Guerra cibernetica

Attacco cibernetico alla più grande banca del mondo: la cinese ICBC costretta a usare chiavette USB per fare trading

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La più grande banca al mondo per depositi, l’Industrial and Commercial Bank of China (ICBC), ha subito un attacco informatico che, secondo quanto riferito, ha interrotto le operazioni del Tesoro statunitense questa settimana, costringendo l’azienda a utilizzare una chiavetta USB per completare gli accordi.

 

Giovedì la ICBC ha rivelato che la sua unità di servizi finanziari statunitense ha subito un attacco ransomware che ha provocato l’interruzione di diversi sistemi.

 

Secondo quanto riportato, l’istituto di credito ha quindi dovuto inviare alle parti interessate una chiavetta USB contenente i dettagli dell’operazione finanziaria.

 

La banca ha dichiarato di aver «risolto con successo» le operazioni del Tesoro americano eseguite mercoledì. Tuttavia, numerosi articoli hanno affermato che si è verificata un’interruzione, mentre gli operatori di mercato hanno affermato che la liquidità sarebbe stata colpita, riporta RT.

 

«Questo è un vero shock per le grandi banche di tutto il mondo», ha affermato Marcus Murray, fondatore della società svedese di sicurezza informatica Truesec. «L’attacco hacker alla ICBC spingerà le grandi banche di tutto il mondo a correre per migliorare le proprie difese, a partire da oggi».

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Alla fine del 2022 l’unità aveva un patrimonio di 23,5 miliardi di dollari, secondo la sua più recente dichiarazione annuale alle autorità di regolamentazione statunitensi.

 

Il ransomware è un tipo di attacco informatico in cui gli hacker prendono il controllo di sistemi o informazioni per chiedere un riscatto. Questo tipo di attacco ha visto un aumento di popolarità tra gli hacker negli ultimi anni.

 

È importante rilevare che la Cina ha vietato le transazioni legate alle criptovalute, il che significa che storicamente le sue banche non sono state prese di mira poiché gli hacker di solito richiedono un riscatto in criptovaluta, che garantisce maggiore anonimato. Ciò quindi aumenta la stranezza di questo attacco cibernetico, che coinvolge da vicino i due Paesi economicamente più rilevanti del pianeta.

 

Nessuno finora ha rivendicato la responsabilità dell’attacco alla ICBC, e l’istituto di credito cinese non ha detto chi potrebbe esserci dietro l’incidente. Secondo la società di analisi Chainalysis, quest’anno i pagamenti per gli attacchi ransomware sono cresciuti fino a 500 milioni di dollari alla fine di settembre, segnando un aumento del 50% rispetto allo scorso anno.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’Europol lo scorso mese ha arrestato un grande gruppo hacker che faceva uso di ransomware. Toyota, che era fino a qualche anno fa il maggiore produttore di auto del mondo, a settembre ha annunciato di aver fermato momentaneamente la produzione, negando tuttavia che era per colpa di un attacco hacker subito nel 2022 da un fornitore, Kojima Industries.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

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