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Il cardinale Müller condanna l’inaugurazione olimpica di Parigi, «sacrilega e volgare»

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Il cardinale Gerhard Müller si è unito alle numerose voci che criticano la cerimonia di apertura dei Giochi di Parigi, in cui è stata ridicolizzata l’Ultima Cena da parte della comunità LGBT, definendo l’evento una «rappresentazione sacrilega e volgare è riuscita in un colpo solo a sporcare il volto nobile delle Olimpiadi e a offendere milioni di credenti nel mondo».

 

«Con quella rappresentazione sacrilega e volgare è riuscita in un colpo solo a macchiare il nobile volto delle Olimpiadi e ad offendere milioni di credenti in tutto il mondo». Così ha commentato il cardinale Müller in riferimento alla ormai famigerata cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi, che ha scioccato gli spettatori di tutto il mondo venerdì.

 

«La Francia ha perso l’ennesima occasione per dimostrare di non essere affetta dal solito laicismo ideologico: con quella rappresentazione sacrilega e volgare è riuscita in un colpo solo a sporcare il volto nobile delle Olimpiadi e a offendere milioni di credenti nel mondo» ha detto il cardinale Müller al Messaggero.

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Il cardinale tedesco, residente a Roma dopo aver guidato l’ufficio dottrinale del Vaticano tra il 2012 e il 2017, ha escluso la possibilità che l’esibizione sia stata accidentale.

 

«Nella patria della Rivoluzione Francese nulla avviene a caso. E a tal proposito vorrei rammentare le persecuzioni contro i cattolici durante il Terrore. Cosa di cui non si ama affatto parlare. Anche lo storico più sprovveduto sa bene che negli eventi del presente si possono individuare precise radici e archetipi».

 

«Il fatto è che in Francia manca il rispetto per le religioni. Tutte le religioni. La libertà di religione è stata intaccata dal momento che sono stati offesi milioni di fedeli» ha proseguito il porporato tedesco. «La libertà di religione è stata intaccata dal momento che sono stati offesi milioni di fedeli»

 

Monsignor Mueller con favore le critiche dei vescovi cattolici francesi alla cerimonia di apertura, il cardinale ha anche invitato «i leader delle altre religioni» a «farsi sentire».

 

«Questo episodio non è solo un colpo basso al Cristianesimo poiché lo show ha esaltato l’ideologia woke che va a cozzare contro la legge morale naturale. Se manca il rispetto verso la figura di Gesù Cristo mi pare lapalissiano che vi sia un vulnus con riflessi ben più ampi» ha detto il cardinale nell’intervista con il quotidiano romano.

 

«È stato colpito il principio della libertà religiosa che, tra l’altro, è fondamento dell’ordine razionale delle nostre società. Aggiungo che una cosa del genere non si sarebbero mai permessi di farla contro il Profeta Maometto per evitare il rischio di possibili atti di violenza o terrorismo».

 

«Spero solo che il presidente Macron si decida a fare una dichiarazione prendendo le distanze da quanto accaduto» dice Mueller. «Noi cattolici ci aspettiamo naturalmente delle scuse. Tuttavia vista l’aria che tira in Europa non credo che accadrà nulla». Poi il cardinale cita Bergoglio, che tuttavia, ricordiamo noi, è rimasto sinora totalmente silente sullo scandalo. Lo stesso Mueller, ricordiamo, ha detto in passato di «eresie materiali» dell’argentino.

 

Il cardinale germanico ha quindi rintracciato nella teoria del gender la base della questione.

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«L’ideologia del gender ormai introdotta ovunque condurrà allo stravolgimento dell’ordine naturale delle cose. È una china pericolosissima. La natura ha fatto due generi, maschio e femmina, e non quaranta. E la società occidentale se avallerà le dinamiche di questa ideologia totalitaria collasserà su se stessa».

 

In un’intervista a Tucker Carlson lo scorso aprile il cardinale aveva parlato, oltre che di Terza Guerra Mondiale, di «guerre contro l’umano».

 

Come riportato da Renovatio 21, monsignor Mueller aveva definito l’aborto «infanticidio» e chiesto che il presidente americano Joe Biden fosse scomunicato.

