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Gli appestati del convegno di Renovatio 21

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Il convegno sullo scandalo degli affidi in Val d’Enza, promosso da Renovatio 21 e tenutosi nella sala consiliare del comune di Cavriago il 20 settembre scorso, ha generato, sia prima che dopo, inevitabili polemiche. Alcune di esse ci sono parse al limite dell’incredibile.

 

È evidente che Renovatio 21 urti certe categorie oramai assuefatte alla Cultura della Morte; essi non appena leggono che qualcuno ha come obiettivo la «difesa della Vita come miracolo irripetibile e divino» (oddio, che parole indecenti e scandalose!) strepitano in preda ad inspiegabili – o forse fin troppo spiegabili – fervori. Un po’ come l’on. Monica Cirinnà – ricordate? – quando udì Salvini invocare in aula di Senato la protezione della Madonna sull’Italia.

 

Difficile però capire – o forse, anche qui, fin troppo comprensibile visto il diktat del di pensiero unico – come mai un convegno con relatori d’eccezione su di un tema così delicato ed importante abbia destato una simile acredine.

È evidente che Renovatio 21 urti certe categorie oramai assuefatte alla Cultura della Morte

 

Non ci soffermeremo sulle polemiche precedenti al convegno, ma crediamo piuttosto che valga la pena soffermarsi sugli effetti post-convegno.

 

Partendo da un aneddoto davvero interessante e forse sfuggito ai più: negli stessi attimi in cui si svolgeva la conferenza, una consigliera comunale del MoVimento 5 Stelle ha postato una foto del tavolo dei relatori (probabilmente inviatale da qualcuno dal momento che lei non era presente) con su scritto: «La peste nera a Cavriago…»

 

Si badi che, come si può vedere, la foto ritraeva, fra gli altri (passino pure i brutti «oltranzistiihhiii!!!1!!11!» di Renovatio 21), due giornalisti – di cui uno, Maurizio Belpietro, direttore di un quotidiano nazionale – il consigliere comunale Laura Spaggiari, l’avv. Francesco Morcavallo, l’avv. Francesco Miraglia e la Prof.ssa. Vincenza Palmieri, fondatrice e presidente dell’Istituto Familiare di Pedagogia.

 

 Dobbiamo dedurre che parlare di Bibbiano equivalga ad essere infetti di una tremenda malattia?

Quindi? Tutti, professionisti e figure istituzionali, «peste nera»? Dobbiamo dedurre che parlare di Bibbiano equivalga ad essere infetti di una tremenda malattia? Non ci è dato saperlo.

Certo, una affermazione simile, senza nessuna specificazione, potrebbe sembraci un po’ grave.

 

Ma passiamo oltre.

Pochi giorni fa, il consigliere comunale all’opposizione del comune di Cavriago, Laura Spaggiari, già relatrice al convegno del 20 settembre, pubblica un post sul suo profilo Facebook intitolato: «Libertà di opinione & bavaglio», che riportiamo di seguito.

 

«Chi valuta che le opinioni del richiedente siano intolleranti? E inoltre, intolleranti verso che cosa? È evidente che la parte politica di maggioranza si arroga il diritto di giudicare le opinioni degli avversari politici, e quindi a suo insindacabile giudizio si arroga pure di non consentire di esprimere tali opinioni in un ambiente pubblico!»

«Al Consiglio Comunale del 30 Settembre scorso avevamo all’ordine del giorno anche la modifica al regolamento per la concessione in uso temporaneo delle sale comunali. Come ci aveva già informato il Sindaco, tale modifica avviene a seguito della richiesta che avevo fatto della Sala Consiliare per il convegno “Il caso Bibbiano” tenutosi il 20 settembre, organizzato da Renovatio 21, con cui ho collaborato anche in qualità di relatrice. A tale convegno, come saprete, erano presenti tra gli altri due avvocati, un ex giudice del Tribunale dei Minori di Bologna, una Consulente Tecnica di Parte e giornalisti di testate e televisioni nazionali».

