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Droni misteriosi sul territorio USA e oltre. Cosa sono? Cosa preparano?

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Si tratta di certo di una delle storie più inquietanti di un anno già di per sé allucinante in un decennio che promette di essere terrificante.

 

Degli avvistamenti di droni sul New Jersey si è iniziato a parlare a metà novembre 2024. Un funzionario dell’FBI ha dichiarato all’inizio di questa settimana al Congresso degli Stati Uniti che l’agenzia ha ricevuto più di 3.000 segnalazioni da parte dei cittadini su avvistamenti di droni non identificati nello spazio aereo statunitense da metà novembre.

 

Oggetti volanti luminosi, definiti «droni» dagli osservatori e dalla stampa, sono stati segnalati in più contee dello Stato statunitense, con il primo segnalato il 18 novembre 2024. Gli oggetti volanti non identificati (questo sono, ma pochi li chiamano UFO) hanno sconfinato: sono stati segnalati avvistamenti anche negli stati confinanti come Nuova York, Maryland e Pennsylvania. Tuttavia, il Nuovo Jersey è rimasto il punto focale di questo flap (termine del gergo ufologico che indica un’ondata di avvistamenti).

 

 

 

 

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I droni del mistero vengono solitamente avvistati di notte, con alcune notti che hanno registrato fino a 49 avvistamenti, anche se si ipotizza una duplicazione delle segnalazioni da parte dei testimoni del fenomeno. Alcuni dei velivoli sono descritti come grandi quanto piccole auto o addirittura grandi come SUV, il che è fa escludere che si tratti di droni consumer. Sono dotati spesso hanno luci, tra cui rosso e verde lampeggianti per la navigazione, e talvolta funzionano con le luci spente, il che li rende più difficili da individuare o tracciare.

 

Secondo vari resoconti, i droni possono volare per lunghi periodi, fino a 6-7 ore, e coprire distanze di circa 24 chilometri e sono stati osservati volare in schemi o formazioni coordinate.

 

Ci sono poi testimonianze al limite dell’incredibile: cittadini che hanno provato ad avvicinarsi con i loro droni ricreativi ne hanno perso il controllo, per poi vederli precipitare.

 

Nessuno ha idea di cosa si tratti, e le autorità non dicono nulla. Gli avvistamenti hanno portato a diffuse speculazioni e teorie cospirative, che vanno dalla sorveglianza estera ai test nazionali, senza prove concrete a supporto di alcuna teoria specifica. L’FBI, il Dipartimento della sicurezza interna (DHS) e le forze dell’ordine locali starebbero indagando attivamente. L’FBI ha chiesto al pubblico di fornire foto, video o qualsiasi informazione riguardante questi droni.

 

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L’FBI e il Dipartimento della Sicurezza Interna in seguito hanno dichiarato che stavano continuando a «indagare su questa situazione e confermare se i voli dei droni segnalati sono effettivamente droni o sono invece velivoli con equipaggio o comunque avvistamenti imprecisi».

 

Nessuno degli avvistamenti di UAV segnalati è stato finora corroborato dal rilevamento elettronico, hanno affermato le due agenzie. Le revisioni dei filmati e delle foto disponibili hanno permesso loro di stabilire che molti dei droni segnalati erano in effetti velivoli con equipaggio, utilizzati legalmente, hanno aggiunto.

 

Le autorità, tra cui il governatore del Nuovo Jersey Phil Murphy, hanno affermato che non vi è alcuna minaccia nota per la sicurezza pubblica: un’affermazione totalmente falsa visto che nemmeno lui sa di cosa si tratta.

 

Il portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby – quello dei diritti gay come core della politica Estera USA – ha affermato la settimana scorsa che molti dei recenti avvistamenti riguarderebbero in realtà velivoli con equipaggio gestiti legalmente, non droni misteriosi. «Dopo aver esaminato le immagini disponibili, sembra che molti degli avvistamenti segnalati siano in realtà velivoli con equipaggio gestiti legalmente», ha detto Kirby ai giornalisti. «La Guardia costiera degli Stati Uniti sta fornendo supporto allo Stato del New Jersey e ha confermato che non ci sono prove di alcun coinvolgimento di navi costiere con base all’estero. E, cosa importante, non ci sono avvistamenti di droni segnalati o confermati in nessuno spazio aereo riservato».

 

Sono state avanzate richieste per normative più severe sui droni, con alcuni funzionari che hanno persino suggerito di abbatterli se rappresentano una minaccia, sebbene ciò non sia attualmente consentito dalla legge statunitense senza identificare un rischio specifico per la sicurezza pubblica.

