Politica
Elezioni USA, problemi al voto elettronico in Arizona. Interviene Donald Trump

Quasi il 20% dei seggi elettorali nella contea di Maricopa, in Arizona, ha avuto problemi, secondo i funzionari. L’ufficio del registro della contea di Maricopa afferma che i tecnici sono stati inviati a riparare le macchine per il voto elettronico disfunzionanti.
«Abbiamo riscontrato alcuni problemi con il tabulatore in un paio di luoghi in cui il tabulatore non prende immediatamente il voto», ha affermato il County Recorder Stephen Richer dopo che gli è stato chiesto riguardo due luoghi con problemi.
Ci sarebbero stati problemi in 44 su 223 seggi elettorali di Maricopa.
In rete abbondano video sulla questione.
#BREAKING Chairman @maricopacounty Board of Supervisors @billgatesaz says 20% voting centers are having issues w/tabulators. He says the ballot can still be dropped in the box, it will just get centrally tabulated tonight. He says they’re working to fix the issue. #Election2022 pic.twitter.com/9608J18fVM
— Ali Bradley (@AliBradleyTV) November 8, 2022
Ad alcuni elettori è stato chiesto di non filmare le macchine non funzionanti
BREAKING: Now issues reported with machines in Wickenburg, AZ, northwest Maricopa.
Worker tells the voter to stop filming pic.twitter.com/ACFiivw3vn
— Jack Posobiec ???????? (@JackPosobiec) November 8, 2022
Online fioccano intanto immagini delle lunghe file di elettori impossibilitate a votare si sono formate ai seggi.
BREAKING: Reports out of Maricopa county of Machines “not working” and ballots being “misread”
WHAT IS GOING ON?
pic.twitter.com/lkd0YXegXZ— Benny Johnson (@bennyjohnson) November 8, 2022
Dato piuttosto curioso, gli ufficiali elettorali di Maricopa avevano indetto prima del voto una conferenza stampa riguardo a «Narrative elettorali false», assicurando che le macchine per il voto elettronico erano preicse ed erano state testate.
Yesterday Maricopa County Election Officials Held A Presser on 'False Election Narratives'
Ensuring Voting Machines Have Been Tested & Are Accurate…
Today They Are Reporting At 20% of Voting Centers Machines Are Not Working… #Arizona pic.twitter.com/5yYVWH1OKx
— Covid-1984 (@Spiro_Ghost) November 8, 2022
Come riportato da Renovatio 21, un discorso non dissimile era stato fatto da Biden qualche giorno fa, che assicurava contemporaneamente la sicurezza elettorale delle elezioni 2022 e la «grande bugia» della frode elettorale 2020 che lo ha portato al potere, per poi aggiungere che i veri risultati sarebbero arrivati dopo giorni a causa del voto postale. Per alcuni, questo è decisamente un déjà vu, anche se la novità è l’impudenza con cui lo si annuncia.
Glenn Greenwald, giornalista che fece lo scoop Snowden, vive in Brasile e ha ricordato come con una popolazione più o meno equivalente i risultati dell’ultima tornata elettorale erano noti e certificati poche ore dopo la chiusura dei seggi.
È a questo punto che è intervenuto con un messaggio video l’ex presidente Donald J. Trump, rivolgendosi «al grande popolo dell’Arizona, Maricopa in particolare»
«Non lasciate la fila. State dove siete. Dicono che le macchine non funzionano. Dicono che hanno finito la carta in vari posti in diversi Stati. Stanno succedendo tante cose cattive. State in fila, non andate via. Lo so che non volete stare lì a lungo quanto vogliono obbligarvi. Vogliono farvi tardare fino a che non voterete. Non potete lasciare che vi facciano tardare fino a che non voterete. Al popolo dell’Arizona in particolare, dove sta succedendo qualcosa adesso: state in fila, non andate via. Già molte persone sono andate via. È molto disonesto ciò che sta accadendo. Contea di Maricopa, non andate via, state lì».
NPR riporta che intorno a metà pomeriggio ora locale, le autorità della Contea – la più popolosa dello Stato – ha affermato di aver «identificato la soluzione per i problemi di tabulazione in circa 60 centri di voto. I tecnici della contea hanno modificato le impostazioni della stampante, il che sembra aver risolto questo problema. Sembra che alcune stampanti fossero non producendo time makrs abbastanza scuri sulle schede».
Le elezioni 2020 in Arizona furono teatro di aspre polemiche. Dopo le elezioni, Donald Trump, il Partito Repubblicano dell’Arizona, il Comitato Nazionale Repubblicano e molti altri hanno intentato cause affermando che vi erano state frodi elettorali.
L’importanza delle elezioni in Arizona quest’anno raddoppia se consideriamo che lo Stato sta votando anche per il suo governatore. È emersa in pochi mesi la stella della super trumpiana (qualcuno direbbe Ultra MAGA, o come si dice negli ultimi giorni mega MAGA) Kari Lake, ex giornalista TV, votata non solo a chiudere il confine con il Messico che porta immigrati e droga (promettendo di lottare contro gli onnipotenti cartelli messicani) ma di indagare ulteriormente sulle elezioni in Arizona 2020 che diedero la vittoria a Joe Biden. La Lake ha avuto il totale endorsement di Donald Trump.
La campagna della Lake è stata tormentata da ogni sorta di attacco, comprese lettere contenenti polvere bianca inviate al suo Comitato elettorale, con irruzione di polizia e FBI.
In Arizona, più che nel 2020, in questo momento si gioca molto più che il voto 2022.
Politica
Orban dice che l’UE potrebbe andare al «collasso» e chiede accordi con Mosca

