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Vaccini

Bambino israeliano protagonista della campagna di vaccino anti-COVID muore di infarto all’età di 8 anni

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Un bambino israeliano apparso in un video utilizzato per promuovere i vaccini anti-COVID sui bambini in una campagna nazionale è morto tragicamente a causa di un improvviso attacco di cuore alla fine di settembre. Il bimbo aveva solo 8 anni.

 

Secondo quanto riportato, il piccolo Yonatan Moshe Erlichman, nipote di un illustre medico di Beit El, il dottor Mati Erlichman, «è morto inaspettatamente per arresto cardiaco mentre faceva il bagno». Si dice che il bambino di 8 anni sia «scivolato sott’acqua dopo che il suo cuore ha smesso improvvisamente di battere, facendolo annegare».

 

Dopo essere stato portato d’urgenza all’ospedale Hadassah sul Monte Scopus, Yonatan è morto pochi giorni dopo, il 28 settembre.

 

Nel 2020, all’età di 5 anni, il bimbo era apparsa in un video prodotto dal consiglio regionale di Mateh Binyamin.

 

Il video faceva parte di un programma governativo volto a spingere i vaccini COVID sui bambini, nonostante l’immunità quasi universale dei bambini al COVID-19. Il video ha reso Yonatan un «bambino copertina» per la campagna vaccinale in Israele, che è diventata una delle nazioni più draconiane al mondo per quanto riguarda le misure vaccinali.

 

Il video è andato in onda poco prima dell’inizio della campagna nazionale di vaccinazione.

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Dopo la tragica morte del ragazzo, la famiglia Erlichman ha rilasciato la seguente dichiarazione:

 

«Il nostro Yonatan Moshe è morto di recente. Alla vigilia dello Yom Kippur, Yonatan ha avuto un arresto cardiaco nella nostra casa e da allora abbiamo combattuto al suo fianco dopo il suo collasso. Con affetto ringraziamo tutti coloro che ci sono cari e che sono stati al nostro fianco negli ultimi giorni della sua vita».

 

Lamentando la tragedia, un commentatore israeliano sui social media ha chiesto indignato: «Dove sono i titoli dei giornali? Le indagini? Quanti altri bambini moriranno sull’altare d’oro? In particolare, ci sono già due studi controllati che indicano che i vaccini a mRNA causano problemi cardiaci… Ricordatevi che in ogni momento questo può accadere ai vostri amati figli e nipoti».

 

 

Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso, un bimbo argentino che era stato il simbolo nazionale di una pubblicità che promuoveva la vaccinazione anti-COVID per i bambini è morto improvvisamente all’età di 4 anni. Secondo i giornali, il piccolo sarebbe stato portato d’urgenza in ospedale a causa di febbre e vomito ed è morto di «polmonite bilaterale».

 

Su Twitter hanno scritto che «prima di morire sua madre dice che si sarebbe tolto la maschera e le ha dato dei piccoli baci perché non poteva più parlare».

 

 

«La tragedia della morte del ragazzo è sottolineata dal fatto che il governo argentino utilizza la sua foto sul proprio sito web per promuovere ancora la vaccinazione dei bambini» scrive LifeSiteNews. «Il ragazzo è raffigurato con il pugno alzato e con uno slogan che recita: “I vaccini ci proteggono”».

 

In Argentina si è segnalata anche la morte dopo l’iniezione del figlio di un ex segretario alla Cultura del governo Macri.

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Immagine screenshot da Twitter

 

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Vaccini

«Scienza spazzatura» dietro le affermazioni secondo cui i vaccini anti-COVID hanno salvato milioni di persone

