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Preoccupazioni sull’esito del sinodo

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Prima dello svolgimento dell’Assemblea sinodale regnava una diffusa preoccupazione riguardo ai risultati e alle riforme che essa avrebbe proposto e che il Papa avrebbe forse imposto. Senza contare la Fraternità San Pio X che denuncia gli errori del processo sinodale, sacerdoti e intellettuali di tutto il mondo hanno espresso una motivata disapprovazione.

 

Un sinodo che gira in tondo

The Catholic Thing del 13 luglio ha pubblicato il parere di padre Gerald E. Murray, canonista: «In un documento sulla missione della Chiesa, le parole peccato, inferno, redenzione e pentimento non compaiono. L’Instrumentm laboris (IL) – che è servito come base di lavoro per le sessioni sinodali – mira a trasferire il potere dalla gerarchia ai laici in nome dell’uguaglianza battesimale».

 

«Questa concezione del tutto errata del presunto ruolo dei battezzati nel governo della Chiesa rende la prossima assemblea sinodale un esercizio di riflessione non su come promuovere la missione della Chiesa di portare Cristo nel mondo, ma piuttosto su come strappare il potere sacro dai pastori della Chiesa».

 

«Si tratta di una rivoluzione mascherata da tentativo di raggiungere una maggiore fedeltà al Vangelo. Ma non è questo il caso».

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Lo stesso Catholic Thing del 13 luglio ha pubblicato il giudizio dell’accademico Stephen P. White: «Anche dopo tre anni, non abbiamo ancora una risposta semplice alla domanda: cos’è la sinodalità? E il minimo che possiamo dire è che è un grosso problema! Ci viene detto che la sinodalità è una “dimensione costitutiva della Chiesa”».

 

«Ci ​​viene detto che il senso della sinodalità si scopre nella pratica: bisogna praticare la sinodalità per sapere cos’è. Parte dell’obiettivo del sinodo sulla sinodalità è scoprire meglio cosa significa sinodalità. (Perdonatemi questa allusione politica superata, ma mi ricorda: “Dobbiamo approvare la legge per sapere cosa c’è dentro”)».

 

«Se tutto questo sembra circolare e autoreferenziale, anche a questo il Sinodo ha una risposta/non risposta: la circolarità è uno dei vantaggi della sinodalità. “La circolarità del processo sinodale”, ci dice l’IL, “riconosce e rafforza il radicamento della Chiesa nei diversi contesti, al servizio dei legami che li uniscono”. Non è davvero rassicurante. Né chiaro.[…]»

 

«Quindi ecco alcune delle domande a cui vorrei avere una risposta: cosa cambia, modifica, chiarisce, corregge o aggiunge la sinodalità alla formulazione nicena secondo cui la Chiesa è “una, santa, cattolica e apostolica”»?

«Dobbiamo comprendere che la sinodalità – questo “stile” essenziale che ci viene detto è espressione della natura della Chiesa – è stata finora assente nella Chiesa? Se sì, in che modo è essenziale per la Chiesa?»

 

«Se invece la sinodalità è sempre stata presente nella Chiesa – e se fa parte della natura stessa della Chiesa – allora deve essere così, ma perché è così difficile definirla o anche solo descriverla in termini coerenti?»

 

«E se la sinodalità è presente nella Chiesa oggi, se è sempre stata presente nella Chiesa, se è essenziale per la missione della Chiesa, come mai così pochi membri del Popolo di Dio hanno idea di cosa significhi quella parola?»

 

E Stephen P. White conclude che in realtà «la sinodalità esiste principalmente nel campo dell’astrazione e dell’astrazione autoreferenziale».

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Lo scopo del sinodo è il sinodo stesso

Nel Catholic World Report del 24 agosto, Russell Shaw, che è stato segretario degli affari pubblici della Conferenza episcopale americana, va nella stessa direzione: «Mentre si avvicina la seconda e ultima sessione del sinodo sulla sinodalità, mi viene in mente che ciò che Papa Francesco sembra avere in mente per il Sinodo, anche se in una forma diversa, è più o meno questo»:

 

«”Il processo è il prodotto” [parafrasando il principio del sociologo canadese Marshall Mc Luhan (1911-1980): “il media è il messaggio”, ndr]». E precisa: «Sebbene esista già un corpus sempre crescente di relazioni, riepiloghi e sintesi sinodali, la sessione di chiusura, dal 2 al 27 ottobre, ne aggiungerà molte altre».

