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Bizzarria

Donna osserva l’eclissi e resta con una mezzaluna permanente stampata sulla retina

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La prossima eclissi solare totale avrà luogo quest’anno l’8 aprile in Nord America, quando Luna bloccherà il Sole in uno straordinario spettacolo di meraviglie celesti.

 

Ma ovunque uno sia, si raccomanda di non guardare tale spettacolo senza protezione per gli occhi.

 

Una giovane donna nel 2017 ha imparato questa lezione nel modo più duro quando ha alzato lo sguardo verso l’eclissi solare totale di quell’anno il 21 agosto e ha danneggiato permanentemente la sua vista, come riporta il New York Times. Ogni volta che apriva gli occhi, vedeva nel suo campo visivo un’area nera, a forma di mezzaluna che ricordava quando la Luna stava per bloccare completamente il Sole.

 

La forma era «quasi come un marchio», ha detto al NYT l’oftalmologo Avnish Deobhakta del New York Eye and Ear Infirmary del Mount Sinai Hospital.

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La donna si è recata presso questo centro oculistico, dove Deobhakta l’ha esaminata: aveva guardato l’eclissi a occhi nudi e l’eclissi si era letteralmente bruciata nella sua retina.

 

Il suo caso fu così sorprendente che il Deobhakta, insieme a diversi medici dell’ospedale Mount Sinai, scrisse un articolo sul suo caso per la rivista medica JAMA Ophthalmology.

 

Il dottore ha detto che la cicatrice sulla retina della giovane donna «non sarebbe guarita», con un danno permanente.

 

Tenendo a mente questo singolare incidente, se uno volesse ammirare la prossima eclissi solare, la NASA ha tantissimi consigli su come procurarsi occhiali specializzati con un filtro solare per visualizzarla in sicurezza. Raccomandano inoltre di non usare i normali occhiali da sole, binocoli, telescopi o macchine fotografiche per guardare l’eclissi senza uno speciale filtro per eclissi solare.

 

Si può inoltre osservare l’eclissi tramite un metodo indiretto, come un proiettore stenopeico solare che si può realizzare rapidamente a casa.

 

Come riportato da Renovatio 21, molti americani avvertono nell’eclissi uno strano presagio per il Paese. L’ex vescovo della diocesi di Tyler, Texas, monsignor Giuseppe Strickland dirà una messa per contrastare i riti esoterici che massoni e satanisti potrebbero indire nel giorno senza luce.

 

Molti statunitensi si sono inquietati dal vedere che, a poche ore dall’eclissi, un fulmine ha colpito la Statua della Libertà ed un terremoto ha scosso Nuova York.

 

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Bizzarria

Adolf Hitler vince ma cambia nome

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Adolf Hitler Uunona, 59 anni, consigliere regionale namibiano da venti anni in carica, ha annunciato che rinuncerà ufficialmente al secondo nome «Hitler» dopo essere stato rieletto per il quinto mandato consecutivo nel distretto di Ompundja (regione di Oshana).   Membro del partito al potere Swapo, Uunona ha sempre goduto di un largo consenso locale nonostante il nome che, a livello internazionale, genera inevitabilmente sconcerto. Gli elettori della sua circoscrizione lo hanno costantemente premiato per il suo impegno nella lotta anti-apartheid e per i risultati concreti ottenuti sul territorio.   «Ho già provveduto a cancellare “Hitler” dai miei documenti ufficiali», ha dichiarato ai media namibiani. «D’ora in poi voglio essere chiamato semplicemente Adolf Uunona».   Il lettore di Renovatio 21 sa che la faccenda dell’Hitler negro è risalente.

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L’ex Hitler ha spiegato che ilpadre gli impose quel nome decenni fa senza conoscerne il peso storico né i crimini associati al dittatore nazista; per lui, all’epoca, era semplicemente un nome tedesco abbastanza diffuso nell’ex colonia dell’Africa sud-occidentale tedesca (1884-1915). Solo crescendo il consigliere prese coscienza del macabro retaggio e cominciò a dissociarsene pubblicamente.   «Ho sempre chiarito di non condividere in alcun modo l’ideologia nazista», ha ribadito il già Hitler. «Il mio impegno politico è radicato nella liberazione della Namibia e nello sviluppo delle nostre comunità rurali». In privato, familiari e collaboratori lo chiamano da tempo soltanto «Adolf», un’abitudine che ora desidera estendere a ogni contesto ufficiale.   Il caso richiama la complessa eredità coloniale tedesca in Namibia, dove nomi di origine teutonica restano relativamente comuni. Proprio in quel periodo (1904-1908) le truppe tedesche perpetrarono il genocidio degli Herero e dei Nama, un capitolo storico ancora poco noto a livello globale. Tuttavia, il fatto che esistano nel Paese africani bambini chiamati come il famigerato dittatore nazionalsocialista prova che forse la storia degli orrori coloniali non è esattamente conosciuta, o sentita, dalle popolazioni indigine.   Nonostante l’attenzione mediatica internazionale, lo Hitler namibiano continua a dominare le urne: nelle recenti elezioni locali ha nuovamente stravinto a Ompundja con un margine schiacciante. Per i suoi elettori, il curriculum di vent’anni di servizio concreto – strade, acqua, scuole e sostegno alle famiglie – pesa infinitamente più di un nome che il consigliere ha deciso di lasciarsi definitivamente alle spalle.   Renovatio 21 ritiene che si tratti di un caso in cui qualcuno potrebbe gridare alla frode elettorale: uno vota Hitler, e poi si trova uno qualsiasi, anzi un Uunona. È giusto?   Il cittadino sincero-democratico deve porsi a questo punto la domanda: se la democrazia vuole Hitler, perché toglierlo? Cioè, non è che lo si toglie, semplicemente, gli si cambia nome…  

