Connettiti con Renovato 21

Politica

Il nuovo presidente cattolico polacco contro aborto, LGBT, Green Deal, immigrazione

Pubblicato

il

l candidato conservatore Karol Nawrocki è stato eletto domenica presidente della Polonia al ballottaggio, sconfiggendo di misura il sindaco di Varsavia centrista e filo-europeo Rafal Trzaskowski. Vari osservatori ritengono si tratti di una sconfitta per la fazione liberale globalista.

 

La sconfitta di Trzaskowski è arrivata al termine di una gara serrata, in cui i mercati delle scommesse hanno improvvisamente oscillato a favore del suo avversario, dopo la pubblicazione dei sondaggi in uscita finali nella tarda serata di ieri.

 

Secondo la Commissione elettorale nazionale, Nawrocki ha ottenuto il 50,89% dei voti, mentre Trzaskowski il 49,11%.

Sostieni Renovatio 21

L’affluenza alle urne è stata del 71,63%, tra le più alte delle recenti elezioni polacche. Trzaskowski ha ottenuto ottimi risultati nelle principali città, mentre Nawrocki ha ottenuto risultati migliori nelle zone rurali e tra gli elettori più anziani.

 

La vittoria di Nawrocki è stata descritta come una «battuta d’arresto» per il governo filo-europeo polacco, guidato dall’arci-globalista Donald Tusk. Analisi post-elettorali sostengono che la vittoria del nazionalista sostenuto da Trump potrebbe portare a elezioni parlamentari già nel 2027.

 

Nawrocki, sostenuto dal partito di opposizione Diritto e Giustizia (PiS), si è candidato con un programma basato sui valori cattolici, sulla maggiore sovranità nazionale e sul riequilibrio delle relazioni della Polonia con l’UE. Dirige l’Istituto della Memoria Nazionale, un centro di ricerca finanziato dallo Stato, responsabile della promozione della storia polacca e dell’indagine sui crimini commessi in Polonia durante l’occupazione nazista e il periodo socialista.

 

 

Il mese scorso Nawrocki aveva incontrato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca.

 

«Il presidente Trump ha detto: “Vincerete”», ha dichiarato in seguito ai media polacchi, secondo quanto riportato dalla Reuters.

 

Trzaskowski è una figura di spicco della Coalizione Civica del Primo Ministro Donald Tusk. Ha condotto una campagna per il rafforzamento dei legami con l’UE, l’avanzamento delle riforme giudiziarie, l’allentamento delle restrizioni all’aborto e l’introduzione delle unioni civili per le coppie LGBTQ.

 

Entrambi i candidati si sono impegnati ad aumentare la spesa per la difesa, rispondendo alle richieste di Trump affinché l’Europa contribuisca maggiormente alla NATO. Sostengono inoltre la prosecuzione degli aiuti all’Ucraina. Tuttavia, Trzaskowski appoggia l’adesione dell’Ucraina alla NATO, definendola vitale per la sicurezza della Polonia. Nawrocki ha affermato che non la ratificherà, avvertendo che potrebbe trascinare il blocco in una guerra con la Russia.

 

«La Polonia ha bisogno di un presidente che difenda la Costituzione e i nostri valori», ha dichiarato Nawrocki durante la sua ultima apparizione in campagna elettorale venerdì. Trzaskowski ha detto ai sostenitori di immaginare «una Polonia europea moderna che protegga le libertà e lo stato di diritto».

 

Riguardo all’aborto, Nawrocki ha promesso che non firmerà alcuna legge che ne liberalizzerebbe l’accesso. Riguardo alle libertà, Nawrocki ha affermato che avrebbe bloccato la legge contro l’incitamento all’odio proposta dalla coalizione di governo di Tusk. Il suo avversario liberale aveva promesso esattamente l’opposto e tra le sue promesse elettorali c’era anche l’impegno di rendere possibile l’aborto su richiesta fino alla dodicesima settimana di gravidanza.

 

Per quanto riguarda le questioni sociali, ha promesso di non firmare una legge che introdurrebbe le unioni civili tra persone dello stesso sesso, «fermando la rivoluzione sociale LGBT».

