Intelligenza Artificiale
Il vaccino AI-mRNA potrebbe portare all’estinzione della razza umana: parla Nicole Shanahan
La distribuzione di vaccini antitumorali a mRNA basati sull’intelligenza artificiale nell’ambito del progetto Stargate del presidente Donald Trump potrebbe portare a un «evento di estinzione», avverte l’ex compagna di corsa di Robert Kennedy jr, Nicole Shanahan.
Mercoledì, in un’apparizione al podcast della popolare giornalista statunitense Megyn Kelly, Shanahan, già avvocato della Silicon Valley e candidata vicepresidente con Robert F. Kennedy Jr. per le presidenziali 2024, ha chiesto una moratoria sulla tecnologia sperimentale dell’mRNA perché solleva già preoccupazioni per la salute, in quanto gli effetti a lungo termine non sono ancora del tutto compresi.
«Ciò di cui abbiamo bisogno per la piattaforma mRNA in questo momento è una moratoria. Non è pronta per l’uso umano», ha detto Shanahan. «Uno dei motivi è che fornisce un risultato incoerente negli individui».
Nicole Shanahan warns of an “extinction” level risk if AI-developed mRNA vaccines are rushed into use.
“What we need for the mRNA platform right now is a moratorium. It’s not ready for human use.”
“It delivers an inconsistent result in individuals.”
“In order for our… pic.twitter.com/EBU7Utovuc
— End Tribalism in Politics (@EndTribalism) January 22, 2025
Shanahan ha continuato spiegando come il 5% di coloro che hanno ricevuto le iniezioni sperimentali di mRNA per il COVID-19 durante la pandemia non hanno ottenuto i risultati attesi: molti hanno invece sviluppato «tumori turbo», «coaguli di sangue» e altri effetti collaterali avversi, e altri sono stati addirittura danneggiati a causa dello «shedding», cioè della diffusione involontaria, della proteina spike.
«Affinché la nostra popolazione cresca, sia forte, sia pienamente abile e affinché la nostra economia umana prosperi, abbiamo bisogno di una moratoria sull’mRNA per il momento», ha affermato.
Kelly ha aggiunto: «Finché non sarà più una roulette russa».
Shanahan ha sottolineato che molti ingegneri e ricercatori farmacologici che lavorano allo sviluppo della tecnologia mRNA trascurano una verità fondamentale della biologia umana: non può essere programmata come un sistema informatico.
«Pensano che si possa programmare il corpo umano come si programma un sistema di intelligenza artificiale, come si programma un sistema informatico. E il problema con questa mentalità è che la natura… c’è un elemento in essa che quando si inserisce qualcosa come il vaccino mRNA, c’è un’enorme quantità di casualità stocastica che può verificarsi», ha osservato.
«L’Intelligenza Artificiale è un sistema informatico. La salute umana non lo è», ha aggiunto.
Shanahan ha anche criticato il fatto che la tecnologia del vaccino a mRNA fosse in prima linea nell’annuncio di Trump sul progetto Stargate, dato che l’Intelligenza Artificiale potrebbe essere impiegata in molti altri modi, con effetti benefici diretti sull’economia statunitense.
«Ce ne sono così tante che avrebbero potuto essere condivise nella conferenza di ieri che sono davvero eccellenti usi dell’IA», ha detto. «Ne ho sentite alcune che erano un po’ là fuori e se implementate troppo rapidamente potrebbero portare a un evento di estinzione. Quindi penso che dobbiamo stare attenti».
«Wow» ha esclamato la Kelly.
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Martedì, durante l’annuncio della joint venture Stargate da 500 miliardi di dollari alla Casa Bianca, il CTO di Oracle Larry Ellison si è entusiasmato per le potenziali innovazioni che l’Intelligenza Artificiale potrebbe apportare alla lotta contro il cancro, in particolare utilizzando l’impiego della tecnologia mRNA per elaborare vaccini personalizzati per il trattamento.
«La diagnosi del cancro tramite intelligenza artificiale promette di essere semplicemente un esame del sangue», ha affermato Ellison. «Quindi, una volta che abbiamo sequenziato il gene di quel tumore canceroso, è possibile vaccinare la persona, progettare un vaccino per ogni singola persona per vaccinarla contro quel cancro».
Come riportato d Renovatio 21, sono molteplici le dichiarazioni importanti dell’ex candidata alla vicepresidenza USA, in particolare in merito a vaccini, transumanismo e riproduzione artificiale.