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Una nuova pre-stampa dei ricercatori canadesi Denis Rancourt, Ph.D., e Joseph Hickey, Ph.D., contesta la fondatezza della testimonianza ampiamente citata del MD, Ph.D., resa al Congresso nel 2022 dal dott. Peter Hotez, secondo cui i vaccini contro il COVID-19 hanno salvato milioni di vite.   Un nuovo rapporto di ricercatori canadesi contesta le affermazioni ampiamente citate secondo cui i vaccini contro il COVID-19 avrebbero salvato milioni di vite negli Stati Uniti.   Gli autori di un articolo preprint pubblicato questa settimana da Correlation, un’organizzazione di ricerca canadese senza scopo di lucro, sostengono che le affermazioni si basano su studi di modellazione che utilizzano ipotesi errate, il che porta a conclusioni «fantastiche e non verificabili».   Ad esempio, il dott. Peter Hotez, Ph.D., in alcune interviste e nella sua testimonianza al Congresso del 2024, ha citato uno studio del 2022 della dott.ssa Meagan Fitzpatrick, che vantava 3,2 milioni di vite salvate dai vaccini.   I media tradizionali si sono aggrappati alle affermazioni di Fitzpatrick e Hotez, ripetendole e amplificandole ampiamente.   Ma secondo gli esperti di mortalità per tutte le cause Denis Rancourt, Ph.D., e Joseph Hickey, Ph.D., Fitzpatrick ha utilizzato un «calcolo teorico controfattuale» che ha prodotto ipotesi errate sui tassi di mortalità delle infezioni e sull’efficacia del vaccino.   Nel loro nuovo articolo, Rancourt e Hickey sostengono che calcoli controfattuali come quelli utilizzati da Fitzpatrick e altri ricercatori possono portare a conclusioni pericolose e non dovrebbero essere utilizzati per orientare le politiche.   «Le false affermazioni accettate dai funzionari governativi e dai loro consulenti possono avere un effetto disastroso sulla politica sanitaria pubblica e sulla società», hanno affermato.   Rivalutano inoltre le affermazioni contenute in diversi studi che stimano il numero di vite salvate dai vaccini contro il COVID-19 e mettono in discussione la validità delle ipotesi di base degli studi.

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I ricercatori si sono basati su tassi di efficacia degli studi clinici «artificiosi e discutibili»

I modelli controfattuali sono progettati per stimare gli esiti di un dato intervento – in questo caso, il vaccino contro il COVID-19 – se l’intervento non fosse stato somministrato. Per farlo, i ricercatori proiettano uno scenario alternativo.   Per come sono concepiti, questi modelli si basano su una serie di presupposti che, secondo Rancourt e Hickey, vanno da vaghi a del tutto errati.   Quando i ricercatori utilizzano modelli controfattuali per stimare le vite salvate dal vaccino, devono prima stimare quante infezioni da COVID-19 si sarebbero verificate nel periodo in questione se non ci fossero stati vaccini, e poi quante di queste infezioni avrebbero causato la morte.   Per calcolare il tasso di infezione nel tempo, i ricercatori utilizzano un altro modello, la «modellazione delle dinamiche del contagio», che presenta complessità e incertezze, secondo Rancourt e Hickey.   Per stimare le infezioni da COVID-19 e i decessi evitati, i ricercatori si sono basati sui tassi di efficacia del vaccino derivanti da studi clinici. Ma tali studi hanno dichiarato tassi di efficacia estremamente elevati, che Rancourt e Hickey hanno definito «artificiosi, discutibili e non trasparenti».   Diversi modellisti controfattuali hanno utilizzato input simili per concludere che i vaccini hanno avuto un impatto enorme, sebbene le loro stime di tale impatto siano state diverse.   Nel suo post sul blog, Fitzpatrick ha concluso che i vaccini contro il COVID-19 hanno prevenuto 3,2 milioni di decessi, 18,5 milioni di ricoveri ospedalieri e 120 milioni di infezioni, per un costo medico di 1,15 trilioni di dollari entro la fine di novembre 2022.   Utilizzando lo stesso approccio, gli autori di un articolo pubblicato nel settembre 2022 su The Lancet hanno scoperto che i vaccini avevano prevenuto 14,4 milioni di decessi a livello globale entro dicembre 2021.   Uno studio pubblicato nel luglio 2025 sul JAMA Health Forum ha utilizzato i dati di sieroprevalenza dei decessi positivi al COVID-19, anziché i dati di modellazione utilizzati dagli altri autori, per stimare i tassi di infezione, ma ha anche utilizzato dati provenienti da studi clinici per determinarne l’efficacia.   L’autore principale dello studio, il dottor John PA Ioannidis, e i suoi colleghi hanno calcolato che i vaccini hanno salvato 2,5 milioni di vite in tutto il mondo entro il 2024, una stima 10 ordini di grandezza inferiore a quella di Fitzpatrick o degli autori dello studio di The Lancet.

