Connettiti con Renovato 21

Epidemie

Wuhan simula il blackout. Per coincidenza, nel settembre 2019 si esercitava su emergenze epidemiche

Pubblicato

il

La famigerata città di Wuhan, in Cina, ha condotto una massiccia simulazione di interruzione di corrente di emergenza alla fine del mese scorso, secondo l’agenzia di stampa ufficiale del Partito Comunista Cinese (PCC) Xinhua News Agency.

 

La simulazione non può non inquietare, se si pensa al suo scopo ultimo e alle possibili implicazioni. Specialmente considerando che la stessa città aveva condotto una simulazione del coronavirus alcuni mesi prima dell’inizio della pandemia di COVID-19 a Wuhano.

 

L’esercitazione dello scorso 28 novembre, che simulava un «disastro naturale causato da forti condizioni meteorologiche convettive» ed era «basata sulla situazione reale nella città di Wuhan», ha coinvolto 22 unità e dipartimenti del governo di Wuhan, ha riferito Xinhuanet.

 

Secondo la testata, la simulazione ha imitato gli effetti di un’interruzione della rete elettrica su larga scala in cui «le persone sono rimaste intrappolate, le aziende sono state costrette a sospendere e ridurre la produzione mentre aeroporti, ospedali, metropolitane, comunicazioni, ecc. venivano gravemente colpiti». Tutto ciò avrebbe un impatto significativo «sulla produzione e sulla vita delle persone e delle aziende in questa regione».

 

Le unità partecipanti e i dipartimenti governativi hanno implementato sforzi simulati di risposta alle emergenze «per evitare disastri secondari dopo la messa a terra degli aerei dell’aeroporto, l’interruzione della metropolitana, l’interruzione della corrente elettrica dell’ospedale e l’interruzione dell’ascensore residenziale a molti piani a causa della disconnessione della linea, del crollo della torre e del danno al trasformatore».

 

È stata quindi simulata l’assegnazione di «risorse di salvataggio e ripristino della produzione e della vita in modo ordinato».

 

Secondo Xinhuanet, l’esercitazione «ha dimostrato pienamente le superbe capacità e le attrezzature avanzate della squadra di soccorso di emergenza della State Grid Wuhan Power Supply Company», la società pubblica che elettrifica la provincia dell’Hubei. La simulazione sarà utilizzata per «rafforzare il collegamento tra governo e imprese, creare un sistema di gestione della risposta alle emergenze elettriche con caratteristiche di Wuhan, eliminare i rischi per la sicurezza in modo tempestivo e garantire il funzionamento sicuro e stabile della rete elettrica di Wuhan».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

La simulazione su larga scala non è necessariamente unica per Wuhano o insolita di per sé, scrive Life Site. All’inizio di novembre, le autorità hanno condotto un’esercitazione molto più piccola che prevedeva un’interruzione di corrente simulata nel distretto di Wan Chai di Hong Kong per «migliorare la collaborazione, la prevenzione e la preparazione alle emergenze nella gestione delle emergenze locali», ha riferito il giornale hongkonghese The Standard.

 

L’attivista per i diritti umani e autrice di origine cinese Jennifer Zeng ha detto di non avere un buon presentimento riguardo alla simulazione dell’interruzione di corrente, in particolare considerando la sua scala e ubicazione nella metropoli dell’Hubei. Secondo la Zeng, 30 giorni prima dei Giochi mondiali militari di Wuhano nel 2019 e pochi mesi prima dello scoppio del COVID-19 in tutto il mondo, Wuhano aveva anche ospitato un esercizio di preparazione… questa volta simulando «l’intero processo di gestione di una nuova infezione da coronavirus».

 

Nella simulazione, secondo un articolo ufficiale del 19 settembre 2019 pubblicato dal Chutian Transportation Broadcasting e ristampato su Sina.com, «un passeggero dell’aereo in arrivo non stava bene, aveva difficoltà respiratorie e aveva segni vitali instabili». La dogana aeroportuale immediatamente lanciava «un piano di emergenza, effettuando rapidamente il trasferimento dei casi e la sanificazione degli aeromobili, conducendo ispezioni a stretto contatto» e monitorando «persone infette e contatti generali».