 

«Nonostante la notevole levatura dei relatori, qualcuno ha avuto qualcosa da eccepire. E puntualmente arriva la proposta di modifica del regolamento di concessione delle sale! Ora il quarto comma dell’art. 3 del nuovo regolamento prevede che “il Sindaco possa RIFIUTARE la sala senza che il richiedente possa eccepire alcunché qualora abbia espresso pubblicamente opinioni razziste, antisemite, intolleranti, omofobe” ecc.»

 

«Chi valuta che le opinioni del richiedente siano intolleranti? E inoltre, intolleranti verso che cosa? È evidente che la parte politica di maggioranza si arroga il diritto di giudicare le opinioni degli avversari politici, e quindi a suo insindacabile giudizio si arroga pure di non consentire di esprimere tali opinioni in un ambiente pubblico!»

 

«Ecco perché, dopo aver chiaramente spiegato le mie motivazioni, prima della votazione ho ritenuto di dover uscire dall’aula! E mi chiedo, ancora: perché hanno così paura delle opinioni delle altre forze?»

 

Crediamo non ci sia molto da aggiungere al chiarissimo intervento del consigliere Spaggiari, perché le cose stanno davvero così. Siamo passati noi e non cresce più l’erba. Peccato che il diserbante, molto democraticamente, ci pare lo stia buttando qualcun altro. 

La vera notizia, è che presto di Bibbiano non sentirete più parlarne da nessuna parte, a motivo dell’etichetta che sarà solennemente appiccicata a coloro i quali vorranno continuare a parlarne: appestati.

 

Fra erbicida e «peste nera» una cosa è certa: i nuovi alleati di governo sono ormai anche ottimi alleati di paese.

 

E quindi, la vera notizia, è che presto di Bibbiano non sentirete più parlarne da nessuna parte, a motivo dell’etichetta che sarà solennemente appiccicata a coloro i quali vorranno continuare a parlarne: appestati.

 

 

Cristiano Lugli

 

 

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Renovatio 21 a Chioggia per la Tabarrata Nazionale 2024

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Renovatio 21 promuove ed aderisce alla Tabarrata Nazionale 2024 indetta per sabato 10 febbraio a Chioggia.

 

La Tabarrata Nazione è l’adunanza tabarrista par excellence. Si tratta del raduno più significativo in Italia, e di conseguenza del mondo, per gli appassionati del miglior soprabito esistente: il Tabarro.

 

Sapete di cosa parliamo: il Tabarro è il mantello a ruota che ha lontanissime origini ed è legato in modo indissolubile alla tradizione del nostro territorio e non solo di quello. La parola tabard, mutuata dal latino tabardus, è riscontrabile anche in lingua anglica. Testimonianze di tabarri giungono da ogni regione d’Italia, Sicilia e Puglia comprese. Fuori dall’equivoco per cui si tratterebbe di una tradizione padana o veneziana, ricordiamo l’uso del Tabarro presso i «Briganti» che insorsero contro l’Italia unita dalle orde dei Savoia.

 

L’evento, che gode del patrocinio del comune della Città di Chioggia, è organizzato dall’associazione Civiltà del Tabarro, impegnata nella diffusione della cultura del Tabarro e del suo retroterra umano, storico, culturale, spirituale.

 

 

Siamo arrivati alla settima Tabarrata Nazionale. Prima ci sono state: Parma, Casalmaggiore, Vicenza, Oleggio, Cittadella, Bassano del Grappa. C’è stato, purtroppo, uno iato dovuto al biennio pandemico… tuttavia, la Tabarrata Nazionale di Cittadella riuscì ad essere eseguita nel primo 2020 a poche settimane dal patatrac globale.

 

Il programma della Tabarrata Nazionale 2024 prevede il ritrovo dei tabarristi alle 14:30 presso Corso del Popolo, dinanzi al Comune di Chioggia.

