5G
«Il vaccino COVID mi ha reso magnetico e lo adoro!»

Al Washington Post, il quotidiano di proprietà di Amazon che è il secondo giornale più importante e forse del pianeta, hanno voglia di scherzare.
L’articolo si intitola «Il vaccino mi ha reso magnetico e lo adoro!». In seguito per qualche ragione lo hanno ri-titolato come «Il vaccino contro il covid ha cambiato il mio DNA. Mi ha trasformato in un repubblicano di Trump».
Tuttavia l’articolo parla proprio di quella roba là: la strana storia delle persone magnetizzate dopo l’iniezione.
L’articolo si intitola «Il vaccino mi ha reso magnetico e lo adoro!». In seguito per qualche ragione lo hanno ri-titolato come «Il vaccino contro il covid ha cambiato il mio DNA. Mi ha trasformato in un repubblicano di Trump»
«Ricordo bene il momento in cui è iniziata: subito dopo la mia prima iniezione COVID. Stavo passando i controlli di sicurezza all’aeroporto e ho attivato il metal detector. Infastidito, ho tolto la pistola dalla fondina e l’ho messa sul nastro trasportatore. Ho ancora su onato. Ho rimosso il mio machete, i nunchaku e il lanciagranate e li ho fatti passare attraverso la macchina a raggi X. Ma ho ancora suonato! Ero diventato magnetico».
Il giornalista Dana Millibank ha voglia di divertirsi. A noi però viene in mente che in effetti abbiamo visto un video, che non sappiamo dire se vero o falso, in cui una hostess in aeroporto passava il metal detector sui vaccinati e faceva vedere che suonava. Una burla? Chi lo sa. Nel frattempo però non possiamo dirci convinti del lavoro degli sbufalatori professionisti, che dicono che il video è un falso, una fake news, con motivazioni inarrivabili:
«Nel video ci si spinge oltre e si arriva addirittura a sostenere che una persona “non è stata fatta passare sull’aereo perché il metal detector continuava a suonare”. Ma vi immaginate che vasta cassa di risonanza avrebbe avuto una notizia del genere? Secondo voi, la persona in questione sarebbe rimasta inerme, avrebbe perso l’aereo senza protestare, non avrebbe denunciato la cosa alla pubblica autorità?» scrive l’incredibile Giornalettismo.
Con questi argomenti la persuasione non arriva subito. Il video comunque sembra sparito dai social, nel frattempo.
L’obbiettivo di normalizzazione tentato con la goffa satira, scopriamo, va oltre il semplice vaccino. «Questi “scienziati” sono gli stessi che ci dicono che il vaccino non impianta microchip in noi e non fa sì che i nostri corpi si “interfaccino” con le torri cellulari 5G, come professa l’osteopata Tenpenny. Eppure ho annullato il mio piano dati Verizon poco dopo la mia seconda dose, perché sono in grado di trasmettere video in streaming attraverso il mio sito di vaccinazione»
«La mattina dopo, mentre stavo mangiando la mia farina d’avena, il mio cucchiaio si è attaccato al palato. Avrei potuto soffocare, ma fortunatamente il cucchiaio si è staccato quando la forza magnetica mi ha sbattuto contro il frigorifero, dove sono rimasto sospeso finché i membri della famiglia non sono stati in grado di tirarmi giù». Divertentissimo.
«Le cose sono diventate davvero strane dopo la mia seconda dose. Tornando alla mia macchina dalla clinica dei vaccini, mi sono improvvisamente ritrovato incollato alla griglia di un camion UPS al minimo. Ho fatto una passeggiata nei boschi per allontanarmi da tutto il metallo, ma mi sono perso: la mia bussola ha smesso di puntare a nord e puntava solo su di me».
Questo tentantivo comico fallito ha una sua ragione: un medico osteopata dell’Ohio, Sherri Tenpenny ha appena testimoniato ad una commissione parlamentare dello Stato che i vaccini COVID magnetizzano la gente.