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«Nessuna ragione attendibile per credere che i vaccini contro il COVID-19 abbiano salvato vite umane»

In un precedente articolo, Rancourt aveva sostenuto che anche le stime più limitate di Ioannidis erano una grave sovrastima basata su input errati nel modello. Dopo aver analizzato l’articolo del JAMA Health Forum, Rancourt non ha trovato «alcuna ragione di credere» che i vaccini contro il COVID-19 abbiano salvato vite umane.   «Tutta questa industria di calcoli controfattuali è ciò che definirei “politica scientifica”», ha affermato Rancourt.   «È come dire: “Sosterrò che l’intervento che abbiamo fatto ha avuto un enorme beneficio senza avere alcuna prova empirica a sostegno di tale affermazione”», ha affermato.   Secondo Rancourt, i ricercatori stanno semplicemente inserendo i dati di Big Pharma in una formula, che poi dimostra che milioni di vite sono state salvate.   Ha affermato che gli scenari controfattuali traggono vantaggio dal fatto che, in luoghi come gli Stati Uniti, che raccolgono molti dati sulla salute pubblica, i tassi di vaccinazione erano così alti che non esisteva un gruppo non vaccinato da usare come termine di paragone.   «Si tratta di studi artificiosi», ha affermato.

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La certezza dei modelli dipende dalla fede in «incredibili coincidenze»

I dati sulla mortalità in eccesso, ovvero dati affidabili, misurati e reali, consentono una stima più accurata dei decessi evitati grazie ai vaccini contro il COVID-19, hanno affermato Rancourt e Hickey.   Gli autori di uno studio del 2022 pubblicato su The Lancet hanno analizzato i dati sulla mortalità e hanno trovato risultati molto più ambigui di quelli prodotti dai modelli controfattuali. «L’entità dell’impatto della diffusione della vaccinazione sui decessi non era chiara», ha concluso lo studio.   Nel loro articolo, Rancourt e Hickey hanno esaminato i modelli controfattuali e le affermazioni che questi modelli facevano sui decessi evitati nel tempo. Hanno scoperto che i modelli mostrano picchi significativi nelle vite salvate subito dopo la somministrazione del vaccino e dei richiami.   In altre parole, secondo i modelli, il virus COVID-19 è diventato altamente virulento subito dopo la distribuzione dei vaccini o dei richiami, quindi è probabile che i vaccini abbiano salvato molte vite.   Tuttavia, Rancourt ha affermato che non si è verificata alcuna riduzione dell’eccesso di mortalità dopo le implementazioni del 2021 e del 2022. I dati empirici indicano che l’eccesso di mortalità è aumentato nel 2020 e poi si è mantenuto stabile nei due anni successivi.   Per credere ai modelli, ha detto Rancourt, «bisognerebbe credere a queste incredibili coincidenze in cui l’agente patogeno diventa improvvisamente più virulento».   Tuttavia, non ci sono prove in tal senso. «Non ci sono prove concrete che il virus sia diventato cinque o dieci volte più virulento in un certo momento, un anno dopo l’inizio della pandemia dichiarata, dopo l’eccesso di mortalità registrato nel 2020», ha affermato.   I modelli richiedono che le persone credano che il patogeno si trovasse in una fase altamente letale quando sono state avviate le campagne di vaccinazione, e solo in quei momenti.   I ricercatori che utilizzano i modelli controfattuali affermano di fatto che, senza il vaccino, il COVID-19 «avrebbe prodotto picchi di mortalità a un tasso ben superiore a qualsiasi dato storico noto», ha affermato Rancourt.   Ha affermato che è scandaloso che studi così imperfetti vengano pubblicati su riviste prestigiose, ma ciò dimostra che il processo di revisione paritaria è stato corrotto.   «Le istituzioni mediche pagate dalle case farmaceutiche sono solo api operaie che cercano di trovare il modo di compiacere i loro padroni inventando questi metodi di retropropagazione chiamati calcoli o simulazioni controfattuali. È spazzatura scientifica».   Brenda Baletti Ph.D.   © 9 ottobre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Cancro

Tutti i vaccini contro il COVID aumentano il rischio di cancro, conclude un nuovo studio

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Uno studio sudcoreano condotto su oltre 8 milioni di persone ha riportato un aumento del rischio complessivo di cancro del 27% legato ai vaccini anti-COVID-19 a mRNA e non a mRNA. I ricercatori hanno riscontrato rischi più elevati per sei specifici tumori. I media mainstream hanno criticato lo studio.