 

Quindi, dalle 15:30 una visita all’Orologio della Torre di Sant’Andrea – l’orologio funzionante più antico del mondo, in contesa, dicono, con il Big Ben – guidata da esperti locali.

 

Segue alle ore 17:00 la conferenza «Argomenti della Civiltà del Tabarro» presso Palazzo Grassi, in Canal Vena. Interverranno: Sandro Zara, imprenditore e maestro del Tabarro; Roberto Dal Bosco, presidente dell’associazione Civiltà del Tabarro; Corrado Beldì, segretario della Civiltà del Tabarro.

Nel contesto di Palazzo Grassi, il maestro fotografo Silvano Pupella realizzerà ritratti dei tabarristi presenti.

 

A seguire, sempre nella stupenda cornice del Canal Vena, un aperitivo presso il bacaro Nino Fisolo. Più tardi, per chi ha prenotato, la grande, usuale cena tabarrista, un evento nel quale l’aggettivo «felliniano» può pure essere dimenticato del tutto perché non rende la questione.

 

La scelta della incantevole «piccola Venezia» è dovuta alla vox populi al termine della conferenza «Lineamenti di Civiltà del Tabarro» alla Tabarrata Nazionale 2023 a Bassano del Grappa un gruppo di tabarristi ha demandato a gran voce un ritrovo per l’anno successivo a Chioggia. Sono stati accontentati.

 

La partecipazione massiva dei lavoratori di Renovatio 21 alla Tabarrata potrebbe precludere, per una volta, gli usuali ritmi di upload di articoli sul sito nei prossimi due giorni. Il lettore porti pazienza, le missioni da portare avanti nella vita sono spesso più di una.

 

Attediamo chiunque voglia venire, anche qualora dotato di soprabito con le braccia: la possibilità di provare ad ammantarsi con la dolcezza, la bellezza di secoli e millenni di tradizione di certo non mancherà. E, statene sicuri, ciò non potrà che far bene all’animo e al corpo.

 

Perché, come dice il presidente della Civiltà del Tabarro Roberto Dal Bosco, «se ha le maniche non scalda il cuore».

 

Per ogni ulteriore informazione, senza esitare, contattateci.

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Renovatio 21 alla Tabarrata Nazionale 2023

