Geopolitica
L’Alta Corte israeliana si rifiuta di prendere in considerazione la vendita di armi all’Azerbaigian
Renovatio 21 pubblica questo articolo di Réseau Voltaire
Sebbene i tracciati radar rivelati da Flight24 dimostrino che due cargo militari azerbaigiani poco prima e poco dopo l’attacco all’Artsakh sono andati in Israele a caricare merce, l’Alta Corte israeliana ha ritenuto che questo non prova che armi israeliane siano oggi usate contro gli armeni (1).
Sebbene i tracciati radar rivelati da Flight24 dimostrino che due cargo militari azerbaigiani poco prima e poco dopo l’attacco all’Artsakh sono andati in Israele a caricare merce, l’Alta Corte israeliana ha ritenuto che questo non prova che armi israeliane siano oggi usate contro gli armeni
Sebbene Amnesty International abbia dimostrato che l’esercito azerbaigiano utilizza droni israeliani contro civili armeni, l’Alta Corte israeliana ha ritenuto che questo non prova che Israele abbia venduto i droni con cognizione di causa. Già nel 2015 l’esercito dell’Azerbaigian però sfilava esibendo droni israeliani.
Il giudice Yosef Elron ha perciò respinto l’istanza rivolta all’Alta Corte (2). Non ci saranno escussione di testi né arringhe. Questo alto magistrato, ex giudice militare, è noto per la compiacenza verso i servizi di sicurezza.
Difensori sistematici d’Israele – come Noam Chomsky (3) – hanno tentato di minimizzare il comportamento israeliano sostenendo che lo Stato ebraico ha venduto armi all’Azerbaigian solo per lucro. Altri intellettuali più onesti opinano invece diversamente. Israel W. Charny, presidente dell’Institute on the Holocaust and Genocide di Gerusalemme ha fatto la seguente domanda: supponiamo che i nazisti avessero deciso di sterminare soltanto gli zingari, non gli ebrei; se all’epoca fosse esistito, lo Stato d’Israele avrebbe fornito ai nazisti le armi del genocidio?
Supponiamo che i nazisti avessero deciso di sterminare soltanto gli zingari, non gli ebrei; se all’epoca fosse esistito, lo Stato d’Israele avrebbe fornito ai nazisti le armi del genocidio?
(1) «L’Azerbaigian armato da Israele», Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 2 ottobre 2020.
(2) «High Court rejects ban on arms sales to Azerbaijan as lacking evidence», Yonah Jeremy Bob, The Jerusalem Post, October 13, 2020.
(3) Si legga il saggio in tre parti di Jeffrey Blankfort: «Noam Chomsky et le contrôle des dégats», traduzione di Marcel Charbonnier, Réseau Voltaire, 30 juillet 2006.
Articolo ripubblicato su licenza Creative Commons CC BY-NC-ND
Fonte: «L’Alta Corte israeliana si rifiuta di prendere in considerazione la vendita di armi all’Azerbaigian», Traduzione di Rachele Marmetti , Voltairenet.org, 14 ottobre 2020
Geopolitica
Trump: Zelens’kyj deve essere «realista»
Il presidente statunitense Donald Trump ha dichiarato che Volodymyr Zelens’kyj deve fare i conti con la realtà del conflitto contro la Russia e con l’urgenza di indire nuove elezioni.
Il mandato presidenziale quinquennale di Zelens’kyj è scaduto a maggio 2024, ma il leader ucraino ha sempre escluso il voto per via della legge marziale in vigore. Vladimir Putin ha più volte sostenuto che lo Zelens’kyj non può più essere considerato un interlocutore legittimo e che la sua posizione renderebbe giuridicamente problematico qualsiasi accordo di pace.
Mercoledì Trump ha affrontato la questione Ucraina in una telefonata con i leader di Regno Unito, Francia e Germania. «Ne abbiamo parlato in termini piuttosto netti, ora aspettiamo di vedere le loro risposte», ha riferito ai giornalisti alla Casa Bianca.