 

Secondo un recente studio sudcoreano condotto su oltre 8 milioni di persone, i vaccini e i richiami contro il COVID-19, sia a mRNA che non a mRNA, comportano un aumento del rischio di sei tipi di cancro e un rischio di cancro complessivo più elevato del 27%.

 

Quattro ricercatori sudcoreani hanno pubblicato il rapporto la scorsa settimana sotto forma di lettera su Biomarker Research, una rivista della Springer Nature.

 

Secondo lo studio, i vaccini e i richiami contro il COVID-19 sono associati a un rischio maggiore di cancro al seno, al colon-retto, allo stomaco, ai polmoni, alla prostata e alla tiroide, in tutti i tipi di vaccino e in tutte le fasce d’età.

 

I commentatori medici più tradizionali si sono affrettati a screditare i risultati, definendoli «imperfetti» da MedPageToday. Altri esperti medici e scientifici, invece, non sono stati d’accordo.

 

«In parole povere: entrambe le principali piattaforme di vaccini contro il COVID-19 sembrano essere cancerogene», ha scritto l’epidemiologo Nicolas Hulscher in un post su Substack.

 

Il dottor Angus Dalgleish, oncologo medico, ha dichiarato a The Defender che lo studio si basa su altre recenti scoperte, ma «è il primo a dimostrare che i vaccini a cDNA [non-mRNA] e a mRNA sono associati al rischio di cancro, il che suggerisce che la proteina spike è direttamente cancerogena».

 

Il commentatore medico John Campbell, Ph.D., ha dichiarato questa settimana nel suo programma su YouTube che la ricerca rappresenta «lo studio su larga scala finora» che esamina l’associazione tra i vaccini contro il COVID-19 e il cancro.

 

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«Nessuna tecnologia vaccinale è esente dal rischio di cancro»

Secondo lo studio, mentre il potenziale cancerogeno del virus SARS-CoV-2 responsabile del COVID-19 «è stato ipoteticamente proposto», sono state condotte poche ricerche sul potenziale rischio di cancro derivante dai vaccini contro il COVID-19.

 

I ricercatori hanno affermato che le «strutture condivise» contenute nel virus SARS-CoV-2 e nei vaccini contro il COVID-19, tra cui la proteina spike, potrebbero indicare che i vaccini contro il COVID-19 sono associati a rischi di cancro.

 

Lo studio ha utilizzato i dati del periodo 2021-2023 relativi a oltre 8,4 milioni di persone presenti nel database del Servizio Sanitario Nazionale della Corea del Sud. Il campione è stato suddiviso in due gruppi in base allo stato vaccinale. Il campione vaccinato è stato ulteriormente suddiviso in gruppi con richiamo e non con richiamo.

 

I ricercatori hanno monitorato i pazienti per un anno. Il gruppo vaccinato è stato monitorato anche dopo la vaccinazione. I risultati hanno mostrato un rischio statisticamente significativo di cancro più elevato nel gruppo vaccinato, tra cui:

 

  • Cancro complessivo: rischio più elevato del 27%
  • Cancro al seno: rischio più alto del 20%
  • Cancro del colon-retto: rischio più elevato del 28%
  • Cancro gastrico: rischio più elevato del 34%
  • Cancro al polmone: rischio più elevato del 53%
  • Cancro alla prostata: rischio più elevato del 69%
  • Cancro alla tiroide: rischio più alto del 35%

 

L’analisi statistica dei risultati ha dimostrato che c’è una «probabilità su 1.000 che questo risultato sia dovuto al caso», ha affermato Campbell.

