Sport e Marzialistica
Il campione di hockey Ovechkin inserito nella lista nera ucraina

Il campione dell’hockey russo Aleksandr Ovechkin, che ha recentemente battuto il record di punti segnati nella NHL, è stato aggiunto alla lista dei nemici dell’Ucraina sul famigerato sito web Mirotvorets («il pacificatore»). La data esatta in cui Ovechkin è apparso sul database non è chiara, sebbene i media russi ne abbiano riportato la notizia martedì.
Il controverso database, che alcuni ritengono legato allo Stato ucraino, contiene informazioni personali di individui che si ritiene rappresentino una minaccia per la sicurezza nazionale ucraina ed è stato etichettato come «kill list» a causa del numero di persone in esso contenute, assassinate o morte in circostanze sospette.
Secondo il sito web, l’attaccante dei Washington Capitals Ovechkin è stato aggiunto al database per aver lavorato per «favorire la reputazione della Russia» prendendo parte a eventi sportivi internazionali e giustificando «l’aggressione contro l’Ucraina tra il pubblico straniero».
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Il trentanovenne è stato anche accusato di aver «violato deliberatamente» il confine ucraino, accusa che potrebbe riferirsi alla sua vacanza in Crimea nel 2015, un anno dopo che la popolazione della penisola aveva votato a larga maggioranza in un referendum per il rientro in Russia.
Interpellato sulla questione, il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov ha dichiarato che «ora è più facile trovare persone che non sono incluse nel database Mirotvorets, quindi non c’è davvero nulla di cui discutere».
Definite come liste di «traditori che devono rispondere dei loro crimini», tali liste online dei nemici dell’Ucraina, che comprende anche Al Bano, Toto Cutugno, Henry Kissinger, e anche il defunto Silvio Berlusconi. Poiché nel corso degli anni sono stati assassinati numerosi giornalisti di spicco e altri personaggi pubblici descritti sul sito appunto come «nemici dell’Ucraina», qualcuno ritiene si tratti di una vera «kill list» del regime di Kiev.
Come riportato da Renovatio 21, quando fu trovato Oleksij Kovaljov – un altro parlamentare di opposizione alla Verkhovna Rada – assassinato nella sua casa, la sua voce nella lista della morte ha apposto sulla foto segnaletica il bollino «likvidovan», ossia «liquidato», scritta apparsa nella voce specifica anche dopo l’uccisione della giornalista russa Darja Dugina, nell’agosto 2022. Kiev ha negato qualsiasi coinvolgimento nell’autobomba che è costata la vita alla figlia dell’eminente filosofo e scrittore Aleksandr Dugin, tuttavia secondo quanto riferito i funzionari dell’Intelligence statunitense ritengono che «parti» del governo ucraino erano responsabili.
Nel corso degli anni, sono stati inseriti nella lista nera politici e personaggi pubblici occidentali di alto profilo, tra cui il presidente croato Zoran Milanovic, il primo ministro ungherese Viktor Orban (che intercettazioni emerse sulla stampa americana mostrano essere un obiettivo del regime Zelens’kyj), il segretario di Stato statunitense in pensione Henry Kissinger e il Pink Floyd Roger Waters, nonché Al Bano e Toto Cotugno, nonché, per un breve periodo, Elon Musk.
La parlamentare russa e campionessa olimpica di pattinaggio di velocità del 2006 Svetlana Zhurova ha dichiarato al quotidiano VseProSport che «è strano che non abbiano aggiunto Ovechkin prima al database di Mirotvorets. Alex ha creato il Putin Team [un movimento a sostegno della candidatura di Vladimir Putin alle elezioni presidenziali del 2018 in Russia, ndr], e solo per questo avrebbe dovuto essere già nella lista».
La Zhurova ha sostenuto che essere su Mirotvorets «non ostacolerà in alcun modo Ovechkin. Non dovrà affrontare restrizioni nella sua vita quotidiana né problemi per entrare negli Stati Uniti», dove gioca nella NHL.
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Come riportato da Renovatio 21, ad aprile il campione russo Ovechkin ha segnato il suo 895° gol nella stagione regolare in NHL, superando il record di Wayne Gretzky di 894. Da allora ha segnato altri due gol, portando il suo totale a 897.
Il contratto di Ovechkin con i Washington Capitals scade nell’estate del 2026. All’inizio di quest’anno aveva dichiarato di stare valutando un ritorno al club russo Dynamo Mosca, dove ha iniziato la sua carriera professionistica.
La settimana scorsa è emerso che il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha deciso di escludere le squadre russe di hockey su ghiaccio dalle prossime Olimpiadi Invernali Milano-Cortina.
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Immagine di All-Pro Reels via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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Monaci shaolini, dall’incontro con papa Francesco e la caduta in disgrazia del bonzo manager

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
I social network cinesi discutono sull’inchiesta per corruzione e scandali sessuali aperta contro l’abate Shi, l’uomo che ha trasformato in un impero economico il tempio famoso per il Kung Fu. Queste accuse erano emerse già in passato senza però scalfirne il potere. Per questo alcuni commentatori hanno osservato che i suoi guai sono cominciati una volta tornato in Cina dopo la visita in Vaticano, di cui Pechino non ha mai dato notizia. L’ipotesi che si sia spinto troppo oltre, con un’iniziativa non concordata con il Partito.
