Spirito
Il vescovo Schneider racconta di quando convinse Benedetto XVI ad abbandonare la Comunione nella mano
In una nuova videointervista che sarà rilasciata in parti a partire dall’8 dicembre, il vescovo Athanasius Schneider di Astana, Kazakistan, racconta come nel 2008 convinse Papa Benedetto XVI a smettere di distribuire la Santa Comunione sulla mano. Lo riporta LifeSiteNews, che cita interviste esaminate in anteprima.
Nella serie di interviste di prossima pubblicazione, monsignor Schneider inizia raccontando quanto sia rimasto sorpreso quando ha saputo di essere stato scelto per diventare vescovo, e come questa sorpresa sia aumentata solo quando ha saputo che era stato nominato per decisione personale di Benedetto XVI.
«Devi sapere che la tua nomina è stata una decisione personale di Papa Benedetto», disse all’epoca l’allora nunzio vaticano a Schneider.
Queste parole confermarono a Schneider che la sua nomina all’episcopato era «la volontà di Dio», aggiungendo che aveva conosciuto l’allora cardinale Joseph Ratzinger prima che fosse eletto papa.
Schneider ha riferito che poco prima della sua consacrazione episcopale nel 2005, durante il Sinodo dei vescovi sulla Santa Eucaristia al quale Benedetto aveva invitato Schneider, il prelato kazako di origine tedesca ha parlato in privato con il papa.
Schneider ha detto durante questo incontro ha chiesto al Papa di non distribuire la Comunione sulla mano, cosa che «mi ha riempito di grande preoccupazione». Benedetto ha risposto, secondo Schneider, che «questo è vero» e che «diversi vescovi lo hanno già detto».
Schneider ha detto che il giorno successivo ha consegnato al Papa un opuscolo che lui stesso aveva scritto sull’argomento e vi ha incluso una nota che diceva: «Santo Padre, le chiedo, nel nome di Gesù Cristo, lei come Papa, di non distribuire più la Santa Comunione in mano».
A quel punto, secondo Schneider, Benedetto stava ancora distribuendo la Comunione in mano.
Si dice che Benedetto abbia risposto a Schneider qualche settimana dopo in una lettera, dicendo che il suo «testo è convincente», «ma», avrebbe aggiunto, «come sapete, ci sono gruppi potenti nella Chiesa che si oppongono a questa intenzione».
Secondo quanto riferito, Benedetto all’epoca lasciò la sua dichiarazione su questo e aggiunse semplicemente la sua benedizione, motivo per cui Schneider disse di essere rimasto scioccato quando Benedetto alla fine smise di distribuire la Comunione sulla mano.
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Inoltre, nel 2008, l’opuscolo Dominus Est di Schneider, contrario alla Comunione sulla mano, è stato pubblicato in italiano dalla Libreria Editrice Vaticana. Schneider ha dichiarato che nello stesso anno, nella solennità del Corpus Domini, «il papa cominciò a fare quello che gli avevo chiesto», cioè a distribuire la Santa Comunione solo sulla lingua a chi la riceveva era inginocchiato.
«Non ha più dato alcuna Comunione sulla mano fino alla fine del suo pontificato», ha dichiarato Schneider nell’intervista, aggiungendo che il cambiamento lo ha reso «molto felice, molto sorpreso e felice».
Schneider ha raccontato che poco dopo, in un’udienza generale, ha detto a papa Benedetto: «che Dio la ricompensi per il miracolo avvenuto al Corpus Domini, Santo Padre».
Ratzinger, dice Schneider, «ha capito subito, ha sorriso» e ha risposto «Sì, è molto più appropriata questa forma».
In una visita ad limina a Roma quello stesso anno, Schneider disse di aver potuto ringraziare ancora una volta il Santo Padre in persona, il quale ancora una volta «confermò» la sua posizione sulla questione, dicendo che «dovrebbe essere così».
La videointervista è stata realizzata da Certamen, un gruppo di giovani cattolici che promuove la fede cattolica tradizionale (qui un video sul Purgatorio) con l’ausilio di video.
Nella stessa intervista riportata da LifeSiteNews, Schneider ha anche raccontato di come sia riuscito a ottenere da papa Francesco l’ammissione che l’affermazione della dichiarazione di Abu Dhabi secondo cui «la diversità delle religioni» è «voluta da Dio» si riferisce semplicemente alla «volontà permissiva di Dio», intendendo che Dio non desidera positivamente che esistano diverse religioni che si contraddicono tra loro sull’essenza di Dio e sui Suoi Precetti per gli uomini.