 

Sono circolate varie teorie, tra cui la possibilità di spionaggio straniero, in particolare dall’Iran, sebbene ciò sia stato rapidamente respinto dal Pentagono. Altre speculazioni includono test di nuove tecnologie da parte dell’esercito statunitense o di entità commerciali, ma non sono state fornite prove concrete a sostegno di queste affermazioni.

 

I droni sono stati avvistati su infrastrutture critiche come installazioni militari, bacini idrici e linee elettriche, aumentando le preoccupazioni per la sicurezza. Le autorità del Nuovo Jersey hanno utilizzato i propri droni per cercare di osservare più da vicino questi oggetti misteriosi, catturando filmati che aiutano a comprenderne le dimensioni e il comportamento.

 

La situazione rimane sotto inchiesta attiva, con gran parte delle informazioni pubbliche provenienti da resoconti dei media, dichiarazioni ufficiali e post sulle piattaforme social.

 

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Il deputato Jeff Van Drew la settimana scorsa aveva affermato che fonti «molto qualificate» e «affidabili» ritengono che i droni delle dimensioni di un SUV avvistati nel Nuovo Jersey provengano da una «nave madre» iraniana parcheggiata al largo della costa orientale degli Stati Uniti. «Sono nel comitato per i trasporti, nel sottocomitato per l’aviazione e ho avuto modo di conoscere delle persone», ha detto Van Drew per aggiungere credibilità alla sua affermazione. «E da fonti molto importanti, fonti molto qualificate, fonti molto responsabili, vi dirò… l’Iran ha lanciato una nave madre probabilmente circa un mese fa che contiene questi droni. Quella nave madre si trova al largo della costa orientale degli Stati Uniti d’America».

 

Il rappresentante ha anche chiesto che i droni, che hanno attirato l’attenzione nazionale nelle ultime settimane, vengano abbattuti nonostante il governatore dello stato abbia recentemente minimizzato la loro minaccia.

 

La portavoce del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, Sabrina Singh, ha dichiarato mercoledì che non c’era «nessuna verità» nelle affermazioni di Van Drew. La valutazione iniziale del Pentagono è che «questi non sono droni provenienti da un’entità straniera o da un avversario», ha sottolineato. Insomma, non c’è nessuna cosiddetta «nave madre» che lancia droni verso gli Stati Uniti.

 

Tuttavia, Van Drew ha mantenuto la sua posizione, dicendo a Fox News il giorno dopo che «non ci è stata detta la verità». Il repubblicano ha accusato il Pentagono di «trattare con il pubblico americano come se fossimo stupidi».

 

Come riportato da Renovatio 21, una nave madre porta droni è stata messa a punto dalla Cina. Tuttavia, qui vi sarebbero delle voci secondo cui i droni deriverebbero direttamente dal mare.

 

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Sulla questione, che a distanza di settimane, sta facendo impazzire gli americani, è intervenuto di peso il presidente eletto degli Stati Uniti d’America Donaldo Trump.

 

I droni «misteriosi» avvistati mentre sorvolavano il Nuovo Jersey, Nuova York, la Pennsylvania e altri stati della costa orientale devono essere abbattuti, ha affermato Trump in un post sulla sua piattaforma Truth Social.

 

«Avvistamenti di droni misteriosi in tutto il Paese. Può davvero accadere senza che il nostro governo ne sia a conoscenza? Non credo proprio!»

 

«Il governo sa cosa sta succedendo. Il nostro esercito sa da dove sono decollati, se è un garage possono andare dritti in quel garage… sanno da dove vengono e dove sono andati. Per qualche ragione non vogliono commentare. Credo che sarebbe meglio dire cosa sono. I nostri militari lo sanno e il nostro presidente lo sa. Per qualche ragione vogliono mantenere la gente in stato di suspense».

 

«Qualcosa di strano sta succedendo, e per qualche ragione non vogliono dirlo alla gente. E dovrebbero». Alla domanda se il presidente eletto avesse visto un briefing dell’Intelligence sui droni Trump ha declinato di commentare.

 

Il fenomeno, tuttavia, non riguarda solo gli USA. Droni non identificati hanno sorvolato ripetutamente la base aerea di Ramstein nella Germania occidentale, ha riferito Der Spiegel, citando fonti di sicurezza a Berlino. I droni sono stati avvistati anche su strutture di proprietà del gigante chimico BASF e del produttore di armi Rheinmetall.