 

I vaccini mRNA contro il COVID-19 prodotti da Pfizer e Moderna hanno mostrato un rischio complessivo di cancro superiore del 20% e sono stati strettamente correlati a un rischio più elevato di tumori al seno, al colon-retto, ai polmoni e alla tiroide.

 

I vaccini anti-COVID-19 non a mRNA, noti come vaccini a cDNA, che includono i vaccini di AstraZeneca e Johnson & Johnson (Janssen), sono stati associati a un rischio complessivo di cancro superiore del 47%. Sono stati specificamente collegati a un aumento del rischio di tumori del colon-retto, dello stomaco, del polmone, della prostata e della tiroide.

 

Anche i pazienti che hanno ricevuto una miscela di dosi di mRNA e cDNA hanno avuto un rischio maggiore, con un’incidenza di cancro complessiva superiore del 34% e una stretta associazione con un rischio più elevato di tumori al seno e alla tiroide.

 

«L’elevato rischio di cancro non era limitato a una singola piattaforma vaccinale», ha scritto Hulscher. «Ogni tipo di vaccino era associato a un aumento misurabile del cancro complessivo, e ciascuno aveva specifici siti tumorali che guidavano il segnale. In altre parole, nessuna tecnologia vaccinale era esente da rischio di cancro in questo set di dati».

 

Il medico internista Dott. Clayton J. Baker ha affermato che i dati mostrano che tra le persone vaccinate il rischio di cancro aumenta con il tempo.

 

«L’aumento del rischio di cancro nei soggetti vaccinati aumenta in modo lineare per l’intero periodo dello studio, con un’inclinazione maggiore rispetto alla curva dei soggetti non vaccinati, e non si appiattisce. L’aumento dell’incidenza continua ad aumentare. Potrebbe continuare per decenni. È davvero allarmante», ha affermato Baker.

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«Ogni gruppo demografico ha sperimentato un rischio elevato di cancro»

I risultati hanno inoltre mostrato che le persone vaccinate di età inferiore ai 65 anni erano particolarmente a rischio di contrarre alcuni tipi di cancro.

 

«La popolazione relativamente più giovane (individui sotto i 65 anni) era più vulnerabile al cancro alla tiroide e al seno; al contrario, la popolazione più anziana (75 anni e oltre) era più suscettibile al cancro alla prostata», hanno scritto i ricercatori.

 

Nel complesso, le persone vaccinate di età inferiore ai 65 anni hanno mostrato un rischio complessivo maggiore di cancro, mentre gli anziani, in particolare quelli di età superiore ai 75 anni, hanno presentato il rischio complessivo più elevato.

Le donne vaccinate presentavano anche un rischio relativamente più elevato di cancro rispetto agli uomini vaccinati: le donne vaccinate mostravano un rischio particolarmente elevato di cancro del colon-retto e della tiroide, mentre gli uomini vaccinati mostravano un rischio più elevato di cancro gastrico e polmonare.

 

«Sia i risultati complessivi che quelli specifici per sito mostrano un andamento coerente: ogni gruppo demografico ha sperimentato un rischio elevato di cancro, sebbene la tipologia e l’impatto assoluto siano variati. Le donne e gli anziani sono stati colpiti più duramente, ma nessun segmento della popolazione è stato risparmiato» ha scritto Hulscher.

 

I risultati dello studio hanno anche mostrato che i richiami del vaccino contro il COVID-19 hanno comportato un rischio sostanzialmente più elevato di alcuni tipi di cancro, tra cui un rischio maggiore del 125% di cancro al pancreas e del 23% di cancro gastrico.

 

Dalgleish ha definito i numeri «impressionanti», affermando che l’aumento del rischio dopo le dosi di richiamo «è un incremento inaspettato che stiamo osservando anche nel Regno Unito».

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I critici definiscono «folle» il periodo di follow-up di un anno

Secondo MedPageToday, il periodo di follow-up di un anno utilizzato dai ricercatori nello studio era «assurdo» e lo studio non ha preso in considerazione la storia familiare di cancro dei pazienti e la loro storia di screening.

 

Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso Children’s Health Defense, ha affermato che «le critiche mosse allo studio sono basate su un sano pregiudizio da parte degli utenti».

