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Terrorismo

Escalation di attacchi da parte dei talebani pakistani

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

Dopo la fine del cessate il fuoco i TTP hanno preso di mira le forze dell’ordine ma l’accordo con il governo aveva già cominciato a scricchiolare nei mesi scorsi. Non è un caso che la tregua sia terminata in concomitanza con la nomina del nuovo capo dell’esercito. Islamabad potrebbe presto cambiare strategia.

 

 

 

Il Pakistan è alle prese con un’escalation di attacchi da parte dei Tehreek-e Taliban Pakistan (TTP), i talebani pakistani, nel nord del Paese dopo che questi il 28 novembre hanno annunciato la rottura del cessate il fuoco, una tregua che era stata concordata a fine maggio grazie alla mediazione dei talebani afghani e in particolare del loro autoproclamato ministro dell’Interno e leader del clan Haqqani, Sirajuddin.

 

Le tensioni avevano in realtà cominciato a montare nelle regioni tribali del Khyber Pakhtunkhwa a fine agosto.

 

Oggi i TTP hanno rivendicato un attacco contro una scuola avvenuto ieri nella regione del Waziristan del Sud in cui almeno una persona è rimasta uccisa e un’altra ferita, ma nelle ultime due settimane si sono verificati attentati quasi a giorni alterni contro le forze di sicurezza del Paese: i talebani hanno rivendicato un attentato contro il personale dell’esercito pakistano nell’area di Zalukhel, nel Waziristan settentrionale, che avrebbe provocato 5 morti e 3 feriti, e hanno confermato l’uccisione di un poliziotto a Tangi Tehsil, nel distretto di Charsadda, mentre due giorni fa, per sancire la fine del cessate il fuoco, hanno condotto un attentato suicida contro una squadra di vaccinazione antipolio vicino alla città di Quetta uccidendo 4 persone e ferendone 30.

 

In totale, secondo quanto pubblicato sui loro canali, nel mese di novembre avrebbero condotto 59 attacchi, uccidendo o ferendo circa 100 persone. A ottobre gli attacchi rivendicati erano stati 48.

 

I talebani del Pakistan, che avevano raggiunto la massima espansione nel 2014 e poi fino al 2018 erano andati incontro a un periodo di declino, vogliono da Islamabad l’indipendenza delle aree tribali, considerato un territorio di loro appartenenza sul quale vogliono imporre la shari’a, la legge islamica.

 

Oggi il dipartimento di Stato americano ha aggiunto alla lista dei terroristi globali anche un leader dei TTP, Qari Amjad, che supervisiona le operazioni militari nel Khyber Pakhtunkhwa. «Cerchiamo una solida cooperazione con il Pakistan sull’antiterrorismo e ci aspettiamo un’azione sostenuta contro tutti i gruppi militanti e terroristici», ha detto un portavoce del dipartimento di Stato al quotidiano pakistano in lingua inglese Dawn.

 

I talebani hanno risposto con un comunicato dicendo di non avere un’agenda internazionale e che la loro guerra, condotta in nome di «valori religiosi e nazionali» si limita al Pakistan. Hanno inoltre negato di aver utilizzato il territorio dell’Afghanistan per condurre le loro operazioni, ma questo è falso, perché noto che i cugini afghani abbiano condiviso armi e risorse con i TTP per averli aiutati a sconfiggere le forze straniere.

 

Nei giorni scorsi una delegazione guidata dalla ministra degli Esteri Hina Rabbani Khar è volata a Kabul per discutere di varie questioni, inclusa, con tutta probabilità, quella sulla sicurezza dei confini e il sostegno ai TTP, anche se nei comunicati ufficiali non ne è stato dato conto.

 

Il governo del Pakistan, guidato dal primo ministro Shehbaz Sharif, che ha preso il potere ad aprile, dopo che il Parlamento ha votato la sfiducia all’ex premier Imran Khan, si trova in difficoltà nella risposta alla rottura del cessate il fuoco.

 

Non è un caso che la tregua sia terminata proprio quando Islamabad ha nominato un nuovo capo dell’esercito, il generale Asim Munir, che, dopo aver coordinato due delle agenzie di Intelligence del Paese, potrebbe distanziarsi dalla politica di cercare di siglare una tregua con i talebani pakistani.

 

Secondo alcuni analisti il periodo di tregua è infatti servito ai terroristi soprattutto per riorganizzare i propri combattenti e ora potrebbe chiedere maggiori concessioni a Islamabad.

 

In base a indiscrezioni rivelate ieri da fonti governative a The Express Tribune, il governo pakistano, che l’anno prossimo dovrà affrontare le elezioni e teme gli attacchi armati dei miliziani, potrebbe presto annunciare una nuova strategia per neutralizzare la minaccia terroristica dei TTP.

 

 

 

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Intelligence

Uomo d’affari ebreo ucciso a colpi di arma da fuoco ad Alessandria d’Egitto

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Martedì, un uomo d’affari ebreo canadese è stato assassinato nella città di Alessandria d’Egitto, quando un uomo armato sconosciuto si è avvicinato alla sua auto e gli ha sparato a bruciapelo.