 

A inizio anni il porporato aveva attaccato le benedizioni omosessuali introdotte con il documento Fiducia Supplicans come «impossibili» e «blasfeme». Negli scorsi mesi si era scagliato anche contro l’immigrazione di massa usata per distruggere le identità nazionali. In passato aveva dichiarato che il COVID è stato utilizzato per stabilire uno «Stato di sorveglianza» globale.

 

L’anno scorso il cardinale aveva accusato il Sinodo di voler distruggere la Chiesa.

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Immagine di michael_swan via Flickr pubblicata su licenza CC BY-ND 2.0; immagine tagliata

 

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Mons. Viganò: la chiesa conciliare-sinodale schierata con i nemici della Chiesa cattolica

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L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha affidato alla piattaforma social X un commento sul «World Meeting of Human Fraternity» organizzato dalla Diocesi di Roma, un appuntamento, giunto alla terza edizione, promosso dalla Basilica di San Pietro e da una fondazione che si chiama come la famigerata enciclica bergogliana  Fratelli Tutti.   «Trovo a dir poco inconcepibile che, dinanzi all’evidenza del colpo di stato globalista nelle nazioni occidentali e alla aperta ostilità a Cristo e alla Sua Chiesa dell’élite globalista, la chiesa conciliare-sinodale insista ancora a schierarsi con i nemici della Chiesa Cattolica, ratificando le loro imposture climatiche, sanitarie, sociali e belliche» scrive monsignore.  

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«Dinanzi all’evidenza dei disordini e della criminalità causati dall’immigrazione, perora l’accoglienza e coopera all’islamizzazione delle nazioni cristiane. Dinanzi alla dissoluzione morale dei giovani, si fa promotrice dell’ideologia LGBTQ+».   «Dinanzi al cinismo utilitarista dell’eutanasia e dell’aborto, alla predazione degli organi e alla manipolazione genetica, legittima i sieri sperimentali fatti con tessuti ricavati da feti abortiti».   «Dinanzi alle speculazioni dell’alta finanza usuraia e ai controlli dell’identità digitale e della valuta elettronica, installa i pos in chiesa per i pagamenti elettronici».   «Questa non è ingenuità, né sprovvedutezza: è deliberata cooperazione al Male, secondo un ben preciso copione sotto un’unica regia» tuona Viganò.

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Migliaia alla processione del Concilio dei Santi di Mosca

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Migliaia di cristiani ortodossi hanno preso parte domenica a una grande processione per celebrare il Concilio dei Santi di Mosca, una festa della Chiesa ortodossa russa in onore dei santi di Mosca. L’evento segna la rinascita di una tradizione interrotta dopo la Rivoluzione russa del 1917.

 

La marcia è stata guidata dal Patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, e vi hanno preso parte anche il clero della diocesi di Mosca, comunità monastiche e fedeli laici. Gli organizzatori hanno stimato la partecipazione di circa 40.000 persone.

 

I partecipanti provenivano da tutta la Russia, ma anche dalla Repubblica Ceca, dall’Uzbekistan, dalla Serbia, dall’Italia e da altri Paesi. La marcia è partita dalla Cattedrale di Cristo Salvatore nel centro di Mosca e si è diretta al Convento di Novodevichy, a 6 km di distanza.

 


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I video condivisi online mostrano sacerdoti e fedeli che portano striscioni colorati raffiguranti santi, mentre la folla canta il tradizionale “Cristo è risorto” e i cori rispondono «Veramente è risorto».

 

Molti cantavano inni religiosi mentre i moscoviti si schieravano lungo le strade per assistere alla processione.

 

La processione è stata preceduta da una funzione celebrata dal Patriarca Cirillo nella Cattedrale di Cristo Salvatore. Parlando prima dell’evento, il Patriarca ha affermato che la marcia ha sottolineato il ruolo di Mosca come capitale dell’Ortodossia e ha espresso la speranza che possa ripristinare un’antica tradizione.

 

«Mosca è una capitale veramente ortodossa della nostra patria», ha detto ai giornalisti dopo la funzione. «Da un lato, è una città aperta ai nostri fratelli di altre religioni, riconoscendo il loro contributo alla nostra storia comune, ma allo stesso tempo è una città che non rinuncerà mai alla sua eredità cristiana».