 

«Qualche mese dopo, il Papa presenterà la sua sintesi, raccontandoci cosa pensa che il sinodo sulla sinodalità abbia realizzato. Mi aspetto che questa sia una versione dell’idea McLuhan che ho appena suggerito: la sinodalità stessa è il risultato del sinodo».

 

Russell Shaw vede nella conclusione dell’Instrumentum laboris un’illustrazione della sua tesi. Cita i nn. 109 e 110, due esempi del sabir sinodale: «Tutto in questo mondo è legato e segnato da un desiderio incessante per l’altro. Tutto è appello ad una relazione… che si realizzerà infine nella convivialità sociale delle differenze, pienamente realizzata nel banchetto escatologico preparato da Dio sul suo santo monte».

 

«Quando i membri della Chiesa si lasciano condurre dallo Spirito del Signore verso orizzonti che non avevano ancora intravisto, sperimentano una gioia incommensurabile. Nella sua bellezza, nella sua umiltà e nella sua semplicità, è la conversione permanente del modo di essere Chiesa che il processo sinodale ci invita a intraprendere».

 

E commenta: «Mio Dio! Chi ha scritto questo è senza dubbio un’anima buona che augura il bene della Chiesa. Ma questo mi lascia con un timore simile a quello di McLuhan: e se il processo che ha prodotto queste frasi si rivelasse essere il prodotto stesso?»

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Prima dello svolgimento dell’Assemblea sinodale regnava una diffusa preoccupazione riguardo ai risultati e alle riforme che essa avrebbe proposto e che il Papa avrebbe forse imposto. Senza contare la Fraternità San Pio X che denuncia gli errori del processo sinodale, sacerdoti e intellettuali di tutto il mondo hanno espresso una motivata disapprovazione.

 

L’impostura sinodale

Su Crisis Magazine del 29 agosto, il giornalista Eric Sammons non usa mezzi termini, dicendo senza girarci intorno «perché la sinodalità è una farsa». Scrive: «la sinodalità non è un processo in cui vengono ascoltate le preoccupazioni dei laici; è un processo attraverso il quale vengono ignorati».

 

«Il mese scorso, uno stagista dei social media che lavora per la Segreteria Generale del Sinodo ha pubblicato un sondaggio su X (ex Twitter). Il sondaggio “sì” o “no” poneva la seguente domanda: “Credi che la sinodalità, come cammino di conversione e riforma, possa rafforzare la missione e la partecipazione di tutti i battezzati?”»

 

«Possiamo immaginare il processo di pensiero di questo giovane stagista. Lui (o lei) è circondato da persone ossessionate dal sinodo. Queste persone vivono e respirano da anni il sinodo sulla sinodalità, e probabilmente lo credono rivoluzionario nella vita della Chiesa».

 

Se questo sondaggio fosse stato effettuato negli uffici della Segreteria, sono sicuro che i voti «sì» sarebbero stati prossimi al 100% del totale. Sono sicuro che questo povero stagista si aspettava un entusiasmo simile dalla gente comune. Qual è stato il risultato quando lo abbiamo chiesto ai cattolici del mondo reale?

 

«Non così roseo! Su 7.001 voti, i “no” hanno rappresentato l’88% del totale. Molte risposte al sondaggio includevano osservazioni concise come ‘per favore predicate il Vangelo’ e ‘vogliamo solo la Messa latina tradizionale’. La risposta è stata così imbarazzante per il sinodo che ha cancellato il sondaggio».

 

Eric Sammons conclude logicamente: «L’ironia di questa risposta estremamente negativa è ovvia. La sinodalità, del resto, pretende di basarsi sull’idea che la Chiesa deve ascoltare le persone, rispondere alle loro speranze e ai loro desideri. Ci viene detto che la Chiesa non ha più bisogno di essere gestita dall’alto verso il basso. Potere al popolo!»

 

«Tuttavia, quando le persone parlavano, i leader sinodali le mettevano a tacere, perché quello che dicevano non era quello che volevano sentire. […] I leader della Chiesa promuovono la sinodalità come la cura per tutti i mali della Chiesa perché la sinodalità è una copertura».

