Bioetica
Donna sudcoreana e medici incriminati per l’omicidio di un neonato di 8 mesi ucciso nel congelatore
Una donna sudcoreana che ha pubblicato su YouTube un video sull’aborto del suo bambino di otto mesi, nato vivo, e sui medici che lo hanno commesso, mettendo il suo bambino nel congelatore, è stata incriminata per omicidio. Lo riporta LifeSite.
«Faremo tutto il possibile per garantire che tutti i profitti ottenuti tramite questo crimine vengano confiscati integralmente, per inviare un messaggio forte contro questi atti disumani motivati dal guadagno finanziario e dal disprezzo per la vita», hanno affermato i procuratori in una nota.
Giovedì, la Procura suprema della Corea del Sud ha annunciato di aver incriminato un direttore ospedaliero, un chirurgo e una donna per omicidio, secondo quanto riportato da Asia News Network, per aver messo in un congelatore un bambino nato tramite taglio cesareo.
Attualmente in Corea del Sud non esiste una legge che regoli l’aborto e le accuse di omicidio contro le persone coinvolte nell’aborto della YouTuber derivano dal fatto che il bambino era nato vivo prima di essere ucciso.
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Il caso è venuto alla luce quando Kwon ha pubblicato un video su YouTube in cui raccontava del suo aborto a 36 settimane, considerato a termine secondo le linee guida mediche del Paese.
Gli inquirenti hanno affermato che i dipendenti dell’ospedale hanno falsificato le cartelle cliniche nel tentativo di nascondere l’omicidio e far sembrare che il bambino fosse nato morto, un feto morto.
L’aborto è stato depenalizzato in Corea del Sud a partire dal 1° gennaio 2021, dopo che la Corte costituzionale sudcoreana ha annullato il divieto di aborto emanato nel 1953. La Corte aveva raccomandato nuove leggi sull’aborto con un limite di durata di 22 settimane, ma il legislatore del Paese non è riuscito a rispettare la scadenza, dando libero sfogo alla brutale pratica dell’aborto, che uccide i bambini.
L’aborto non solo stronca la vita di un numero imprecisato di bambini in Corea del Sud, ma contribuisce anche al tasso di natalità incredibilmente basso del Paese. Infatti, la Corea del Sud detiene da anni il primato di avere il tasso di natalità più basso al mondo. Nel 2024, il suo tasso di natalità era dello 0,75, ben al di sotto del tasso di sostituzione.
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Bioetica
Mons. Viganò loda Alberto di Monaco, sovrano cattolico che non ha ratificato la legge sull’aborto
Il Principe Alberto di Monaco, coerentemente con la Fede che egli professa e con l’autorità sacra che legittima la sua funzione di sovrano del Principato di Monaco, non ratifica la proposta di legge per la depenalizzazione dell’aborto, crimine esecrando. Nel 1990 fa il Re… https://t.co/6mGMkIamVd
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) November 24, 2025
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Bioetica
Nuovo libro per bambini insegna ai bambini di 5 anni che l’aborto è un «superpotere»
Amelia Bonow, fondatrice del movimento social Shout Your Abortion («grida il tuo aborto») e tra le attiviste pro-aborto più note negli Stati Uniti, ha pubblicato un libro per bambini intitolato Abortion is Everything («L’aborto è tutto»), destinato a lettori dai 5 agli 8 anni. Lo riporta LifeSite.
Annunciato sui canali ufficiali di Shout Your Abortion, il volume – scritto insieme a Rachel Kessler e illustrato da Emily Nokes – presenta l’aborto in termini esclusivamente positivi e accessibili, definendolo un «superpotere unicamente umano»: la capacità di «immaginare il futuro e fare scelte che ci portino alla vita che desideriamo».
Nei post promozionali su Instagram e altri social si legge: «Genitori, educatori e operatori sanitari cercavano da tempo uno strumento per parlare ai bambini dell’aborto, soprattutto con tutto il rumore politico che lo circonda». Il libro, spiegano, «parla direttamente ai bambini di cos’è l’aborto, di come ci si sente e del perché lo si sceglie», omettendo completamente che l’aborto termina la vita di un essere umano.
