Geopolitica
Brasile e Colombia si rifiutano di inviare materiale militare in Ucraina
Il Brasile ha rifiutato di inviare munizioni per carri armati alla Germania, per timore che questi proiettili possano poi essere consegnati all’Ucraina, secondo un articolo pubblicato venerdì dalla Folha de São Paulo, ampiamente riportata altrove.
Folha ha citato anonime fonti militari e politiche brasiliane presenti all’incontro del 20 gennaio del comando militare con il presidente Luiz Inácio Lula da Silva, dove è stata presa la decisione.
Secondo il rapporto della Folha, il presidente ha rifiutato di prendere in considerazione la richiesta del governo tedesco che il Brasile vendesse alcune delle sue scorte di munizioni per carri armati Leopard 1, con l’argomento che «non vale la pena provocare i russi». «Per mantenere la neutralità e non provocare i russi, il presidente nega la richiesta della Germania».
Anche il presidente colombiano Gustavo Petro, che in precedenza nella sua amministrazione aveva invitato la NATO a intervenire con gli elicotteri per aiutare a sorvegliare l’Amazzonia, si rifiuta di consentire l’invio delle sue armi nel conflitto.
Petro ha detto ai giornalisti alla riunione del CELAC del 24 gennaio a Buenos Aires, di aver rifiutato la richiesta degli Stati Uniti che la Colombia mettesse a disposizione dell’Ucraina i suoi elicotteri di fabbricazione russa.
Questi elicotteri potrebbero essere divenuti «rottami metallici» per mancanza di manutenzione e parti di ricambio, ma la Colombia non invierà armi per alimentare il conflitto ucraino-russo, ha detto Petro. «L’America Latina dovrebbe (…) chiedere la pace».
Il capo del comando meridionale degli Stati Uniti, il generale Laura Richardson, ha riferito durante il suo discorso del 19 gennaio al Consiglio Atlantico che gli Stati Uniti stanno chiedendo «aggressivamente» che i paesi iberoamericani che dispongono di equipaggiamento militare di fabbricazione russa, mettano tale equipaggiamento a disposizione dell’Ucraina, dal momento che non può più servirlo a causa delle sanzioni contro la Russia.
Petro ha confermato che il generale Richardson e altri dagli Stati Uniti gli avevano chiesto di consegnare questa attrezzatura agli Stati Uniti, che l’avrebbero consegnata all’Ucraina.
Il Sudamerica, a differenza dell’Europa, non ha bevuto il drink ucraino.
L’anno scorso Lula aveva dichiarato che «Zelens’kyj voleva la guerra con la Russia». Come riportato da Renovatio 21, il Brasile ha incrementato le riserve di yuan. L’ex presidente Dilma Roussef ha dichiarato a inizio 2022 che le sanzioni USA alla Russia porranno fine all’egemonia del dollaro.
Tre mesi fa il Parlamento messicano ha respinto la proposta di un intervento di Zelens’kyj in sessione plenaria. Poco prima, nove stati sudamericani avevano negato il sostegno ad una risoluzione dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) che condannava la Federazione Russa.
Immagini di Palácio do Planalto via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
Geopolitica
La Cina snobba il ministro degli Esteri tedesco
Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha dovuto cancellare un viaggio previsto in Cina dopo che Pechino si sarebbe rifiutata di organizzare incontri di alto livello con lui, secondo quanto riportato venerdì da diversi organi di stampa.
Il Wadephul sarebbe dovuto partire per Pechino domenica per discutere delle restrizioni cinesi sull’esportazione di terre rare e semiconduttori, oltre che del conflitto in Ucraina.
«Il viaggio non può essere effettuato al momento e sarà posticipato a data da destinarsi», ha dichiarato un portavoce del Ministero degli Esteri tedesco, citato da Politico. Il Wadephullo avrebbe dovuto incontrare il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, ma l’agenda prevedeva troppo pochi incontri di rilievo.
Secondo il tabloide germanico Bild, i due diplomatici terranno presto una conversazione telefonica.