 

«Ciò che sta realmente accadendo è che le fazioni progressiste della Chiesa non sono riuscite a realizzare ciò che vogliono. Cosa vogliono? Basta guardare ciò che ha fatto la Chiesa anglicana nell’ultimo secolo per trovare la risposta: accettazione ufficiale della contraccezione, sacerdoti sposati, donne prete, guardare al divorzio sotto una luce diversa, accettazione dell’omosessualità e altre richieste, legate soprattutto alla sessualità».

 

«I progressisti sono abbastanza intelligenti da sapere che non è sufficiente dichiarare dall’alto che questi insegnamenti sono invertiti; c’è troppo contenuto storico dietro gli insegnamenti tradizionali. Potrebbero anche aver visto come è crollata la Chiesa anglicana in questo modo. Questi progressisti hanno quindi bisogno di un falso processo per ottenere il sostegno dei laici e far credere loro che questa è la loro idea: la sinodalità!»

 

E aggiunge: «Anche questo movimento a favore della sinodalità non è del tutto nuovo. I capi della Chiesa ci hanno provato fin dalla fine del Concilio Vaticano II. I progressisti videro che il Concilio stesso non aveva dato loro tutto ciò che volevano, così crearono un processo formale per attuare “lo spirito del Vaticano II”».

 

«Così è nato il processo moderno dei sinodi, la sinodalità. […] I cattolici tra i banchi diffidano istintivamente del processo sinodale, perché sentono che è una copertura per iniettare veleni progressisti nel sangue della Chiesa. La sinodalità non è un processo in cui vengono ascoltate le preoccupazioni dei laici; è un processo attraverso il quale vengono ignorati».

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Prima dello svolgimento dell’Assemblea sinodale regnava una diffusa preoccupazione riguardo ai risultati e alle riforme che essa avrebbe proposto e che il Papa avrebbe forse imposto. Senza contare la Fraternità San Pio X che denuncia gli errori del processo sinodale, sacerdoti e intellettuali di tutto il mondo hanno espresso una motivata disapprovazione.

 

L’astuzia sinodale: screditare gli oppositori sui media

Il 6 settembre è intervenuto al sinodo, sul sito di lingua spagnola InfoVaticana, il cardinale Gerhard Müller, già prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Vi era stato invitato ì dal Papa, forse per «indicare ai cattolici ortodossi, bistrattati come conservatori o addirittura tradizionalisti, che la composizione dei partecipanti è equilibrata», come lui stesso ha detto, poco sicuro sul non recitare il ruolo di falsa simmetria.

 

Tuttavia non ha esitato a dichiarare: «contrariamente alla negazione protestante del sacramento dell’ordinazione (vescovo, sacerdote, diacono), la costituzione gerarchico-sacramentale della Chiesa esiste per diritto divino. Vescovi e sacerdoti non agiscono come agenti (delegati, mandatari) del popolo sacerdotale e regale di Dio, ma in nome di Dio per il popolo di Dio».

 

«Essi, infatti, sono ordinati dallo Spirito Santo a pascere il gregge di Dio, che egli ha acquistato con il sangue del proprio Figlio come nuovo popolo di Dio (cfr At 20,28). Per questo l’ufficio di vescovo e sacerdote è conferito con un sacramento distinto, affinché i servitori di Dio, così dotati di autorità spirituale, possano agire nel nome e nella missione di Cristo, Signore e Capo della sua Chiesa, nel loro insegnamento, nella funzione pastorale e sacerdotale (Vaticano II, Lumen gentium 28; Presbyterorum ordinis 2)».

 

Il cardinale Müller ha denunciato una manovra dei progressisti: «Il trucco consiste nell’opporsi alla posizione eterodossa, pastoralmente più accettabile, a quella ortodossa. La fede ortodossa non è messa in discussione».

 

«Ma i rappresentanti della fede cattolica vengono psicologizzati come farisei e ipocriti, letteralisti dal cuore freddo, tradizionalisti innamorati del passato o indianisti spiritualmente testardi [L’indianismo è un movimento nato in America Latina nel 1970-1980, che rifiuta le forme ereditate dalla colonizzazione, ndr]. A questo livello intellettuale è facile organizzare una stretta alleanza con i media critici nei confronti della Chiesa e degli ideologi del globalismo socialista e capitalista».

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Ha fatto poi riferimento alla situazione della Germania da cui proviene: «La Chiesa in Germania è in uno stato di rapido declino mentale e spirituale, soprattutto per quanto riguarda i suoi rappresentanti ufficiali e gli ambienti dei funzionari cattolici che vi si sono amalgamati».