Questa affermazione sulla diversità delle religioni è, secondo mons. Schneider, «inaccettabile» e «contro il Primo Comandamento», motivo per cui ha detto di essersi sentito spinto a tenere un discorso durante la visita ad limina con Francesco a Roma, e nella presenza dei suoi confratelli vescovi, per chiedere a Francesco di «proclamare la verità».
Ad un certo punto, nel corso di diversi scambi, Schneider avrebbe detto a Francesco: «Vi chiedo, nel nome di Gesù Cristo, di proclamare al mondo intero che non c’è altra via di salvezza oltre a Gesù Cristo. Se lo farete, sarà una delle tue più grandi consolazioni nel momento del Vostro giudizio davanti al Tribunale di Dio».
Ma, con rammarico di Schneider, anche se alla fine era riuscito a convincere Francesco a fare almeno una dichiarazione pubblica sulla questione della «volontà permissiva di Dio», Francesco sarebbe poi tornato alla posizione precedente in un’udienza generale, dove aveva detto che era «buono che ci fossero religioni diverse», secondo Schneider. Questo comunicato è stato poi successivamente inviato a tutte le facoltà teologiche del mondo.
Schneider ha detto di lamentare «l’ambiguità» di Francesco e le sue affermazioni contraddittorie, aggiungendo che le vede nel contesto del «modernismo, relativismo», secondo il quale diverse affermazioni con contenuti opposti possono «starsi su un piano di parità l’una accanto all’altra».
Nel seguito dell’intervista, il presule kazako è intervenuto ancora una volta per condannare la soppressione della tradizionale Messa latina, affermando che «il Papa non ha ricevuto da Gesù Cristo il potere di sminuire la Tradizione». Pertanto, «Traditiones Custodes è un documento molto, molto triste, bisogna dirlo», ha proseguito, sostenendo che Francesco «ha abusato del suo potere» in materia.
Ci auguriamo che «questo documento abbia vita breve», ha concluso Schneider.
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Immagine screenshot da YouTube
Spirito
Chiesa 2.0 del cardinale Walter Kasper
Un’interpretazione molto personale dell’evoluzione della funzione cardinale
Radicata inizialmente nella liturgia, la funzione cardinalizia si sarebbe, secondo le parole dell’ex professore dell’Università di Tubinga, «politicizzata» per diventare il giocattolo delle grandi famiglie romane fino a essere coinvolte nel declino della Roma decadente del tardo Medioevo. In epoca moderna, la funzione cardinalizia si sarebbe poi ridotta all’esercizio del ruolo di funzionario della Curia Romana, prima della grande «riscoperta» di questa veneranda istituzione durante il Concilio Vaticano II, che costituisce tuttora l’alfa e l’omega della Chiesa per Mons. Kasper.Sostieni Renovatio 21
Un’affermazione molto discutibile
Gli studi concordano nel vedere la lontana origine dei cardinali nel presbyterium, un’assemblea di sacerdoti e diaconi che assistono e consigliano il vescovo nella guida del suo gregge. Sant’Ignazio di Antiochia lo menziona come «il Senato del vescovo», al quale i fedeli devono rispetto perché rappresenta il vescovo, ma al di sotto di lui. Anche il vescovo di Roma era circondato da un presbyterium. Ma, «dalla somiglianza di origine e dal fatto che il nome di cardinale era comune all’alto clero romano e all’alto clero di altre città vescovili, sarebbe errato concludere», precisa il Dizionario di Teologia Cattolica, «che questo nome rispondeva in entrambi i casi a identiche prerogative». «Il titolo di papa veniva anticamente dato indiscriminatamente a tutti i vescovi e non venne mai in mente a nessun cattolico di metterli tutti, per questa ragione, sullo stesso rango. È il caso del nome cardinale: in origine era generico e non implicava di per sé alcun ruolo specifico; nessun grado uniforme di potere; il suo valore esatto è stato determinato in base alle circostanze». «I cardinali di una determinata diocesi diversa da quella di Roma non hanno mai potuto ricevere dal loro vescovo, per condividerlo con lui, nessun altro potere se non quello contenuto entro i limiti di quella diocesi; ma i dignitari associati dal Sommo Pontefice all’amministrazione degli affari che gli spettavano acquistarono necessariamente potere e influenza estendendosi a tutta la Chiesa». Bastano queste righe autorevoli per rimettere in discussione i meriti storici di questo «bicameralismo» che il cardinale Kasper difende, e che equivarrebbe a diluire ulteriormente l’autorità del Romano Pontefice. «Speriamo di mantenere Francesco ancora per qualche anno e che i suoi successori completino le sue riforme», ha detto il cardinale Kasper. Una conclusione carica di incertezza, che lascia intendere che il progressismo è ancora lungi dall’aver vinto e che nel prossimo conclave resta l’elezione di tutte le possibilità, sotto la benevola grazia dello Spirito Santo.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Spirito
Ritorno all’affare del catechismo olandese (1966-1968)
È utile raccontare la vicenda del Catechismo olandese, che è stata richiamata da mons. Peter Kohlgraf come punto di paragone con l’evoluzione della Chiesa in Germania.
