Geopolitica
India, nuove violenze contro le bambine fuoricasta
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Asianews
Minori violentate e uccise da gruppi di casta dominante, famiglie e anziani picchiati. Il card. Machado: «Violenze disumane, si riconoscano come violazione dei diritti umani». L’invito ai leader a denunciare le aggressioni.
Altri tre casi di violenza contro ragazze dalit si sono verificati nei giorni scorsi in India
Il fenomeno della violenza di genere verso le donne dalit (fuori casta) è molto diffuso nei 15 Stati della Federazione indiana
Nella zona occidentale di Delhi una 13enne è stata violentata e uccisa, con ogni probabilità da un parente del suo padrone di casa. I primi riscontri sul corpo hanno rivelato profonde ferite sul viso e sulle parti intime della giovane: la sua uccisione risalirebbe al 31 agosto.
Nelle settimane precedenti, la polizia indiana aveva registrato le denunce di due ragazze dalit violentate da gruppi di cinque uomini in due Stati differenti.
Il primo caso si è verificato a Belagavi (Karnataka) il 12 luglio, ma la famiglia della ragazza, minacciata da uno dei presunti violentatori, si è decisa a denunciare l’accaduto solo il 26 agosto.
Il 24 agosto, nel distretto di Rampur (Uttar Pradesh), cinque uomini avrebbero rapito e violentato una 14enne dalit.
Il fenomeno della violenza di genere verso le donne dalit (fuori casta) è molto diffuso nei 15 Stati della Federazione indiana, come denuncia la campagna del National Council of Women Leaders (NCWL): «Le donne e le ragazze dalit sono spesso soggette a forme aggravate di violenza sessuale, come stupri di gruppo o stupri con omicidio, e di solito questi crimini hanno una natura collettiva».
«Sette famiglie dalit sono state picchiate e legate in pubblico a pali da indù di casta dominante perché sospettate di compiere stregonerie e magia nera. Tra loro c’erano anche tre anziani»
AsiaNews ha raccolto l’appello di mons. Felix Machado, arcivescovo della diocesi di Vasai, e segretario generale della Conferenza episcopale cattolica dell’India: «Quanto avviene verso le ragazze dalit è disumano e inaccettabile. È molto importante che questi casi vengano riportati dai mezzi di comunicazione e che queste atrocità, per quanto vergognose, vengano riconosciute come una grave violazione dei diritti umani».
Mons. Machado fa notare che «da diversi anni si parla in modo diffuso di questo fenomeno, ma non si riesce a ottenere alcun miglioramento».
Tali violenze sono così diffuse che nemmeno gli anziani sono risparmiati: «Il mese scorso nel Maharashtra – aggiunge l’arcivescovo di Vasai – sette famiglie dalit sono state picchiate e legate in pubblico a pali da indù di casta dominante perché sospettate di compiere stregonerie e magia nera. Tra loro c’erano anche tre anziani».
Mons. Machado trova sconcertante il silenzio dei partiti e dei leader dalit di fronte alle crescenti atrocità contro i fuori casta: «È una vergogna collettiva per il nostro Paese e siamo tutti responsabili».
Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione Asianews e le sue campagne.
Renovatio 21 ripubblica questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Immagine di Gamdrup via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)
Geopolitica
Orban: la NATO si prepara alla guerra con la Russia
L’Ungheria sta rivalutando il suo ruolo nella NATO, poiché non ha intenzione di prendere parte ad azioni che potrebbero coinvolgere gli Stati membri nel conflitto in Ucraina e portare ad uno scontro diretto con la Russia, ha detto venerdì il primo ministro Viktor Orban.
Intervenendo alla radio locale Kossuth, Orban ha dichiarato che il suo paese è già stato relegato al ruolo di non partecipante all’interno del blocco militare guidato dagli Stati Uniti a causa della sua posizione nei confronti dell’Ucraina, e Budapest sta ora lavorando su modi legali per mantenerne l’adesione ma si riserva il diritto di astenersi dal partecipare alle operazioni della NATO con le quali non è d’accordo, riporta RT.
