Bizzarria
Furto di pezzi di cadaveri ad Harvard, uomo si dichiara colpevole
Arriva un nuovo sviluppo nello scandalo del commercio di parti di cadavere presso l’università di Harvard.
Un membro di una rete di individui piuttosto particolari si è dichiarato colpevole di aver procurato e venduto parti del corpo, alcune provenienti dall’obitorio della Harvard Medical School.
In un comunicato stampa, l’ufficio del procuratore distrettuale degli Stati Uniti per il distretto centrale della Pennsylvania, ha annunciato che un uomo di nome Jeremy Pauley si era dichiarato colpevole di aver preso parte al giro di traffico di resti umani che includeva, presumibilmente, parti del corpo donate all’Anatomical Gifts Program presso la Harvard Medical School.
Il Pauley non è stato colui che ha procurato le parti dall’obitorio di Harvard: la pratica in sé pare sia stata effettuata da un certo Cedric Lodge, manager dell’obitorio del Anatomical Gifts Program, il quale «ha rubato organi e altre parti di cadaveri donati per la ricerca medica e la formazione prima delle cremazioni programmate».
Pennsylvania man Jeremy Lee Pauley was arrested for trying to buy human remains. Now, does this look like a guy who would try to buy human remains? pic.twitter.com/Mj2X2sIpjl
— Mike Sington (@MikeSington) August 20, 2022
Secondo l’accusa, il Lodge, che gestiva l’obitorio per il Programma di doni anatomici, «ha rubato organi e altre parti di cadaveri donati per la ricerca medica e l’istruzione prima delle loro cremazioni programmate».
Secondo le dichiarazioni dell’ufficio del procuratore distrettuale, il Lodge non solo prese i pezzi e li conservò nella sua casa nel New Hampshire, ma lui e sua moglie Denise, permisero anche ad altri soggetti di entrare all’obitorio della nota università per «esaminare i cadaveri» e decidere cosa comprare.
Sebbene non fosse il capo di questa masnada, l’aspetto fisico del Pauley – con metà della faccia tatuata (compreso uno dei suoi occhi) e punte di metallo impiantate sulla sua testa rasata – conferisce un tocco ancor più inquietante all’intera vicenda.
Il sedicente «artista del sangue» sarebbe stato inoltre trovato con più contenitori pieni di resti umani quando la polizia è entrata nella sua abitazione con un mandato di perquisizione. All’interno di quei secchi, le forze dell’ordine avrebbero trovato numerosi cervelli umani e altri organi, oltre alla mandibola di un bambino con i denti intatti.
Pauley era già stato arrestato l’estate scorsa, stando a quanto riportato da FOX43, dopo che qualcuno aveva chiamato la polizia informandoli della situazione. Quando gli agenti lo hanno interrogato, l’uomo ha ammesso di avere in suo possesso diversi scheletri interi e tra i 15 ei 20 teschi umani, ma ha detto di averli acquistati legalmente. Apparentemente i poliziotti avevano creduto al sospettato dopo aver controllato le parti e visto che sembravano «molto vecchie» e quindi provenire da «un acquisto legittimo».
Dopo quella prima segnalazione, la polizia ne aveva ricevuta un’altra secondo cui Pauley aveva secchi pieni di pelle e organi umani. È stato solo dopo aver eseguito un mandato di perquisizione per l’intera casa che le autorità hanno trovato il resto e scoperto che ne aveva altri in arrivo, poi intercettati in un ufficio postale a Scranton.
«Questa è una delle indagini più bizzarre che abbia mai incontrato», ha detto Sean McCormack, procuratore distrettuale della contea di Cumberland. «Proprio quando penso di aver visto tutto, mi capita un caso come questo».
Come riportato da Renovatio 21, lo scandalo del traffico di parti di cadavere nel prestigioso ateneo statunitense (16 premi Nobel all’attivo) ha permesso di far emergere un network di traffici perversi – un vero e proprio mercato, con domanda e offerta – di cui non si riusciva ad immaginare l’esistenza.
Una delle persone accusate gestiva a Nord di Boston un negozio chiamato Kat’s Creepy Creations, dove la specializzazione era specializzata il riciclare bambole in pupazzi horror, intrisi di sangue e deformati. Secondo la polizia, ha acquistato volti sezionati per 600 dollari che intendeva far conciare in pelle. Non è chiaro se le parti del cadavere siano state utilizzate, ma si potrebbe presumere che abbia conservato e venduto resti umani nel negozio.
Non si tratta del primo caso di orrori e cadaveri delle università
Come riportato da Renovatio 21, tre anni fa un grande scandalo colpì l’Università di Paris-Descartes: il più grande centro di anatomia europeo presso la scuola di medicina dell’Università di Paris-Descartes fu chiuso a causa di gravi carenze nello stato di conservazione dei cadaveri, locali fatiscenti e sospetti che i corpi venissero mercificati.
I corpi di «migliaia di persone» che avevano donato i loro corpi alla scienza sono stati tenuti in «condizioni indecenti»: e, si scoprì, per decenni.