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Immagine dell’Oshana Regional Country
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L’enigma dell’italofonia delle bici giapponesi

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Non ricordo esattamente come e quando, ma un bel giorno mi sono accorto che qui in Giappone hanno nomi italiani.

 

Non intendo dire che siano biciclette italiane, benché si vedano qua e là delle Bianchi in giro per Tokyo: sto parlando di biciclette giapponesi a cui sono stati appioppati nomi italiani a casaccio.

 

A mano a mano la cosa è diventata un passatempo un po’ maniacale: ogni tanto sento mia moglie che sbuffa e sbotta: «ancora a guardare ste bici!?». Le da meno fastidio quando mi casca l’occhio su qualche signorina.

 

Il fatto è che nomi in questione sono nella maggior parte dei casi sono follie completamente fuori contesto: perché mai una bicicletta è finita a chiamarsi «Gelatina»?! C’è anche la «Bizarria», che è quasi la categoria (una zeta in meno) di questo articolo sui Renovatio 21, una parola desueta e bellissima apprezzata forse più dai ciclisti giapponesi che dal popolo parlante la lingua di Dante.

 

Questa abitudine a guardare le bici e fotografarle desta qualche sospetto, le biciclette sono tra le poche cose che vengono rubate con una certa frequenza qui a Tokyo.

 

Con l’aiuto di un amico, nel corso degli anni abbiamo steso un elenco non esaustivo dei velocipedi italofoni visti per le strade del Giappone. Purtroppo manca un’adeguata documentazione fotografica, le poche foto qui sotto valgano per ora come prima testimonianza.

 

Proseguirò nella raccolta di materiale e mi impegno a tenere aggiornato il pubblico di Renovatio 21 riguardo a questo inspiegabile fenomeno.

 

 

Accento

Agenda

Agilità

Alcuna

Alfiore bike

Al fonto

Al vecchio

Alito

Alla moda

Allegro

Al tetto

Amadeus prima

Ami amoretto

Amico

 

Amore

Amoroso

Anelli

Anemone

Angelicus

Angelino

Angelino Petite

Angelino Posh

Angelo

Animato

Anna

Aquila

Arietta

Aroma

Arpeggio

Ars nova

Artista

Assista

Astroia

Augusta

Avanzare

AveCuore

Avellino

Azzurrare

Barletta

Basso

Bella

Bellina

Bellino

Belluno

Bel Ragazzo

Beone

Bionda

Bizarria

Bonaparte

Broccoli

Bruno

Cadalora

Calamita argento

Calamita ciao

Calamita due

Calcite

Campione

Canale

Canoro

Cappuccino

Capriccio

Cardi

Cargo

Caro

Carolina

Carota

Carpaccio

Caterina

Cavallo

Cecilia

Celare

Celestano

Chianti

Ciーvada

Clara

Claudio

Claudio Hearts

Clichè

Coccolo

Coda

Colono

Colore

Colossi

Commando

Continente

Coroner

Corsia

Cortese

Creare

Crescente

Crescita

Crestina

Croissant

Crono

Cuculo

Culotte

De Angelis

De Petrucci

Del sole

Deserto

Desto

Diana

Dia resto

Diario

Diretta

Discus

Ecciti

Elena

Elfi

Elevato

Emilia

Erica

Espresso

Et ce’tera

Eterno

Eternotown

Fanfare

Farina

Fascino

Faville

Felice

Fermata

Fermo

Fertile

Festival

Fico

Fides

Figlia Carina

Fini

Fiona

Fiorentina

Fortina

Fortissimo

Fratello

Fresco

Frescool

Fretta

Fuerza

Gelatina

 

