Geopolitica
Villaggio siriano druso chiede di essere annesso da Israele
Il villaggio di Hader, nel sud della Siria, avrebbe chiesto di essere incorporato nella parte occupata da Israele delle alture del Golan. L’emittente ha citato un video non verificato in cui un membro della comunità drusa esprimeva preoccupazioni per il futuro del suo popolo. Lo riporta il giornale israeliano Times of Israel.
In un video pubblicato su X venerdì con sottotitoli in inglese, un residente di Hader che afferma di essere un rappresentante del popolo druso, un gruppo etnico-religioso esoterico, ha esortato una grande folla a considerare come sarà il loro futuro. Il villaggio si trova all’interno della zona cuscinetto tra Israele e Siria, in cui le truppe dell’IDF sono entrate la scorsa settimana.
«Se dobbiamo scegliere, sceglieremo il male minore», ha detto. «E anche se è considerato un male chiedere di essere annessi al Golan israeliano, è un male molto minore del male che ci sta arrivando», ha aggiunto l’uomo, apparentemente riferendosi all’HTS, che in precedenza era noto come il Fronte Al Nusra, una propaggine di Al Qaeda in Siria.
Syrian Druze in the village of Hader, Quneitra Governorate (Golan Heights) say that they would prefer to live under Israeli occupation rather than HTS rule, calling to be annexed to Israel. pic.twitter.com/ADWSdT1Imv
— The Cradle (@TheCradleMedia) December 13, 2024
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«Quel male potrebbe prendere le nostre donne, potrebbe prendere le nostre figlie, potrebbe prendere le nostre case», ha detto, implorando che i drusi siriani vengano liberati dall’«ingiustizia e dall’oppressione» che erano state imposte loro in passato e che potrebbero essere imposte di nuovo dai gruppi ribelli islamici.
«Abbiamo chiesto di essere annessi al Golan per preservare la nostra dignità», ha detto l’uomo, che ha affermato di parlare a nome della comunità drusa nell’area circostante del governatorato di Quneitra. «Chiediamo a nome di tutta l’area circostante di unirci al nostro popolo nel Golan e di vivere con libertà e dignità come vive il nostro popolo» in Israele.
Circa il 48% dei drusi siriani risiedeva nel governatorato di Suwayda, a circa 90 chilometri dal confine con Israele prima della guerra civile, scrive il Times of Israel citando un censimento del 2010. Da allora, tuttavia, si ritiene che molti di loro siano fuggiti dalla regione per zone più sicure del Paese.
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Immagine di Uri Farkash via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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Geopolitica
L’Ungheria dice che il capo della NATO «pugnala alle spalle» e «alimenta la guerra»
Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha accusato il segretario generale della NATO Mark Rutte di «alimentare le tensioni belliche» con dichiarazioni «irresponsabili», sostenendo che la Russia potrebbe prepararsi ad attaccare l’Alleanza entro pochi anni.
Giovedì Rutte aveva dichiarato che «siamo il prossimo obiettivo della Russia» e aveva invitato i membri della NATO ad accelerare l’incremento della spesa per la difesa, aggiungendo che Mosca «potrebbe essere pronta a impiegare la forza militare contro la NATO entro cinque anni».
In un post pubblicato venerdì su Facebook, lo Szijjarto ha definito le parole di Rutte «assurdità», affermando che «chiunque nutrisse ancora dubbi sul fatto che a Bruxelles abbiano completamente perso il senno, dopo queste dichiarazioni ne sarà definitivamente convinto».
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Lo Szijjarto ha interpretato i commenti come un chiaro segnale che «tutti a Bruxelles si sono schierati contro gli sforzi di pace del presidente degli Stati Uniti Donald Trump» e che il segretario generale della NATO abbia «di fatto pugnalato alle spalle i negoziati di pace».
«Noi ungheresi, in quanto membri della NATO, rigettiamo le affermazioni del Segretario Generale! La sicurezza dei Paesi europei non dipende dall’Ucraina, ma dalla NATO stessa… Dichiarazioni provocatorie di questo tipo sono irresponsabili e pericolose! Chiediamo a Mark Rutte di cessare immediatamente di alimentare le tensioni legate alla guerra!!!»
L’Ungheria ha più volte assunto posizioni divergenti rispetto alla maggioranza dei partner UE e NATO sul conflitto ucraino, sostenendo che ulteriori forniture di armi a Kiev non farebbero che prolungare le ostilità. Budapest ha sempre invocato l’avvio di negoziati diretti tra Russia e Ucraina, ha criticato le sanzioni occidentali contro Mosca considerandole dannose per l’economia europea e si è opposta ai piani dell’UE di utilizzare gli asset russi congelati per finanziare l’Ucraina, definendoli illegittimi.
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Immagine di NATO North Atlantic Threaty via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic
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