L’UE è sull’orlo del collasso e non sopravvivrà oltre il prossimo decennio senza una «revisione strutturale fondamentale» e un distacco dal conflitto ucraino, ha avvertito il primo ministro ungherese Viktor Orban.
Intervenendo domenica al picnic civico annuale a Kotcse, Orban ha affermato che l’UE non è riuscita a realizzare la sua ambizione fondante di diventare una potenza globale e non è in grado di gestire le sfide attuali a causa dell’assenza di una politica fiscale comune. Ha descritto l’Unione come entrata in una fase di «disintegrazione caotica e costosa» e ha avvertito che il bilancio UE 2028-2035 «potrebbe essere l’ultimo se non cambia nulla».
«L’UE è attualmente sull’orlo del collasso ed è entrata in uno stato di frammentazione. E se continua così… passerà alla storia come il deprimente risultato finale di un esperimento un tempo nobile», ha dichiarato Orban, proponendo di trasformare l’UE in «cerchi concentrici».
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L’anello esterno includerebbe i paesi che cooperano in materia di sicurezza militare ed energetica, il secondo cerchio comprenderebbe i membri del mercato comune, il terzo quelli che condividono una moneta, mentre il più interno includerebbe i membri che cercano un allineamento politico più profondo. Secondo Orbán, questo amplierebbe la cooperazione senza limitare lo sviluppo.
«Ciò significa che siamo sulla stessa macchina, abbiamo un cambio, ma vogliamo muoverci a ritmi diversi… Se riusciamo a passare a questo sistema, la grande idea della cooperazione europea… potrebbe sopravvivere», ha affermato.
Orban ha accusato Brusselle di fare eccessivo affidamento sul debito comune e di usare il conflitto in Ucraina come pretesto per proseguire con questa politica. Finché durerà il conflitto, l’UE rimarrà una «anatra zoppa», dipendente dagli Stati Uniti per la sicurezza e incapace di agire in modo indipendente in ambito economico, ha affermato.
Il premier magiaro ha anche suggerito che, invece di «fare lobbying a Washington», l’UE dovrebbe «andare a Mosca» per perseguire un accordo di sicurezza con la Russia, seguito da un accordo economico.
Il primo ministro di Budapest non è il solo a nutrire queste preoccupazioni. Gli analisti del Fondo Monetario Internazionale e di altre istituzioni hanno lanciato l’allarme: l’UE rischia la stagnazione e persino il collasso a causa di sfide strutturali, crescita debole, scarsi investimenti, elevati costi energetici e tensioni geopolitiche.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Politica
Il passo indietro di Ishiba: nuovo capitolo nella lunga crisi del centro-destra giapponese

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Politica
Il governo francese collassa

Il governo francese è collassato dopo che il Primo Ministro François Bayrou ha perso un cruciale voto di fiducia in Parlamento lunedì. Bayrou è il secondo primo ministro consecutivo sotto Emmanuel Macron a essere destituito, precipitando la Francia in una crisi politica ed economica.
Per approvare una mozione di sfiducia all’Assemblea Nazionale servono almeno 288 voti. Quella di lunedì ne ha ottenuti 364, con il Nuovo Fronte Popolare di sinistra e il Raggruppamento Nazionale di destra coalizzati per superare lo stallo sul bilancio di austerità di Bayrou.
Dopo aver resistito a otto mozioni di sfiducia, Bayrou ha convocato questo voto per ottenere supporto alle sue proposte, che prevedevano tagli per circa 44 miliardi di euro per ridurre il debito francese in vista del bilancio di ottobre.
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Bayrou, che aveva definito il debito pubblico un «pericolo mortale», sembra aver accettato la sconfitta. Domenica, ha criticato aspramente i partiti rivali, che, pur «odiandosi a vicenda», si sono uniti per far cadere il governo.
Bayrou è il secondo primo ministro deposto dopo Michel Barnier, rimosso a dicembre dopo soli tre mesi, e il sesto sotto Macron dal 2017.
La caduta di Bayrou lascia Macron di fronte a un dilemma: nominare un Primo Ministro socialista, cedendo il controllo della politica interna, o indire elezioni anticipate, che i sondaggi indicano favorirebbero il Rassemblement National di Marine Le Pen.
Con la popolarità di Macron al minimo storico, entrambe le opzioni potrebbero indebolire ulteriormente la sua presidenza. Gli analisti temono che una perdita di fiducia dei mercati nella gestione del deficit e del debito francese possa portare a una crisi simile a quella vissuta dal Regno Unito sotto Liz Truss, il cui governo durò meno della via di un cavolo prima della marcescenza.
Il malcontento verso Macron è in crescita: un recente sondaggio di Le Figaro rivela che quasi l’80% dei francesi non ha più fiducia in lui.
Come riportato da Renovatio 21, migliaia di persone hanno protestato a Parigi nel fine settimana, chiedendo le dimissioni di Macron con slogan come «Fermiamo Macron» e «Frexit».
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Immagine di © European Union, 1998 – 2025 via Wikimedia pubblicata secondo indicazioni
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