Intelligenza Artificiale
Google presenta la sua AI che genera video indistinguibili dalla realtà
Stanno circolando furiosamente in rete alcuni video prodotti con i nuovi strumenti lanciati da Google per la produzione di video a base di Intelligenza Artificiale.
Le clip le impressionanti capacità del nuovo strumento Veo 3 della divisione Google DeepMind. È bene ricordare al lettore che nessuna di queste persone, nessuno di questi oggetti, suoni, voci, spazi, accadimenti, è reale: tutto è inventato dall’IA, generato dalla macchina, come uno sogno ultrarealistico.
I risultati sono sbalorditivi sino ad essere inquietanti.
Physics physics physics! #veo3 pic.twitter.com/6nYOoheZKK
— Medhini Narasimhan (@medhini_n) May 20, 2025
Google Veo 3 realism just broke the Internet yesterday.
This is 100% AI
10 wild examples:
1. Street interview that never happened pic.twitter.com/qdxZVhOO3G
— Min Choi (@minchoi) May 22, 2025
Before you ask: yes, everything is AI here. The video and sound both coming from a single text prompt using #Veo3 by @GoogleDeepMind .Whoever is cooking the model, let him cook! Congrats @Totemko and the team for the Google I/O live stream and the new Veo site! pic.twitter.com/sxZuvFU49s
— László Gaál (@laszlogaal_) May 21, 2025
A college professor doing a class on Gen Z slang and the video pans over to all the boomers taking notes and seeming super interested #veo3 pic.twitter.com/AogNFeiDLd
— justin (@HonestBlogging) May 21, 2025
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L’AI sembra in grado di generare contenuti anche a seconda dei formati: eccola immaginare ultrarealisticamente streaming di gamer, oppure sitcom vecchio stile.
Uhhh… I don’t think Veo 3 is supposed to be generating Fortnite gameplay pic.twitter.com/bWKruQ5Nox
— Matt Shumer (@mattshumer_) May 21, 2025
4) A minecraft streamer:pic.twitter.com/S0fiJGuInc
— Mark Gadala-Maria (@markgadala) May 21, 2025
Good lord, Veo-3. I keep alternating between being stunned and laughing my ass off. pic.twitter.com/sdmEHoJlBh
— Theoretically Media (@TheoMediaAI) May 21, 2025
Piuttosto incredibilmente, l’AI riesce pure a simulare battute di cabarattesti, disegnandoli in modo perfettamente credibile, con ambiente da comedy clube quant’altro.
Less than 24 hours ago, Google dropped Veo 3, blurring the line between reality and AI.
Its video and audio quality is so lifelike, it’s unsettling.
Here are 20 insane examples & a full guide on how to use it:
1) A standup comedian telling a joke:pic.twitter.com/gLdpRX0TmC
— Mark Gadala-Maria (@markgadala) May 21, 2025
17) Another comedian telling a joke (AI generated):pic.twitter.com/kJCuWS3DWW
— Mark Gadala-Maria (@markgadala) May 21, 2025
Anche gli appassionati dell’opera sono accontentati, con soprano orientale d’ordinanza a cantare musiche inesistenti.
Google Veo 3 can create singing and music videos from a single prompt.
It’s just insane how coherent it is to the video.
🔈Sound On! pic.twitter.com/RMwc1sSOmX
— Jerrod Lew (@jerrod_lew) May 20, 2025
E se gli chiedi di farti spiegare il Teorema di Pitagora dallo stesso Pitagora? Ecco.
“Pythagoras explaining his theorem, in ancient Greece”
Video and audio generated by Veo 3 natively. pic.twitter.com/vR1gbrLYYj
— Pietro Schirano (@skirano) May 20, 2025
Un film d’azione? Una commedia in costume? Una storia di fantascienza? Un cartone animato. Hollywood sta tremando.
Created with Google Flow.
Visuals, Sound Design, and Voice were prompted using Veo 3 text-to-video.
Welcome to a new era of filmmaking. pic.twitter.com/E3NSA1WsXe
— Dave Clark (@Diesol) May 21, 2025
AI video just made a huge leap with Google Veo 3. Creatives are going to have a field day.