Gelato

Gibernau liscio

Giuliano

Gladiolo

Gran mare

Imbatto city

Innominato

La famiglia

Lapis

Las’efica

Larghetto

Latte

Leggiero

Lesto

Levolte

Lontano

Loris Colgo

Lucca

Luciole

Luculia

Luna

Macchiato

Maglietta

Maldini

Marchiano

Margarita

Mattia

Mega trans

Mercato

Merletto

Merlot

Metro

Mezzo piano

Mirano

Moglie

Montana

Montebello

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Motomatto

Mozione

Mugello

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Napori

Neoclassico

Nerone

Novara

Nutria

Obbligato

Ordina

Osso

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Panino

Paprika

Parlino

Partenza

Partire

 

Passione

Passo

Pasture

Patrizia

Persista

Piccolo

PiAce

Pista

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Pizzicato

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Portato

Porto

Posto

Possibile portato

Possible

Pratico

Precede

Pretoria

Prestezza

Presto

Progresso

Proーvocatio canere

Proーvocatio esse

Proーvocatio mamma

Proーvocatio mos

Pro melior

Pronto

Raclette

Radure

Raffinate

Ragazza

Rapito

Ravanello

Ravenna

Reale

Realta

Regalo

Rene

Retro

Revigorando

Riace

Risoluto

Romana

Rondino

Rosa

Rosario

Salute

Sambista

Scalare

Sciolto

Scorto

Sentire

Sereno

Sicurezza

Silvia

Socio

Soffitto

Sorella

Spago

Stella

Strida

Tacchino

Taranto

Tavullia

Tenerezza

Terra cotta

Testa

Timbro

Timore

Tour de

Totti

Town del Sole

Tramonto

Tremolo

Trento

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Turbolenza

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Unisono

Vacanze

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Varietas delectat

Veltro

Verde

Vicolo

Ville

Villetta

Virgo

Vispa

Vita

Vitrine

Vittoria

Vivace

Vive Hodie

Vivi

Volante

Zio

 

Taro Negishi

Corrispondente di Renovatio 21 da Tokyo

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Immagine di Marie-Sophie Mejan via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International


 

 

 

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Arte

Bibita col DNA di Ozzy Osbourne disponibile con pagamento a rate

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Una nuova partnership kitsch tra John «Ozzy» Osbourne e Liquid Death, il marchio di acqua in lattina, ha lanciato sul mercato una serie limitata di lattine di tè freddo infuso con il DNA del «reverendo rock».   Ovviamente il prodotto è andato subito a ruba ed è esaurito. Le lattine sono state tutte tracannate e schiacciate da Osbourne in persona, lasciando «tracce di DNA della sua saliva che ora potete possedere», secondo il sito web di Liquid Death.   Ma diciamoci la verità, non si compra lo scarto salivare di una rockstar per dissetarsi: lo si compra per fare necro-collezionismo probabilmente. Le leggende attorno al personaggio sono molteplici: si diceva che Ozzy fosse un mutante genetico, capace di resistere a secchiate di droga, alla rabbia per aver morso un pipistrello vivo e a un incidente quasi mortale in quad.   «Ozzy Osbourne è 1 su 1», recita il testo pubblicitario del sito, «ma stiamo vendendo il suo vero DNA così potrete riciclarlo per sempre».

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Ogni lattina viene consegnata in un «barattolo per campioni sigillato in laboratorio», etichettato con il nome del donatore, il numero del campione (su dieci) e la data del prelievo. Ozzy ha persino firmato il contenitore, apparentemente dando un assegno in bianco per qualsiasi futura clonazione.   «Ora, quando la tecnologia e la legge federale lo consentiranno, potrete replicare Ozzy Osbourne e godervi la sua musica per centinaia di anni nel futuro», si legge sul sito web. I pezzi disponibili sono solo 10 e sono stati venduti a 450 dollari ciascuno, anche in comode rate.    Vista la rarità del prodotto, il «bagarinaggio online» non poteva mancare: su eBay ce ne sono state due in vendita, ciascuna a migliaia di dollari.   Sui social media, i fan erano entusiasti della partnership di Ozzy con il suo brand, anche se il prezzo ha fatto storcere il naso a qualcuno. «Accidenti, avrei dovuto salvare il tuo DNA quando mi hai sputato addosso nell’84 durante un concerto alla LB Arena», ha scritto un fan su X.   Ozzy Osbourne, che da giovane sul palco aveva pure mangiato un pipistrello, è perito quattro mesi fa. Il fatto che fosse stato iniettato col vaccino COVID, che ci dicono venire da un chirottero di Wuhano, lo rende in qualche modo un personaggio simbolico della pandemica, e non solo di quella: alcuni hanno ipotizzato che la morte, avvenuta dopo una «lunga battaglia» (in genere dicono per qualche ragione così) contro il morbo di Parkinson, potrebbe costituire un caso di eutanasia.  

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Carlos Varela via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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