Ex moglie dell’ultramiliardario co-fondatore di Google, l’informatico di origine russo-ebraica Sergej Brin (che è il padre della bambina in questione), la Shanahan ha reiteratamente informato il pubblico della persistenza nelle cerchie della Silicon Valley del pensiero transumanista, quasi fosse la religione che alligna da quelle parti.
In particolare, la donna sembra connettere il culto transumanista con la fecondazione in vitro (IVF), alla quale si è sottoposta, e di cui è divenuta accesa critica. Sostiene infatti che, oltre che innaturale, essa è guidata da interessi di multinazionali.
L’ex vice di RFK arriva a rivelare di aver donato 100 milioni di dollari in quella che le era stato detto era ricerca scientifica per il benessere delle donne, per poi scoprire invece che si trattava di esperimenti transumanisti come l’utero artificiale.
Sorprendentemente, in questo dibattito pubblico, la Shanahan ha tirato fuori un tema che lascia sbigottito Carlson durante un loro incontro pubblico, ma non Renovatio 21, che è praticamente una delle poche realtà che ne parlano appena si può: la gametogenesi. La signora infatti descrive l’esperimento per cui si sono ottenuti cuccioli di topo di laboratorio a partire da cellule della pelle.
Durante l’intervista con Tucker Carlson la Shanahan ha segnalato che in sala c’era il dottor Andrew Wakefield, che recentemente aveva avuto ospite anche in un podcast di Children’s Health Defense. La donna ha detto al pubblico che Andrew Wakefield è stato «cancellato» 25 anni fa per aver trovato che «l’MMR causa in alcuni bambini un’infiammazione intestinale, che porta a sintomi come l’autismo».
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Come riportato da Renovatio 21, di recente la Shanahan ha dichiarato che le grandi aziende tecnologiche usano il wireless per danneggiare la salute della gente creando quello che ha definito un «cortocircuito a livello cellulare».
Implicando che gli esseri umani vengono avvelenati senza saperlo, Shanahan ha affermato che «siamo una specie elettrochimica e siamo effettivamente in cortocircuito a livello cellulare: giovani che cadono sul palco, cosa che vediamo ripetutamente sui social media, video dopo video, di un conduttore o di un giovane che parla letteralmente sul palco e cade».
«La gente mi ha definito una teorica della cospirazione per aver sottolineato che il campo elettrico in cui viviamo sulla Terra è inquinato dall’uso di prodotti wireless non mitigati», ha detto. «Beh, ecco la verità: questa è una verità reale e io sono della Silicon Valley, quindi vi sto raccontando un segreto: queste tecnologie possono essere rese sicure, ma Big Tech è a letto con Big Pharma».
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La superintelligenza artificiale potrebbe porre fine all’umanità
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Bezos vede data center nello spazio e prevede che la «bolla» dell’AI darà i suoi frutti come le dot-com
In una visione futuristica che sembra uscita da un romanzo di fantascienza, il fondatore ed executive chairman di Amazon, Jeff Bezos, ha previsto che entro i prossimi 10-20 anni verranno costruiti nello spazio data center «su scala gigawatt», alimentati da energia solare illimitata e destinati, nel tempo, a superare in prestazioni le loro controparti terrestri.
L’intervento di Bezos si è tenuto all’Italian Tech Week di Torino, dove l’imprenditore ha delineato quello che considera il prossimo grande salto tecnologico: l’orbital computing, ossia il calcolo in orbita. Un’evoluzione che, secondo lui, avrà un impatto paragonabile a quello dell’esplosione di Internet negli anni Novanta — con tutto il suo carico di entusiasmo, bolle speculative e inevitabili vincitori.
«Questi giganteschi centri di addestramento saranno meglio costruiti nello spazio, perché lì abbiamo energia solare, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Non ci sono nuvole, né pioggia, né maltempo», ha dichiarato Bezos in un’intervista pubblica con l’erede Agnelli John Elkann. «Saremo in grado di battere i costi dei data center terrestri nello spazio nei prossimi due decenni».
L’imprenditore americano ha spiegato che questa trasformazione rappresenta una tappa naturale nella migrazione dell’umanità verso infrastrutture spaziali. «È già successo con i satelliti meteorologici. È già successo con i satelliti per le comunicazioni. Il prossimo passo saranno i data center e poi altri tipi di produzione», ha affermato.
Jeff Bezos called AI an “industrial bubble” at Italian Tech Week:
“Investors don’t usually give a team of six people a couple billion dollars with no product, and that’s happening today.”