 

La base aerea di Ramstein fu costruita poco dopo la Seconda Guerra Mondiale ed è da tempo il principale hub dell’aeronautica militare statunitense nel continente. Diversi droni sono stati rilevati sulla struttura la sera del 3 dicembre e il giorno seguente, secondo un rapporto di sicurezza tedesco classificato citato da Der Spiegel la settimana scorsa.

 

«All’inizio di dicembre, ci sono stati diversi avvistamenti di piccoli velivoli senza pilota nella zona e sopra la base aerea di Ramstein», ha detto alla rivista un portavoce della base.

 

«Non hanno avuto alcun impatto sui residenti della base o sulle strutture e sulle attrezzature militari presenti», ha aggiunto, osservando che l’USAF è in «stretto coordinamento» con le autorità tedesche per quanto riguarda l’incidente.

 

Nonostante le autorità locali abbiano avviato «intensive misure di ricerca», il pilota del drone non è mai stato trovato. La procura della vicina Flensburg ha avviato un’indagine sui voli, citando la sospetta «attività di agenti a fini di sabotaggio». Anche l’esercito tedesco è stato allertato. La questione sarebbe stata sollevata la settimana scorsa in una conferenza sulla sicurezza tenutasi a Brandeburgo, ma non si è raggiunto un consenso su come gestire i presunti voli spia. Berlino sarebbe preoccupata per il sabotaggio dovuto al suo sostegno all’Ucraina nel conflitto con la Russia. Le autorità tedesche sono state tese da quando sono stati individuati diversi voli spia sospetti su un parco chimico e un terminale di gas naturale liquefatto nello Schleswig-Holstein questa estate. Sebbene il Ministero della Difesa tedesco abbia rifiutato di rilasciare dichiarazioni, una fonte della sicurezza ha confermato la notizia alla Reuters.

 

Come riportato ancora ad inizio mese da Renovatio 21, droni del mistero erano stati avvistati sopra basi USA pure in Gran Bretagna.

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Mentre le spiegazioni ufficiali del fenomeno mancano e i tentativi di rassicurazione da parte dei vertici paiono risibili, avanzano teorie inquietanti, come quella degli «sniffer» atomici.

 

La teoria sostiene che l’attuale uso massivo di droni servirebbe rilevare materiale radioattivo o pericoloso. I droni potrebbero essere equipaggiati con sensori avanzati capaci di rilevare radiazioni, gas o altri materiali pericolosi, che per qualche ragione ora si troverebbero su suolo americano ponendo un certo pericolo.

 

Alcuni esperti del settore, come John Ferguson, CEO di Saxon Aerospace, hanno proposto che questi droni potrebbero essere alla ricerca di materiale radioattivo o di un ordigno nucleare smarrito. Ferguson ha suggerito che i droni volano di notte perché devono «fiutare» qualcosa sul terreno, indicando che potrebbero essere alla ricerca di perdite di gas o materiali radioattivi.

 

La speculazione dunque porta all’idea di possibile testata nucleare di cui si sarebbero perse le tracce e che quindi ora potrebbe trovarsi negli Stati Uniti. Questa ipotesi, sebbene speculativa, ha trovato eco nei social media e tra alcuni esperti di sicurezza. Nessuna conferma ufficiale, ovviamente, vi sarebbe, ed alcuni esperti ritengono che l’altezza a cui volerebbero i droni non sarebbe compatibile con l’utilizzo di dosimetri, cioè di rilevatori di radiazioni.

 

Tuttavia, l’idea è una spiegazione già più sensata del nulla proveniente dalle autorità. E apre a prospettive davvero inquietanti.

 

Quello che è possibile immaginare, mette i brividi: dopo la vittoria elettorale schiacciante di Trump, e la quantità di tentativi di assassinio andati a vuoto, alcune forze – le stesse che vogliono la guerra termonucleare globale – potrebbero aver ipotizzato un unico colpo per distruggere Trump e tutta la sua gerarchia: un attentato atomico, magari con una bomba sporca piazzata a Washington durante la cerimonia di insediamento del 20 gennaio.

 

Con un’esplosione atomica non si eliminerebbero solo Trump e il suo vicepresidente, ma tutta la schiera di personaggi a lui vicini che sono in larga parte nemici dell’establishment della Morte come Robert F. Kennedy jr., Tulsi Gabbard, Elon Musk. In pratica, un decapitation strike, un attacco che distruggerebbe per sempre il movimento MAGA – cioè, la rigenerazione degli Stati Uniti – gettando per ramificazione il mondo nel caos. Ma il caos è proprio ciò che vuole il Nuovo Ordine, fedele al motto ordo ab chao.