Sfondo
I cattolici olandesi sono da tempo noti per la loro fede, perché fin dal XVI secolo hanno dovuto lottare contro un clima protestante ostile. Nel XX secolo sono diventati la maggioranza, con strutture importanti, una forte identità e numerosi missionari in tutto il mondo.
Ma dopo la guerra, il materialismo trasformò la vita. La pratica, superiore al 70%, era in declino. Dall’inizio degli anni ’60, tra i cattolici olandesi si diffuse l’uso dei contraccettivi, con la conseguente riduzione delle dimensioni delle famiglie, del numero dei candidati al seminario e una diminuzione del senso di fede. La tradizionale presa di distanza dai protestanti non aveva più senso.
Contesto
Dal 1956 i professori dell’Istituto catechetico superiore di Nimega furono incaricati dall’episcopato olandese di comporre un catechismo per i bambini. Nel 1960 si decise di realizzarlo per adulti. Fu pubblicato nel 1966 con l’imprimatur del cardinale Bernardus Alfrink.
La direzione si deve al gesuita olandese Piet Schoonenberg (1911-1999) e al domenicano belga Edward Schillebeeckx (1914-2009), professori dell’Istituto. Fr. Schillebeeckx era una voce ascoltata al Concilio Vaticano II, anche se non era stato nominato esperto.
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Le origini delle gravi carenze del Catechismo
Il testo considera la situazione del mondo, cercando di cogliere in modo positivo le diverse religioni, compreso il marxismo, come espressioni della ricerca di Dio. Integra la prospettiva delle scienze e quella dell’evoluzione. Questo approccio era difettoso.
Ciò nonostante, la cosa peggiore non fu questa. Sono stati scoperti gravi errori, la cui radice risiedeva in due intenzioni sottostanti. Il primo: andare d’accordo con la parte protestante del Paese, cercando di migliorare le spiegazioni cattoliche, ma evitando anche ciò che potrebbe dispiacere ai riformati.
La seconda: si trattava di raggiungere il mondo moderno. Ciò ha portato alla ricerca di formule morbide, a evitare argomenti difficili (il peccato originale, i miracoli) e a interpretare altri, «meno credibili», come il concepimento verginale, gli angeli e la risurrezione, come metafore. Gli scrittori si erano convinti che questi punti non fossero propriamente questioni di fede e che fossero liberi di cercarne un’interpretazione simbolica.
Infine, gli scrittori hanno cercato espressioni alternative alle formule tradizionali della Fede, sostituendo la terminologia «filosofica». Ciò ha portato a ricostruzioni difficili e insolite dei dogmi centrali – la Trinità, la personalità di Gesù Cristo, il peccato, i sacramenti – che hanno perso precisione. Il problema sta in ciò che non è stato affermato o in ciò che è stato reinterpretato.
Opposizione cattolica
L’opposizione sorse subito da parte dei cattolici ben formati. Hanno denunciato le carenze in un giornale (Confrontatiie) e hanno inviato una lettera al Papa, pubblicata sulla stampa cattolica (De Tijd). Gli autori del catechismo hanno reagito molto male.
Paolo VI nominò allora, d’accordo con Alfrink, una commissione mista composta da tre teologi romani (Edouard Dhanis, Jan Visser, Benedict Lemeer) e tre membri dell’Istituto di Nijmegen (Schoonenberg, Schillebeeckx e W. Bless). Si incontrarono a Gazzada (Italia) nell’aprile 1967, ma la delegazione dell’Istituto rifiutò per principio ogni cambiamento.
