Connettiti con Renovato 21

Guerra cibernetica

Attacco cibernetico alla più grande banca del mondo: la cinese ICBC costretta a usare chiavette USB per fare trading

Pubblicato

il

La più grande banca al mondo per depositi, l’Industrial and Commercial Bank of China (ICBC), ha subito un attacco informatico che, secondo quanto riferito, ha interrotto le operazioni del Tesoro statunitense questa settimana, costringendo l’azienda a utilizzare una chiavetta USB per completare gli accordi.

 

Giovedì la ICBC ha rivelato che la sua unità di servizi finanziari statunitense ha subito un attacco ransomware che ha provocato l’interruzione di diversi sistemi.

 

Secondo quanto riportato, l’istituto di credito ha quindi dovuto inviare alle parti interessate una chiavetta USB contenente i dettagli dell’operazione finanziaria.

 

La banca ha dichiarato di aver «risolto con successo» le operazioni del Tesoro americano eseguite mercoledì. Tuttavia, numerosi articoli hanno affermato che si è verificata un’interruzione, mentre gli operatori di mercato hanno affermato che la liquidità sarebbe stata colpita, riporta RT.

 

«Questo è un vero shock per le grandi banche di tutto il mondo», ha affermato Marcus Murray, fondatore della società svedese di sicurezza informatica Truesec. «L’attacco hacker alla ICBC spingerà le grandi banche di tutto il mondo a correre per migliorare le proprie difese, a partire da oggi».

Sostieni Renovatio 21

Alla fine del 2022 l’unità aveva un patrimonio di 23,5 miliardi di dollari, secondo la sua più recente dichiarazione annuale alle autorità di regolamentazione statunitensi.

 

Il ransomware è un tipo di attacco informatico in cui gli hacker prendono il controllo di sistemi o informazioni per chiedere un riscatto. Questo tipo di attacco ha visto un aumento di popolarità tra gli hacker negli ultimi anni.

 

È importante rilevare che la Cina ha vietato le transazioni legate alle criptovalute, il che significa che storicamente le sue banche non sono state prese di mira poiché gli hacker di solito richiedono un riscatto in criptovaluta, che garantisce maggiore anonimato. Ciò quindi aumenta la stranezza di questo attacco cibernetico, che coinvolge da vicino i due Paesi economicamente più rilevanti del pianeta.

 

Nessuno finora ha rivendicato la responsabilità dell’attacco alla ICBC, e l’istituto di credito cinese non ha detto chi potrebbe esserci dietro l’incidente. Secondo la società di analisi Chainalysis, quest’anno i pagamenti per gli attacchi ransomware sono cresciuti fino a 500 milioni di dollari alla fine di settembre, segnando un aumento del 50% rispetto allo scorso anno.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’Europol lo scorso mese ha arrestato un grande gruppo hacker che faceva uso di ransomware. Toyota, che era fino a qualche anno fa il maggiore produttore di auto del mondo, a settembre ha annunciato di aver fermato momentaneamente la produzione, negando tuttavia che era per colpa di un attacco hacker subito nel 2022 da un fornitore, Kojima Industries.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21



 

Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

Continua a leggere

Guerra cibernetica

Il blackout di Amazon mette offline importanti siti web

Pubblicato

il

Da

Un guasto ad Amazon Web Services (AWS) ha provocato disagi generalizzati a siti web e servizi online, colpendo piattaforme che includono streaming, servizi bancari, comunicazioni e media.   Il problema, verificatosi lunedì, ha coinvolto diverse grandi aziende, tra cui la piattaforma di Amazon, la piattaforma di intrattenimento in streaming Disney+, Lloyds Bank, l’app di trasporto Lyft, il New York Times, il forum Reddit e il celeberrimo (dopo la pandemia) servizio di teleconferenze Zoom.   AWS ha comunicato di aver rilevato «un incremento dei tassi di errore e delle latenze» su vari servizi, sottolineando di essere al lavoro «su più fronti paralleli per accelerare il ripristino». L’azienda ha successivamente riportato «progressi significativi» e promesso ulteriori aggiornamenti.