 

«Due ore dopo, il Centro emergenze di Wuhan ha riferito che al caso trasferito era stato diagnosticato clinicamente un nuovo coronavirus», si legge nell’articolo.

 

Un altro rapporto ufficiale del settembre 2019 afferma che la simulazione «ha praticato indagini epidemiologiche, indagini mediche e quarantena temporanea», nonché «isolamento e test, trasferimento dei casi, trattamenti igienico-sanitari e altri aspetti».

 

«Quindi, dopo questa esercitazione di interruzione di corrente su larga scala, cosa potrebbe succedere dopo?» si chiede la Zeng in un post su Twitter. «Non mi sento molto bene a riguardo».

 

Sostieni Renovatio 21

Il presidente del Population Research Institute Steven Mosher, sinologo di fama, ha detto a LifeSite che la recente interruzione simulata di elettricità da parte del PCC, come le misure di lockdown per il COVID-19, fanno parte degli sforzi della nazione militarista per rafforzare la sua preparazione alla guerra.

 

«Le varie azioni del PCC, dalla simulazione di un’interruzione di corrente a Wuhan al lockdown di intere città durante il COVID, hanno molteplici spiegazioni», ha detto Mosher. «I lockdown del COVID non sono mai stati giustificati dal punto di vista medico, poiché non hanno fermato la diffusione del virus e hanno causato molti decessi e danni accessori. Come l’attuale interruzione di corrente a Wuhan, erano in parte esercitazioni di protezione civile, intese a instillare obbedienza nella popolazione in caso di disordini interni o guerra all’estero».

 

«Un partito comunista è prima di tutto un partito di guerra», ha continuato Mosher. «È organizzato su linee militari, gestisce un’economia pianificata ed è sempre pronto a utilizzare ogni risorsa a sua disposizione per schiacciare l’opposizione interna ed espandere il suo potere. Questa è la natura stessa di questa ideologia odiosa».

 

La questione dei blackout era emersa con grande forza lo scorso inverno, quando si palesò la crisi energetica europea – e globale – seguita alla guerra ucraina, con l’isolamento della Russia, grande fornitore di energia a basso costo, dal circuito economico internazionale.

 

Quando cominciò lo shock dei prezzi energetici, si calcolava che un miliardo di persone sarebbe presto divenuto a rischio di stare senza corrente.

 

Seguì quantità di blackout effettivi o minacciati in ogni angolo della Terra: dalla Svezia allo Sri Lanka, dall’Australia al Giappone, dal Texas alla Kazakistan, dal Pakistan alla Turchia, dalla Francia alla Svizzera, da Taiwan a Porto Rico. La Cina stessa aveva dato segno di voler preparare la popolazione alle carenze energetiche. Nella lista va inclusa ovviamente l’Italia, con blackout che si sono manifestati anche la scorsa estate.

 

In Germania l’inverno passato si misero a pensare esattamente a un green pass energetico così come a pazzesche consegne di contante nelle case della gente in caso di interruzione totale dell’elettricità. Si tratta del Paese che a causa della privatizzazione ha rischiato a inizio anno un blackout del gas, ad un certo punto a marzo 2022 le ferrovie hanno fermato tutti i treni merci a causa della mancanza di corrente elettrica, mentre lo Stato mandava in onda spot apocalittici per preparare i tedeschi (e gli immigrati in Germania, a giudicare dal video) ad un inverno in cui poteva venire a mancare il riscaldamento – dove si era arrivati ad ipotizzare l’esistenza di veri e propri «sfollati energetici».

 

È stato affermato che un miliardo di persone sarebbero state a rischio di assenza di elettricità.

 

La situazione ammessa, o forse meglio dire auspicata, anche nella Davos del Grande Reset dal gruppo estremista chiamato World Economic Forum.

 

Aiuta Renovatio 21

Proprio al WEF e al suo guru pensiamo dinanzi a notizie come questa. E non potrebbe essere altrimenti.

 

 

Klaus Schwab varie volte ha parlato dell’avvento di una «cyber-pandemic», una «ciber-pandemia», un attacco informatico per il collasso sistemico totale, un evento catastrofico che toglierà internet – i cui blackout già aumentano in tutto il mondo – mettendo in ginocchio il pianeta. Il danno, tuttavia potrebbe andare ben al di là di Internet.

