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Il comandante della Marina degli Stati Uniti perde l’incarico dopo l’imbarazzante foto virale
Il capitano del cacciatorpediniere USS John McCain, Cmdr. Cameron Yaste, è stato sollevato dal suo incarico diversi mesi dopo essere apparso in una foto virale in cui impugnava un fucile con un mirino montato all’indietro, secondo un comunicato stampa della Marina.
L’immagine imbarazzante è stata condivisa sui social media della Marina ad aprile e mostrava Yaste in posizione di tiro mentre impugnava il fucile con l’ottica montata al contrario.
Sebbene la Marina non abbia citato esplicitamente la foto come motivo per sollevare Yaste dai suoi incarichi, ha affermato che richiede ai suoi ufficiali «i più elevati standard e li ritiene responsabili quando tali standard non vengono rispettati».
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«Il comandante della USS John S. McCain è stato sollevato il 30 agosto a causa di una perdita di fiducia nella sua capacità di comandare il cacciatorpediniere lanciamissili», ha spiegato la Marina in una dichiarazione, osservando che la rimozione di Yates non ha avuto alcun impatto sulla missione o sul programma della nave.
Remember this guy? He just got fired.
Cmdr. Cameron Yaste was relieved of his duties as commanding officer of the USS John S. McCain, an Arleigh Burke-class destroyer now operating in the Gulf of Oman.
Yaste was photographed earlier this year firing an M-4 rifle, which some… pic.twitter.com/lX0O1R40iP
— Stars and Stripes (@starsandstripes) August 30, 2024
La foto era stata ridicolizzata online anche dal Corpo dei Marines degli Stati Uniti che ha pubblicato in risposta la propria foto di un Marine che spara con un’arma con la didascalia «Clear Sight Picture».
Clear Sight Picture#Marines assigned to the @15thMEUOfficial conduct a live-fire deck shoot aboard the @usnavy amphibious assault ship USS Boxer, April 6.
The 15th MEU is currently embarked aboard the Boxer Amphibious Ready Group conducting routine operations.#BlueGreenTeam pic.twitter.com/NJqe4mLdmh
— U.S. Marines (@USMC) April 10, 2024
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Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno schierato due dei loro gruppi di attacco di portaerei in Medio Oriente, in mezzo alle crescenti tensioni nella regione, in particolare tra Israele e Iran. Washington ha ripetutamente affermato che avrebbe difeso Israele da qualsiasi potenziale attacco.
La USS John McCain fa parte del gruppo d’attacco della portaerei USS Theodore Roosevelt. Il mese scorso è stata raggiunta anche dal gruppo d’attacco della USS Abraham Lincoln in seguito all’assassinio del capo dell’ufficio politico di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran e dell’alto funzionario di Hezbollah Fuad Shukr a Beirut.
Come riportato da Renovatio 21, secondo indiscrezioni gli USA avevano assicurato ad Hezbollah che lo Stato Ebraico non avrebbe effettuato una grande offensiva, tuttavia quest’ultimo ha ucciso lo Shukr, uno dei vertici del movimento sciita, a Beirut.
Israele ha rivendicato la responsabilità dell’uccisione di Shukr e ha minacciato di effettuare altri attacchi contro Hezbollah in Libano. Gerusalemme Ovest non ha né confermato né negato il suo coinvolgimento nella morte del capo di Hamas.
L’Iran ha promesso di infliggere una «dura punizione» allo Stato Ebraico per l’assassinio di Haniyeh, suscitando preoccupazioni a Washington sul fatto che Teheran possa lanciare un attacco congiunto contro Israele insieme a vari gruppi filo-palestinesi come Hezbollah e gli Houthi dello Yemen.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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L’UE attacca le piattaforme che si rifiutano di censurare la libertà di parola: il fondatore di Telegram
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L’UE multa X di Musk per 120 milioni di euro. Gli USA: «attacco al popolo americano»
Gli Stati Uniti hanno accusato Bruxelles di aver «attaccato» gli americani dopo che l’Unione Europea ha inflitto alla piattaforma social X di Elon Musk una multa da 120 milioni di euro (circa 140 milioni di dollari) per violazione delle norme di moderazione dei contenuti previste dal Digital Services Act (DSA).
La Commissione europea ha reso nota la sanzione venerdì, precisando che si tratta della prima decisione formale di non conformità emessa in base al DSA.
La misura si inserisce in una più ampia offensiva regolatoria dell’UE contro i grandi colossi tecnologici statunitensi: in passato Bruxelles ha già comminato multe da diversi miliardi a Google per abuso di posizione dominante nella ricerca e nella pubblicità, ha sanzionato Apple in base al DSA e alle norme antitrust nazionali e ha penalizzato Meta per il modello pubblicitario «pay-or-consent». Queste azioni hanno ulteriormente inasprito le divergenze tra Washington e l’UE in materia di regolamentazione del digitale.
Secondo la Commissione, le violazioni commesse da X riguardano la progettazione ingannevole del sistema di spunta blu verificata, che «espone gli utenti a truffe», la mancanza di trasparenza nella libreria pubblicitaria e il rifiuto di fornire ai ricercatori l’accesso ai dati pubblici richiesto.
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Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha reagito duramente, scrivendo su X che la multa non rappresenta solo un attacco alla piattaforma, ma «un attacco a tutte le piattaforme tecnologiche americane e al popolo americano da parte di governi stranieri». «I giorni in cui gli americani venivano censurati online sono finiti», ha aggiunto.
Elon Musk ha rilanciato i commenti del commissario FCC Brendan Carr, secondo il quale l’UE prende di mira X semplicemente perché è un’azienda americana «di successo» e «l’Europa sta tassando gli americani per sovvenzionare un continente soffocato dalle sue stesse normative oppressive».
Anche il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance è intervenuto, sostenendo che l’UE sta punendo X «per non aver adottato misure di censura» e che gli europei dovrebbero «difendere la libertà di espressione invece di aggredire le aziende americane per questioni di poco conto».
L’amministrazione del presidente Donald Trump si oppone da anni alle leggi digitali europee, accusandole di essere «progettate per danneggiare la tecnologia americana» e minacciando dazi di ritorsione in risposta a tasse digitali e regolamenti sulle piattaforme.
Bruxelles ribatte che le proprie regole valgono allo stesso modo per tutte le imprese che operano nel mercato unico e riflettono semplicemente un approccio più severo su privacy, concorrenza e sicurezza online.
Le relazioni tra Washington e Bruxelles restano tese su numerosi fronti – commercio, sussidi industriali, standard ambientali e controlli tecnologici – con gli Stati Uniti che accusano l’UE di protezionismo e i leader europei che criticano le misure unilaterali americane in materia di dazi e tecnologia.
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Come riportato da Renovatio 21 il tema delle euromulte contro Musk è risalente.
Brusselle aveva valutato l’ipotesi di multe contro X da quando l’ex commissario alla tecnologia UE, Thierry Breton, aveva accusato la piattaforma di non aver controllato adeguatamente i contenuti illegali e di aver violato il Digital Services Act (DSA) dell’UE del 2022. La decisione se penalizzare X spetta ora alla commissaria UE per la concorrenza, Margrethe Vestager.
Come noto al lettore di Renovatio 21, Elone per qualche ragione è assai inviso all’oligarchia europea e a tanta politica continentale, come hanno dimostrato i discorsi del presidente italiano Sergio Mattarella, che pareva attaccare proprio Musk e le sue ambizioni sui social e nello spazio.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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Google nega di aver scansionato le email e gli allegati degli utenti con il suo software AI
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