Geopolitica
Evacuazione dei civili del Donbass
La tensione nel Donbass, massima zona di frizione tra Russia e Ucraina (cioè, USA e NATO) è in aumento.
I leader delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk hanno ordinato l’evacuazione dei civili in Russia, secondo la testata russa Sputnik.
Il leader della Repubblica di Donetsk Pushilin ha dichiarato in un video:
«Quando il nemico bombardao gli insediamenti della repubblica, la vita e la salute dei nostri cittadini potrebbero essere in pericolo. Pertanto, da oggi, 18 febbraio, è stata organizzata un’evacuazione centralizzata di massa della popolazione verso la Federazione Russa. Prima di tutto verranno evacuate donne, bambini e anziani».
Il capo di Donetsk ha aggiunto che le strutture che ospiteranno la popolazione sono pronte nella regione russa di Rostov «come concordato con le autorità russe».
Il capo della Repubblica di Lugansk Leonid Pasechnik ha affermato che le forze ucraine hanno pianificato di entrare nella Repubblica e hanno esortato i residenti a evacuare muovendosi verso la Russia.
«Per prevenire vittime civili, invito i residenti delle repubbliche che non hanno l’ordine di stare in allerta e che non sono coinvolti nel supporto vitale delle infrastrutture sociali e civili, di recarsi nella Federazione Russa il prima possibile», ha detto Pasechnik.
Pasechnik anche chiesto a tutti gli uomini che sono in grado di imbracciare un’arma di difendere la repubblica.
Secondo i rapporti dell’agenzia di stampa di Donetsk, la città di Donetsk è sotto pesanti bombardamenti.
Le autorità militari della Repubblica di Donetsk hanno affermato che 46 colpi di mortaio e granate hanno colpito la città durante un periodo di 35 minuti a mezzogiorno.
I bombardamenti in altre parti del territorio hanno interrotto una linea ferroviaria tra le due repubbliche e tolto l’elettricità in un’altra area, riferisce EIRN.
Da parte di Kiev, il comando militare ucraino ha affermato che i «militanti» hanno violato il cessate il fuoco 45 volte, di cui 34 con armi proibite.
Nonostante i segni di volontà di de-escalare il conflitto da parte di Putin, pare che Pentagono e Casa Bianca vogliano a tutti i costi la guerra a tutti i costi. Dietro di loro, ha ricordato l’ex deputata americana Tulsi Gabbard, vi sono i miliardi di dollari del complesso militare-industriale USA, che cementando il conflitto con Mosca si assicurerebbe contratti e profitti per i prossimi decenni.
La possibilità di uno scontro atomico è già sulla carta, addirittura spinto da alcuni.
Immagine di Andrew Butko via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)
Geopolitica
La Cina snobba il ministro degli Esteri tedesco
Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha dovuto cancellare un viaggio previsto in Cina dopo che Pechino si sarebbe rifiutata di organizzare incontri di alto livello con lui, secondo quanto riportato venerdì da diversi organi di stampa.
Il Wadephul sarebbe dovuto partire per Pechino domenica per discutere delle restrizioni cinesi sull’esportazione di terre rare e semiconduttori, oltre che del conflitto in Ucraina.
«Il viaggio non può essere effettuato al momento e sarà posticipato a data da destinarsi», ha dichiarato un portavoce del Ministero degli Esteri tedesco, citato da Politico. Il Wadephullo avrebbe dovuto incontrare il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, ma l’agenda prevedeva troppo pochi incontri di rilievo.
Secondo il tabloide germanico Bild, i due diplomatici terranno presto una conversazione telefonica.
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Questo intoppo diplomatico si inserisce in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra Cina e Unione Europea. Nell’ultimo anno, Bruxelles e Pechino si sono scontrate sulla presunta sovrapproduzione industriale cinese, mentre la Cina accusa l’UE di protezionismo.
All’inizio di questo mese, Pechino ha rafforzato le restrizioni sull’esportazione di minerali strategici con applicazioni militari, una mossa che potrebbe aggravare le difficoltà del settore automobilistico europeo.
La Germania è stata particolarmente colpita dal deterioramento del clima commerciale.
Come riportato da Renovatio 21, la Volkswagen sospenderà la produzione in alcuni stabilimenti chiave la prossima settimana a causa della carenza di semiconduttori, dovuta al sequestro da parte dei Paesi Bassi del produttore cinese di chip Nexperia, motivato da rischi per la sicurezza tecnologica dell’UE. In risposta, Pechino ha bloccato le esportazioni di chip Nexperia dalla Cina, causando una riduzione delle scorte che potrebbe portare a ulteriori chiusure temporanee di stabilimenti Volkswagen e colpire altre case automobilistiche, secondo il quotidiano.
Venerdì, il ministro dell’economia Katherina Reiche ha annunciato che Berlino presenterà una protesta diplomatica contro Pechino per il blocco delle spedizioni di semiconduttori, sottolineando la forte dipendenza della Germania dai componenti cinesi.
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Immagine di UK Government via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
Vance in Israele critica la «stupida trovata politica»: il voto di sovranità sulla Cisgiordania è stato un «insulto» da parte della Knesset
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Geopolitica
Trump minaccia di togliere i fondi a Israele se annette la Cisgiordania
Israele «perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti» in caso di annessione della Giudea e della Samaria, nome con cui lo Stato Ebraico chiama la Cisgiordania, ha detto il presidente USA Donald Trump.
Trump ha replicato a un disegno di legge controverso presentato da esponenti dell’opposizione di destra alla Knesset, il parlamento israeliano, che prevede l’annessione del territorio conteso come reazione al terrorismo palestinese.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu, sostenitore degli insediamenti ebraici in quell’area, si oppone al provvedimento, poiché rischierebbe di allontanare gli Stati arabi e musulmani aderenti agli Accordi di Abramo e al cessate il fuoco di Gaza.
Netanyahu ha criticato aspramente il disegno di legge, accusando i promotori di opposizione di una «provocazione» deliberata in concomitanza con la visita del vicepresidente statunitense J.D. Vance. (Lo stesso Vance ha qualificato il disegno di legge come un «insulto» personale)
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«I commenti pubblicati giovedì dalla rivista TIME sono stati espressi da Trump durante un’intervista del 15 ottobre, prima dell’approvazione preliminare alla Knesset di mercoledì – contro il volere del primo ministro – di un disegno di legge che estenderebbe la sovranità israeliana a tutti gli insediamenti della Cisgiordania» ha scritto il quotidiano israeliano Times of Israel.
Evidenziando l’impazienza dell’amministrazione verso tali iniziative, il vicepresidente di Trump, J.D. Vance, ha dichiarato giovedì, lasciando Israele, che il voto del giorno precedente lo aveva «offeso» ed era stato «molto stupido».
«Non accadrà. Non accadrà», ha affermato Trump a TIME, in riferimento all’annessione. «Non accadrà perché ho dato la mia parola ai Paesi arabi. E non potete farlo ora. Abbiamo avuto un grande sostegno arabo. Non accadrà perché ho dato la mia parola ai paesi arabi. Non accadrà. Israele perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti se ciò accadesse».
Vance ha precisato che gli era stato descritto come una «trovata politica» e «puramente simbolica», ma ha aggiunto: «Si tratta di una trovata politica molto stupida, e personalmente la considero un insulto».
Gli Emirati Arabi Uniti, che hanno guidato i Paesi arabi e musulmani negli Accordi di Abramo, si oppongono da tempo all’annessione della Cisgiordania, sostenendo che renderebbe vani i futuri negoziati di pace nella regione.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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