Geopolitica
Lavrov: Trump riceve informazioni «filtrate» sul conflitto in Ucraina

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump viene tratto in inganno riguardo al conflitto in Ucraina da coloro che spingono Washington a sostenere il regime di Kiev e ad assumere una posizione più aggressiva nei confronti della Russia, ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov.
L’osservazione di Lavrov di mercoledì è arrivata in risposta alle ultime critiche di Trump a Mosca. Il presidente degli Stati Uniti ha rimproverato la Russia due volte questa settimana per gli attacchi contro l’Ucraina, sostenendo che il presidente Vladimir Putin era «completamente impazzito» e stava lanciando «missili e droni sulle città ucraine senza alcun motivo». Trump aveva poi avvertito che il leader russo stava «giocando col fuoco».
Rispondendo a una domanda del giornalista Pavel Zarubin, Lavrov ha affermato che «una cosa è chiara: a Donald Trump e a coloro che prendono decisioni in merito al conflitto ucraino in particolare, non viene detto tutto».
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«Le informazioni che gli vengono fornite» a Trump «vengono filtrate attraverso un setaccio, preparato da coloro che vogliono spingere l’America ad adottare misure più aggressive contro la Russia, a sostegno del regime di Kiev», ha aggiunto Lavrov.
Secondo il massimo diplomatico russo, Mosca cercherà di «correggere» il problema delle informazioni che non giungono a Trump.
Nelle ultime settimane, l’Ucraina ha drasticamente intensificato gli attacchi con droni in Russia, in quello che Mosca definisce un tentativo di sabotare il processo di pace in corso. Secondo il Ministero della Difesa russo, nell’ultima settimana sono stati intercettati oltre 2.300 droni ucraini, per lo più lontano dalla linea del fronte. Mercoledì, l’Ucraina ha anche lanciato un raid con droni su Mosca e la sua periferia, abbattendo un totale di 42 droni.
L’attacco ha causato danni ad edifici residenziali, ma non sono state segnalate vittime.
Per rappresaglia, Mosca ha effettuato una serie di attacchi ad alta precisione in tutta l’Ucraina, prendendo di mira siti di produzione di droni, magazzini, aeroporti, stazioni radar e depositi di munizioni. I funzionari russi hanno costantemente affermato che tali attacchi non prendono mai di mira i civili.
Negli ultimi giorni, Trump ha criticato sempre più il Cremlino per quella che percepisce come una mancanza di progressi nei negoziati di pace tra Mosca e Kiev.
La scorsa settimana, Trump e Putin hanno avuto una conversazione telefonica durante la quale hanno discusso le prospettive di una risoluzione pacifica del conflitto ucraino. Entrambi i leader hanno definito la chiamata produttiva.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0), immagine tagliata.
Geopolitica
Maduro ha offerto ampie concessioni economiche agli Stati Uniti

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Geopolitica
Haaretz: Israele sarà indifendibile se violeremo questo piano di pace

L’editoriale principale del quotidiano israeliano Haaretz, pubblicato il 10 e l’11 ottobre, lancia un severo monito agli israeliani attratti dai piani del primo ministro Benjamin Netanyahu e dei suoi sostenitori estremisti per ostacolare gli accordi di pace negoziati.
«Se Israele fosse così sprovveduto da liberare gli ostaggi e poi trovare un pretesto banale per riprendere i combattimenti, consolidando la sua nuova immagine di Stato guerrafondaio che viola ripetutamente gli accordi, le proteste che hanno scosso l’Europa per la reazione di Israele alla flottiglia per Gaza si intensificheranno con una forza doppia e saranno inarrestabili».
L’editoriale, scritto dall’editorialista Carolina Landsmann, ribadisce: «se Israele riprendesse i combattimenti dopo aver recuperato tutti gli ostaggi, compirebbe un autentico suicidio diplomatico. Difendere il Paese diventerebbe impossibile. Nemmeno Trump potrebbe riuscirci».
L’editoriale è stato innescato dalle dichiarazioni del giornalista israeliano Amit Segal, trasmesse sul Canale 12 israeliano, secondo cui «non esiste una fase due, questo è chiaro a tutti, no?». Segal ha escluso qualsiasi soluzione che richiami gli accordi di Oslo, vantandosi che, una volta liberati gli ostaggi, Israele riprenderà a combattere,.
La Landsmann ha replicato che questo gioco è finito: «Il mondo ha compreso la realtà meglio di Israele», e persino i sostenitori di Trump «sono stanchi» di vedere i contribuenti americani finanziare le guerre di Israele. L’editorialista ha riportato le parole di Trump a Netanyahu: «Israele non può combattere contro il mondo, Bibi; non può combattere contro il mondo».
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Immagine di IDF Spokesperson’s Unit via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Geopolitica
Il Cremlino dice di essere pronto per un accordo sull’Ucraina

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