 

La pantomima dei droni, con mistero irrisolto allegato, servirebbe a preparare la tragedia più immane del XXI secolo, con esiti di violenza inimmaginabile, e ripercussione sulla storia che potrebbero riverberare per secoli.

 

Preghiamo che tutto questo sia solo una speculazione di Renovatio 21.

 

Ad ogni modo, da qui al 20 gennaio 2025, in questa manciata di giorni di festa e di stupore, possiamo davvero vederne di oggi – anzi, le stiamo già vedendo da mo’.

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Droni

Washington sanziona le aziende ucraine per aver venduto componenti di droni all’Iran

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Il dipartimento del Tesoro statunitense ha annunciato l’intenzione di iscrivere nella lista nera due società ucraine, accusandole di aver rifornito componenti cruciali per droni a un produttore statale di UAV in Iran. Lo riporta Business Insider.   L’iniziativa si inquadra in un ampio giro di sanzioni mirato a demolire quelle che l’agenzia ha definito le «reti transnazionali di approvvigionamento per missili e droni» di Teheran. Il pacchetto ha colpito 32 entità e individui in Iran, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Cina, India, Germania e Ucraina.   Il Tesoro ha imputato alle imprese ucraine GK Imperativ ed Ekofera di agire come facciate per agenti iraniani di approvvigionamento, favorendo la consegna di parti all’Iran Aircraft Manufacturing Industrial Company (HESA). Questa entità è rinomata per aver ideato e fabbricato le munizioni a lungo raggio Shahed-131 e Shahed-136, soggetta a sanzioni USA dal 2008.   Secondo l’agenzia, le forniture inviate in Iran attraverso le due società ucraine includevano parti per alternatori, motori, indicatori di assetto, sensori e altri elementi.

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Mercoledì il dicastero ha reso noto che sono state irrogate sanzioni anche a tre cittadini iraniani, presumibilmente operativi con GK Imperativ ed Ekofera.   GK Imperativ è stata costituita nel 2018 nella città di Kharkiv, nell’Ucraina nord-orientale, mentre Ekofera, operativa dal 2016, ha sedi a Kharkiv e a Kiev.   Nel corso del conflitto ucraino, le autorità di Kiev hanno sostenuto che i droni Geran-2, impiegati massicciamente dalla Russia per colpire infrastrutture militari, siano in realtà Shahed di produzione iraniana. Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj aveva collocato Teheran «nel lato oscuro della storia» e l’ha esortata più volte a cessare le forniture di droni a Mosca.   Tanto la Russia quanto l’Iran hanno respinto tali addebiti: Teheran li ha liquidati come «propaganda anti-iraniana» mirata a incrementare gli aiuti militari occidentali a Kiev.   Il ministero della Difesa russo ha ribadito che i suoi droni Geran-2 sono fabbricati in loco, al pari di tutto l’arsenale su cui fa affidamento nella guerra in Ucraina. Il ministero degli Esteri iraniano ha ammesso unicamente l’esportazione di un limitato stock di droni in Russia prima dell’acutizzazione del conflitto tra Mosca e Kiev nel febbraio 2022, precisando che da allora non si sono verificate ulteriori spedizioni.  

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Droni

Il Belgio istituisce una squadra anti-droni, poi si dimentica di usarla

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Nonostante disponga di un’unità di polizia specializzata nella lotta ai droni, il Belgio non l’ha utilizzata in nessuno dei recenti incidenti con UAV. Lo riporta la testata Nieuwsblad. Bruxelles ha invece richiesto supporto ad altri membri NATO per fronteggiare quella che definisce una «minaccia ibrida».

 

L’unità, istituita quattro anni fa e denominata C-UAS, conta 30 agenti qualificati equipaggiati con due antenne di rilevamento droni, quattro jammer e tre lancia-reti, secondo il rapporto. Il sito della polizia afferma che il team «fornisce supporto tecnologico nella lotta ai droni che costituiscono una grave minaccia per la sicurezza pubblica».

 

L’unità, tuttavia, non è intervenuta quando un drone non identificato ha bloccato per ore le operazioni all’aeroporto di Zaventem, vicino a Bruxelles, martedì scorso, né quando droni sono stati avvistati vicino all’aeroporto di Liegi nel fine settimana.