Il giornalista ribadisce che il CDC nega l’effetto magnetico che invece stanno testimoniando tutti, e in tutto il mondo. Comunque sia, la voglia di continuare la buffonata deve essere altissima: «dillo al wok di ghisa che è attualmente attaccato alla mia spalla sinistra».
L’obbiettivo di normalizzazione tentato con la goffa satira, scopriamo, va oltre il semplice vaccino. «Questi “scienziati” sono gli stessi che ci dicono che il vaccino non impianta microchip in noi e non fa sì che i nostri corpi si “interfaccino” con le torri cellulari 5G, come professa l’osteopata Tenpenny.
Eppure ho annullato il mio piano dati Verizon poco dopo la mia seconda dose, perché sono in grado di trasmettere video in streaming attraverso il mio sito di vaccinazione».
Farà ridere, ma a noi ricorda molto una situazione riportata ancora un anno fa da Renovatio 21, l’ex capo della più grande telefonica mondiale, che peraltro sedeva nel comitato direttivo proprio di Verizon, che parla del 5G come della possibilità di connettere i corpi e distribuirvi quindi il rilascio di medicinali a distanza.
Farà ridere, ma a noi ricorda molto una situazione riportata ancora un anno fa da Renovatio 21, l’ex capo della più grande telefonica mondiale, che peraltro siede nel comitato direttivo proprio di Verizon, che parla del 5G come della possibilità di connettere i corpi e distribuirvi quindi il rilascio di medicinali a distanza.
Quella persona si chiama Vittorio Colao e adesso fa il ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale nel Governo Draghi.
Con il 5G «si potrà collegare oggetti, si potrà collegare robot, si potrà collegare tutto, e avere una remotizzazione di tutti i controlli, dalle serrature delle porte che diventeranno elettriche, alle macchine che leggeranno ovviamente chi attraversa la strada» diceva l’attuale ministro.
Colao con il 5G auspica «sistemi medici [per] avere in tempo reale le condizioni di una persona e iniettare o magari rilasciare una sostanza medica che è necessaria per le condizioni della salute… cioè si potrà fare tutto in remoto quasi istantaneamente».
Ne abbiamo parlato anche di recente, quando, nell’ultima tornata di notizie sull’umanità terminale, è uscita la notizia che è allo studio la possibilità di trasformare gli essere umani in batterie – come quel filmetto distopico di qualche anno fa, che è piaciuto a tutti ma che nessuno ha preso sul serio.
Scrive il giornalista di Bezos (questa sì, in effetti, una definizione professionale di comicità irresistibile): «Tenpenny e i suoi simili dicono anche che il vaccino altera il nostro DNA. Quelle spugne divertenti al CDC dicono che “i vaccini non possono influenzare o interagire con il nostro DNA in alcun modo”. Ma non ne sono così sicuro. Da quando ho preso il vaccino, ho smesso di credere in qualcosa che assomigliasse alla scienza a favore di cose che leggo sui social media. Sono diventato totalmente immune a ciò che gli “esperti” chiamano “fatti”. E ho la sensazione che i miei poteri magnetici siano diventati così grandi che l’intero universo ruota intorno a me».
Quei video di gente sconvolta nel vedere che al braccio gli si attacca la tessera magnetica del supermercato, sono solo ragazzate: migliaia e migliaia di perditempo che fanno questi video per pigliare per il culo i no vax
«Vedete? Il vaccino ha cambiato il mio DNA: mi ha trasformato in un repubblicano di Trump».
Tranquillo giornalista simpaticone, non c’entra nulla il DNA, si chiama mRNA per caso (è l’acronimo mica-roviniamo-la-natura), le spike fanno benissimo, sono un fatto perfettamente naturale, così come la «piccola» malattia autoimmune (i vostri anticorpi che attaccano le vostre cellule mutate geneticamente…) che programmaticamente questi vaccini procurano.