 

«L’idea che le persone più propense a sottoporsi a un intervento medico (vaccinazione) siano anche più propense a sottoporsi a un altro (screening per il cancro)… è una preoccupazione valida per uno studio vaccinato-non vaccinato come questo, poiché coloro che cercano un vaccino avranno un comportamento drasticamente diverso nella ricerca di assistenza sanitaria rispetto a coloro che non cercano un vaccino» ha spietato.

 

Tuttavia, «questo non è solo uno studio che confronta vaccinati e non vaccinati: differenzia anche i vaccini. Il pregiudizio dell’utente sano non è un argomento a favore del perché un vaccino (cDNA) mostri un rischio di cancro più elevato di un altro (mRNA). Inoltre, lo studio non afferma che i vaccini causino il cancro, ma che siano associati ad esso».

 

«Siamo organismi multicellulari complessi. Le cellule cancerose si formano dentro di noi con grande frequenza e vengono solitamente neutralizzate dai nostri meccanismi antitumorali… Se un vaccino può interrompere questo meccanismo antitumorale, allora i tumori possono manifestarsi in un breve lasso di tempo».

 

Anche se è stato dimostrato che i vaccini a cDNA comportano un rischio di cancro più elevato, Baker ha affermato che lo studio evidenzia anche il rischio della tecnologia a mRNA.

 

«Questo studio implica assolutamente la piattaforma mRNA», ha affermato. «Ricordiamo che il COVID-19 è stato il primo utilizzo diffuso di quella piattaforma tecnologica negli esseri umani… Nella sua prima applicazione, ha aumentato l’incidenza dei tumori».

 

Campbell ha affermato che i dati ufficiali sudcoreani sono generalmente affidabili e che lo studio è ben strutturato.

 

«La Corea del Sud era un Paese con un tasso di vaccinazione molto elevato», ha detto. «C’erano… solo poche centinaia di migliaia di persone nel gruppo dei non vaccinati, ma questo è sufficiente per ricavarne dati piuttosto attendibili».

 

Gli autori dello studio non hanno fornito dettagli sui possibili meccanismi contenuti nei vaccini contro il COVID-19 che potrebbero comportare un rischio maggiore di cancro.

 

Baker ha affermato che «l’aumento significativo dei rapporti di rischio per sei diversi tipi di cancro suggerisce che un possibile indebolimento del sistema immunitario contribuisca all’aumento del rischio. È preoccupante, perché il rischio non è limitato a un solo tipo di cancro per il quale potrebbe essere effettuato lo screening».

 

Secondo Campbell, la proteina spike e i contaminanti del DNA presenti nei vaccini a mRNA potrebbero essere tra i fattori che contribuiscono a questo rischio.

 

Gli autori hanno suggerito che sono necessarie ulteriori ricerche «per chiarire le potenziali relazioni causali, compresi i meccanismi molecolari sottostanti correlati all’iperinfiammazione indotta dal vaccino contro il COVID-19».

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Un numero crescente di studi collega i vaccini COVID a gravi eventi avversi

Altri recenti studi e analisi su larga scala suggeriscono un legame tra i vaccini contro il COVID-19 e gravi eventi avversi come il cancro.

 

All’inizio di quest’anno, un’analisi di un database giapponese di 18 milioni di persone ha mostrato che le persone vaccinate contro il COVID-19 presentavano un rischio di morte significativamente più elevato nel primo anno dopo la vaccinazione rispetto ai non vaccinati. Il rischio aumentava con ogni dose aggiuntiva.

 

Uno studio condotto su 1,3 milioni di donne nella Repubblica Ceca, pubblicato a giugno sull’International Journal of Risk & Safety in Medicine, ha dimostrato che il tasso di concepimento riuscito (una gravidanza che porta a un parto vivo nove mesi dopo) per le donne vaccinate era «sostanzialmente inferiore» rispetto a quelle non vaccinate.

 

Uno studio di 30 mesi condotto su circa 300.000 persone in Italia, pubblicato sulla rivista EXCLI a luglio, ha rilevato un aumento del 23% del rischio di cancro dopo una o due dosi del vaccino COVID-19 e un ulteriore aumento del rischio del 9% tra coloro che hanno ricevuto tre o più dosi.