We’ve jumped from Commodore 64 to the first PC on the timeline. pic.twitter.com/oW8WTBWf9c
— Ben Kusin (@bkvenn) May 21, 2025
I did more tests with Google’s #Veo3. Imagine if AI characters became aware they were living in a simulation! pic.twitter.com/nhbrNQMtqv
— Hashem Al-Ghaili (@HashemGhaili) May 21, 2025
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Influenders @realDonaldTrump @elonmusk @FearedBuck @MKBHD @xQc @lexfridman @TheFigen_ @stillgray @benshapiro @MattWalshBlog @jordanbpeterson @PBDsPodcast @GoogleDeepMind @Totemko #Veo3 pic.twitter.com/moat2WUENz
— The Dor Brothers (@thedorbrothers) May 26, 2025
Le possibilità creative sembrano ora illimitate, e alla portata di tutti, con un decentramento dell’industria cine-televisiva che oramai pare inevitabile.
Tuttavia il dato più impressionante è che tale tecnologia di fatto abolisce il dato visivo della realtà: nessun filmato può essere creduto, perché potrebbe essere stato generato dall’ultrarealismo raggiunto della tecnologia.
In attesa del prossimo passo pauroso, quando, tramite i chip cerebrali, realtà fittizie potranno essere proiettate direttamente nelle aree visive dei nostri cervelli, disintermediando l’occhio umano.
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Immagine screenshot da Twitter
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La superintelligenza artificiale potrebbe porre fine all’umanità
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Intelligenza Artificiale
Bezos vede data center nello spazio e prevede che la «bolla» dell’AI darà i suoi frutti come le dot-com
In una visione futuristica che sembra uscita da un romanzo di fantascienza, il fondatore ed executive chairman di Amazon, Jeff Bezos, ha previsto che entro i prossimi 10-20 anni verranno costruiti nello spazio data center «su scala gigawatt», alimentati da energia solare illimitata e destinati, nel tempo, a superare in prestazioni le loro controparti terrestri.
L’intervento di Bezos si è tenuto all’Italian Tech Week di Torino, dove l’imprenditore ha delineato quello che considera il prossimo grande salto tecnologico: l’orbital computing, ossia il calcolo in orbita. Un’evoluzione che, secondo lui, avrà un impatto paragonabile a quello dell’esplosione di Internet negli anni Novanta — con tutto il suo carico di entusiasmo, bolle speculative e inevitabili vincitori.
«Questi giganteschi centri di addestramento saranno meglio costruiti nello spazio, perché lì abbiamo energia solare, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Non ci sono nuvole, né pioggia, né maltempo», ha dichiarato Bezos in un’intervista pubblica con l’erede Agnelli John Elkann. «Saremo in grado di battere i costi dei data center terrestri nello spazio nei prossimi due decenni».
L’imprenditore americano ha spiegato che questa trasformazione rappresenta una tappa naturale nella migrazione dell’umanità verso infrastrutture spaziali. «È già successo con i satelliti meteorologici. È già successo con i satelliti per le comunicazioni. Il prossimo passo saranno i data center e poi altri tipi di produzione», ha affermato.
Jeff Bezos called AI an “industrial bubble” at Italian Tech Week:
“Investors don’t usually give a team of six people a couple billion dollars with no product, and that’s happening today.”
He added that while bubbles fund both good and bad ideas, society benefits when the… pic.twitter.com/7QTSgT0gh3
— Wall St Engine (@wallstengine) October 3, 2025
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Il concetto di data center orbitali sta guadagnando consensi tra i giganti della tecnologia, preoccupati per l’enorme impatto ambientale delle strutture terrestri, che richiedono grandi quantità di elettricità e acqua per il raffreddamento dei server. In orbita, la disponibilità costante di energia solare e l’assenza di condizioni atmosferiche rendono lo spazio una prospettiva sempre più attraente, almeno sul piano teorico.
