Persecuzioni
Due chiese profanate a Parigi in tre giorni

La Francia sta assistendo a un allarmante aumento di atti di disprezzo per il sacro e la fede cattolica. Diversi eventi recenti evidenziano questa preoccupante tendenza: l’interruzione di una messa nella chiesa della Madeleine da parte di attivisti filo-palestinesi il 26 luglio 2025, e due incendi in due giorni nella chiesa di Notre-Dame-des-Champ, sempre nella capitale, il 23 e 24 luglio 2025.
Le Figaro classifica la vicenda nella sezione «Varie»: desiderio di minimizzare la vicenda o semplice ignoranza? L’interruzione della messa di sabato 26 luglio 2025 è più una questione sociale: alle 18:50, cinque attivisti filo-palestinesi hanno fatto irruzione nella chiesa della Madeleine (VIII arrondissement) durante la comunione.
Gli attivisti hanno brandito kefiah e immagini di vittime di Gaza, hanno scandito slogan come “Lunga vita alla Palestina” e hanno letto ad alta voce un testo che chiedeva la fine delle ostilità a Gaza.
Questo gesto ha suscitato giusta indignazione tra i fedeli presenti, alcuni dei quali hanno gridato «Fuori, fuori!» per esprimere la loro rabbia per quella che costituiva la profanazione di un luogo di culto cattolico. Il parroco, monsignor Patrick Chauvet, è intervenuto per far evacuare gli attivisti, ma l’ incidente ha lasciato un segno profondo. Perché interrompere una Messa, momento centrale della vita liturgica, denota un atto di disprezzo per i credenti e una bestemmia contro la presenza reale di Cristo nel Santissimo Sacramento.
🚨🇫🇷 𝗔𝗟𝗘𝗥𝗧𝗘 𝗜𝗡𝗙𝗢 — Provocations de militants pro-palestiniens venus PERTURBER UNE MESSE à l’Église de la Madeleine à Paris. Certains fidèles se sont ensuite énervés contre eux : “Dégagez, cassez-vous !” pic.twitter.com/RISFG3Ofzq
— Bastion (@BastionMediaFR) July 27, 2025
🔴🇫🇷 | PROFANATION > Après les synagogues, les églises. Des militants pro-palestiniens ont sciemment interrompu la messe à l’église de la Madeleine à Paris. L’association Capjpo-Europalestine serait derrière cette action choquante, affirme le compte @Brigadejuive
◾️Selon… pic.twitter.com/hLYfWkqcnu
— 🎗️(((SIMON WEINBERG))) (@SlMONWEINBERG) July 29, 2025
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Un altro incidente, altrettanto inquietante, si è verificato nel VI arrondissement di Parigi, presso la chiesa di Notre-Dame-des-Champs. Secondo Ouest-France, due incendi sono scoppiati nell’arco di 24 ore, il 23 e il 24 luglio 2025. Mentre il primo incendio non è stato ancora completamente indagato, è stato stabilito che il secondo, divampato nel tardo pomeriggio, è stato effettivamente di origine piromane.
Un sospettato, già noto per atti simili, è stato arrestato e posto in custodia. Questi atti, avvenuti in un luogo di culto emblematico, hanno sconvolto la comunità parrocchiale e riacceso i timori di un’ondata di attacchi mirati contro le chiese.
Questi episodi ricordano altri recenti attacchi a luoghi di culto in Francia, come l’ incendio della cattedrale di Nantes nel 2020 o i molteplici episodi di vandalismo contro le chiese segnalati negli ultimi mesi. Secondo un rapporto del Ministero dell’Interno , nel 2023 in Francia sono stati registrati più di 800 atti anticristiani, una statistica che, raramente riportata dai media, contestualizza questo aumento dell’ostilità.
Questi due eventi non possono essere dissociati da un contesto sociale più ampio, in cui il cattolicesimo, un tempo matrice dell’identità francese, ha ampiamente perso il suo posto nella sfera pubblica. Il laicismo alla francese, spesso interpretato come un’aggressiva neutralità nei confronti della religione, ha contribuito a marginalizzare la fede cristiana.
Non sorprende quindi che le chiese, luoghi un tempo considerati sacri da tutti, siano oggi percepite da alcuni come spazi aperti a tutti gli usi, sia politici, come alla Madeleine, sia distruttivi, come a Notre-Dame-des-Champs.
Questa desacralizzazione si esprime anche nella cultura popolare e nei media, dove il cristianesimo viene spesso deriso o ridotto a una caricatura. I cattolici conservatori deplorano l’uso di simboli sacri per scopi secolari, come durante determinati eventi artistici o politici.
L’ incidente di Madeleine è stato quindi ripreso sui social network, dove commenti virulenti hanno denunciato la mancanza di rispetto degli attivisti, ma hanno anche rivelato una divisione: alcuni internauti, anche non credenti, hanno ritenuto l’ azione inappropriata, mentre altri l’ hanno difesa in nome della libertà di espressione. Questa polarizzazione illustra una società in cui il sacro non è più un linguaggio comune, ma un terreno di conflitto.
Di fronte a questa crescente ostilità verso la propria religione, la risposta cattolica è, inizialmente, spirituale, attraverso la preghiera e la riparazione. Ma è poi necessario riaffermare, in ogni occasione opportuna e non opportuna, il carattere sacro del cattolicesimo nella società. Ciò richiede, in particolare, un’educazione alla fede, soprattutto attraverso una liturgia e un insegnamento degni di questo nome.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Immagine screenshot da Twitter
Persecuzioni
Nuovo rapporto sulle comunità cristiane in Nigeria