 

Da decenni, oramai, si parla di «bombe logiche»: esperti di cybersecurity ritengono che in vari Paesi, piantati nel profondo dei sistemi informatici di rilevanza nazionale (dighe, centrali energetiche, acquedotti, ferrovie, reti petrolifere, aeroporti, pompe di benzina), esistano dei virus cibernetici da avversari geopolitici – vere e proprie armi di guerra cibernetica, pronte ad essere detonate al momento del conflitto, causando catastrofi in grado di paralizzare l’intera nazione.

 

La Cina si prepara alla guerra per Taiwan, o più generalmente, si prepara ad una guerra a tutto campo, una guerra moderna in cui la popolazione viene privata di ogni energia?

 

A cosa stanno preparando, ancora una volta, la popolazione cinese?

 

Perché sono partiti, un’altra volta, da Wuhan? Pechino sa qualcosa? Condivide, ancora, un piano, che non conosciamo?

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21



 

 

Epidemie

L’Etiopia conferma il primo focolaio mortale del virus di Marburg

Pubblicato

il

Da

L’Etiopia ha confermato ufficialmente il suo primo focolaio di malattia da virus di Marburg (MVD) dopo che i test di laboratorio hanno rilevato il patogeno nella regione meridionale del Paese, hanno dichiarato sabato i Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie (Africa CDC).   Un primo allarme era stato emesso mercoledì in seguito alle segnalazioni di una sospetta febbre emorragica virale. I casi sono stati registrati nella città di Jinka, vicino al confine con Kenya e Sud Sudan.   Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato su X che sono stati identificati almeno nove casi.   Sebbene il Ministero della Salute etiope non abbia confermato alcun decesso, l’agenzia sanitaria pubblica russa Rospotrebnadzor, citando diversi organi di informazione, ha riferito che potrebbero essere morte sei persone, tra cui due operatori sanitari che stavano curando pazienti infetti.

Sostieni Renovatio 21

Le autorità sanitarie locali hanno attivato i meccanismi di risposta alle emergenze, dispiegando squadre sul campo, rafforzando le misure di prevenzione e controllo delle infezioni e aumentando la sorveglianza nelle aree colpite. Sono inoltre in corso campagne di sensibilizzazione pubblica per contenere la diffusione del virus.   «L’Africa CDC continuerà a collaborare strettamente con il governo etiope e i partner per garantire una risposta rapida, coordinata ed efficace», ha affermato l’agenzia.   Nel frattempo, le autorità russe hanno annunciato controlli sanitari più rigorosi ai valichi di frontiera e hanno espresso preoccupazione per la potenziale diffusione regionale. Il Rospotrebnadzor ha anche affermato che un vaccino contro il virus Marburg sviluppato in Russia ha completato gli studi preclinici ed è pronto per la sperimentazione clinica.   Identificato per la prima volta nel 1967 in seguito a epidemie in Germania e Serbia, il virus di Marburg causa una febbre emorragica grave e altamente contagiosa, simile all’Ebola. I sintomi includono nausea, vomito, mal di gola e dolore addominale acuto, con casi gravi che portano a emorragie interne e morte. La trasmissione avviene attraverso il contatto diretto con fluidi corporei infetti o materiali contaminati.   La conferma della malattia in Etiopia arriva mentre il continente africano continua a fronteggiare molteplici emergenze di salute pubblica. All’inizio di quest’anno, un’epidemia del virus di Marburg ha ucciso dieci persone in Tanzania a gennaio, secondo l’OMS.   Inoltre, l’Africa sta affrontando la peggiore epidemia di colera degli ultimi 25 anni, con oltre 300.000 casi confermati e sospetti e oltre 7.000 decessi registrati nel 2025.   Come riportato da Renovatio 21, ad inizio anno la Tanzania aveva negato, nonostante le dichiarazioni OMS, lo scoppio di un focolaio del virus di Marburgo.   Il Ruanda ha confermato di recente che i pipistrelli sono la probabile fonte dei primi casi registrati del virus di Marburg.