«La posizione dell’Ungheria deve essere ridefinita, i nostri avvocati e funzionari stanno lavorando su come consentire all’Ungheria di continuare ad esistere come membro della NATO senza partecipare alle attività della NATO al di fuori del territorio del blocco. Dobbiamo creare un nuovo approccio, una nuova definizione per la nostra posizione come forza a favore della pace all’interno della NATO», ha affermato Orban.
Sostieni Renovatio 21
Secondo il primo ministro ci sono «somiglianze allarmanti» tra le pubblicazioni emotivamente cariche dei media e le dichiarazioni dei politici occidentali sul conflitto in Ucraina e l’atmosfera che ha preceduto la prima e la seconda guerra mondiale.
«Ciò che sta accadendo oggi a Bruxelles e Washington… sembra che si stia preparando per un possibile conflitto militare diretto. Possiamo tranquillamente chiamarla la preparazione dell’entrata in guerra dell’Europa», ha detto Orban, aggiungendo che ci sono gruppi di lavoro all’interno della NATO che stanno valutando i modi migliori affinché il blocco possa ulteriormente aumentare la sua partecipazione al conflitto.
Il premier magiaro avvertito che il risultato finale di queste azioni potrebbe essere un conflitto diretto tra UE, NATO e Russia – una «triste prospettiva», poiché il conflitto coinvolgerebbe le potenze nucleari.
«Qualcuno mi dica perché invece di isolare questo conflitto – perché è una guerra tra due popoli slavi, nonostante tutte le argomentazioni dalla parte dell’Ucraina – scegliamo di lanciarci in questa guerra?»
Orban ha osservato che il blocco è stato creato con lo scopo di difendere gli Stati membri dagli aggressori, non di condurre guerre al di fuori del suo territorio.
Commentando le affermazioni occidentali secondo cui la Russia potrebbe attaccare l’Europa se sconfiggesse l’Ucraina, Orban ha detto che le possibilità che ciò accada sono estremamente scarse e questi avvertimenti servono solo come scusa per essere direttamente coinvolti nel conflitto ucraino.
Aiuta Renovatio 21
L’Ungheria si è opposta al finanziamento e all’armamento dell’Ucraina da parte della NATO fin dall’inizio del conflitto nel febbraio 2022. Il Paese non ha inviato armi a Kiev e non ha permesso che il suo territorio fosse utilizzato per il loro rifornimento, nonostante le pressioni sia di Bruxelles che di Washington. Budapest ha chiesto un cessate il fuoco e una soluzione diplomatica al conflitto.
Come riportato da Renovatio 21, Orban, dopo aver accusato chi vuole truppe NATO in Ucraina di vivere «in un’altra galassia», la settimana passata ha collegato l’attentato al premier slovacco Roberto Fico con i preparativi di guerra da parte dell’Occidente, che sta perdendo l’egemonia mondiale oltre che la guerra per procura in Ucraina.
Due mesi fa Orban, che ha paragonato la UE ad una «parodia dell’URSS», ha incontrato Trump, sul cui ritorno sta scommettendo, considerandolo il solo uomo che può risolvere il disastro mondiale in corso.