Shi Yongxin, l’abate del Tempio Shaolin famoso per il Kung Fu, è sotto indagine da parte delle autorità cinesi. Secondo un comunicato del tempio, è accusato di appropriazione indebita, relazioni improprie con donne e di aver avuto figli illegittimi. L’Associazione Buddista Cinese ufficiale ha dichiarato che l’ordinazione monastica di Shi Yongxin è stata revocata.
Secondo il sito cinese Caixin, Shi è stato prelevato a mezzanotte il 25 luglio. Lo stesso giornale ha riferito che, dopo una visita all’estero durante la Festa di Primavera (il capodanno lunare cinese, caduto quest’anno in febbraio, ndr), gli è stato proibito di lasciare la Cina. Dopo tale visita, è stato convocato dalle autorità, ma poteva ancora viaggiare all’interno del Paese.
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Il rapporto di Caixin non specifica né la destinazione né il contenuto della visita all’estero. Ma è noto che a febbraio, Shi ha guidato una delegazione del Tempio Shaolin in Vaticano che incontrò il 1 febbraio papa Francesco. Quella visita non venne menzionata dalle autorità cinesi e i media statali non ne diedero alcuna notizia.
La stessa Santa Sede mantenne un profilo basso sulla visita, data la natura non ufficiale dell’incontro. Ma sui social network cinesi alcuni analisti ipotizzano che questa sia la vera causa dei problemi per Shi.
Commenti online ricordano che non esistono relazioni diplomatiche formali tra la Cina e il Vaticano; per questo suggeriscono che Shi potrebbe aver aggirato l’autorizzazione delle autorità, giocando d’azzardo per accrescere il proprio prestigio come leader religioso, cosa non tollerata da Pechino. Altri commentatori ritengono che la visita sia stata un errore politico, dovuto a un errato calcolo del clima: in un contesto in cui le autorità cinesi spingono per la sinicizzazione e il controllo ideologico, ogni passo oltre i limiti è visto come una sfida al Partito Comunista, anche se non verrà mai menzionato ufficialmente.
Non stupisce comunque che la motivazione ufficiale di cui si parla sia l’appropriazione dei profitti generati dal Tempio Shaolin. Shi è diventato monaco qui nel 1981, all’età di 16 anni, ed è abate dal 1999. Sotto la sua guida, il tempio con 1500 anni di storia si è trasformato in un marchio globale che ogni anno attira migliaia di seguaci buddhisti e appassionati di Kung Fu da tutto il mondo. Shi ha costruito un impero economico, guadagnandosi il soprannome di «monaco CEO».
Ma oltre al successo commerciale, Shi ha alle spalle anche una carriera politica. È stato vicepresidente dell’Associazione Buddhista Cinese e membro della Conferenza Politica Consultiva del Popolo Cinese. Per oltre un decennio, è stato anche rappresentante al Congresso Nazionale del Popolo. Ha sostenuto le direttive delle autorità sulla sinicizzazione del buddhismo.
Nel 2018, il Tempio Shaolin è stato il primo ad issare la bandiera nazionale cinese, gesto che ha generato ampi dibattiti sul web cinese.
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In Cina, le organizzazioni religiose ufficiali sono sotto la guida del Dipartimento del Fronte Unito del Partito Comunista Cinese. Gli analisti affermano che Shi non è solo un leader religioso, ma anche un funzionario statale per via del suo coinvolgimento politico. Non è ancora chiaro, dunque, se la visita in Vaticano sia stata approvata dalle autorità: le foto mostrano un colloquio privato tra Shi e papa Francesco, senza la presenza di funzionari cinesi.
Il Tempio Shaolin ha guadagnato popolarità nella cultura pop grazie a un film interpretato da Jet Li. Tuttavia, la sua commercializzazione è stata fortemente criticata. I media cinesi hanno stimato che, in passato, le entrate turistiche del tempio rappresentassero quasi un terzo del bilancio annuale della città di Dengfeng, dove si trova il tempio. Il tempio è stato criticato per l’alto prezzo dei biglietti, la vendita di incenso e prodotti buddhisti. Si vociferava persino un piano per quotarlo in borsa. Nel 2015, i progetti di costruzione di un hotel, una scuola di Kung Fu e un campo da golf suscitarono forti polemiche.
L’impero del Tempio Shaolin si è espanso anche all’estero. Attualmente, truppe di monaci viaggiano per il mondo per esibirsi in spettacoli di arti marziali. Il tempio ha anche fondato filiali in vari Paesi. Con questa espansione le voci su Shi circolavano da tempo. Già nel 2015, un suo discepolo lo aveva accusato di corruzione e di avere due figli illegittimi. Ma allora – a differenza di oggi – un’indagine delle autorità concluse che mancavano prove.
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Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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