«I corpi sono stati lasciati marcire, mangiati dai topi, al punto che alcuni dovevano essere inceneriti senza essere sezionati» scrisse L’Express. «Corpi accatastati l’uno sull’altro, senza alcuna dignità e contrari a qualsiasi regola etica».
L’Ispettorato generale per gli affari sociali scrisse un rapporto in cui fiutò, anche qui, il traffico di cadaveri: «utilizzatori e potrebbero essere stati in grado di impegnarsi in un’attività redditizia all’interno del CDC [Centro di Donazione del Corpo, ndr]». In altre parole, anche lì vi poteva essere mercificazione delle parti dei cadaveri.
Come riportato da Renovatio 21, secondo varie testimonianze, in Nigeria è possibile acquistare resti umani al mercato, al fine di utilizzarli per fini esoterici.
«Le ricerche – scrive ancora il quotidiano nigeriano Vanguard – dimostrano che le parti femminili sono più richieste di quelle maschili. Ciò avviene a causa di quello che è descritta come la “potenza” di alcuni organi come i seni e i genitali all’interno di money ritual da parti di herbalist [erborista, sciamano, NdR] o gruppi occulti». Tanto per tenere a mente la storia della vagina sparita di Pamela.
«Abbiamo visto che una testa umana fresca può andare da 60.000 naira (circa 135 euro) in su, mentre un teschio è venduto per 20.000. Le gambe fresche sono vendute per 30.000 ciascuna, mentre una gamba decomposta viene venduta per 20.000. Un dito fresco viene venduto per 5.000, se decomposto o per 3.000. Gli intestini freschi sono venduti per 20.000 mentre quelli secchi sono venduti per 5000. Pezzi di ossa fresche sono venduti per 2.000 e oltre».
I traffici nigeriani di resti umani si sviluppa su due filoni: quello degli omicidi rituali (per i quali c’è stata addirittura una richiesta di stato di emergenza in Parlamento), e quello dei cimiteri, dove guardiani fanno affari riesumando i cadaveri poche ore dopo la sepoltura e sezionandone le parti che interessano a chi prepara le pozioni.
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Immagine di East Pennsboro Township Police Department, via Twitter, rielaborata per adattamento al formato.
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Corrispondente di Renovatio 21 da Tokyo
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Arte
Bibita col DNA di Ozzy Osbourne disponibile con pagamento a rate
Una nuova partnership kitsch tra John «Ozzy» Osbourne e Liquid Death, il marchio di acqua in lattina, ha lanciato sul mercato una serie limitata di lattine di tè freddo infuso con il DNA del «reverendo rock».
Ovviamente il prodotto è andato subito a ruba ed è esaurito. Le lattine sono state tutte tracannate e schiacciate da Osbourne in persona, lasciando «tracce di DNA della sua saliva che ora potete possedere», secondo il sito web di Liquid Death.
Ma diciamoci la verità, non si compra lo scarto salivare di una rockstar per dissetarsi: lo si compra per fare necro-collezionismo probabilmente. Le leggende attorno al personaggio sono molteplici: si diceva che Ozzy fosse un mutante genetico, capace di resistere a secchiate di droga, alla rabbia per aver morso un pipistrello vivo e a un incidente quasi mortale in quad.
«Ozzy Osbourne è 1 su 1», recita il testo pubblicitario del sito, «ma stiamo vendendo il suo vero DNA così potrete riciclarlo per sempre».
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Ogni lattina viene consegnata in un «barattolo per campioni sigillato in laboratorio», etichettato con il nome del donatore, il numero del campione (su dieci) e la data del prelievo. Ozzy ha persino firmato il contenitore, apparentemente dando un assegno in bianco per qualsiasi futura clonazione.
«Ora, quando la tecnologia e la legge federale lo consentiranno, potrete replicare Ozzy Osbourne e godervi la sua musica per centinaia di anni nel futuro», si legge sul sito web. I pezzi disponibili sono solo 10 e sono stati venduti a 450 dollari ciascuno, anche in comode rate.
Vista la rarità del prodotto, il «bagarinaggio online» non poteva mancare: su eBay ce ne sono state due in vendita, ciascuna a migliaia di dollari.
Sui social media, i fan erano entusiasti della partnership di Ozzy con il suo brand, anche se il prezzo ha fatto storcere il naso a qualcuno. «Accidenti, avrei dovuto salvare il tuo DNA quando mi hai sputato addosso nell’84 durante un concerto alla LB Arena», ha scritto un fan su X.
Ozzy Osbourne, che da giovane sul palco aveva pure mangiato un pipistrello, è perito quattro mesi fa. Il fatto che fosse stato iniettato col vaccino COVID, che ci dicono venire da un chirottero di Wuhano, lo rende in qualche modo un personaggio simbolico della pandemica, e non solo di quella: alcuni hanno ipotizzato che la morte, avvenuta dopo una «lunga battaglia» (in genere dicono per qualche ragione così) contro il morbo di Parkinson, potrebbe costituire un caso di eutanasia.
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Carlos Varela via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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