E quei video di gente sconvolta nel vedere che al braccio (e non solo al braccio) gli si attacca la tessera magnetica del supermercato, sono solo ragazzate: migliaia e migliaia di perditempo che fanno questi video per pigliare per il culo i no vax, proprio come fai tu.
Credere a questo, davvero, implica uno sforzo fideistico maggiore di credere che la vaccinazione renda magnetici (lo abbiamo ammesso: abbiamo fatto fatica).
Credere a questo, davvero, implica uno sforzo fideistico maggiore di credere che la vaccinazione renda magnetici
Ma che importa? Non di soli dogmi ebeti vive il mondo moderno con la sua serqua di pisciatori di inchiostro che un tempo si chiamavano giornalisti. Si vive soprattutto di stipendi. Quindi, per la pagnotta, eccoteli disposti a credere a qualsiasi cosa. Provano a farci pure dello spirito, ma l’unica cosa che fanno, davvero, è schifo.
Ma schifo vero.
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I bambini che vivono in case con alti livelli di radiazioni wireless hanno un rischio triplo di ritardi nello sviluppo

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Uno studio condotto su 105 neonati in India ha dimostrato che coloro che vivevano in case con livelli elevati e medi di radiazioni wireless, tra cui router Wi-Fi, cellulari e torri cellulari nelle vicinanze, mostravano, in media, peggiori capacità motorie fini, di comunicazione e di risoluzione dei problemi rispetto ai neonati che vivevano in case con livelli più bassi di radiazioni wireless.
Secondo un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria, i neonati che vivono in case con alti livelli di radiazioni wireless avevano una probabilità più che tripla di sviluppare difficoltà nella risoluzione dei problemi e quasi tre volte maggiore di avere ritardi motori fini rispetto ai neonati che vivono in case con bassi livelli di radiazioni wireless.
«Avere dati che dimostrano che il normale sviluppo dei bambini è minacciato da un’antenna o da un router Wi-Fi nelle vicinanze dovrebbe allertare l’opinione pubblica su questa situazione disastrosa», ha affermato il dottor Robert Brown, vicepresidente della Ricerca Scientifica e degli Affari Clinici dell’Environmental Health Trust. «La gente deve svegliarsi».
Secondo il rapporto degli autori, i bambini sono più colpiti dalle radiazioni wireless rispetto agli adulti:
«Dato che i bambini hanno un sistema nervoso in via di sviluppo con un contenuto di acqua e una concentrazione di ioni più elevati, il loro tessuto cerebrale è più soggetto a deterioramento a causa dell’energia emessa dai cellulari tenuti vicino alla testa rispetto a quello degli adulti».
«Nei tessuti cerebrali periferici dei bambini viene assorbita circa il doppio dell’energia dei telefoni cellulari rispetto a quella degli adulti.
Lo studio è stato pubblicato il 10 luglio su Cureus, una rivista della Springer Nature.
Cosa hanno scoperto i ricercatori
Lo studio ha dimostrato che i bambini nei gruppi ad alta e media esposizione hanno ottenuto risultati peggiori, in media, rispetto ai bambini nel gruppo a bassa esposizione in abilità quali motricità grossolana, motricità fine, comunicazione, risoluzione dei problemi e abilità personali e sociali.
I bambini nei gruppi ad alta e media esposizione avevano una probabilità più di tre volte maggiore di mostrare ritardi nelle capacità di risoluzione dei problemi, come capire come raggiungere un giocattolo, rispetto a quelli nel gruppo a bassa esposizione (rispettivamente 3,67 e 3,12).
I bambini nel gruppo ad alta esposizione avevano quasi tre volte più probabilità (2,74) di mostrare ritardi nella coordinazione occhio-mano, come difficoltà ad impilare i blocchi, rispetto al gruppo a bassa esposizione.
I soggetti appartenenti al gruppo di esposizione media avevano un rischio di ritardi personali e sociali quasi triplo (2,67) rispetto al gruppo di esposizione bassa.