Iscriviti al canale Telegram

Nel 2023, la Tanzania e la Guinea Equatoriale hanno segnalato casi di malattia, dopo i focolai in Ghana nel 2022 e in Uganda nel 2017.   Come riportato da Renovatio 21, vi era stato allarme alla stazione di Amburgo pochi mesi fa quando due persone provenienti dal Ruanda avevano mostrato dei sintomi mentre erano in treno. La banchina di arrivo del treno era stata quindi isolata dalle autorità tedesche.   Come riportato da Renovatio 21, l’OMS aveva dichiarato il focolaio di Marburg in Ghana, per poi convocare una riunione «urgente» sulla diffusione del virus.   La Russia sta sviluppando un vaccino contro il morbo.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di NIAID via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Continua a leggere

Armi biologiche

Gli USA chiederanno dati sui patogeni in cambio di aiuti sanitari esteri

Pubblicato

il

Da

Gli Stati Uniti chiederanno ai Paesi di consegnare campioni di «agenti patogeni con potenziale epidemico» in cambio del ripristino temporaneo degli aiuti sanitari. Lo riporta il giornale britannico Guardian, citando bozze di documenti governativi.

 

Il presidente Donald Trump ha tagliato drasticamente tali programmi all’inizio dell’anno, nell’ambito di un ampio sforzo di riduzione dei costi e di riallineamento della politica estera.

 

Secondo il quotidiano britannico, nei memorandum d’intesa proposti Washington offre a decine di Paesi il rinnovo dei programmi USA per combattere malattie come HIV, tubercolosi e malaria, oltre a «sistemi di sorveglianza e laboratorio e cartelle cliniche elettroniche».

 

I Paesi partner, tuttavia, dovranno assumere il finanziamento dei programmi entro cinque anni.

Aiuta Renovatio 21

In cambio, saranno obbligati a condividere con gli USA campioni e sequenze genetiche di «patogeni con potenziale epidemico» entro pochi giorni dalla scoperta, si legge nel rapporto.

 

La bozza non prevede garanzie di accesso ai farmaci eventualmente sviluppati.

 

«Il modello non offre alcuna garanzia di accesso alle contromisure e conferisce il predominio commerciale a un solo Paese», ha affermato Michel Kazatchkine, membro del Panel indipendente per la preparazione e la risposta alle pandemie, citato dal Guardian. «Minaccia la sicurezza sanitaria, la sicurezza dei dati e, in ultima analisi, la sovranità nazionale».

 

All’inizio dell’anno Trump ha tagliato i fondi all’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID), in passato principale strumento di Washington per finanziare progetti politici all’estero, inclusi i programmi sanitari. L’agenzia è stata ampiamente vista come strumento di soft power.

 

L’ex direttrice USAID Samantha Power, che ha guidato l’agenzia sotto Joe Biden, ha ammesso il mese scorso che l’agenzia ha avuto un ruolo decisivo nel mantenere al potere la presidente moldava filo-UE Maia Sandu, tramite i fondi del suo bilancio multimiliardario per gli aiuti all’Ucraina.

 

Come riportato da Renovatio 21, un anno fa la Duma di Stato russa aveva preparato un appello all’ONU in merito alla presunta attività dei laboratori biologici militari statunitensi in Africa.

 

Come riportato da Renovatio 21, al momento dei disordini durante la guerra civile sudanese l’OMS lanciato un allarme di «enorme rischio biologico» per un biolaboratorio a Khartoum che era stato attaccato.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Continua a leggere

Epidemie

Il senatore Rand Paul chiede i documenti dell’intelligence statunitense sulle origini di Fauci, Baric e COVID

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Il senatore Rand Paul ha chiesto al direttore dell’intelligence nazionale statunitense, Tulsi Gabbard, di pubblicare le comunicazioni tra la comunità di intelligence statunitense, il virologo Ralph Baric, Ph.D., il dottor Anthony Fauci e altri funzionari della sanità pubblica. Paul ha affermato che i documenti mostrano che i virologi hanno ammesso privatamente una possibile fuga di notizie di laboratorio, pur affermando pubblicamente che il virus si è sviluppato naturalmente.   Il senatore repubblicano del Kentucky Rand Paul chiede al direttore dell’Intelligence nazionale statunitense Tulsi Gabbard di consegnare i documenti che mostrano i collegamenti tra la comunità dell’intelligence statunitense e importanti virologi e funzionari della sanità pubblica, tra cui il dottor Anthony Fauci, nell’ambito della sua indagine sulle origini del COVID-19.   «Nel corso dell’indagine, ho ottenuto informazioni che mi portano a credere che l’Intelligence Community sia in possesso di documenti essenziali per l’inchiesta in corso del Comitato», ha scritto Paul in una lettera del 30 ottobre in cui chiedeva a Gabbard di pubblicare documenti risalenti al 2012.