«Penso che Zelens’kyj debba essere realista. Mi domando quanto tempo passerà ancora prima che si tengano le elezioni. Dopotutto è una democrazia… Sono anni che non si vota», ha aggiunto Trump, sottolineando che l’Ucraina sta «perdendo moltissima gente».
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Il presidente americano ha poi sostenuto che l’opinione pubblica ucraina sia largamente favorevole a un’intesa con Mosca: «Se guardiamo i sondaggi, l’82 % degli ucraini vuole un accordo – è uscito proprio un sondaggio con questa cifra».
Trump ha insistito sulla necessità di chiudere rapidamente il conflitto: «Non possiamo permetterci di perdere altro tempo».
Secondo Axios e RBC-Ucraina, Kiev ha trasmesso agli Stati Uniti la sua ultima proposta di pace. Zelens’kyj , che fino a ieri escludeva elezioni in tempo di legge marziale, ha dichiarato mercoledì di essere disposto a indire il voto, a patto però che Stati Uniti e alleati europei forniscano solide garanzie di sicurezza.
Il consenso verso Zelens’kyj è precipitato al 20 % dopo uno scandalo di corruzione nel settore energetico che ha travolto suoi stretti collaboratori e provocato le dimissioni di diversi alti funzionari. Trump ha più volte invitato il leader ucraino a tornare alle urne, ribadendo che la corruzione endemica resta uno dei problemi più gravi del paese.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Gli Stati Uniti sequestrano una petroliera al largo delle coste del Venezuela
Today, the Federal Bureau of Investigation, Homeland Security Investigations, and the United States Coast Guard, with support from the Department of War, executed a seizure warrant for a crude oil tanker used to transport sanctioned oil from Venezuela and Iran. For multiple… pic.twitter.com/dNr0oAGl5x
— Attorney General Pamela Bondi (@AGPamBondi) December 10, 2025
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Geopolitica
Putin: la Russia raggiungerà tutti i suoi obiettivi nel conflitto ucraino
La Russia porterà a compimento tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale in Ucraina, ha dichiarato il presidente Vladimir Putin.
Tra gli scopi principali enunciati da Putin nel 2022 vi sono la protezione degli abitanti delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk dall’aggressione delle forze di Kiev, nonché la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina.
«Naturalmente porteremo a termine questa operazione fino alla sua logica conclusione, fino al raggiungimento di tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale», ha affermato Putin in videocollegamento durante la riunione del Consiglio presidenziale per i diritti umani di martedì.
Il presidente russo quindi ricordato che il conflitto è scoppiato quando l’esercito ucraino è stato inviato nel Donbass, regione storicamente russa che nel 2014 aveva respinto il colpo di Stato di Maidan sostenuto dall’Occidente. Questo, secondo il presidente, ha reso inevitabile l’intervento delle forze armate russe per porre fine alle ostilità.
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«Si tratta delle persone. Persone che non hanno accettato il colpo di Stato in Ucraina nel 2014 e contro le quali è stata scatenata una guerra: con artiglieria, armi pesanti, carri armati e aviazione. È lì che è iniziata la guerra. Noi stiamo cercando di mettervi fine e siamo costretti a farlo con le armi in pugno».
Putin ha ribadito che per otto anni la Russia ha cercato di risolvere la crisi per via diplomatica e «ha firmato gli accordi di Minsk nella speranza di una soluzione pacifica». Tuttavia, ha aggiunto la settimana scorsa in un’intervista a India Today, «i leader occidentali hanno poi ammesso apertamente di non aver mai avuto intenzione di rispettarli», avendoli sottoscritti unicamente per guadagnare tempo e permettere all’Ucraina di riarmarsi.
Mosca ha accolto positivamente il nuovo slancio diplomatico impresso dal presidente statunitense Donald Trump, che ha proposto il suo piano di pace in 28 punti come base per un’intesa.
Lunedì Trump ha pubblicamente invitato Volodymyr Zelens’kyj ad accettare le proposte di pace, lasciando intendere che il leader ucraino non abbia nemmeno preso in esame l’ultima offerta americana.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
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