Il gruppo ad alta esposizione presentava anche la percentuale più alta (11,5%) di neonati con problemi emotivo-sociali, rispetto al gruppo a bassa esposizione (0%).
Come hanno condotto lo studio i ricercatori
Un ingegnere ha misurato il livello dei campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF-EMF) nelle case di 105 bambini a Mumbai, in India, per ottenere una valutazione reale delle radiazioni wireless emesse dai dispositivi wireless di ogni casa, tra cui router Wi-Fi, cellulari e gadget Bluetooth, e dalle torri cellulari vicine.
Sulla base delle misurazioni effettuate dall’ingegnere, gli autori hanno suddiviso i neonati in gruppi con esposizione alle radiazioni alta, media e bassa.
Durante il controllo di routine del benessere di ogni bambino, i genitori hanno completato gli strumenti di screening utilizzati dagli autori dello studio per valutare i ritardi dello sviluppo neurologico. Gli strumenti hanno misurato la capacità di problem solving, la comunicazione, le capacità motorie fini e grossolane e l’interazione sociale del bambino.
Quando i genitori hanno completato le valutazioni, i bambini avevano un’età compresa tra 2 e 12 mesi.
Utilizzando analisi statistiche, gli autori hanno confrontato le capacità neuroevolutive dei bambini nei tre gruppi.
Secondo lo studio, i neonati esposti a livelli più elevati di radiazioni hanno avuto esiti peggiori nello sviluppo neurologico, anche dopo aver tenuto conto delle differenze di peso alla nascita, stato socioeconomico e sesso.
I risultati non dimostrano che l’esposizione alle radiazioni wireless abbia causato ritardi, hanno affermato gli autori, ma «è necessario monitorare lo sviluppo neurologico dei bambini nei quali si prevede che le radiazioni RF-EMF siano più elevate».
Ciò include le case molto vicine alle torri della telefonia mobile o dotate di numerosi dispositivi wireless.
Le abitazioni del gruppo ad alta esposizione presentavano un livello di radiazione mediano di 32,36 milliwatt per metro quadrato (mW/m²). I livelli di radiazione mediano nei gruppi a media e bassa esposizione erano rispettivamente di 8,66 e 0,62 mW/m².
L’Institute of Building Biology & Sustainability classifica tutto ciò che supera 1 milliwatt per metro quadrato nella fascia di «estrema preoccupazione», ha affermato Fariha Husain, responsabile del programma sulle radiazioni elettromagnetiche (EMR) e wireless del Children’s Health Defense (CHD).
I limiti della Federal Communications Commission per le radiazioni wireless per la popolazione generale sono di 10.000 milliwatt per metro quadrato, ma tali limiti sono «ridicolmente alti per progettazione», ha affermato Husain.
Eric Windheim, specialista certificato in EMR di Building Biology che misura regolarmente le radiazioni wireless nelle case degli Stati Uniti, ha affermato di osservare raramente livelli pari o superiori a 32,36 mW/m². Quando ciò accade, si verifica in case molto vicine a un ripetitore cellulare o quando si trova a meno di un metro da un cellulare o da un router Wi-Fi.
Gli autori dello studio non hanno specificato in quale punto esatto delle case dei bambini siano state effettuate le misurazioni delle radiazioni.
Lo studio è in corso e gli autori intendono pubblicare i risultati futuri man mano che i bambini si svilupperanno.
The Defender ha contattato l’autore corrispondente dello studio per chiedere un commento, ma non ha ricevuto risposta entro la scadenza.
L’industria wireless deve «iniziare a competere sulla sicurezza»
Un numero crescente di studi collega gli effetti negativi sulla salute all’esposizione alle radiazioni wireless, ha affermato Miriam Eckenfels, direttrice del programma EMR & Wireless del CHD.
«Persino l’Organizzazione Mondiale della Sanità, accusata di aver coinvolto ricercatori di parte, ha recentemente pubblicato una revisione sistematica che dimostra come esistano solide prove che collegano le radiazioni dei cellulari al cancro negli animali», ha affermato Eckenfels.