Sostieni Renovatio 21

La Gabbard ha tempo fino al 13 novembre per soddisfare la richiesta di Paul.   In una serie di post su X la scorsa settimana, Paul, presidente della Commissione per la sicurezza interna e gli affari governativi del Senato degli Stati Uniti, ha rivelato documenti che dimostrano che il virologo Ralph Baric, Ph.D., dell’Università della Carolina del Nord, ha comunicato con «membri della comunità di intelligence statunitense… ben prima dello scoppio della pandemia globale».       I documenti pubblicati da Paul includevano interazioni che suggerivano che il SARS-CoV-2 fosse emerso a causa di una fuga di notizie dall’Istituto di virologia cinese di Wuhan, nonostante i virologi coinvolti nelle comunicazioni affermassero pubblicamente che il virus aveva un’origine naturale.   Baric era già stato messo sotto accusa per il suo sostegno alla controversa ricerca sul guadagno di funzione e per una rischiosa proposta di ricerca presentata insieme alla dottoressa Zhengli Shi, ricercatrice del laboratorio di Wuhan, ampiamente definita la «Bat Lady» per la sua ricerca sul coronavirus che coinvolge i pipistrelli.   Nicholas Wade, ex redattore scientifico del New York Times, ha dichiarato a The Defender: «la richiesta di Paul che le agenzie di intelligence consegnino tutte le informazioni sui loro rapporti con Baric sarà di grande importanza se avrà successo, perché potrebbe aiutare a valutare il grado di complicità del governo statunitense nella catastrofe del COVID».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

I virologi hanno discusso privatamente la teoria della fuga di laboratorio, ma hanno utilizzato i fondi dei contribuenti per confutarla

Secondo la lettera di Paul, nel settembre 2015, l’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale (ODNI) e la CIA contattarono Baric per discutere di un «possibile progetto» relativo all’«evoluzione del coronavirus e al possibile adattamento umano».   Un comunicato stampa dell’ufficio di Paul della scorsa settimana affermava che meno di due mesi dopo, Baric e Shi avevano pubblicato i risultati dei loro «esperimenti congiunti sul coronavirus» sulla rivista Nature Medicine con il titolo «Un gruppo di coronavirus di pipistrello circolanti simile alla SARS mostra il potenziale per l’emergenza umana».   Il comunicato stampa afferma che la ricerca è stata finanziata con fondi pubblici provenienti dal programma USAID PREDICT e sovvenzioni dei National Institutes of Health (NIH). Si afferma inoltre che la comunità scientifica riconosce ampiamente che il lavoro prevede esperimenti di guadagno di funzione.   Nel 2018, Baric e Shi hanno collaborato alla stesura della proposta DEFUSE, che «cercava finanziamenti per un progetto che includeva piani per inserire un sito di scissione della furina in un coronavirus, sorprendentemente simile a quello che sarebbe poi emerso come SARS-CoV-2 che ha causato il COVID-19».   Sebbene la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) abbia respinto la proposta di Baric e Shi, «due anni dopo, all’inizio del 2020, il COVID-19 si è diffuso da Wuhan, la stessa località menzionata nella proposta DEFUSE».   «Quando il virus ha iniziato a circolare a livello globale, la stessa cerchia di scienziati che aveva proposto rischiosi esperimenti di guadagno di funzione ha improvvisamente iniziato a consigliare il governo degli Stati Uniti su come reagire», si legge nel comunicato stampa.   Nel 2015, il colonnello Daniel J. Wattendorf, allora responsabile del programma per la DARPA, tenne una presentazione alla terza conferenza internazionale sulla salute dell’mRNA in Germania sullo sviluppo di vaccini a mRNA che avrebbero «ridotto i tempi di risposta alle epidemie». Parlò di vaccini basati su DNA e RNA e della tecnologia di trasferimento genico.   Wattendorf è ora direttore delle soluzioni tecnologiche innovative nella divisione Salute globale della Fondazione Gates.   In un recente post su X, Paul ha fatto riferimento a un’e-mail del gennaio 2020 in cui un individuo non identificato, chiamato «lo Sponsor», chiedeva a Baric di tenere una presentazione sulla “situazione attuale del Coronavirus” durante una riunione del «Gruppo B» la settimana successiva.   Secondo la lettera di Paul, il Gruppo B «sembra essere un riferimento al Gruppo di esperti in scienze biologiche dell’ODNI».   Il 29 gennaio 2020, Baric rispose inviando via e-mail una copia di una presentazione PowerPoint, che includeva una diapositiva intitolata «Origini».   Il Free Beacon ha ottenuto una copia della presentazione da un informatore e l’ha pubblicata oggi.   La presentazione includeva una diapositiva che «discuteva la possibilità di un rilascio accidentale» dal laboratorio di Wuhan, «un’ipotesi che è stata poi pubblicamente respinta, etichettata come teoria del complotto e diffamata dal dottor Fauci e dalla sua cerchia ristretta», si legge nel comunicato stampa.   Secondo The Free Beacon, un mese dopo Baric tenne una presentazione quasi identica al Congressional Biomedical Research Caucus, ma senza alcun contenuto che suggerisse che il COVID-19 potesse essere trapelato dal laboratorio di Wuhan.