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Renovatio 21 parteciperà alla Tabarrata Nazionale 2023 che si terrà sabato 4 febbraio a Bassano del Grappa.   Si tratta del più potente raduno in Italia – quindi, nel mondo – degli amanti del miglior soprabito dell’universo. Se non sapete cos’è un tabarro, ci dispiace per voi. Potete rimediare, tuttavia, venendo a vederne diecine e diecine indossati da un esercito di personaggi che si troverà alle 16:00 sul Ponte Vecchio, detto Ponte degli Alpini, a Bassano.   Il tabarro è un oggetto le cui radici si perdono nei secoli. Secondo il libro Tabarro. Storia di cavalieri, dame e sognatori, sarebbe un derivato delle tuniche degli antichi. La realtà è che un tabarro lo aveva probabilmente il nonno, il bisnonno, del lettore. Anzi: non è improbabile che un tabarro sia a casa vostra, nascosto, dimenticato in un armadio o in una soffitta da decadi e decadi. Se è così, sappiate che c’è caso che sia anche perfettamente conservato. Ad una conferenza emiliana di Renovatio 21 del tardo 2019, capitò al tavolo un signore che aveva un tabarro che diceva essere in famiglia da sempre. Guardammo l’etichetta: c’era scritto «1907».   Bisogna quindi dire il fondatore di Renovatio 21 Roberto Dal Bosco è presidente della Civiltà del Tabarro: ecco spiegato questo articolo, e certi riferimenti che potreste aver letto qui e in questi anni.   In realtà, tra l’universo del tabarro e quello di Renovatio 21 pare esserci non solo un’identità cosmica di fondo (la tradizione, la distinzione, il primato della realtà sul conformismo) ma anche una comunanza nel destino.   Alcuni di voi sanno che chiusero la pagina Facebook di Renovatio 21, e la cosa finì in tribunale. Poco dopo, cosa di cui pochi sono al corrente, chiusero anche la pagina della Civiltà del Tabarro. Ambedue, come potete vedere, grazie alla giustizia sono state riaperte.   Tuttavia, qualcosa ancora non torna.   Lo scrittore Camillo Langone è il vate del tabarro, nonché il creatore delle prime Tabarrate a Parma (2016) e Casalmaggiore (2017). Camillo quest’anno non potrà esserci. Tuttavia, a favore dei suoi tanti follower tabarristi e filotabarristi, aveva pubblicato su Facebook la locandina dell’evento di quest’anno. La piattaforma la ha censurata.   Proprio così. «Il tuo post viola i nostri Standard della community, pertanto è visibile solo a te».     Sarebbe da non credere, se non conoscessimo bene la tragedia dell’ora presente.   Non è una barzelletta l’idea che anche l’uomo in tabarro può essere ritenuto passibile di essere rimosso dal discorso pubblico. Il tabarrismo come sovversione: in un mondo che ci vuole completamente sottomessi, in un mondo in cui conta solo la massa vaccina, non si tratta più di uno scherzo. Può metterti le braghe strappate, puoi indossare gli orrori gender degli stilisti infelici, puoi vestirti in modo indecente: il conformismo della degradazione, che ti è imposto dal potere, te lo consente.   Non ti è consentito, invece, avvolgerti di un’eleganza millenaria. Non ti è consentito essere l’uomo che era tuo nonno. Non ti è consentito agire concretamente ciò che ti è stato tramandato. Non ti è consentito il bello, il buono, il giusto. Vabbè. Sapete come stan le cose. Non tediamoci.   Torniamo alla Tabarrata Nazionale, dove tutti questi brutti pensieri non avranno cittadinanza – perché si tratta di un ritrovo di amici e personaggioni, dove si sorride e si ride, dove lo stare in compagnia è tutto, dove non si parla di politica o di altre disgrazie, ma si vive felici avvolti da strati di bellezza e spensieratezza.   Dopo il ritrovo alle 16 sul Ponte degli Alpini, seguirà, nella Sala Tolio (via Jacopo da Ponte, 37) la conferenza «Lineamenti di Civiltà del Tabarro», dove interverranno, oltre al presidente Roberto Dal Bosco, anche il tesoriere Corrado Beldì, nonché il vero re-iniziatore di questa tradizione, l’infinitamente signorile Sandro Albano Zara, unico, grande maestro del tabarro moderno – cioè, del tabarro eterno.   Alla cena non sappiamo se ci sarà posto, ma vale la pena di trovare. Non è impossibile, infine, che il manipolo più irriducibile dei tabarristi non vada avanti sino a notte fonde a conquistare le strade della cittadina veneta. Alle altre Tabarrate, di solito, va così.   Aspettiamo tutti, in ispecie i simpatizzanti e i curiosi: vi sarà la possibilità, anche per i non-ancora-tabarristi, di provare dei tabarri, e di farsi ritrarre dal M° Silvano Pupella, che per l’occasione allestirà un set fotografico.   Fra i tabarristi vi è un detto: «se ha le maniche, non scalda il cuore».   Venite a scaldare il vostro.        
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Video della processione di riparazione di Reggio Emilia

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La cronaca della processione di Reggio Emilia del 2 luglio in riparazione contro le parate LGBT mostra, oltre che la cerimonia, anche i volti e la motivazione dei partecipanti.

 

È possibile sentire anche brani del fervorino di Don Daniele Di Sorco, FSSPX.

 

Al minuto 6:27 è brevemente intervistato Cristiano Lugli, organizzatore del Comitato Beata Giovanna Scopelli e co-fondatore di Renovatio 21.

 

Il video è curato dal canale YouTube Cronache di Cielo e Terra.

 

 

 

 

 

Immagine screenshot da YouTube

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