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Questo intoppo diplomatico si inserisce in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra Cina e Unione Europea. Nell’ultimo anno, Bruxelles e Pechino si sono scontrate sulla presunta sovrapproduzione industriale cinese, mentre la Cina accusa l’UE di protezionismo.
All’inizio di questo mese, Pechino ha rafforzato le restrizioni sull’esportazione di minerali strategici con applicazioni militari, una mossa che potrebbe aggravare le difficoltà del settore automobilistico europeo.
La Germania è stata particolarmente colpita dal deterioramento del clima commerciale.
Come riportato da Renovatio 21, la Volkswagen sospenderà la produzione in alcuni stabilimenti chiave la prossima settimana a causa della carenza di semiconduttori, dovuta al sequestro da parte dei Paesi Bassi del produttore cinese di chip Nexperia, motivato da rischi per la sicurezza tecnologica dell’UE. In risposta, Pechino ha bloccato le esportazioni di chip Nexperia dalla Cina, causando una riduzione delle scorte che potrebbe portare a ulteriori chiusure temporanee di stabilimenti Volkswagen e colpire altre case automobilistiche, secondo il quotidiano.
Venerdì, il ministro dell’economia Katherina Reiche ha annunciato che Berlino presenterà una protesta diplomatica contro Pechino per il blocco delle spedizioni di semiconduttori, sottolineando la forte dipendenza della Germania dai componenti cinesi.
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Immagine di UK Government via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
Vance in Israele critica la «stupida trovata politica»: il voto di sovranità sulla Cisgiordania è stato un «insulto» da parte della Knesset
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Geopolitica
Trump minaccia di togliere i fondi a Israele se annette la Cisgiordania
Israele «perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti» in caso di annessione della Giudea e della Samaria, nome con cui lo Stato Ebraico chiama la Cisgiordania, ha detto il presidente USA Donald Trump.
Trump ha replicato a un disegno di legge controverso presentato da esponenti dell’opposizione di destra alla Knesset, il parlamento israeliano, che prevede l’annessione del territorio conteso come reazione al terrorismo palestinese.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu, sostenitore degli insediamenti ebraici in quell’area, si oppone al provvedimento, poiché rischierebbe di allontanare gli Stati arabi e musulmani aderenti agli Accordi di Abramo e al cessate il fuoco di Gaza.
Netanyahu ha criticato aspramente il disegno di legge, accusando i promotori di opposizione di una «provocazione» deliberata in concomitanza con la visita del vicepresidente statunitense J.D. Vance. (Lo stesso Vance ha qualificato il disegno di legge come un «insulto» personale)
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«I commenti pubblicati giovedì dalla rivista TIME sono stati espressi da Trump durante un’intervista del 15 ottobre, prima dell’approvazione preliminare alla Knesset di mercoledì – contro il volere del primo ministro – di un disegno di legge che estenderebbe la sovranità israeliana a tutti gli insediamenti della Cisgiordania» ha scritto il quotidiano israeliano Times of Israel.
Evidenziando l’impazienza dell’amministrazione verso tali iniziative, il vicepresidente di Trump, J.D. Vance, ha dichiarato giovedì, lasciando Israele, che il voto del giorno precedente lo aveva «offeso» ed era stato «molto stupido».
«Non accadrà. Non accadrà», ha affermato Trump a TIME, in riferimento all’annessione. «Non accadrà perché ho dato la mia parola ai Paesi arabi. E non potete farlo ora. Abbiamo avuto un grande sostegno arabo. Non accadrà perché ho dato la mia parola ai paesi arabi. Non accadrà. Israele perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti se ciò accadesse».
Vance ha precisato che gli era stato descritto come una «trovata politica» e «puramente simbolica», ma ha aggiunto: «Si tratta di una trovata politica molto stupida, e personalmente la considero un insulto».
Gli Emirati Arabi Uniti, che hanno guidato i Paesi arabi e musulmani negli Accordi di Abramo, si oppongono da tempo all’annessione della Cisgiordania, sostenendo che renderebbe vani i futuri negoziati di pace nella regione.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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