Geopolitica
Medvedev promette di «punire» l’incursione di Kursk

L’ex presidente russo Demetrio Medvedev ha affermato che l’Ucraina dovrà sicuramente affrontare rappresaglie per la sua offensiva su vasta scala nella regione di Kursk della scorsa settimana. Lo riporta RT.
Si tratta dell’ennesima esternazione in questo senso proferita dall’alto funzionario del Cremlino. Come riportato da Renovatio 21, quattro giorni fa aveva detto che dopo i fatti dell’oblast’ di Kursk, Mosca doveva «rimuovere ogni tabù» nell’intervento in Ucraina.
Intervenendo martedì a un incontro del partito al governo Russia Unita, Medvedev, che è il presidente del partito e guida il Consiglio di sicurezza russo, ha espresso la sua opinione sull’attacco ucraino alla regione di Kursk, che è diventato il più grande assalto di Kiev al territorio russo dallo scoppio del conflitto. Mosca ha definito l’assalto una provocazione, accusando Kiev di attacchi indiscriminati contro i civili.
Pur affermando che le autorità russe dovrebbero fare del loro meglio per aiutare le migliaia di sfollati che sono stati costretti ad abbandonare le loro case, ha affermato che l’Ucraina «riceverà senza dubbio una meritata punizione».
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Questa ritorsione, ha aggiunto, «prevede conseguenze molto diverse per coloro che hanno fatto ciò, compresa la leadership del regime nazionalista di Kiev».
Sebbene l’ex presidente non abbia fornito dettagli sulla natura di tale risposta, il Times ha riferito lunedì, citando un funzionario ucraino, che Kiev si stava preparando per «una risposta aggressiva» dalla Russia, che potrebbe includere l’attacco a obiettivi ad alta priorità nella capitale.
In passato, la Russia ha spesso risposto a quelli che ha definito «attacchi terroristici» ucraini contro i civili lanciando attacchi ad alta precisione contro centri decisionali, strutture dell’industria della difesa e dell’energia, centri logistici e aree di spiegamento. Mosca sostiene che i suoi attacchi non hanno mai preso di mira i civili.
Il ministero della Difesa russo ha affermato che l’avanzata ucraina è stata fermata, stimando le perdite nemiche fino a 2.000 militari e più di 200 veicoli blindati.
Il presidente russo Vladimir Vladimirovich Putin ha affermato che l’attacco alla regione di Kursk aveva lo scopo di distogliere l’attenzione dal Donbass, dove le truppe di Mosca hanno fatto progressi costanti.
Come riportato da Renovatio 21, il Putin ha anche escluso qualsiasi colloquio con Kiev finché continuerà ad attaccare obiettivi civili.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Geopolitica
Charlie Kirk una volta si era chiesto se se l’Ucraina avrebbe cercato di ucciderlo

.@charliekirk11 on Volodymyr Zelenskyy: “The gangster is coming back to extort more American politicians to try to get us further into a no-win war.” pic.twitter.com/AF53AP67rB
— Human Events (@HumanEvents) September 15, 2023
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Geopolitica
Mosca critica Israele per l’attacco al Qatar

La Russia ha condannato l’attacco israeliano alla capitale del Qatar, Doha, definendolo una palese violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite, affermando che l’attacco mina gli sforzi per raggiungere un accordo pacifico tra Israele e Hamas, ha affermato mercoledì il Ministero degli Esteri di Mosca.
Martedì Israele ha colpito un edificio residenziale a Doha in un’operazione che ha coinvolto circa 15 aerei da guerra e almeno dieci missili. Il raid, che avrebbe causato la morte di diversi membri di Hamas, tra cui il figlio dell’alto funzionario Khalil al-Hayya, aveva come obiettivo quello di eliminare l’ala politica del gruppo, secondo le IDF.
Hamas ha affermato che i suoi vertici sono sopravvissuti a quello che ha definito un tentativo di assassinio dei negoziatori coinvolti nei colloqui per un accordo.
Il ministero degli Esteri russo ha affermato che l’attacco al Qatar, «un Paese che svolge un ruolo chiave di mediazione nei colloqui indiretti tra Hamas e Israele per porre fine alla guerra di Gaza, che dura da quasi due anni, e garantire il rilascio degli ostaggi», non può che essere visto come un tentativo di indebolire gli sforzi di pace internazionali. Mosca ha esortato tutte le parti ad agire responsabilmente e ad astenersi da azioni che potrebbero aggravare ulteriormente il conflitto.
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Mosca ha ribadito la sua posizione, chiedendo un «cessate il fuoco immediato a Gaza» e sollecitando una risoluzione globale della questione palestinese. Il Ministero degli Esteri russo ha affermato che «tali metodi di lotta contro coloro che Israele considera suoi nemici e oppositori meritano la più ferma condanna».
Il Qatar, che ospita funzionari di Hamas nell’ambito dei suoi sforzi di mediazione, ha affermato che tra le sei persone uccise nell’attacco c’era anche un agente di sicurezza locale.
Il primo ministro del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, ha condannato l’attacco definendolo un atto di «terrorismo di Stato» e ha avvertito che il suo Paese si riserva il diritto di rispondere. Ha accusato il suo omologo israeliano Benjamin Netanyahu di minare la stabilità regionale e ha affermato che l’incidente ha vanificato gli sforzi di mediazione promossi dagli Stati Uniti.
Israele, che incolpa Hamas per il mortale attacco dell’ottobre 2023 nel sud di Israele, ha promesso di dare la caccia ai leader del gruppo «ovunque si trovino».
Le autorità di Gaza affermano che gli attacchi sferrati da Israele dal 7 ottobre 2023 hanno causato la morte di almeno 64.000 persone. Gli osservatori per i diritti umani hanno accusato Israele di aver commesso un genocidio rendendo l’enclave inabitabile e peggiorando le condizioni di carestia attraverso restrizioni agli aiuti.
Il rapporto tra Russia e Qatar, nato negli anni ’90 da interessi energetici condivisi, è un’alleanza pragmatica tra giganti del gas, con Mosca che vede Doha come partner contro la dominanza USA nel mercato globale. Collaborano in forum come OPEC+ e BRICS+, con scambi per miliardi in LNG e armamenti.
Le relazioni si inasprirono il 7 febbraio 2012, quando, secondo quanto riferito, dopo che un diplomatico del Qatar aveva avvertito la Russia di perdere il sostegno della Lega Araba in merito all’imminente risoluzione sulla rivolta siriana, a cui Russia e Cina avevano poi posto il veto, la risposta arrivò dura dall’ambasciatore russo all’ONU Vitaly Churkin, che affermò: “Se mi parli in questo modo, oggi non ci sarà nessun Qatar” e si vantò della superiorità militare russa sul Qatar. In seguito, la Russia negò tutte queste accuse.
Il culmine si era avuto nel 2004: l’autobomba che uccise Zelimkhan Yandarbiyev, ex presidente ceceno in esilio a Doha. La Russia negò coinvolgimento, ma due agenti FSB furono arrestati; uno morì in custodia, l’altro estradato. Il Qatar condannò l’attentato come «terrorismo di Stato», sospendendo legami per mesi, ma pragmatismo prevalse: accordi energetici ripresero presto.
Oggi, nonostante frizioni, il sodalizio resiste, bilanciato da interessi economici.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
«Li prenderemo la prossima volta» Israele non esclude un altro attacco al Qatar

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