Iscriviti al canale Telegram

Le agenzie di Intelligence «hanno continuato a ostacolare» le indagini sulle origini del COVID

Nella lettera di Paul si chiede a Gabbard di divulgare le comunicazioni dell’intelligence statunitense con Fauci, l’ex direttore del NIH Francis Collins e l’ ex principale collaboratore di Fauci David Morens, che è sotto inchiesta del Congresso per aver utilizzato la sua e-mail personale per discutere di argomenti come le origini del COVID-19, nel tentativo di eludere le norme federali sulla conservazione dei dati.   Nella lettera si chiedono anche comunicazioni che coinvolgano Peter Daszak, Ph.D., ex presidente dell’EcoHealth Alliance, che ha ricevuto finanziamenti federali per la ricerca sul guadagno di funzione, e Jeremy Farrar e molti altri virologi di spicco.   All’inizio del 2020, Fauci, Collins, Farrar, Daszak e molti altri virologi citati nella lettera di Paul hanno collaborato alla pubblicazione di «L’origine prossimale del SARS-CoV-2».   L’articolo, che promuoveva l’origine naturale del COVID-19, è stato pubblicato su Nature Medicine nel marzo 2020 ed è diventato uno degli articoli scientifici più citati dell’anno, nonostante alcuni coautori dubitassero in privato che il COVID-19 fosse un’infezione naturale.   L’11 febbraio 2020, Fauci incontrò Baric, secondo una copia del suo programma. Farrar divenne in seguito capo scientifico dell’OMS e ora ricopre il ruolo di vicedirettore generale per la promozione della salute e la prevenzione e il controllo delle malattie.   L’ amministrazione Trump sta attualmente indagando per stabilire se gli autori e gli editori di «Proximal Origin» abbiano permesso a Fauci e ad altri di influenzare le conclusioni dell’articolo in cambio di finanziamenti federali.   A gennaio, poco prima di lasciare l’incarico, l’ex presidente Joe Biden ha graziato preventivamente Fauci, proteggendolo da procedimenti penali federali per «qualsiasi reato» relativo ai suoi doveri ufficiali, inclusa la sua direzione del National Institute of Allergy and Infectious Disease presso l’NIH. La grazia è retroattiva al 1° gennaio 2014.   Secondo Richard Ebright, biologo molecolare della Rutgers University, Ph.D. e critico della ricerca sul guadagno di funzione, quella data è fondamentale per Fauci e il COVID-19. Ha affermato che il 2014 «è la data di inizio del finanziamento NIH AI110964, il finanziamento NIH che ha finanziato la ricerca di Wuhan che ha causato il COVID e che Fauci ha approvato per il finanziamento continuato nel 2015, 2016, 2017, 2018 e 2019, in violazione di una moratoria [sulla ricerca sul guadagno di funzione] nel 2014-2017».   Ebright ha aggiunto: «Fauci era consapevole dei rischi e sapeva che le politiche del governo statunitense in vigore dal 2014 al 2019 gli impedivano di correre rischi, ma Fauci, anteponendo il suo ego agli interessi di 7,9 miliardi di cittadini di tutto il mondo, ha scelto di correre i rischi e di violare le politiche».   A settembre, i documenti pubblicati da Paul nell’ambito della sua indagine sulle origini del COVID-19 hanno dimostrato che Fauci nel 2020 aveva ordinato ai colleghi di cancellare le email relative al COVID-19, potenzialmente in violazione della legge federale. Paul ha chiesto a Fauci di testimoniare davanti al Congresso entro la fine dell’anno.   Nella lettera di Paul a Gabbard si chiede inoltre di includere tutte le email inviate tra gennaio 2012 e il mese scorso da qualsiasi dipendente dell’ODNI che discuta delle origini del COVID-19, di Shi e del Wuhan Institute of Virology, della DARPA e della proposta DEFUSE, del programma PREDICT dell’USAID e dei laboratori biologici nazionali ed esteri «che ricevono finanziamenti o supporto dal governo degli Stati Uniti».   Paul ha anche richiesto email riguardanti l’ODNI e l’EcoHealth Alliance. L’anno scorso, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti ha sospeso tutti i finanziamenti governativi statunitensi per l’EcoHealth Alliance.