Orban a inizio anno aveva inoltre dichiarato che Kiev non è pronta ad entrare nella UE, e che «nessun danaro» può far sì che l’Ungheria accetti immigrati e agenda LGBT. Per le sue posizioni il premier ungherese è stato minacciato dall’ambasciatore omosessuale americano.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot da YouTube
Geopolitica
Il presidente israeliano ha mentito sulla decapitazione di Shani Louk da parte di Hamas
We now know Herzog lied when he said Shani Louk was beheaded to buck up the “Hamas is ISIS” campaign — with utter disregard for the impact of that lie on her family and loved ones. Deeply cynical exploitation, done to justify what Herzog knew was coming. https://t.co/ljjYsIkt07
— Ryan Grim (@ryangrim) May 18, 2024
Sostieni Renovatio 21
«Il presidente di Israele ha detto che Shani Louk è stato decapitato. Ha detto che il suo corpo è stato mutilato. 7 mesi dopo, quando avevano bisogno di un successo di pubbliche relazioni per riciclare il genocidio di Rafah in corso, l’hanno trovata non solo completamente intatta, ma “completa e bella e la pelle è dello stesso colore, sembra che sia ancora viva» scrive su un infuocato thread su X l’utente zei_squirrel. «Tutti sanno cosa è successo: il regime ha trovato il suo corpo a Gaza alla fine di ottobre, poi ha inventato la menzogna propagandistica del “frammento di teschio” e “è stata decapitata”, ed è folle che l’abbiano fatto perché è letteralmente in video mentre viene spostata a Gaza con la testa intatta, quindi la folle menzogna funziona solo se trovano il frammento a Gaza e poi concludono che deve essere stata decapitata, il che di per sé è folle». Il riferimento è ad un video atroce in cui il corpo di una giovane ragazza che presumibilmente è Louk viene portato come in parata – in un tripudio di «Allahu Akbar» et similia – nel retro di un pickup da uomini armati, mentre giovinastri lo percuotono orrendamente e vi sputano sopra. Immagini semplicemente intollerabili di ferocia belluina, dove però il corpo pare non decapitato, integro, nonostante una gamba che sembra orrendamente disarticolata.here is the President of Israel Isaac Herzog, who is still treated as a credible source of information by the Western media, saying on October 30th that Shani Louk’s body was recovered and Hamas had beheaded her. These freaks make up beheadings like they’re drinking water pic.twitter.com/GCJSI2Vnq8
— ☀️👀 (@zei_squirrel) May 18, 2024
The body of German-Israeli girl Shani Louk was recovered by IDF.
She was killed by Hamas terrorists, paraded in Gaza.https://t.co/WDYpn4y7eD — Azat Alsalem (@AzzatAlsaalem) May 17, 2024
«Non ti imbatti semplicemente in un frammento di teschio a Gaza e decidi di testarlo a caso e poi scoprire che proviene da Shani Louk» continua zei_squirrell su Twitter. «Ecco perché i propagandisti sionisti si sono affrettati a dire “no no, in realtà hanno trovato il frammento su una strada che porta lontano da Nova! Ecco perché pensavano che fosse stata decapitata! Ignorare che sia registrata mentre viene trasferita a Gaza con la testa intatta, per ora è scomodo, stiamo correndo con la menzogna che tappa il buco nell’altra menzogna». «Ma non preoccupatevi, Haaretz [uno dei principali quotidiani israeliani, ndr] avrà un rapporto investigativo epico su tutto questo tra 6 mesi da oggi, dopo che il regime avrà raso al suolo Rafah mentre tutti i media occidentali si lanciavano sulla propaganda per riciclarla».Never forget what happened on Oct 7th.
Thousands of Palestinian civilians lined the streets of Gaza to spit on the body of German-Israeli woman Shani Louk. Civilians hit her body with wooden planks, punched and slapped her naked body as they cheered with joy. Never forget. pic.twitter.com/JbJPLot4KH — Oli London (@OliLondonTV) November 20, 2023
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Geopolitica
Spagna, Irlanda e Norvegia si coordinano per il riconoscimento dello Stato palestinese. Israele richiama gli ambasciatori
A marzo il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez aveva presentato un’iniziativa affinché le nazioni riconoscessero ufficialmente lo Stato di Palestina.
Oggi, sia l’Irlanda che la Norvegia hanno annunciato che si uniranno alla Spagna, segnando una significativa escalation nella difesa della Palestina dopo l’annuncio del 20 maggio della richiesta da parte della Corte Penale Internazionale di mandati di arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant per le accuse di genocidio contro i palestinesi di Gaza.