He added that while bubbles fund both good and bad ideas, society benefits when the… pic.twitter.com/7QTSgT0gh3
— Wall St Engine (@wallstengine) October 3, 2025
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Il concetto di data center orbitali sta guadagnando consensi tra i giganti della tecnologia, preoccupati per l’enorme impatto ambientale delle strutture terrestri, che richiedono grandi quantità di elettricità e acqua per il raffreddamento dei server. In orbita, la disponibilità costante di energia solare e l’assenza di condizioni atmosferiche rendono lo spazio una prospettiva sempre più attraente, almeno sul piano teorico.
Bezos ha però riconosciuto che il percorso non sarà privo di ostacoli: manutenzione e aggiornamenti sarebbero molto più difficili in orbita, i lanci di razzi rimangono costosi e qualsiasi guasto potrebbe comportare la perdita di miliardi di dollari in hardware.
Nonostante ciò, il fondatore di Amazon è convinto che l’abbassamento dei costi di lancio e il rapido progresso tecnologico cambieranno presto l’equilibrio economico, rendendo lo spazio una scelta sempre più conveniente per l’elaborazione dei dati.
Bezos ha quindi affrontato il tema dell’Intelligenza Artificiale, definendola una forza di cambiamento da accogliere con ottimismo, pur riconoscendo l’attuale clima di euforia e incertezza.
«Dovremmo essere estremamente ottimisti sul fatto che le conseguenze sociali e benefiche dell’intelligenza artificiale, come quelle che abbiamo avuto con Internet 25 anni fa, siano reali e destinate a durare», ha affermato. «È importante distinguere le potenziali bolle e le conseguenze del loro scoppio, che potrebbero verificarsi o meno, dalla realtà effettiva».
Secondo il Bezos, anche se gli investimenti nel settore sembrano eccessivi, si tratta di una «bolla positiva», una fase di espansione industriale che favorisce l’innovazione piuttosto che la distruzione finanziaria.
«Si tratta di una sorta di bolla industriale, a differenza delle bolle finanziarie. Quelle industriali non sono poi così negative, anzi, possono essere addirittura positive. La società trae beneficio da queste invenzioni», ha affermato, aggiungendo: «Gli investitori di solito non danno a un team di sei persone un paio di miliardi di dollari senza alcun prodotto, e questo sta accadendo oggi».
Amazon non è nuova a progetti che riguardano il cielo e oltre.
Come scoperto anni fa da brevetti di Amazon, l’azienda vuole creare magazzini volanti, montati su dirigibili.
Un nuovo corso dei progetti spaziali del fu annunciato nel 2019 durante una presentazione tenuta personalmente da Jeff Bezos per Blue Origin, la sua compagnia aerospaziale fondata nel 2000, specializzata in razzi riutilizzabili.
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I cinquanta minuti di discorso, che culminano con la rivelazione del modulo lunare Blue Moon, intrecciano ambizioni industriali e visioni filosofiche sullo spazio. Per chi non lo sapesse, Bezos trae ispirazione dal fisico Gerard K. O’Neill (1927-1992), contrario alla colonizzazione di Marte o altri pianeti (un obiettivo oggi perseguito con determinazione da Elon Musk). O’Neill riteneva che tali sforzi potessero al massimo raddoppiare la capacità di ospitare la popolazione umana, un tema cruciale negli anni Settanta.
In alternativa, O’Neill proponeva colonie spaziali orbitanti, enormi strutture tubolari posizionate nei punti di Lagrange, zone del cosmo stabili grazie ai campi gravitazionali di Terra e Luna.
Queste colonie, dove la gravità sarebbe generata dalla rotazione, potrebbero ospitare città a misura d’uomo, parchi naturali e complessi residenziali capaci di accogliere miliardi di persone.
Durante la presentazione, Bezos ha riproposto le illustrazioni originali di O’Neill, che oltre trent’anni fa ispirarono anche il regista giapponese Yoshiyuki Tomino per il celebre anime Gundam.
In sostanza, l’obiettivo è trasferire l’umanità nello spazio per «salvare il pianeta», preservando la Terra come un luogo «blu». Bezos sottolinea che non esiste un piano B per il nostro pianeta, poiché mantenere l’umanità in un unico luogo rappresenta, in termini informatici, un single point of failure.
Di più: nello spazio l’assenza di gravità rende i lavori pesanti (assemblare un’automobile, una petroliera) molto più semplici e meno dispendioso. Non è improbabile che quindi chi ha i mezzi stia ipotizzando uno spostamento della manifattura nello spazio. Il rientro delle merci spaziali sulla terra sarà in effetti un tema.
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Immagine generata artificialmente
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Sempre più esperti esperti cominciano a parlare di «psicosi da ChatGPT»
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