 

I risultati dello studio italiano hanno mostrato anche un aumento statisticamente significativo dei tumori al seno, alla vescica e al colon-retto.

 

Jablonowski ha affermato che i risultati dello studio italiano rispecchiano in gran parte quelli dello studio sudcoreano, poiché vi è «una corroborazione di prove che non può essere ignorata».

 

«Il confronto dei risultati… è estremamente interessante», ha affermato Jablonowski. «I due studi concordano generalmente su molti tipi di cancro. Una forma di cancro su cui non concordano è il cancro alla prostata. Non è minimamente degno di nota nello studio italiano, mentre è il segnale più forte nello studio coreano».

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«Quasi il 70% della popolazione mondiale è stato iniettato con un prodotto cancerogeno»

I ricercatori sudcoreani hanno affermato che il rapporto tra i rischi relativi di infezione da COVID-19 e gli eventi avversi conseguenti alla vaccinazione contro il COVID-19 merita ulteriori approfondimenti.

 

«Data la gravità decrescente del COVID-19, le attuali preoccupazioni riguardo al vaccino contro il COVID-19 vertono principalmente sugli EA [eventi avversi] anche con le dosi di richiamo», hanno scritto i ricercatori.

 

Gli autori dello studio hanno inoltre chiesto ulteriori ricerche «per determinare se specifiche strategie vaccinali possano essere ottimali per le popolazioni che necessitano della vaccinazione contro il COVID-19». Hanno suggerito che i medici «diano priorità al monitoraggio del rischio di cancro gastrico in relazione alle dosi di richiamo del COVID-19».

 

Hulscher è andato oltre, suggerendo che i risultati dello studio rafforzano le richieste di alcuni scienziati e organizzazioni mediche secondo cui i vaccini contro il COVID-19 dovrebbero essere sospesi o ritirati.

 

«Governi, autorità di regolamentazione, medici e ricercatori devono confrontarsi con una realtà che fa riflettere: quasi il 70% della popolazione mondiale è stato iniettato con un prodotto cancerogeno. Le prove richiedono l’immediato ritiro dal mercato di questi prodotti», ha scritto Hulscher.

 

«È ormai del tutto indifendibile continuare qualsiasi programma di vaccinazione di richiamo o variante», ha affermato Dalgleish.

 

Michael Nevradakis

Ph.D.

 

© 29 settembre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

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Gender

Kennedy: gli USA respingono la dichiarazione dell’OMS per linguaggio pro-aborto e «ideologia gender radicale»

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Il Segretario della Salute e dei Servizi Umani Robert F. Kennedy Jr. ha dichiarato alle Nazioni Unite che gli Stati Uniti non appoggeranno le politiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che promuovono l’aborto e un’ideologia gender radicale.   Kennedy ha sottolineato con forza la crisi globale delle malattie croniche, difendendo la sovranità nazionale degli Stati Uniti e denunciando il tentativo delle Nazioni Unite di imporre un consenso in modo insidioso.   Parlando a una riunione dell’ONU sulla prevenzione e il contrasto delle malattie croniche, Kennedy ha annunciato che gli Stati Uniti rifiuteranno una proposta di dichiarazione dell’ONU, ritenendola un’ingerenza oltre i suoi limiti.  

