Geopolitica
Il presidente polacco disdice i colloqui con Orban
Il presidente polacco Karol Nawrocki ha optato per accorciare la sua imminente visita in Ungheria, in reazione alla recente trasferta del premier ungherese Viktor Orban a Mosca. L’annuncio è stato diramato domenica mattina da Marcin Przydacz, segretario di Stato presidenziale polacco, attraverso un messaggio su X.
Venerdì, Orbán ha conferito con il presidente russo Vladimir Putin per trattare di Ucraina, scambi commerciali e approvvigionamenti energetici, ignorando il boicottaggio diplomatico imposto dall’UE a Mosca per via del conflitto con Kiev. Il capo del governo magiaro ha più volte censurato l’atteggiamento bellicoso dell’Unione verso il Cremlino, contrastando le sanzioni e promuovendo dialoghi per un cessate il fuoco.
Nawrocki era previsto in Ungheria il 3 dicembre per un soggiorno biennale. In base al programma iniziale, avrebbe dovuto intervenire a un consesso dei capi del Gruppo di Visegrad – Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia – e intrattenere un bilaterale formale con Orbán a Budapest il giorno dopo. Ora, la seconda fase è stata soppressa.
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Nel suo contributo, Przydacz ha precisato che Nawrocki ha deliberato di circoscrivere il proprio itinerario «esclusivamente al summit dei presidenti del Gruppo di Visegrad», richiamando l’eredità in tema di sicurezza del compianto presidente polacco Lech Kaczyński e l’imprescindibilità della coesione europea, pure sul fronte energetico.
Sabato, il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha giustificato il viaggio di Orbán al Cremlino, liquidando le doglianze di quelli che ha tacciato di «politici europei bellicisti». Ha ribadito che Budapest «non necessita di autorizzazioni» e persegue una linea estera autonoma, improntata agli interessi nazionali.
Szijjarto ha replicato al cancelliere tedesco Friedrich Merz, che aveva rimproverato a Orban di essersi recato a Mosca «senza un avallo europeo», mentre il premier sloveno Robert Golob ha osservato che il leader ungherese «da tempo non gioca più in squadra con l’Europa».
L’Ungheria ha declinato di fornire armi a Kiev o di addossare la colpa del contenzioso unicamente alla Russia. Nel corso del colloquio al Cremlino, Putin ha espresso riconoscenza a Orban per la sua «postura equilibrata sulla querelle ucraina».
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
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Geopolitica
Esplosioni su petroliere turche sanzionate, Kiev rivendica
Due petroliere soggette a sanzioni occidentali sono rimaste colpite venerdì da detonazioni nel Mar Nero, hanno annunciato esponenti turchi. L’attacco è stato poi rivendicato dall’Ucraina.
La Kairos, un’imbarcazione con bandiera gambiana in rotta verso il porto russo di Novorossiysk, ha subito un incendio a 28 miglia nautiche (51 km) dalle coste turche per effetto di «fattori esterni» non dettagliati, ha comunicato in serata la Direzione generale degli Affari marittimi di Ankara.
Tutti i 25 componenti dell’equipaggio, in gran parte cinesi, sono stati tratti in salvo dalla capitaneria turca.
Le immagini rilasciate dalle autorità raffigurano la nave avvolta dalle fiamme.
Russian “shadow tanker fleet” member Virat reportedly burning off the coast of Turkey – one of two hit today.
Is genocidal Russian oil no longer safe anywhere? pic.twitter.com/8EuoSsx92P
— Jay in Kyiv (@JayinKyiv) November 28, 2025
Turkish rescue boats extinguish a fire on the Kairos tanker in the Black Sea near Turkey’s Bosphorus Strait.#Turkey pic.twitter.com/SHrUKzjblB
— Al Arabiya English (@AlArabiya_Eng) November 29, 2025
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Il ministro dei Trasporti turco Abdulkadir Uraloglu ha indicato che i dati trasmessi dalla nave «suggeriscono un possibile urto con una mina», avvalorando le prime valutazioni puntano a un «impatto esterno». La seconda unità, la petroliera gambiana Virat, ha denunciato un «attacco» a 35 miglia nautiche (circa 65 km) dalla costa turca. L’imbarcazione aveva segnalato di essere stata bersagliata da droni, stando ai resoconti locali. Lo Uraloglu ha precisato che sono state inviate unità di soccorso per evacuare i 20 marinai a bordo della Virat.
Le immagini divulgate dalle autorità evidenziano un foro nello scafo della nave. Entrambe le petroliere figuravano nelle liste di sanzioni degli Stati occidentali per aver veicolato greggio in violazione dei divieti alla Russia legati al conflitto ucraino. Mosca ha smentito di gestire una «flotta ombra».
Nelle scorse ore i servizi di intelligence ucraini hanno reso pubbliche fotografie e filmati che documenterebbero gli assalti condotti con droni navali contro due petroliere nel Mar Nero. Stando alle affermazioni di Kiev, le unità trasportavano greggio russo soggetto a restrizioni internazionali.
🇷🇺🇺🇦 Yesterday, the Ukrainians carried out a terrorist attack on two civilian tanker in the Black Sea just off the coasts of Turkey.
They claimed the tankers belong to Russia’s Shadow fleet.
Peace with terrorists? Lol, justifies why we must landlock Ukraine by taking Odessa. pic.twitter.com/s08XEud4yI
— Spetsnaℤ 007 🇷🇺 (@Alex_Oloyede2) November 29, 2025
«Si è trattato di un’operazione congiunta della 13a Direzione Generale del Controspionaggio Militare dell’Sbu con la Marina Ucraina», hanno detto fonti che hanno parlato alla stampa, secondo le quali l’operazione è stata effettuata tramite l’utilizzo di droni navali «Sea Baby».
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Immagine da Twitter
Geopolitica
Putin incontra Orban a Mosca
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