 

Un’oscura organizzazione terroristica avrebbe rivendicato la responsabilità come «ritorsione» per l’operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza. Il gruppo che si autodefinisce «Gruppo d’avanguardia per la liberazione del martire Mohamed Salah» (dal nome dell’ufficiale di polizia egiziano che uccise tre soldati dell’IDF in una sparatoria al confine a metà del 2023) sostiene che la vittima, identificata come Ziv Kipper, era un «agente del Mossad».

 

«Aspettate il prossimo», ha scritto l’organizzazione sconosciuta in un messaggio Internet. «Shalom dai bambini di Gaza». Secondo quanto riferito, il gruppo avrebbe anche pubblicato un video e un’immagine dell’omicidio, scrive il sito Zerohedge.

 

Tuttavia il Ministero degli Interni egiziano si è affrettato a minimizzare l’incidente, e invece di «terrorismo» fonti di sicurezza egiziane hanno scelto inizialmente di definire l’omicidio una rapina.

 

Secondo l’agenzia Reuters «il gruppo ha pubblicato una foto che pretende di mostrare Kipper mentre viene colpito nella sua macchina». Tuttavia «fonti della sicurezza egiziana hanno affermato di non avere informazioni sull’esistenza del gruppo o se fosse coinvolto nell’incidente».

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«La presunta organizzazione ha affermato di aver preso di mira l’uomo d’affari durante le operazioni israeliane nella città di confine palestinese-egiziana e roccaforte di Hamas a Rafah» scrive Reuters. «The Vanguard ha affermato che l’uomo d’affari, amministratore delegato di un’azienda egiziana di esportazione di frutta e verdura congelata, aveva utilizzato le sue attività commerciali come copertura per operazioni di intelligence israeliane».

 

«Il gruppo ha affermato che il presunto atto di terrorismo era una continuazione della storica lotta egiziana contro Israele e ha denunciato l’attuale leadership egiziana come burattini».

 

Il governo egiziano è tipicamente molto sensibile quando si tratta di accuse di terrorismo contro occidentali e stranieri, dato che anche gli storici incidenti terroristici hanno talvolta decimato la sua cruciale industria del turismo. L’Egitto ha motivo di voler minimizzare o nascondere le circostanze dell’attacco.

 

L’uomo aveva la cittadinanza israeliana insieme a quella canadese, tuttavia, «né Israele né l’Egitto hanno ancora ufficialmente nominato l’uomo ucciso» ha riportato la BBC. Ad ogni modo, « il ministero degli Esteri israeliano ha confermato che la vittima era un uomo d’affari con doppia cittadinanza canadese-israeliana. Ha aggiunto che l’ambasciata israeliana al Cairo era in contatto con le autorità egiziane. Il ministero degli Interni egiziano, nel frattempo, ha affermato in una nota che l’uomo “risiede permanentemente” nel Paese».

 

L’assassinio avviene in un momento delicato in cui i colloqui di tregua tra Hamas e Israele erano in corso al Cairo, tramite mediatori, ma i colloqui alla fine hanno mostrato pochi progressi o risultati, mentre l’esercito dello Stato Ebraico  è pronto a progredire con la sua offensiva di terra su Rafah.

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Immagine di David Evers via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

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Droni

Il sistema antiterrorismo delle Olimpiadi di Parigi scambia i condizionatori per droni

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Un avanzato sistema anti-drone francese, che sarà schierato ai Giochi Olimpici di Parigi di quest’estate, presenta numerosi difetti e spesso non è in grado di distinguere i droni carichi di esplosivo dai condizionatori d’aria. Lo riporta il giornale britannico Times, citando fonti a conoscenza della questione.   La capitale francese ospiterà i Giochi Olimpici tra il 26 luglio e l’11 agosto. Per proteggersi dalle minacce terroristiche, le autorità intendono utilizzare il cosiddetto sistema Parade, il cui dispiegamento costerà circa 350 milioni di euro (376 milioni di dollari) in 11 anni.   Il sistema, che consiste in un radar, un rilevatore di direzione a radiofrequenza e un sistema di disturbo, è pubblicizzato come in grado di deviare gli UAV o costringerli ad atterrare.