Aiuta Renovatio 21

Il neopresidente ha altresì promesso di fare tutto il possibile per bloccare l’attuazione del Patto migratorio dell’UE e del Green Deal dell’UE.

 

La scorsa settimana, durante l’evento organizzato dall’ente conservatore americano CPAC in Polonia, Nawrocki aveva lanciato l’allarme: «l’Europa è in crisi», affermando che è giunto il momento che l’Europa si «svegli» di fronte al pericolo rappresentato da regimi liberali sempre più repressivi e censori.

 

Il progetto euro-progressista sembra aver trovato in Polonia uno stop significativo, dopo che in questi mesi, dopo la vittoria per le elezioni politiche e la scelta di Tusk come primo ministro, sembravano i progressisti sembravano destinati a dilagare tra controllo dei media, azioni giudiziarie punitive contro i conservatori etc.

 

Gli euro-liberali di Tusk ora si trovano dinanzi un cattolico anti-globalista con il sostegno di Donald Trump all’estero e da un potente blocco cattolico, cristiano e nazionalista in patria – e un presidente che ha diritto di veto sulle riforme.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

 

Continua a leggere

Politica

Esponente del partito AfD insiste sul fatto che la Germania dovrebbe uscire dalla NATO

Pubblicato

il

Da

Jörg Urban, presidente dell’AfD della Sassonia e capogruppo del partito nel parlamento della Sassonia, ha sollevato dettagliatamente la possibilità che la Germania lasci la NATO, in un discorso del 12 dicembre.   In risposta alle dichiarazioni bellicose del Segretario Generale della NATO Mark Rutte, Urban ha scritto sul suo canale Telegram: «L’obiettivo dichiarato dell’adesione della Germania alla NATO è proteggere il nostro Paese. Ma in realtà, sta diventando sempre più un rischio per la sicurezza dell’Europa».   Se posture come quella Rutte continueranno a dettare il passo ai governi europei, è solo questione di tempo prima che venga richiesta una «difesa avanzata» contro la Russia.   Il leader del partito della Sassonia chiede quindi una Germania neutrale e libera da alleanze, seguendo l’esempio delle vicine Austria e Svizzera.   Come riportato da Renovatio 21, i delegati AfD l’anno passato respinsero a larga maggioranza una mozione che condannava Putin.   AfD chiede inoltre l’uscita della Germania dall’UE.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di PantheraLeo1359531 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
Continua a leggere

Politica

L’Ucraina vuole che l’Occidente paghi le elezioni

Pubblicato

il

Da

Kiev è disposta a indire elezioni, ma soltanto a patto che vengano soddisfatte diverse condizioni, tra cui il finanziamento occidentale del processo elettorale, ha dichiarato Mikhail Podoliak, consigliere di alto livello del presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj.

 

Il mandato presidenziale di Zelens’kyj è scaduto a maggio 2024, ma egli ha sempre rifiutato di convocare le urne, appellandosi alla legge marziale in vigore. All’inizio della settimana, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che Kiev non dovrebbe più utilizzare il conflitto in corso come pretesto per rinviare il voto.

 

Mosca ha ripetutamente sostenuto che Zelens’kyj ha «perso la sua legittimità», rendendo così giuridicamente discutibile qualsiasi accordo di pace firmato con lui.

 

Lo Zelens’kyj ha dichiarato di non voler «aggrapparsi al potere» e, in settimana, si è detto pronto a indire elezioni, purché Stati Uniti e Paesi europei forniscano «garanzie di sicurezza» durante lo svolgimento delle votazioni.

 

Podoliak ha precisato la posizione venerdì su X, spiegando che Zelensky ha invitato il parlamento a predisporre emendamenti alla Costituzione e alle leggi elettorali. Il consigliere ha tuttavia elencato tre condizioni indispensabili perché il voto possa avere luogo.