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Un post descrive l’aborto come «uno strumento che permette agli esseri umani di plasmare il proprio destino e che ha plasmato il mondo intero che ci circonda». Il messaggio si chiude affermando che il libro serve a «riscrivere fin dalle basi i nostri copioni culturali sull’aborto».
I commenti sotto i post sono entusiastici: «Lo adoro. Parlo di aborto ai miei figli da quando erano piccoli ed è bellissimo sentire una bimba dire: “Non devi restare incinta se non vuoi”». Un’altra utente: «Lo compro oggi per la mia futura prole!!».
Molti degli stessi che celebrano questo libro per l’infanzia accusano invece Meet Baby Olivia – un video educativo che mostra semplicemente lo sviluppo prenatale umano, senza menzionare l’aborto – di essere «propaganda» e «lavaggio del cervello» ai bambini piccoli, solo perché si basa su fatti scientifici.
La Bonow non è nuova a iniziative di questo tipo. Nel 2019 era apparsa nella serie YouTube «Kids Meet» con l’episodio «I bambini incontrano una persona che ha abortito», dove aveva già annunciato l’imminente uscita di un libro per bambini sull’argomento. Il video originale è stato rimosso dalla piattaforma ufficiale, ma è ancora disponibile altrove.
Il libro rappresenta l’ultimo capitolo di una lunga tradizione di materiale pro-aborto rivolto a bambini e adolescenti, spesso finanziato anche con fondi pubblici.
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Nel video della serie «Kids Meet», Amelia Bonow racconta ai bambini (soprattutto preadolescenti e adolescenti) di essere rimasta incinta dopo un rapporto non protetto con il fidanzato, ma ha negato di essere stata irresponsabile e ha precisato che il compagno aveva appoggiato la decisione di abortire.
La maggior parte dei piccoli intervistati rimane impassibile alle sue parole; solo un ragazzo manifesta disagio ed è stato subito rimproverato dalla Bonow, che descrive l’intervento figlicida con termini volutamente disumanizzanti e imprecisi: «l’abortista ha semplicemente succhiato via la gravidanza», evitando di parlare di bambino o anche solo di feto. I bambini presto adottano lo stesso linguaggio riduttivo.
Un ragazzo più grande paragona il feto a un «cetriolo di mare», ridendo: «Non pensa, sta solo vivendo. È come il tuo braccio: non ha pensieri complessi. E nemmeno un bambino nel grembo». Bonow scoppia a ridere e ha replicato: «Mi piace la tua opinione».
Quando una bambina dice che «a volte l’aborto può essere sbagliato», la Bonow la interrompe bruscamente: «non lo so, non sono d’accordo. Vogliamo davvero che la gente faccia tutti quei bambini?». La donna poi scredita l’adozione, insinuando che far crescere il proprio figlio in un’altra famiglia sia peggio che eliminarlo con un aborto.
La Bonowa ha anche attaccato i pro-life: «non li chiamo pro-life, li chiamo anti-scelta. Quelli che si dicono pro-life non si curano delle persone che hanno figli che non possono mantenere e finiscono in povertà assoluta. Vogliono negare l’accesso all’assistenza sanitaria. Io dico: voi non siete pro-life. Io sì che sono pro-life».
Resta da capire contro quale «scelta» siano gli anti-scelta e a favore della vita di chi si dichiari «pro-life» mentre difende l’uccisione intenzionale di un essere umano – che, tra le altre cose, viene privato per sempre anche dell’«accesso all’assistenza sanitaria».
Un’altra attivista pro-aborto, Mary Walling Blackburn, aveva già pubblicato un libro per l’infanzia in cui i bambini abortiti venivano presentati come «fantasmi felici».
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Bioetica
«Estrema irrazionalità bioetica al servizio della biopolitica»: vescovo spagnolo denuncia la «tragedia dei 73 milioni di aborti» all’anno
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