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Tuttavia, secondo il Times, nonostante i Giochi siano a poche settimane di distanza, durante recenti test, il sistema Parade è risultato in grado di rilevare solo un drone su tre, e solo entro un raggio di 800 metri. Il quadro inoltre «ha confuso le eliche degli impianti di climatizzazione con i droni», ha affermato la fonte del giornale.   Precedenti resoconti dei media avevano suggerito che il lancio del sistema Parade non stava andando secondo i piani. Sebbene la consegna di sei sistemi fosse inizialmente prevista per il 2023, è stata ritardata di diversi mesi. Una commissione del Senato ha successivamente avviato un’indagine sulla questione, ma ha annunciato a marzo che non avrebbe reso noti i risultati.   Secondo l’agenzia AFP, il contenuto del rapporto si è rivelato troppo «delicato», con una fonte anonima della sicurezza che ha detto all’agenzia che «contrariamente alla linea ufficiale, le cose non funzionano come vorremmo».   Parigi e le aree circostanti sono state vittime di orribili atti di terrorismo in passato, tra cui una serie di attacchi coordinati nel 2015 che hanno preso di mira, tra gli altri, il teatro Bataclan e lo Stade de France, uccidendo 130 persone.   Forse temendo una nuova fiammata del terrore in Francia, Macron ha fatto capire di temere per l’incolumità della sua Olimpiade, arrivando a chiedere, anche grottescamente, una «tregua» dei conflitti in corso – lui che, contro l’opinione degli omologhi europei e dello stesso popolo francese, paventa truppe NATO in Ucraina, e che secondo alcuno già sarebbero state spedite ad Odessa.   L’anno scorso, il ministro degli Interni francese Gerald Darmanin ha dichiarato che i droni sono «senza dubbio la cosa principale da affrontare» alle Olimpiadi.   Si prevede che circa 15 milioni di turisti visiteranno la capitale francese durante i Giochi. Si stima che nel paese siano presenti circa tre milioni di droni, molti dei quali sono di proprietà privata.

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Nel frattempo, qualcuno degli organizzatori olimpici si è lamentato del fatto che per il nuoto la Senna sembra non andare bene: è stata rilevato troppo Escherichia Coli, cioè troppa materia fecale. In mezzo a Parigi scorre un fiume di cacca, letteralmente, e il governo d’Oltralpe vuole per grandeur che gli atleti di tutto il globo vi si tuffino.   Dall’anno passato tuttavia è iniziato un lavoro di «pulitura» della capitale per i Giuochi, con immigrati presi dalla capitale e mandati in campagna già prima del Mondiale di Rugby.   Come riportato da Renovatio 21, la possibilità di un grande evento sportivo di essere totalmente rovinato dalle orde extracomunitarie si era materializzata nel caso della finale di Champions League Liverpool-Real Madrid nel 2021, quando serque di immigrati stazionanti fuori dallo stadio di Saint Denis crearono disordini e molestarono senza requie i tifosi lidpuliani.   Come riportato da Renovatio 21, anche per gli Europei di calcio 2024 in Germania si temono attacchi jihadisti per mezzo di droni.

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Terrorismo

Molteplici allarmi bomba segnalati nelle sinagoghe di Nuova York

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Sabato diverse sinagoghe e un museo di Nuova York hanno ricevuto minacce di bombe che alla fine sono state ritenute non credibili, hanno detto le autorità locali.

 

Secondo il dipartimento di polizia di Nuova York, citato da CBS News, ci sono state segnalazioni di esplosivi in ​​tre luoghi di culto a Manhattan: Congregazione Rodeph Sholom, Congregazione Beit Simchat Torah e Chabad di Midtown. Altrove a New York, minacce di bombe furono inviate alla sinagoga di Brooklyn Heights e al Museo di Brooklyn.

 

Le forze dell’ordine hanno affermato che tutti i luoghi hanno ricevuto notifiche via e-mail, sostenendo che c’erano esplosivi nelle vicinanze e richiedendo in diversi casi l’evacuazione. Successivamente le minacce sono state considerate delle bufale, ha detto la polizia, aggiungendo che la questione è sotto inchiesta e finora non è stato stabilito alcun collegamento tra gli incidenti.

 

La NYC Metropolitan Transportation Authority, citata dalla CBS, ha affermato che un pacco insolito è stato segnalato non lontano dalla stazione della metropolitana del Brooklyn Museum, ma i servizi di trasporto non sono stati influenzati.

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Il governatore dello Stato di New York Kathy Hochul ha confermato lo sviluppo, affermando che i funzionari «stanno monitorando attivamente una serie di minacce di bombe» nelle sinagoghe.

 

«È stato stabilito che le minacce non sono credibili, ma non tollereremo individui che seminano paura e antisemitismo. I responsabili devono essere ritenuti responsabili delle loro azioni spregevoli», ha scritto su X.

 

Ad aprile, la polizia neoeboracena aveva segnalato in città un aumento del 45% dei crimini d’odio antisemiti dall’inizio dell’anno, con 96 casi di questo tipo, rispetto ai 66 dello stesso periodo del 2023.

 

Il commissario di polizia Edward Caban ha collegato l’ondata di antisemitismo al conflitto Israele-Gaza attualmente in corso, che ha portato immani proteste nei campus universitari statunitensi, tra cui anche quelli neoeboraceni.

 

Nel frattempo, il Congresso USA ha passato un disegno di legge che criminalizza espressioni considerabili come «antisemite» al punto che lo stesso Vangelo secondo Matteo sarebbe a questo punto illegale.

 

Come riportato da Renovatio 21, una sinagoga di Brooklyn gestita da ebrei ortodossi aveva stupito il mondo quando vi si scoprì, con l’intervento della polizia, la presenza di tunnel e stanze sotterranee segrete.

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Immagine di Elisa.rolle via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

 

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