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Persecuzioni
Cina, repressione dei contenuti religiosi online

Il 15 settembre 2025, l’Amministrazione Nazionale per gli Affari Religiosi della Cina ha promulgato un nuovo testo dai dettagli senza precedenti, volto a rafforzare il controllo statale sulle attività religiose online. Questo nuovo arsenale giuridico esclude di fatto il sacro dalla sfera digitale e aumenta la pressione, in particolare sulla Chiesa cattolica.
Intitolato «Regolamento sulla condotta digitale dei religiosi», il nuovo testo, strutturato in 18 articoli, stabilisce un quadro rigoroso che definisce cosa i membri del clero possono e non possono fare su Internet: in effetti, si potrebbe pensare più a un plagio del romanzo distopico di George Orwell 1984. Questo regolamento si applica a tutto il clero attivo in Cina, compresi i religiosi di Hong Kong, Macao, Taiwan, nonché ai chierici stranieri che esercitano nel territorio.
Per la predicazione o l’insegnamento religioso possono essere utilizzate solo le piattaforme gestite da organizzazioni religiose debitamente autorizzate e registrate dal Partito Comunista Cinese (PCC) e dotate di una licenza ufficiale per diffondere contenuti religiosi online.
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Gli account personali sui social media, le trasmissioni in diretta, i gruppi su app come WeChat o i forum non ufficiali sono severamente vietati per qualsiasi attività di istruzione religiosa, pena il rischio di andare in prigione.
Un’altra restrizione quasi comica imposta dall’amministrazione: un sacerdote, ad esempio, non deve approfittare del suo status clericale o della sua notorietà per aumentare il numero dei suoi abbonati. Inoltre, è vietata anche qualsiasi pubblicità rivolta a siti religiosi stranieri, per il reato di «infiltrazione religiosa straniera». Sarebbe quindi un reato trasmettere, ad esempio, i video delle udienze del mercoledì del sovrano pontefice, trasmessi sul sito web del Vaticano.
Sono severamente proibiti i discorsi «estremisti o eretici», quelli che diffondono superstizioni o idee religiose non conformi (alla doxa del PCC), così come certi costumi religiosi che potrebbero anch’essi essere giudicati «estremisti»: si può immaginare che un prete cinese che si filmasse in tonaca correrebbe certi rischi.
Il proselitismo nei confronti dei minori è ovviamente proibito, così come l’organizzazione di campi religiosi o corsi di formazione per i giovani. Anche la raccolta fondi per cause religiose, la vendita di oggetti o libri religiosi e così via sono criminalizzate. Anche tutti i contenuti trasmessi in diretta streaming sono vietati al fine di esercitare il massimo controllo.
Oltre a regolamentare i comportamenti, questo testo impone un chiaro allineamento ideologico. Le figure religiose sono tenute a sostenere la linea del PCC, promuovere i valori socialisti e aderire alla «sinizzazione» della religione, un concetto che, in pratica, richiede che le dottrine religiose si conformino ai principi di uno Stato fondamentalmente ateo e ostile a qualsiasi idea di religione.
Sebbene scritta utilizzando un linguaggio che promuove «armonia» e «ordine», questa norma ha implicazioni di vasta portata, limitando drasticamente l’espressione religiosa online e sottoponendo il discorso religioso alla stretta sorveglianza dei censori statali.
Non è la prima volta che la Cina rafforza il suo controllo sulla sfera religiosa, ma il testo promulgato il 15 settembre segna un ulteriore passo avanti nel controllo sociale, distinguendosi per la sua intrusione nel dominio tecnologico con un obiettivo indichiarato: disconnettere il più possibile il sacro dalla sfera digitale.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Persecuzioni
Nuovo attacco alla Chiesa in Siria

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