Brown, un radiologo diagnostico con oltre 30 anni di esperienza, ha pubblicato all’inizio di quest’anno una ricerca che dimostrava che le cellule del sangue di una donna adulta sana si aggregavano in modo anomalo dopo appena cinque minuti in cui teneva un cellulare inattivo appoggiato sulla gamba.
Ha affermato che il nuovo studio condotto sui bambini potrebbe suscitare nelle giovani generazioni una maggiore urgenza di affrontare i pericoli delle radiazioni wireless rispetto agli studi condotti sugli adulti.
«Come padre, riconosco che i genitori sono disposti a fare sacrifici significativi al proprio stile di vita per proteggere i loro figli piccoli», ha affermato Brown.
Joe Sandri, presidente e consulente generale dell’Environmental Health Trust, ha affermato che il nuovo studio, «insieme ai troppi studi precedenti che mostrano effetti negativi sulla salute derivanti dalle radiazioni wireless», rafforza la necessità per l’industria delle telecomunicazioni e i suoi enti regolatori di dare priorità alla salute umana.
Ad esempio, secondo gli scienziati della Commissione internazionale sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici, i produttori di cellulari potrebbero apportare delle «semplici soluzioni ingegneristiche» che ridurrebbero drasticamente la quantità di radiazioni emesse dai telefoni.
«È giunto il momento che l’industria inizi a competere sulla sicurezza», ha affermato Sandri. «I consumatori la richiedono e gli azionisti dell’industria dovrebbero aspettarselo».
Suzanne Burdick
Ph.D.
© 20 agosto 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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Le radiazioni dei cellulari causano anomali grumi di sangue in soli 5 minuti: studio

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Secondo un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria e pubblicato su Environment: Science and Policy for Sustainable Development, l’esposizione al telefono cellulare ha causato un’aggregazione anomala delle cellule del sangue di una donna sana, anche quando il telefono si trovava a un pollice di distanza dalla pelle.
Le cellule del sangue di una donna sana hanno formato ammassi anomali dopo soli cinque minuti dall’aver tenuto un cellulare inutilizzato sulla gamba. La stessa cosa è accaduta quando i ricercatori hanno tenuto il cellulare a un centimetro di distanza dal corpo della donna, secondo uno studio sottoposto a revisione paritaria pubblicato il 23 aprile su Environment: Science and Policy for Sustainable Development.
Utilizzando gli ultrasuoni, i ricercatori hanno dimostrato che le cellule del sangue della donna avevano sviluppato una formazione anomala di globuli rossi, in cui le cellule si accatastano in lunghe file come pile di monete, secondo MyHematology.com.
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Il dott. Robert Brown, autore dello studio, ha affermato che, sebbene l’impatto della formazione di rouleaux sulla salute non sia ben compreso, esso «non è privo di potenziali conseguenze sulla salute».
Brown è un radiologo diagnostico con oltre 30 anni di esperienza e vicepresidente della Ricerca Scientifica e degli Affari Clinici dell’Environmental Health Trust (EHT). Ha affermato:
«A causa dell’impatto sullo scambio di gas e dell’aumentata viscosità del sangue dovuta all’aggregazione, è possibile che i rouleaux possano spiegare l’insolito aumento di patologie e disturbi un tempo rari, in aumento nella nostra società negli ultimi decenni, tra cui ipertensione, obesità, diabete, ictus, in particolare nella popolazione più giovane , e altri».
Secondo Brown, lo studio è fondamentale per informare la comunità medica su come le radiazioni wireless influiscono sul funzionamento biologico di una persona.
«Se vogliamo vedere un cambiamento nelle normative governative e una riduzione dell’uso indiscriminato della tecnologia wireless, la comunità medica allopatica deve acquisire consapevolezza degli effetti sulla salute delle radiazioni delle comunicazioni wireless», ha affermato Brown. «Credo che questo studio abbia rotto il proverbiale uovo».