 

«Tuttavia, ci sono ancora molti sacerdoti, religiosi e laici, nonché alcuni vescovi, che sono e vogliono rimanere cattolici senza riserve. Tuttavia, sono ostracizzati ed emarginati dai “sinodalisti”».

 

Per concludere, l’alto prelato – pur essendo ancora legato all’insegnamento del Vaticano II, inteso nel senso dell’«ermeneutica della continuità», invano promossa da Benedetto XVI – ha rivelato senza veli la sostanza del suo pensiero sulla sinodalità:

 

«La sinodalità è un termine astratto creato artificialmente e una parola di moda basata sul carattere concreto del sinodo, cioè dell’assemblea regionale o generale dei vescovi cattolici che esercitano la loro carica educativa e pastorale vicini al Papa, ma che paradossalmente mantiene la sua aura di negazione della la costituzione gerarchico-sacramentale».

 

«In un senso più ampio, il Sinodo può anche essere visto come un metodo di collaborazione ottimale tra tutti i membri e le classi della Chiesa, i quali devono essere un cuor solo e un’anima sola nel lodare Dio e nel servire il prossimo (At 2,43-47)».

 

«La sinodalità non è affatto un attributo nuovo della Chiesa, e nemmeno il nome in codice di un’altra Chiesa frutto della fantasia secolarizzata dei protagonisti di una religione universale unificata senza Dio, senza Cristo, senza dogmi e sacramenti della fede cattolica».

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Un precedente storico

Contro i fatti storici non esistono argomenti pretestuosi che reggano, questo è quanto pensa mons. Jan Hendriks, vescovo di Haarlem-Amsterdam (Paesi Bassi), che, sul Tagespost del 25 agosto, ricorda il disastro della Chiesa in Olanda dopo il Concilio Vaticano II, più di 50 anni fa. Dichiara: «Parlo della mia esperienza in Olanda. Ho frequentato personalmente il Consiglio Pastorale negli anni ’60».

 

«I credenti di questa regione avevano le stesse idee, quelle che ora avanzano sul Cammino sinodale in Germania. Posso solo sottolineare le conseguenze che queste idee hanno avuto su di noi: hanno causato molte divisioni e disordini – tra i credenti, con Roma e la Chiesa universale, e hanno portato ad una forte secolarizzazione. Le persone hanno voltato le spalle alla fede».

 

Alla domanda: «In Germania la gente pensa di dover stare al passo con i tempi per rimanere in contatto. Le realtà della vita delle persone oggi diventano una bussola per la Chiesa», risponde il presule: «Sì, proprio come allora gli olandesi pensavano che questa fosse la risposta alla secolarizzazione».

 

«La gente pensava che dovessero diventare più secolarizzati e rinunciare a certe cose nella loro fede, se volevano vivere nell’atmosfera del loro tempo e stare al passo con i tempi. Ma non era la risposta giusta. Al contrario. Ciò ha portato ad un’accelerazione del processo di secolarizzazione anche all’interno della Chiesa».

 

Queste sono le realtà concrete a cui gli ideologi del sinodo sulla sinodalità – preceduti dai modernisti chimicamente puri del Cammino sinodale tedesco – espongono la Chiesa. A buon intenditore, poche parole!

 

Articolo costituito da articoli previamenti apparso su FSSPX.news.

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Immagine di michael_swan via Flickr pubblicata su licenza CC BY-ND 2.0

 

 

 

 

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Spirito

La chiesa africana respinge l’«arcivescova» di Canterbury

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La Chiesa anglicana della Nigeria ha ufficialmente rigettato la nomina della prima «arcivescova» di Canterbury. La reazione era stata pienamente anticipata.   L’arcivescovo nigeriano, metropolita e primate della Chiesa nigeriana, Henry Ndukuba, ha definito l’elezione di Sarah Mullally un «doppio rischio»: in primo luogo, perché impone una leadership femminile a chi non può accettarla, e in secondo luogo, perché promuove «una forte sostenitrice del matrimonio tra persone dello stesso sesso».   In una dichiarazione pubblicata lunedì su Facebook, Ndukuba si è chiesto come Mullally «speri di ricucire il tessuto già lacerato della Comunione anglicana», considerando i dibattiti in corso sul matrimonio tra persone dello stesso sesso.   Lo Ndukuba ha sottolineato che la Nigeria, parte della Global Fellowship of Confessing Anglicans (GAFCON), «riafferma la sua precedente posizione di sostenere l’autorità delle Scritture» e rifiuta quella che ha chiamato «l’agenda revisionista» presente in alcune sezioni della Comunione.