 

Come riportato da Renovatio 21, il ministro della Difesa Theo Francken ha annunciato l’arrivo di un’unità britannica in Belgio per contrastare la minaccia dei droni. Bruxelles ha chiesto aiuto anche a Berlino e Parigi, secondo Nieuwsblad.

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Un membro dell’unità ha dichiarato che la polizia belga sembra ignorare le proprie capacità. «Stiamo ancora cercando di capire perché non siamo stati chiamati», ha detto a Nieuwsblad. «Non ci abbiamo nemmeno provato. Credo che molti agenti non sappiano nemmeno della nostra esistenza».

 

Le antenne dell’unità non rilevano i droni 5G più recenti e la carenza di attrezzature moderne costringe spesso gli agenti a usare binocoli per individuare potenziali minacce, ha aggiunto la fonte. Tutti i 30 membri hanno altri compiti, rendendo impossibile un monitoraggio continuo 24 ore su 24 anche in siti chiave, secondo il rapporto.

 

La polizia ha rifiutato di commentare le sue «risorse o azioni specifiche», scrive Nieuwsblad.

 

Diversi funzionari occidentali hanno accusato la Russia di violare lo spazio aereo UE con aerei e droni, definendolo parte di una «guerra ibrida». Il Cremlino ha respinto le accuse come «isteria» anti-russa.

 

Secondo Skeyes, il controllore del traffico aereo nazionale, gli avvistamenti di droni vicino a siti sensibili come aeroporti e basi militari sono frequenti in Belgio.

 

L’agenzia ha registrato oltre 31.000 voli di droni in quelle aree nel 2024, circa il 90% non autorizzati, ha riportato L’Echo il mese scorso. La questione, tuttavia, aveva ricevuto poca attenzione dai media belgi fino a tempi recenti.

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Unità anti-droni britannica schierata in Belgio

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Un’unità anti-droni britannica è giunta in Belgio per fronteggiare le «minacce ibride», ha reso noto domenica il ministro della Difesa Theo Francken in un post su X.   Londra ha confermato l’operazione, citando vari avvistamenti di droni segnalati in Belgio la settimana scorsa. Sir Richard Knighton, capo delle Forze Armate britanniche, ha ammesso che l’origine dei velivoli senza pilota (UAV) avvistati nella zona resta ignota.   Francken ha di recente fatto scalpore minacciando di «cancellare Mosca dalla mappa» in un’intervista rilasciata il mese scorso al quotidiano belga De Morgen. In seguito ha tentato di chiarire le sue parole, sostenendo che erano state pronunciate nel contesto del principio di deterrenza NATO. Ha precisato che il blocco «non è in guerra con la Russia», ma ha aggiunto che non avrebbe «rimangiato una sola parola» dalla controversa intervista.  

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Come riportato da Renovatio 21, Mosca ha condannato le sue dichiarazioni come «irresponsabili» e le ha definite un esempio di «psicosi militare».   Diversi funzionari occidentali hanno di recente accusato aerei e droni russi di aver violato lo spazio aereo UE, definendo gli incidenti parte di una presunta «guerra ibrida» condotta da Mosca. Il Cremlino ha negato le accuse e ha imputato all’Occidente di alimentare «l’isteria» anti-russa.   L’UE ha fatto sempre più ricorso alla retorica anti-russa per giustificare ingenti spese militari. Il pacchetto ReArm Europe, presentato a marzo, mira a mobilitare fino a 800 miliardi di euro (933 miliardi di dollari) per espandere le forze armate UE con il pretesto di contrastare la presunta «minaccia russa».   L’Unione ha anche presentato un piano per creare un «muro di droni», in seguito agli avvistamenti di droni in vari Stati membri. Gli incidenti sono stati immediatamente attribuiti alla Russia. Mosca ha respinto le accuse come infondate. Alcuni funzionari UE hanno ammesso che si tratterebbe di una «trovata pubblicitaria» più che un progetto di sostanza.   Nel frattempo, Paesi come la Danimarca hanno mobilitato i riservisti dopo l’allarme dei droni. Nelle scorse ore è emerso che 149.000 adolescenti belgi sono stati invitati al servizio militare «volontario».   Il mese scorso, la Commissione europea ha rivelato i piani per istituire uno «scudo spaziale» per proteggere i suoi satelliti da una presunta minaccia russa, senza però rendere noto il budget.   Come riportato da Renovatio 21, la Germania investirà 10 miliardi in droni militari.  

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