Devra Davis, Ph.D., MPH , tossicologa ed epidemiologa, fondatrice e presidente emerita dell’EHT, ha affermato: «Questa scoperta di grumi nel sangue dopo soli cinque minuti di esposizione diretta al cellulare dovrebbe far riflettere tutti coloro che tengono il telefono vicino al corpo».
L’EHT è un gruppo di ricerca e formazione senza scopo di lucro che si concentra sugli effetti delle radiazioni wireless.
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I ricercatori hanno ripetuto l’esperimento più volte
Per i dati di questo studio, Brown e la sua collega Barbara Biebrich, esperta di ecografia, hanno condotto un esperimento iniziale che includeva un’ecografia della vena della gamba di una donna asintomatica di 62 anni, senza alcuna storia di allergie, disturbi del sangue o malattie sistemiche.
Successivamente, hanno posizionato un Apple iPhone XR inutilizzato sul retro del ginocchio della paziente per cinque minuti. Il telefono era connesso alla rete mobile AT&T con Wi-Fi, Bluetooth e antenne cellulari attivate. Tuttavia, il telefono non effettuava chiamate, non inviava messaggi, non riceveva chiamate o messaggi, mentre era posizionato sul retro del ginocchio.
Dopo cinque minuti, i ricercatori hanno eseguito un’altra ecografia. La seconda ecografia ha mostrato che le radiazioni del cellulare avevano causato l’aggregazione delle cellule del sangue nella vena poplitea della donna, situata dietro il ginocchio, in forma di rotoli.
Brown e Biebrich hanno ripetuto l’esperimento con la stessa donna più volte nell’arco di tre mesi. «Ogni volta, abbiamo ottenuto gli stessi risultati», ha scritto Brown.
In un’occasione, le cellule del sangue della donna erano già in formazione di rouleaux prima che il cellulare venisse appoggiato sulle sue ginocchia per cinque minuti.
«Sebbene inizialmente fossimo perplessi», ha scritto Brown, «ho chiesto alla partecipante dove avesse tenuto il cellulare poco prima della scansione e lei ha risposto che lo teneva in tasca».
I ricercatori hanno anche modificato l’esperimento posizionando il cellulare a un centimetro dalla pelle della donna, anziché direttamente sul suo corpo. Anche in questo caso, hanno aspettato cinque minuti.
«Si è lanciata in rouleaux, anche se il cellulare era a un passo da lei», ha scritto Brown. «Dimostrando la presenza di rouleaux in una vena profonda della gamba, lo studio conferma che la penetrazione e gli effetti fisiologici associati delle radiazioni wireless non si limitano ai primi millimetri di pelle, ma si verificano, di fatto, in profondità nel corpo», ha affermato Brown.
Questa scoperta ha «importanti implicazioni per la sicurezza», ha affermato.
I limiti di esposizione di sicurezza per le radiazioni wireless stabiliti dalla Federal Communications Commission si basano sul presupposto che le radiazioni possano danneggiare la salute umana solo a livelli sufficientemente elevati da riscaldare i tessuti umani. I cellulari emettono radiazioni a livelli inferiori.
Molti scienziati, tra cui Brown, affermano che vi sono prove che livelli non termici di radiazioni wireless possano influire negativamente sulla biologia umana.
Lo studio fornisce una «manifestazione visibile» del fatto che le radiazioni dei cellulari a livelli non termici hanno effetti biologici.
Lo studio non ha chiarito quale specifica gamma di frequenze di radiazioni dei cellulari, come 4G o 5G, abbia causato l’aggregazione del sangue.
Il cellulare era inattivo e non era impegnato attivamente in una rete 4G o 5G, al di là della normale comunicazione di «handshake» che i cellulari effettuano con le torri cellulari, ha affermato Brown.