Bezos ha però riconosciuto che il percorso non sarà privo di ostacoli: manutenzione e aggiornamenti sarebbero molto più difficili in orbita, i lanci di razzi rimangono costosi e qualsiasi guasto potrebbe comportare la perdita di miliardi di dollari in hardware.
Nonostante ciò, il fondatore di Amazon è convinto che l’abbassamento dei costi di lancio e il rapido progresso tecnologico cambieranno presto l’equilibrio economico, rendendo lo spazio una scelta sempre più conveniente per l’elaborazione dei dati.
Bezos ha quindi affrontato il tema dell’Intelligenza Artificiale, definendola una forza di cambiamento da accogliere con ottimismo, pur riconoscendo l’attuale clima di euforia e incertezza.
«Dovremmo essere estremamente ottimisti sul fatto che le conseguenze sociali e benefiche dell’intelligenza artificiale, come quelle che abbiamo avuto con Internet 25 anni fa, siano reali e destinate a durare», ha affermato. «È importante distinguere le potenziali bolle e le conseguenze del loro scoppio, che potrebbero verificarsi o meno, dalla realtà effettiva».
Secondo il Bezos, anche se gli investimenti nel settore sembrano eccessivi, si tratta di una «bolla positiva», una fase di espansione industriale che favorisce l’innovazione piuttosto che la distruzione finanziaria.
«Si tratta di una sorta di bolla industriale, a differenza delle bolle finanziarie. Quelle industriali non sono poi così negative, anzi, possono essere addirittura positive. La società trae beneficio da queste invenzioni», ha affermato, aggiungendo: «Gli investitori di solito non danno a un team di sei persone un paio di miliardi di dollari senza alcun prodotto, e questo sta accadendo oggi».
Amazon non è nuova a progetti che riguardano il cielo e oltre.
Come scoperto anni fa da brevetti di Amazon, l’azienda vuole creare magazzini volanti, montati su dirigibili.
Un nuovo corso dei progetti spaziali del fu annunciato nel 2019 durante una presentazione tenuta personalmente da Jeff Bezos per Blue Origin, la sua compagnia aerospaziale fondata nel 2000, specializzata in razzi riutilizzabili.
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I cinquanta minuti di discorso, che culminano con la rivelazione del modulo lunare Blue Moon, intrecciano ambizioni industriali e visioni filosofiche sullo spazio. Per chi non lo sapesse, Bezos trae ispirazione dal fisico Gerard K. O’Neill (1927-1992), contrario alla colonizzazione di Marte o altri pianeti (un obiettivo oggi perseguito con determinazione da Elon Musk). O’Neill riteneva che tali sforzi potessero al massimo raddoppiare la capacità di ospitare la popolazione umana, un tema cruciale negli anni Settanta.
In alternativa, O’Neill proponeva colonie spaziali orbitanti, enormi strutture tubolari posizionate nei punti di Lagrange, zone del cosmo stabili grazie ai campi gravitazionali di Terra e Luna.
Queste colonie, dove la gravità sarebbe generata dalla rotazione, potrebbero ospitare città a misura d’uomo, parchi naturali e complessi residenziali capaci di accogliere miliardi di persone.
Durante la presentazione, Bezos ha riproposto le illustrazioni originali di O’Neill, che oltre trent’anni fa ispirarono anche il regista giapponese Yoshiyuki Tomino per il celebre anime Gundam.
In sostanza, l’obiettivo è trasferire l’umanità nello spazio per «salvare il pianeta», preservando la Terra come un luogo «blu». Bezos sottolinea che non esiste un piano B per il nostro pianeta, poiché mantenere l’umanità in un unico luogo rappresenta, in termini informatici, un single point of failure.
Di più: nello spazio l’assenza di gravità rende i lavori pesanti (assemblare un’automobile, una petroliera) molto più semplici e meno dispendioso. Non è improbabile che quindi chi ha i mezzi stia ipotizzando uno spostamento della manifattura nello spazio. Il rientro delle merci spaziali sulla terra sarà in effetti un tema.
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Immagine generata artificialmente
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Sempre più esperti esperti cominciano a parlare di «psicosi da ChatGPT»
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