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«Questa elezione è un’ulteriore conferma che il mondo anglicano globale non può più accettare la guida della Chiesa d’Inghilterra e quella dell’arcivescovo di Canterbury», ha dichiarato Ndukuba.   La GAFCON ha espresso «dispiacere» per la nomina di Mullally, sostenendo che la Chiesa d’Inghilterra ha «abbandonato gli anglicani nel mondo» e ha perso la sua autorità morale. La Chiesa d’Inghilterra non ha ancora risposto alla dichiarazione nigeriana.   Sarah Mullally, 63 anni, è stata nominata venerdì come 106° Arcivescovo di Canterbury, dopo l’approvazione della sua candidatura da parte di Re Carlo III. Assumerà l’incarico a gennaio, dopo la conferma definitiva dei vertici della Chiesa d’Inghilterra, diventando la prima donna a ricoprire questo ruolo.

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In gran parte dell’Africa subsahariana, la Chiesa anglicana e altre denominazioni cristiane mantengono una visione tradizionale su matrimonio e genere. La Chiesa della Nigeria, una delle più grandi province anglicane, definisce il matrimonio esclusivamente come l’unione tra un uomo e una donna e non ordina donne come sacerdoti o vescovi.   In Kenya, nonostante la consacrazione del vescovo Rose Okeno abbia rappresentato una svolta storica, le donne in ruoli episcopali rimangono rare e le unioni tra persone dello stesso sesso sono fermamente respinte. Posizioni conservatrici simili predominano in Uganda e in gran parte dell’Africa orientale e occidentale. L’eccezione principale è la Chiesa anglicana dell’Africa meridionale, che ammette donne vescovo ma continua a sostenere l’insegnamento tradizionale sul matrimonio.   Come riportato da Renovatio 21la comunione anglicana ha già visto a causa dell’elezione di una donna ad arcivescovo del Galles una rottura nelle sue pendici africane. In una conferenza a Kigali di due mesi fa, a seguito della nomina della «vescova» Cherry Wann ad arcivescovo del Galles, è stato concluso che «Poiché il Signore non benedice le unioni tra persone dello stesso sesso, è pastoralmente fuorviante e blasfemo formulare preghiere che invocano la benedizione nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo».   «La decisione della Chiesa in Galles di eleggere la Reverenda Cherry Vann come Arcivescovo e Primate è un altro doloroso chiodo nella bara dell’ortodossia anglicana. Celebrando questa elezione e la sua immorale relazione omosessuale, la Comunione di Canterbury ha ceduto ancora una volta alle pressioni mondane che sovvertono la buona parola di Dio» aveva commentato Laurent Mbanda, Presidente del Consiglio dei Primati della Global Anglican Future Conference (GAFCON).  

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Gender

Il cardinale Zen condanna il «pellegrinaggio» LGBT nella Basilica di San Pietro: «offesa a Dio»

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Il cardinale Joseph Zen ha denunciato il pellegrinaggio LGBT in Vaticano e si è unito agli appelli di altri vescovi affinché compiano riparazioni per la profanazione della Basilica di San Pietro. Lo riporta LifeSite.

 

In una dichiarazione in lingua cinese pubblicata mercoledì, Zen ha scritto: «recentemente è emersa la notizia che un’organizzazione LGBTQ+ ha organizzato un evento per l’Anno Santo, in cui i partecipanti sono entrati nella Basilica di San Pietro a Roma per attraversare la Porta Santa».

 

«Ostentavano oggetti di scena color arcobaleno, indossavano abiti con slogan e coppie dello stesso sesso si tenevano per mano con passione: era puramente un’azione di protesta», ha osservato il vescovo emerito di Hong Kong.

 

«Questo non era un pellegrinaggio giubilare (in cui i credenti rinnovano i voti battesimali, si pentono dei peccati e si impegnano a riformarsi). Tali azioni offendono gravemente la fede cattolica e la dignità della Basilica di San Pietro: una grave offesa a Dio!»