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«Sono abbastanza certo che il nostro soggetto non sia un unicorno»
Nel resoconto dell’esperimento, i ricercatori hanno affermato che stanno pianificando uno studio più ampio per valutare quanto sia diffusa nella popolazione generale la formazione di rotoli indotta dalle radiazioni dei cellulari.
«Sebbene l’incidenza della formazione di rouleaux in seguito all’esposizione al cellulare sia sconosciuta, sono abbastanza certo che il nostro soggetto non sia un unicorno», ha affermato Brown.
L’ecografia è relativamente poco costosa e diffusa, quindi dovrebbe essere facile anche per altri ricercatori effettuare studi di follow-up, ha aggiunto.
I ricercatori hanno pubblicato per la prima volta alcuni dei risultati ottenuti utilizzando gli ultrasuoni per dimostrare che le radiazioni dei cellulari inducono un’aggregazione anomala del sangue in un articolo sottoposto a revisione paritaria del 10 febbraio su Frontiers in Cardiovascular Medicine.
Lo studio di aprile pubblicato sulla rivista Environment ribadisce gran parte del rapporto di febbraio pubblicato su Frontiers. Tuttavia, il rapporto su Frontiers non includeva i risultati ottenuti tenendo il cellulare a un pollice di distanza dal corpo della donna, perché i ricercatori non avevano ancora condotto quell’esperimento.
Secondo Brown, entrambi i rapporti sono importanti perché si rivolgono a pubblici diversi.
La rivista Frontiers è una risorsa per la comunità medica, in particolare per cardiologi e chirurghi cardiovascolari, ha spiegato Brown. La rivista Environment è rivolta alla «comunità molto più ampia delle scienze ambientali», ha aggiunto.
Suzanne Burdick
Ph.D.
© 29 aprile 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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Per 50 anni i regolatori hanno ignorato il rapporto che collegava le radiazioni wireless a 23 malattie croniche

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«Siamo stati ingannati sui vantaggi della tecnologia wireless»
Nel rapporto, Lear e Rees citano anche altri rapporti scientifici che hanno dimostrato un legame tra radiazioni wireless e impatti negativi sulla salute, tra cui il rapporto BioInitiative 2012. Il BioInitiative Report, aggiornato nel 2017, cita oltre 2.200 studi scientifici che collegano l’esposizione a bassi livelli di campi elettromagnetici a decine di malattie ed effetti biologici, tra cui effetti neurologici, cancro al cervello, effetti fetali, danni alla barriera ematoencefalica, danni al DNA, cancro al seno, squilibri biochimici, leucemia, diminuzione della fertilità e stress ossidativo. Il rapporto esamina anche gli studi che hanno suggerito un possibile meccanismo biologico per spiegare il legame tra radiazioni wireless e malattie croniche. Rees ha affermato: «siamo stati ingannati sui vantaggi relativi della tecnologia wireless». Secondo un rapporto del 2018 del National Institute for Science, Law and Public Policy, le connessioni cablate sono di gran lunga superiori a quelle wireless per numerosi motivi, tra cui la velocità di connessione. «È più veloce, molto più efficiente dal punto di vista energetico, ha una qualità audio più elevata, è più affidabile, più resistente agli eventi meteorologici, più sicuro e più duraturo, il che significa che non è soggetto ai costi dell’obsolescenza programmata come le tecnologie wireless», ha affermato Rees. Ha aggiunto: «Dobbiamo iniziare ad assumerci le nostre responsabilità e ridurre al minimo la nostra esposizione personale alla rete wireless, supportando al contempo gli sforzi, come la nuova iniziativa» 704 No More «di CHD, per ripristinare il controllo locale sulle torri e sulle antenne cellulari». L’iniziativa 704 No More sta raccogliendo fondi per contestare legalmente la Sezione 704 del Telecommunications Act del 1996, che proibisce alle autorità locali di respingere le richieste di installazione di torri cellulari sulla base di effetti sulla salute e sull’ambiente. Suzanne Burdick Ph.D. © 18 febbraio 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD. Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
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