Aiuta Renovatio 21

Ebright ha detto: «A partire dal 2002, le agenzie di intelligence statunitensi hanno cercato di monitorare la ricerca cinese sugli agenti biologici per il coronavirus. Daszak e Baric, i finanziamenti per la ricerca cooperativa che li attraversavano e la ricerca collaborativa che li coinvolgeva facevano parte di questo schema di monitoraggio dell’intelligence».   Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso Children’s Health Defense, ha affermato che durante le prime fasi della pandemia di COVID-19, «il coronavirus ha acquisito spontaneamente una funzione nella stessa città di un istituto di ricerca che conduceva ricerche sull’acquisizione di funzione su un coronavirus», eppure al pubblico è stato «detto con fermezza di non mettere in discussione le origini».   «Perché non considerare ogni possibile origine? Seguendo il flusso di denaro si arriva all’EcoHealth Alliance e poi di nuovo ai contribuenti americani», ha detto Jablonowski.   Ad aprile, l’amministrazione Trump ha lanciato una nuova versione del sito web ufficiale del governo dedicato al COVID-19, presentando prove che il COVID-19 sia emerso a causa di una fuga di notizie dal laboratorio di Wuhan. La CIAl’FBIil Dipartimento dell’Energia degli Stati Unitiil Congresso degli Stati Uniti e diverse agenzie di Intelligence straniere hanno avallato questa teoria.   A maggio, il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che sospende per 120 giorni tutte le ricerche sul guadagno di funzione negli Stati Uniti e pone fine ai finanziamenti federali per tale ricerca in alcuni paesi.   Secondo Ebright, ora che sono trascorsi 120 giorni, «continuano i finanziamenti federali per la ricerca sull’acquisizione di funzione di patogeni virali ad alto rischio».   Wade ha ipotizzato che le indagini federali sulle origini del COVID-19 siano ostacolate. Ha affermato: «Quando Trump è tornato alla Casa Bianca sembrava che avrebbe aperto gli archivi del governo per fare tutta la luce possibile sulle origini del virus COVID-19 e sull’alta probabilità che fosse stato creato nell’Istituto di virologia di Wuhan in Cina».   «È strano, quindi, che le agenzie di intelligence abbiano continuato a fare ostruzionismo e che l’Università della Carolina del Nord sia riuscita a opporsi a tutte le richieste di accesso alle informazioni relative al lavoro di Baric, il principale ricercatore statunitense sui coronavirus».   Michael Nevradakis Ph.D.   © 4 novembre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.   SOSTIENI RENOVATIO 21
Continua a leggere

Più popolari