Sostieni Renovatio 21

Il fornitore di servizi cloud ha individuato l’origine del problema in una specifica parte della sua infrastruttura che serve la costa orientale degli Stati Uniti, senza però chiarire immediatamente le cause.   Un’interruzione simile su vasta scala si era verificata a luglio 2024, quando un aggiornamento software dell’azienda di sicurezza informatica CrowdStrike aveva causato crash globali dei sistemi Microsoft Windows.   Elon Musk si è vantato del fatto che la sua piattaforma social, X, è invece resistita al blackouto. «X funziona» ha twittato laconicamente ed ironicamente il miliardario, che con Jeff Bezos di Amazon ha una rivalità anche sul lato di industria spaziale.  

Iscriviti al canale Telegram

La scorsa primavera a subire un’interruzione delle comunicazioni, un mese dopo aver visto un enorme blackout elettrico, fu il Regno di Spagna.   Un collasso delle grandi piattaforme internet di Meta si registrò nel marzo 2024, con alcuni che dettero la colpa ai miliziani Houthi che avrebbero tagliato i cavi del Mar Rosso.   Come riportato da Renovatio 21, già tre anni fa si era registrato un aumento delle interruzioni dell’internet in tutto il globo.  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
 
 
Continua a leggere

Cina

La Cina accusa gli Stati Uniti di un grave attacco informatico

Pubblicato

il

Da

La Cina ha accusato la National Security Agency (NSA) degli Stati Uniti di aver condotto un «significativo» attacco informatico protrattosi per anni contro l’ente cinese incaricato di gestire l’orario nazionale ufficiale.

 

In un comunicato diffuso domenica sul suo account social ufficiale, il Ministero della Sicurezza dello Stato (MSS) ha dichiarato di aver acquisito «prove inconfutabili» dell’infiltrazione della NSA nel National Time Service Center. L’operazione segreta sarebbe iniziata nel marzo 2022, con l’obiettivo di sottrarre segreti di Stato e compiere atti di sabotaggio informatico.

 

Il centro rappresenta l’autorità ufficiale cinese per l’orario, fornendo e trasmettendo l’ora di Pechino a settori cruciali come finanza, energia, trasporti e difesa. Secondo l’MSS, un’interruzione di questa infrastruttura fondamentale avrebbe potuto provocare «instabilità diffusa» nei mercati finanziari, nella logistica e nell’approvvigionamento energetico.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

L’MSS ha riferito che la NSA avrebbe inizialmente sfruttato una vulnerabilità (exploit) nei telefoni cellulari di fabbricazione straniera utilizzati da alcuni membri del personale del centro, accedendo così a dati sensibili.

 

Nell’aprile 2023, l’agenzia avrebbe iniziato a utilizzare password rubate per penetrare nei sistemi informatici della struttura, un’operazione che avrebbe raggiunto il culmine tra agosto 2023 e giugno 2024.

 

Il ministero ha dichiarato che gli intrusi hanno impiegato 42 diversi strumenti informatici nella loro operazione segreta, utilizzando server privati virtuali con sede negli Stati Uniti, in Europa e in Asia per nascondere la loro provenienza.

 

L’MSS ha accusato gli Stati Uniti di «perseguire in modo aggressivo l’egemonia informatica» e di «violare ripetutamente le norme internazionali che regolano il cyberspazio».

 

Le agenzie di intelligence americane «hanno agito in modo sconsiderato, conducendo incessantemente attacchi informatici contro la Cina, il Sud-est asiatico, l’Europa e il Sud America», ha aggiunto il ministero.

 

Negli ultimi anni, Pechino e Washington si sono scambiate accuse reciproche di violazioni e operazioni di hacking segrete. Queste tensioni si inseriscono in un più ampio contesto di scontro tra le due potenze, che include anche una guerra commerciale.

 

All’inizio di gennaio, il Washington Post aveva riportato che, il mese precedente, hacker cinesi avrebbero preso di mira l’Office of Foreign Assets Control (OFAC) del dipartimento del Tesoro statunitense. All’epoca, Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri cinese, aveva definito tali accuse «infondate».