Il primo ministro di Oslo Jonas Gahr Støre ha annunciato che «il governo norvegese ha deciso che la Norvegia riconoscerà la Palestina come Stato. Nel mezzo di una guerra, con decine di migliaia di morti e feriti, dobbiamo mantenere viva l’unica alternativa che offre una soluzione politica sia per israeliani che per palestinesi: due Stati che vivano fianco a fianco, in pace e sicurezza. Sia gli israeliani che i palestinesi hanno il diritto di vivere in pace nei rispettivi Stati. Non ci sarà pace in Medio Oriente senza una soluzione a due Stati. Non può esserci una soluzione a due Stati senza uno Stato palestinese. In altre parole, uno Stato palestinese è un prerequisito per raggiungere la pace in Medio Oriente».
Il nuovo Taoiseach – cioè il primo ministro irlandese – Simon Harris ha dichiarato oggi in una conferenza stampa che riconosceranno anche uno Stato palestinese.
Sia l’Arabia Saudita che la Giordania si sono affrettate oggi a estendere le loro congratulazioni. Il ministero degli Esteri dell’Arabia Saudita ha pubblicato su X che «esprime il benvenuto del Regno dell’Arabia Saudita per la decisione positiva presa dal Regno di Norvegia, dal Regno di Spagna e dalla Repubblica d’Irlanda di riconoscere lo Stato fraterno di Palestina».
Sostieni Renovatio 21
In una conferenza stampa ad Amman, il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi ha affermato che la mossa coordinata dei tre Paesi rappresenta un «passo importante ed essenziale verso lo Stato palestinese. Accogliamo con favore la decisione presa oggi dai paesi europei amici di riconoscere uno Stato palestinese. Apprezziamo questa decisione e la consideriamo un passo importante ed essenziale verso una soluzione a due Stati che incarni uno Stato palestinese indipendente e sovrano lungo i confini del luglio 1967».
Il ministro degli Esteri francese Stéphane Séjourné, secondo Reuters, ha rinviato, suggerendo che il momento non era quello giusto: «non si tratta solo di una questione simbolica o di posizione politica, ma di uno strumento diplomatico al servizio della soluzione di due Stati che convivono fianco a fianco in pace e sicurezza. La Francia non ritiene che siano ancora soddisfatte le condizioni perché questa decisione abbia un impatto reale su questo processo».
Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha risposto agli annunci ordinando il richiamo dei suoi ambasciatori dall’Irlanda e dalla Norvegia per consultazioni. Gli altri stati dell’Unione Europea che hanno riconosciuto uno Stato palestinese sono Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Ungheria, Malta, Polonia, Romania e Slovacchia, che ha compiuto questo passo nel 1988 prima di aderire all’UE.
La Svezia ha riconosciuto lo Stato di Palestina nel 2014.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di Arbeiderpartiet via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NoDerivs 2.0 Generic
-
Cancro1 settimana fa
I vaccini COVID sono «sostanzialmente un omicidio»: parla il maggior oncologo giapponese
-
Pensiero1 settimana fa
Sterminio e «matrice satanica del piano globalista»: Mons. Viganò invita a «guardare oltre» la farsa psicopandemica
-
Salute2 settimane fa
I malori della 19ª settimana 2024
-
Controllo delle nascite2 settimane fa
Oligarcato e Necrocultura: il capo di BlackRock elogia la depopolazione e la sostituzione degli umani con le macchine
-
Sanità2 settimane fa
Il Trattato Pandemico OMS mira a «menomare e uccidere» e a «stabilire un governo mondiale»: parla il medico kenyota che lottò contro i vaccini sterilizzanti
-
Arte2 settimane fa
Sedicente «strega» non binaria arriva in finale all’Eurovision. Il suo scopo: «far aderire tutti alla stregoneria»
-
Armi biologiche1 settimana fa
Le zecche e la malattia di Lyme sono armi biologiche fuggite dal laboratorio?
-
Spazio2 settimane fa
Tempesta geomagnetica sull’Alta Italia, il cielo diventa viola fluo. Aspettando il nuovo evento Carrington