I membri della rete terroristica, che vorrebbero imporre la legge islamica a tutto il territorio, rifiutano le leggi degli Stati moderni.
Membri della JAD ad hanno condotto diversi attentati in Indonesia, il Paese a maggioranza musulmana più popoloso al mondo, tra cui un attacco suicida alla chiesa cattolica di Makassar, nel Sulawesi meridionale a marzo 2021 e uno alla chiesa cattolica di Surabaya, a Giava orientale, nel 2018.
Tra il 2011 e il 2019 le stazioni di polizia e le Forze dell’ordine sono state più volte prese di mira.
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Immagine screenshot da YouTube
Terrorismo
Hamas giustizia sette uomini a Gaza

Un recente video diffuso sui social media mostra Hamas praticare pubblicamente l’esecuzione di sette uomini a Gaza.
Le immagini sono state pubblicate lunedì, a sole 24 ore dalla firma di un accordo di cessate il fuoco per porre fine al conflitto a Gaza, mediato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump insieme a Egitto, Qatar e Turchia.
Nel filmato si vedono uomini mascherati e armati, alcuni con le caratteristiche fasce verdi di Hamas, che costringono sette uomini bendati a inginocchiarsi davanti a una folla.
Il video mostra poi gli uomini armati posizionarsi dietro i prigionieri e giustiziarli con colpi alla nuca, mentre la folla urla «Allahu Akbar».
I’m sorry for Mr. FAFO missed the chance to report that Hamas terrorists executed several people in Gaza on Monday evening, accusing them of collaborating with Israel or being involved in ongoing internal fighting between the terror group, local clans and militias. pic.twitter.com/qRO0GZIL7z
— Jeab (@Jeab1030599) October 14, 2025
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Secondo il piano di pace di Trump, Hamas dovrebbe smantellare il proprio arsenale e cedere il controllo di Gaza. Tuttavia, il presidente degli Stati Uniti ha concesso al gruppo militante l’autorizzazione a mantenere il ruolo di forza di sicurezza nell’enclave «per un certo periodo di tempo».
«Hanno eliminato alcune bande molto pericolose… e hanno ucciso diversi membri di queste gang», ha dichiarato ai giornalisti martedì. «A dire il vero, questo non mi ha disturbato molto» aggiungendo che, se Hamas «non si disarmerà, lo faremo noi».
Secondo quanto riportato da Reuters lunedì, il gruppo ha ucciso almeno 32 uomini durante un’operazione di sicurezza a Gaza nel fine settimana. Un funzionario palestinese ha riferito che gli uomini appartenevano a «una gang legata a una famiglia di Gaza City», come citato dall’agenzia di stampa.
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Droni
La polizia sventa un complotto jihadista con droni contro il primo ministro belga

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Terrorismo
L’Ungheria accusa il premier polacco di «difendere i terroristi»

Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha accusato il primo ministro polacco Donald Tusk di «difendere i terroristi» in risposta ai suoi commenti sul sabotaggio dei gasdotti Nord Stream.
Il giorno precedente, in un post su X, Tusk aveva dichiarato che «il problema del North Stream 2 non è che sia stato fatto saltare in aria. Il problema è che è stato costruito».
I gasdotti Nord Stream, che trasportavano gas naturale dalla Russia alla Germania attraverso il fondale del Mar Baltico, sono stati distrutti da un’esplosione poco dopo l’escalation del conflitto in Ucraina nel 2022.
Szijjarto ha criticato aspramente il post di Tusk, chiedendosi cos’altro il primo ministro polacco potesse considerare «perdonabile o addirittura lodevole».
«Secondo Donald Tusk, far saltare in aria un gasdotto è accettabile», ha scritto.
«È scioccante… Una cosa è chiara: non vogliamo un’Europa in cui i primi ministri difendono i terroristi», ha aggiunto.
According to @donaldtusk, blowing up a gas pipeline is acceptable. That’s shocking as it makes you wonder what else could be blown up and still be considered forgivable or even praiseworthy. One thing is clear: we don’t want a Europe where prime ministers defend terrorists. https://t.co/39wYJkRgfL
— Péter Szijjártó (@FM_Szijjarto) October 8, 2025
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Martedì, Tusk ha dichiarato che non è nell’interesse della Polonia consegnare un cittadino ucraino che, secondo gli investigatori tedeschi, sarebbe coinvolto nel sabotaggio del Nord Stream.
Mentre i procuratori di Berlino hanno attribuito l’attacco a un piccolo gruppo di cittadini ucraini, Mosca ha definito tale versione «ridicola». Il presidente russo Vladimir Putin ha suggerito che l’operazione sia stata probabilmente condotta dagli Stati Uniti – si tratta della famosa tesi spiegata dall’inchiesta giornalistica del premio Pulitzer Seymour Hersh.
Nel 2023, il veterano giornalista investigativo Seymour Hersh pubblicò un reportaggio in cui affermava che l’allora presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva dato l’ordine di distruggere il Nord Stream. Secondo una fonte informata che parlò con il giornalista premio Pulitzer, gli esplosivi erano stati piazzati dai sommozzatori della Marina statunitense qualche mese prima, sotto la copertura di un’esercitazione NATO. La Casa Bianca all’epoca negò il rapporto, definendolo «completa finzione».
Come riportato da Renovatio 21, l’exposé di Hersh è stato successivamente etichettato come «falsa informazione» da Facebook, con grotteschi tentativi di fact-checking da parte del sito di Mentana Open. Hersh, che a più riprese ha spiegato che il Nord Stream è stato bombardato per tenere la Germania ancorata alla guerra ucraina, ha preconizzato che l’attacco al gasdotto segnerà la fine della NATO.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio gennaio 2024 era emerso che i polacchi avevano nascosto prove e tentato di bloccare un’indagine internazionale sul bombardamento dei gasdotti Nord Stream, rendendo gli investigatori «sospettosi del ruolo e delle motivazioni di Varsavia», scriveva un articolo del Wall Street Journal.
Mosca ha respinto nettamente la teoria dei subacquei ucraini dapprima diffusa dalla stampa tedesca. Renovatio 21 all’epoca, di fronte alla notizia che dai media germanici rimbalzava sul New York Times, aveva definito la questione come «l’ultima barzelletta». La storia fu rimpolpata anche dal Washington Post, che disse che un alto ufficiale ucraino aveva coordinato le esplosioni. La possibile colpevolezza degli USA nel frattempo aveva scaldato anche la diplomazia cinese. Putin parlava di «terrorismo di Stato».
Come riportato da Renovatio 21, anche la polizia italiana ha arrestato un uomo ucraino sospettato di essere coinvolto nell’attentato ai gasdotti Nord Stream.
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