 

Come riportato, ad inizio anno le agenzie federali USA accusarono hacker del Dragone di aver colpito almeno 70 Paesi. Due anni fa era stata la Nuova Zelanda ad accusare hackerri di Pechino di aver penetrato il sistema informatico del Parlamento di Wellington.

Aiuta Renovatio 21

Le attività dell’hacking internazionale da parte di gruppi cinesi hanno negli ultimi anni raggiunto le cronache varie volte. A maggio 2021 si è saputo che la Cina ha spiato per anni i progetti di un jet militare USA, grazie a operazioni informatiche mirate.

 

Come riportato da Renovatio 21, a ottobre 2023 si è scoperto che hackers cinesi hanno rubato dati da un’azienda biotech americana, colpendo il settore della ricerca.

 

A febbraio 2022, allo scoppio del conflitto ucraino, Microsoft ha rilevato un malware «wiper» diretto a Kiev, con sospetti di coinvolgimento cinese.

 

Come riportato da Renovatio 21, a gennaio 2023 un attacco cibernetico cinese ha colpito università sudcoreane. Due anni fa vi fu inoltre un attacco cibernetico a Guam, isola del Pacifico che ospita una grande base USA. Analisti dissero che poteva essere un test per il vero obbiettivo, cioè lo scontro con Taiwan.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

 

Continua a leggere

Guerra cibernetica

Aeroporti nordamericani hackerati con messaggi pro-Hamas

Pubblicato

il

Da

Messaggi che elogiavano Hamas e attaccavano alti funzionari americani e israeliani sono stati trasmessi tramite sistemi di diffusione sonora e visualizzati su schermi digitali in tre aeroporti canadesi e uno statunitense lo scorso martedì. Lo ha riportato la stampa locale.   Le autorità hanno avviato indagini su quello che appare come un attacco informatico coordinato.   L’attacco hacker avrebbe colpito i display informativi e i sistemi audio di due aeroporti nella Columbia Britannica, l’aeroporto internazionale di Windsor in Ontario e l’aeroporto internazionale di Harrisburg in Pennsylvania.  

Iscriviti al canale Telegram

Le immagini dei display aeroportuali, diffuse dai notiziari locali, mostravano il messaggio «Israele ha perso la guerra, Hamas ha vinto con onore», insieme a una dichiarazione offensiva contro il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Sullo schermo è apparsa anche la firma digitale «Hackerato da Mutarrif Siberislam». Le trasmissioni audio includevano, secondo quanto riferito, slogan pro-palestinesi come «Palestina libera» e insulti rivolti sia a Trump che al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.   Le autorità dell’aeroporto di Kelowna hanno confermato l’incidente, spiegando che una terza parte aveva avuto accesso sia agli schermi informativi sui voli sia al sistema di diffusione sonora. Un portavoce dell’aeroporto internazionale di Victoria ha precisato che solo il sistema audio dell’aeroporto era stato compromesso.   Transport Canada ha dichiarato di essere a conoscenza degli attacchi, incluso un ulteriore incidente all’aeroporto internazionale di Windsor.   Le autorità di Harrisburg hanno confermato che l’episodio è sotto indagine da parte di funzionari locali, statali e federali.   Come riportato da Renovatio 21, due anni fa il sistema dell’aviazione canadese fu oggetto di un misterioso attacco hacker che lo paralizzò totalmente, poco dopo che uno stop fosse dato agli aerei delle Filippine e un «problema tecnico» (questa la versione ufficiale) mettesse a terra tutti gli aerei USA, evento che non ha avuto precedenti se non nelle ore dopo l’attentato dell’11 settembre 2001. In quel caso, alcuni ipotizzarono un attacco di hacking di tipo ransomware, con riscatto pagato in bitcoin, il cui valore, in quelle ore, di fatto aumentò.   Come riportato da Renovatio 21, un attacco hacker ha colpito il mese scorso anche grandi aeroporti europei.  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine screenshot da Twitter  
Continua a leggere

Più popolari