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«Il Vaticano era a conoscenza di questo evento in anticipo, ma non ha poi emesso alcuna condanna. Troviamo ciò davvero incomprensibile!»

 

Zen ha sottolineato che «coloro che provano attrazione per persone dello stesso sesso» dovrebbero essere trattati con beneficenza; tuttavia, «non possiamo dire loro che il loro stile di vita è accettabile».

 

«Non siamo Dio», ha continuato. «Dio ci chiama a trasmettere ciò che Gesù ci ha insegnato: il vero amore per loro. Dobbiamo aiutarli a ottenere la grazia attraverso la preghiera e i sacramenti per resistere alla tentazione, vivere virtuosamente e percorrere la via verso il cielo».

 

Zen ha fatto riferimento alla richiesta di atti di riparazione avanzata da quattro vescovi: il vescovo Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana, Kazakistan; il vescovo Joseph Strickland, vescovo emerito di Tyler, Texas; il vescovo Marian Eleganti, vescovo ausiliare emerito di Coira, Svizzera; e il vescovo Robert Mutsaerts, ausiliare di ‘s-Hertogenbosch, Paesi Bassi.

 

Il porporato cinese ha affermato di sostenere fermamente questo appello e ha suggerito che, dopo la Festa di metà autunno in Cina, i fedeli dovrebbero «riunirsi con i parrocchiani vicini per tre giorni per recitare le preghiere allegate».

 

«Inoltre, compite un atto di abnegazione o un atto di carità per offrire riparazione davanti a Dio per i peccati dei nostri fratelli e sorelle che hanno sbagliato», ha concluso.

 

Il cardinale Zen ha allegato al suo messaggio la preghiera di riparazione compilata dai quattro vescovi e recitata alla Conferenza sull’identità cattolica lo scorso fine settimana.

 

Il vescovo emerito di Hong Kong si aggiunge alla lista dei prelati ortodossi che hanno pubblicamente condannato il «pellegrinaggio LGBT» in Vaticano. Oltre ai quattro vescovi che hanno redatto la preghiera di riparazione, l’evento è stato criticato anche dal cardinale Gerhard Müller, che ha affermato che si trattava «indubbiamente» di un sacrilegio.

 

Come riportato da Renovatio 21, il cardinale Zen la scorsa estate aveva scritto che «il Dio misericordioso è così disgustato dai comportamenti sessuali tra persone dello stesso sesso perché questo crimine è troppo lontano dal piano di Dio per l’uomo (…) Il Suo piano è che un uomo e una donna si uniscano in un solo corpo con un unico ed eterno amore e cooperino con Dio. Una nuova vita può nascere e crescere nel calore della famiglia».

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Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato lo Zen si era scagliato contro Fiducia Supplicans arrivando a chiedere le dimissioni dell’autore del testo, il cardinale Victor «Tucho» Fernandez, eletto da Bergoglio a capo del Dicastero per la Dottrina della Fede.

 

Il porporato in questi mesi ha attaccato con estrema durezza il Sinodo sulla Sinodalità, accusando Bergoglio di usare i sinodi per «cambiare le dottrine della Chiesa», nonché «rovesciare» la gerarchia della Chiesa per creare un «sistema democratico».

 

Come riportato da Renovatio 21, pochi giorni fa il cardinale Zen ha celebrato una messa tradizionale per la festa del Corpus Domini e ha guidato una processione per le strade di Hong Kongo, città dove le autorità, ora dipendenti da Pechino, lo hanno arrestato ed incriminato, nel silenzio più scandaloso del Vaticano (mentre, incredibilmente, il Parlamento Europeo esorta la Santa Sede a difenderlo!), con il papa Bergoglio a rifiutarsi di difendere il cardinale in nome del «dialogo» con la Cina comunista che lo perseguita.

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Immagine di Rock Li via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported; immagine tagliata 

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Misteri

Candace Owens pubblica i presunti messaggi di Charlie Kirk: «vedo il cattolicesimo in maniera sempre migliore»

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Candace Owens ha pubblicato presunti messaggi personali del defunto Charlie Kirk che dimostrano un crescente interesse per la Chiesa cattolica. Lo riporta LifeSite.   In uno dei messaggi, Kirk affermava che «vedo il cattolicesimo in maniera sempre migliore». Owens ha affermato che Kirk le ha inviato il messaggio nel febbraio 2024 durante conversazioni private sulla teologia e sull’uso politico del termine «giudeo-cristiano».   Candace ha descritto l’osservazione come parte di uno scambio continuo tra amici, aggiungendo di non aver mai affermato che Kirk si fosse convertito o si stesse preparando a farlo. «Charlie stava attraversando alcuni cambiamenti spirituali verso la fine», ha detto l’attivista, affermando che Kirk «non frequentava la chiesa del pastore Rob McCoy», ma piuttosto andava a messa ogni settimana e a volte anche più spesso.  