 

La processione celebra lo storico trasferimento dell’icona di Smolensk della Santa Madre di Dio dalla Cattedrale dell’Annunciazione del Cremlino al Convento di Novodevichy, fondato dal Granduca Vasilij III dopo la presa di Smolensk nel 1525. In memoria del trasferimento dell’icona venne istituita una marcia annuale, che continuò per quasi quattro secoli fino alla Rivoluzione russa.

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Immagine screenshot da Twitter

 

 

 

 

 

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Lourdes, i famosi carretti saranno sostituiti

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In occasione del 140° anniversario dell’Hospitalité di Nostra Signora di Lourdes, il santuario mariano ha annunciato il rinnovo delle sue emblematiche «auto blu», che dall’inizio del XX secolo sono parte integrante del paesaggio e del patrimonio del santuario.   Un comunicato stampa del Santuario riporta le parole di Daniel Pezet, presidente dell’Hospitalité Notre-Dame de Lourdes, ricordando innanzitutto che «dall’inizio del XX secolo , le auto blu permettono ai pellegrini malati, stanchi o disabili di partecipare ai pellegrinaggi al Santuario di Lourdes».   Daniel Pezet spiega poi che questi veicoli sono stati sviluppati negli anni ’60 dalla società Aumon. La versione attuale rappresenta una flotta di diverse centinaia di veicoli che hanno accompagnato generazioni di pellegrini.

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Tuttavia, un utilizzo così elevato, nonostante gli sforzi del personale ospedaliero per mantenere i veicoli in buone condizioni e l’aggiunta di un impianto frenante nel 2012, non impedisce che alcuni veicoli si trovino in uno stato di degrado avanzato, il che solleva una questione di sicurezza, ma anche di comfort per gli utenti. Diventa quindi necessario rinnovare il parco auto «blu».   Sono stati identificati pochi veicoli che soddisfano questo requisito. Il veicolo attuale rimane il miglior riferimento. Alcuni veicoli come barelle, sedie a rotelle e tricicli possono soddisfare parte del bisogno, ma l’architettura e il legame che si crea tra il pellegrino e il suo accompagnatore rimangono unici.   L’Hospitalité Notre-Dame de Lourdes ha quindi deciso di affidare all’azienda bigourdan Milc (Made In Le Coin), con sede a La Barthe-de-Neste (Alti Pirenei), lo sviluppo e la prototipazione di una nuova auto blu.   L’azienda produce biciclette, veicoli elettrici, carrelli per il trasporto e dispositivi per persone con disabilità. Potrà quindi mettere a frutto la propria competenza in soluzioni di mobilità adattata, garantendo un design funzionale e su misura per le esigenze del santuario.   L’azienda sta attualmente sviluppando due prototipi, che saranno testati alla fine del 2025, dopo un lavoro di osservazione diretta da parte dei suoi ingegneri per comprendere come vengono utilizzati i carri durante i pellegrinaggi.

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Il design manterrà l’essenza del modello attuale, preservandone l’architettura: due grandi ruote posteriori, una piccola ruota anteriore, un tendalino pieghevole e un timone metallico per la trazione manuale, che può ospitare un passeggero adulto e favorisce un legame speciale tra il pellegrino e il suo compagno.   Sebbene non siano state rivelate specifiche tecniche dettagliate, l’esperienza di Milc suggerisce miglioramenti significativi. In termini di sicurezza, si prevedono freni ottimizzati (oltre al sistema del 2012, finanziato dall’Ordine di Malta) e possibili sistemi antiribaltamento.   In termini di comfort, sono previsti sedili più ergonomici, sospensioni migliorate e una migliore protezione dal sole e dalla pioggia. I materiali potrebbero includere alluminio o compositi leggeri e resistenti, in linea con l’esperienza di Milc nella mobilità adattata, ma la trazione rimarrà manuale per preservare l’aspetto umano del servizio.   Il colore azzurro, che evoca la Vergine Maria, sarà mantenuto, così come le dimensioni approssimative (1,5 m di lunghezza e 0,8 m di larghezza, secondo il modello attuale). Il numero di unità che saranno prodotte non è stato specificato, ma il budget, definito «enorme», sarà finanziato da donazioni di privati, associazioni e strutture ricettive, come da tradizione del santuario.   Articolo previamente apparso su FSSPX.News  

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  Immagine di Andy Hay via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0  
   
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