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«Esorto la comunità internazionale a unirsi per affrontare questa piaga. Non possiamo combattere l’epidemia da soli, ma l’approccio delle Nazioni Unite è errato: fa troppo poco e, al contempo, troppo», ha dichiarato Kennedy.   La dichiarazione «supera i limiti del ruolo delle Nazioni Unite, trascurando le priorità sanitarie più urgenti», ha aggiunto Kennedy. «Per questo gli Stati Uniti la respingeranno».   «Non possiamo accettare un linguaggio che promuova un’ideologia di genere distruttiva», ha chiarito il principale funzionario sanitario dell’amministrazione Trump. «Né possiamo accettare pretese di un diritto costituzionale o internazionale all’aborto».   «L’OMS non può rivendicare credibilità o leadership senza una riforma radicale», ha affermato Kennedy, definendo la dichiarazione dell’ONU come di natura «politica».   «Il documento è carico di controversie, con disposizioni che spaziano dalle tasse a una gestione oppressiva delle malattie trasmissibili da parte di enti internazionali», ha proseguito. «Gli Stati Uniti ritireranno la dichiarazione, pur mantenendo il loro impegno globale per combattere le malattie croniche».   «All’inizio dell’anno, gli Stati membri hanno deciso che questa riunione avrebbe dovuto approvare una dichiarazione per consenso, per evitare controversie. Tuttavia, il documento è pieno di elementi divisivi», ha sottolineato Kennedy. «La bozza presentata oggi non avrebbe dovuto essere inclusa nell’agenda».   Le implicazioni trascendono la politica sanitaria. La posizione di Kennedy indica che gli Stati Uniti non subordineranno più la loro Costituzione, i processi democratici o i diritti dei cittadini a organismi internazionali non eletti, indipendentemente dal linguaggio umanitario usato per giustificare tale subordinazione.   In un videomessaggio sui social media, Kennedy è stato ancora più diretto: «Una politica globale efficace deve rispettare famiglie, culture e comunità, essere pratica, economica e attenta alle esigenze locali».   «In particolare, non possiamo accettare un linguaggio che promuova un’ideologia di genere radicale. Crediamo nella realtà biologica del sesso. Le donne meritano dignità, sicurezza e spazi dedicati», ha sostenuto.   «Non riconosciamo un diritto costituzionale o internazionale all’aborto. Come ha detto il presidente Trump, ‘i burocrati globali non hanno alcun diritto di minare la sovranità delle nazioni che proteggono la vita innocente’», ha ribadito Kennedy.   «Non possiamo delegare autorità all’OMS», ha aggiunto. «Il fallimento dell’OMS durante il COVID è costato tempo prezioso e innumerevoli vite. Senza una riforma significativa, l’OMS non può pretendere credibilità o leadership».  

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Come riportato da Renovatio 21, Kennedy e Trump sono reduci dalla pubblicazione di uno storico piano per fermare l’ascesa dell’autismo in USA, dove entrambi hanno parlato apertis verbis di possibili danni di paracetamolo in gravidanza e vaccinazioni pediatriche.   Nel frattempo, i Democratici USA, e non solo, stanno operando per ottenere l’impeachment del figlio di Bob Kennedy. Dopo la rimozione di tutti i membri del comitato consultivo sui vaccini dell’ente epidemico CDC, Kennedy ha visto tutte le sue nomine pesantemente attaccate dagli avversari politici.   Il mese scorso Kennedy ha attaccato i pediatri americani che hanno raccomandato ai loro pazienti vaccini prodotti dalle stesse aziende che fanno loro donazioni. Inoltre, ha revocato l’autorizzazione all’uso di emergenza dei sieri COVID, annullando contratti da mezzo miliardo di dollari per i vaccini mRNA, ed esprimendo la sua contrarietà alla raccomandazione dei vaccini genici sperimentali ai bambini.   Il segretario alla Salute USA ha inoltre ordinato che tutti i nuovi vaccini siano sottoposti a test di controllo con il placebo – un pratica che per i vaccini, unico farmaco al mondo, non era necessaria. A inizio mandato aveva fermato un progetto miliardario per i nuovi vaccini orali COVID, e si pera opposto alla vaccinazione per epatite B dei neonati, per la quale dice non esservi alcuna giustificazione medica.   Sotto la sua supervisione, la sanità USA, ha detto Kennedy, vedrà rivoluzionato il sistema di risarcimenti per i danni da vaccino, per i quali sei mesi fa ha promesso la creazione di una sottoagenzia CDC specifica. Ha inoltre promesso una «revisione completa» della pillola abortiva dopo aver ricevuto un rapporto «allarmante» sui suoi pericoli.   Come riportato da Renovatio 21, la scorsa estate Kennedy aveva spiegato perché gli USA respingevano le nuove regole dell’OMS sulla pandemia, cercando quindi creare un’alternativa al controverso ente sanitario transnazionale.   A febbraio la Sanità diretta da Kennedy ha dichiarato ufficialmente l’esistenza di solo due sessi: «torniamo alla scienza e al buon senso», ha detto.

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  Immagine di pubblico dominio CCo via Flickr  
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