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Owens ha anche attirato l’attenzione sul ciondolo di San Michele che Kirk indossava al momento della morte, aggiungendo che la sua vedova, Erika, aveva portato un vescovo a pregare sul suo corpo in seguito, e in precedenza aveva portato un prete a casa loro per pregare dopo una «fattura» comminatagli pubblicamente da giornalisti di sinistra.   Aveva anche parlato positivamente dell’importanza della Madonna, presentandola come la «soluzione al femminismo tossico» e invitando gli evangelici a venerarla di più.     Tuttavia, pur notando che i cattolici «speravano che avrebbe fatto il passo successivo perché stava pregando il Rosario», Owens ha insistito sul fatto che Kirk non aveva deciso di convertirsi e che lei non aveva mai affermato il contrario.   La rivelazione arriva nel mezzo di controversie in corso sulla vita spirituale e l’eredità di Kirk, seguite al suo assassinio a settembre. Alex Clark e Andrew Kolvette della TPUSA avevano recentemente discusso dell’interesse di Kirk per il cattolicesimo, definendolo più estetico che teologico.   «Stava diventando cattolico? No», ha detto Kolvet, produttore e caro amico di Kirk. «Ma amava molto la Messa cattolica. Amava il suo rituale. Amava la bellezza delle antiche chiese cattoliche e le vetrate. E lui ed Erika ci andavano ogni tanto».   «Mi è sembrata una specie di insabbiamento», ha detto la Owens a proposito di questa conversazione, chiedendosi perché personaggi vicini a Kirk si fossero affrettati ad affermare che non si stava avvicinando al cattolicesimo.   «Sono rimasto un po’ stupita», ha detto Candace, definendo il modo in cui hanno parlato dell’argomento un «tentativo inautentico di dissuadere l’idea che Charlie si stesse ammorbidendo nei confronti del cattolicesimo».   Le opinioni religiose di Kirk sono diventate un punto focale nella più ampia lotta sulla sua eredità, con personalità interne a Turning Point, e commentatori come la Owens che offrono resoconti divergenti delle sue posizioni private su questioni di fede.   Il giornalista della testata d’inchista di sinistra Grayzone Max Bluementhal ha sottolineato che un’eventuale conversione al cattolicesimo di Charlie lo avrebbe reso forse più distante dall’influenza israeliana, che abbonda tra gli evangelici americani da cui il ragazzo proveniva.   Bluementhal aveva pubblicato uno scoop che raccontava come Kirk avesse rifiutato 160 milioni offerti dal primo ministro israeliano Netanyahu a Turning Point USA (per portarlo «al prossimo livello») e come fosse stato invitato ad un ritrovo nella prestigiosa magione del miliardario hedge fund sionista Bill Ackman, dove gli sarebbe stata fatta pressione al punto che una lobbista israeliana britannica gli avrebbe pure urlato.

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Parimenti, è stato detto che amici avessero rivelato come Charlie avesse «paura» delle forze di Israele, di cui pure era stato un accanito sostenitore. L’insofferenza di Kirk per le pressioni che gli stavano mettendo – specie dopo che aveva fatto parlare ad un evento estivo il giornalista Tucker Carlson e il comico Dave Smith, considerati ora come anti-Israele – erano state rese pubbliche durante una trasmissione con la celebre giornalista Megyn Kelly.   Tutti coloro che si sono interessati del caso ci tengono a ricordare, tuttavia che non vi sono prove che Israele sia implicato nell’omicidio di Kirk.   Come riportato da Renovatio 21, a ribadire l’estraneità dello Stato Ebraico è stato più volte, alla TV americana e in videomessaggi pubblici sui social, il premier israeliano Beniamino Netanyahu, il quale per qualche ragione ha negato simultaneamente anche le accuse sugli assassinii rituali ebraici medievali con vittime i bambini cristiani, come San Simonino.

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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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