 

Aiuta Renovatio 21


«Nessun missile o drone deve sorvolare il Paese durante le votazioni. L’unica strada realistica è un cessate il fuoco», ha scritto Podoliak, aggiungendo che i militari al fronte e gli abitanti delle zone di prima linea devono poter «votare ed essere candidati». Ha poi sottolineato che «milioni di sfollati» rendono l’operazione «complessa e costosa».

 

«Questo onere non può gravare solo sull’Ucraina», ha proseguito il collaboratore dello Zelens’kyj, precisando che Kiev sarebbe «pronta» a procedere solo con finanziamenti esterni e il rispetto delle altre due condizioni.

 

Non si tratta della prima volta che l’Ucraina chiede danari occidentali pure per il voto.

 

Come riportato da Renovatio 21, due anni fa, tra i tanti rinvii citanti la legge marziale, Kiev aveva annunciato che le elezioni le avrebbe tenute qualora le avesse pagate l’Europa.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Saeima via Wikimedia pubblicata su licenzaCreative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic

Continua a leggere

Politica

Brigitta Macron contro le femministe: «stupide stronze»

Pubblicato

il

Da

La moglie del presidente francese Emmanuel Macron, Brigitte, ha provocato un’ondata di indignazione dopo aver definito le manifestanti femministe «salles connes», cioè «stupide stronze».   All’inizio di questa settimana è emerso un video (poi cancellato) in cui la first lady francese, domenica scorsa, chiacchierava in privato nel backstage con l’attore e comico ebreo sefardita Ary Abittan, in passato accusato di stupro. L’artista 51enne era in tournée per la prima volta dopo che i giudici istruttori avevano archiviato il caso per mancanza di prove.   La sera precedente, il collettivo femminista Nous Toutes («Tutte noi») aveva fatto irruzione nel suo spettacolo di cabaret: alcune attiviste, con maschere raffiguranti il volto dell’attore e la scritta «stupratore», si erano alzate in mezzo al pubblico gridando «Abittan stupratore» prima di essere accompagnate fuori.   Nel video trapelato, Abittan scherza sul fatto di sentirsi ancora nervoso, probabilmente temendo il ritorno delle manifestanti. Si sente chiaramente Brigitte Macron rispondere in tono scherzoso: «Se ci sono delle stupide stronze, le cacceremo via».   Martedì un portavoce dell’Eliseo ha spiegato che la first lady stava solo cercando di tranquillizzare l’attore e che il suo commento era diretto unicamente ai metodi radicali usati per interrompere lo spettacolo.

Iscriviti al canale Telegram

Nonostante la precisazione, le reazioni sono state immediate e trasversali: politici di tutti gli schieramenti, attivisti e personalità del mondo del cinema hanno condannato le parole.   La segretaria nazionale dei Verdi, Marine Tondelier, le ha definite «estremamente gravi»; la senatrice LR Agnès Evren le ha giudicate «profondamente sessiste». Persino l’ex presidente François Hollande ha criticato la scelta lessicale della first lady. L’attrice Judith Godrèche, divenuta simbolo della lotta contro le violenze sessuali nel cinema francese dopo aver denunciato abusi subiti da minorenne, ha chiesto la fine di questi comportamenti nel settore culturale e ha pubblicato un breve messaggio su Instagram contro le dichiarazioni di Brigitte Macron. Il collettivo Nous Toutes ha poi trasformato la frase in un hashtag virale sui social.   Brigitta Macron era già finita al centro dell’attenzione nei mesi scorsi per una lunga vicenda giudiziaria legata alle teorie complottiste che la descrivono come transgender. Una sentenza di quest’anno ha condannato e multato le due donne che avevano diffuso la falsa notizia, riaccendendo il dibattito sulle molestie online contro le figure pubbliche.   Il caso aveva avuto risonanza internazionale dopo che la commentatrice americana Candace Owens ne aveva ripreso le accuse, per poi dichiarare che i Macron avessero ordinato il suo assassinio.   Come riportato da Renovatio 21, Macron aveva chiesto personalmente a Trump di intercedere con la Owens per farla smettere di parlare dell’incredibile teoria per cui la Brigitta sarebbe nata uomo.  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di Mélanie Praquin via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Continua a leggere

Più popolari