La Commissione Cardinalizia
Paolo VI nominò poi una commissione di sei cardinali (giugno 1967): Josef Frings, Joseph-Charles Lefebre, Lorenz Jaeger, Ermenegildo Florit, Michael Browne, Charles Journet. Sarebbero assistiti da sette teologi. L’elenco dei punti da correggere o chiarire è lungo:
L’esistenza degli angeli e dei demoni, la creazione immediata dell’anima da parte di Dio, il peccato originale, il poligenismo, il concepimento verginale di Cristo, la verginità perpetua di Maria, la soddisfazione espiatoria del sacrificio della Croce, la perpetuazione del sacrificio nell’uomo Eucaristia, Transustanziazione, Presenza Reale, infallibilità della Chiesa, sacerdozio ministeriale e sacerdozio comune, primato di Roma, conoscenza della Trinità, coscienza divina di Gesù, battesimo, sacramento della Penitenza, miracoli, morte e risurrezione, giudizio e del Purgatorio, l’universalità delle leggi morali, l’indissolubilità del matrimonio, il controllo delle nascite, i peccati veniali e mortali e lo stato matrimoniale.
La commissione pubblicò una Dichiarazione (15 ottobre 1968), indicando le necessarie correzioni e integrazioni. Come riferisce Omnes, «L’Istituto si rifiutò di correggere il testo e promosse traduzioni in tedesco, francese, inglese e spagnolo, senza rettifiche o nihil obstat […] [E] erano sicuri che la loro proposta fosse il futuro della Chiesa universale ed erano pronti a difenderlo ad ogni costo.
«Si è deciso poi di convertire le correzioni in un Supplemento di circa 20 pagine, che potrebbe aggiungersi ai volumi invenduti delle varie edizioni e traduzioni, previo benestare degli editori».
Influenza del «Consiglio» pastorale olandese
Questo «concilio», iniziato nel 1966, è stato influenzato dagli errori del Catechismo olandese. In particolare, la terza sessione (1969) fu molto segnata dal clima creato dalla questione del Catechismo e dalla tensione con Roma scaturita dal suo esame e poi dalla Dichiarazione della Commissione Cardinalizia.
Ciò spiega in parte gli eccessi che questo «concilio» ha esaminato e poi votato con la benedizione dell’episcopato olandese.
Paolo VI, su richiesta di Jacques Maritain e del cardinale Charles Journet, che prepararono l’ossatura del testo, reagì con la pubblicazione del Credo du peuple de Dieu, proclamato solennemente in Vaticano il 30 giugno 1968, per la chiusura dell’Anno della fede. Il Papa ha sostanzialmente riaffermato le verità di fede negate o messe in discussione dal Catechismo olandese senza nominarlo.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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Immagini di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Spirito
Mons. Viganò: omelia per le Rogazioni contro il cancro conciliare
FIRMAMENTUM MEUM
Omelia nelle Litanie Maggiori, o Rogazioni Pozzolatico (Firenze). 25 Aprile 2024
Dominus firmamentum meum, et refugium meum, et liberator meus. Il Signore è mia roccia, mia fortezza e mio liberatore.
Ps 17, 3
Le Rogazioni riportano molti di noi a tempi remoti, nei quali il 25 Aprile era dedicato alla Benedizione dei campi. Ed era nelle campagne, un tempo nemmeno troppo distanti dalle città, che vedevamo processioni di fedeli e popolo seguire il sacerdote al canto delle Litanie. Ut fructus terræ dare et conservare digneris… Contadini vestiti con l’abito della festa accompagnavano i nostri parroci fino ai loro poderi, dove la sua preghiera echeggiava in un silenzio rotto solo dal canto degli uccelli. Gli alberi da frutto erano in fiore e nell’aria volavano i semi dei pioppi. E si sapeva, nell’intimo di una coscienza che parlava ancora, che il Signore premia il giusto e punisce il malvagio: non solo perché questo era ciò che si sentiva predicare in chiesa, ma anche perché questa giustizia semplice nella comprensione e divina nelle sue manifestazioni mandava le cavallette nel campo di chi lavorava la domenica, e rendeva feconde le coltivazioni, generosi i fianchi delle mucche e delle pecore di chi viveva in Grazia di Dio.Sostieni Renovatio 21
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